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Autore: Kim WinterNight    25/04/2019    8 recensioni
Tanto alcol, tanti vaneggi, tante riflessioni filosofiche insensate.
E un continuo scambio tra Johnny e Roger.
Una serata da cui ci si può aspettare tutto o niente.
Un momento di sfrontata e indecente follia.
Come andrà a finire?
Genere: Comico, Demenziale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: John Deacon, Roger Taylor
Note: Lime, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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E dopo aver guardato BoRhap per la terza volta…

Dopo aver incontrato di persona Jenny e Carmaux

Dopo aver letto e recensito tutta la categoria dei Queen…

Dopo aver editato le storie di ninfetta…

Dopo aver subito le lamentele di mia sorella Soul sul fatto che avrei dovuto scrivere anch’io qualcosa in questo fandom

*rullo di tamburi by Roger Taylor*

ECCOMI CON LA MIA PRIMA (e spero non ultima) STORIA SU QUESTI RAGAZZI

Okay, bando alle ciance, questa è una song-fic, perciò vi consiglio di leggere con in sottofondo questo brano, il quale è strettamente collegato con il racconto:

System Of A Down – Johnny

Buona lettura e ci risentiamo nelle note finali

 

 

 

 

Sweet little boy

 

 

 

 

 

 

John tracanna un altro sorso di whiskey, è felice di poter festeggiare con i suoi amici e compagni di band.

Non sa neanche lui che cosa si sta festeggiando, ma ogni scusa è buona per farlo, ormai non ci fa più caso.

Accanto a sé, Roger si regge a malapena in piedi e blatera cose incomprensibili e sconclusionate, mentre cerca invano di bere qualcosa da un posacenere vuoto.

«Johnny… riempi il mio fottuto bicchiere» biascica il batterista, agitando di fronte alla faccia del collega il contenitore incriminato.

Il bassista sbatte le palpebre. «Non so dove sia la bottiglia» farfuglia confuso.

«Ce l’hai in mano, coglione!» strilla Freddie al suo orecchio, spintonandolo.

Poi si allontana, cercando di scappare da Brian. Il chitarrista lo sta inseguendo per chissà quale motivo, e i due fanno un chiasso infernale, capace di sovrastare quasi la musica ad alto volume.

John fissa l’oggetto che stringe in mano senza neanche vederlo, poi lo lascia cadere a terra e questo si frantuma in mille pezzi.

«Ops» ridacchia Roger, passandosi le mani tra i capelli biondi e scarmigliati.

Il più giovane, all’improvviso, si piazza di fronte al suo collega e lo fissa con un sorriso innocente e totalmente puerile. «Ciao, il mio nome è Johnny!» esclama, tendendo la mano verso l’altro.

Roger lo fissa confuso, ma poi decide di stringergliela. «Molto piacere» replica.

«Lascia che mi spieghi e che mi lamenti senza motivo, ti va?» prosegue il bassista, inclinando leggermente il capo di lato.

«Ah… sì, non ho capito, cazzo. Dov’è il mio fottuto whiskey?» strilla Roger, strattonando appena l’altro.

 

Hello, my name is Johnny
Well hello my name is Johnny
I would like to explain myself
And I would like to complain in vain

«Io non lo so… deve averlo rubato Brian… ma ehi, io sono Johnny!» blatera il più giovane, attirando nuovamente l’attenzione su di sé.

Roger allora sorride con dolcezza e gli accarezza piano i capelli. «Dolce, piccolo ragazzo…»

«Johnny!» grida Freddie, correndo all’impazzata verso di loro.

«Dolce, piccolo ragazzo…» prosegue Roger.

«Johnny!» ripete Freddie, per poi buttarsi letteralmente sull’amico in cerca di protezione da Brian.

 

Sweet little boy
Johnny!
Sweet
Little Boy
Johnny!

«Brutto stronzo, tanto ti prendo lo stesso! Mi hai tirato i capelli!» biascica Brian, per poi braccare Freddie in un angolo.

John e Roger si fissano, profondamente confusi.

«Posso mostrarti cosa c’è nella mia mente?» domanda John, facendo un passo avanti.

«Ma certo» conferma Roger, carico di aspettative.

Il bassista rotea gli occhi e si blocca.

«Vuoi aiuto, Deaky

«Io sono…»

«Serve aiuto?»

 

Let me show you the way to my
Let me show you the way to my
Let me help you explain your mind
When I help you explain your mind

John scuote il capo, poi si acciglia e infine abbaia: «Sono Johnny! Chi è Deaky? Non lo conosco…»

Roger ci riflette su per un attimo, poi replica: «Be’, allora… ciao, io sono Roger».

John scoppia a ridere. «Roger, che nome buffo!» esclama, battendo le mani.

Attorno a loro sta succedendo un putiferio: molti degli invitati sono quasi in coma etilico, mentre Brian è riuscito ad afferrare Freddie per i capelli e tenta di trascinarlo in bagno perché vuole ficcargli la faccia nel cesso.

Ma i due sono talmente impegnati in elucubrazioni filosofiche talmente profonde che non fanno caso a ciò che li circonda.

«Quindi, tu sei Roger?» chiede conferma John.

«Sì, il mio nome è Roger!»

 

Hello my name is Roger
Well hello my name is roger
I would like to proclaim myself
A god
And likely ordain myself

«E sono un dio, un dio!» sbotta il batterista, battendosi una mano sul petto esile.

«Sembri un gorilla» lo punzecchia John.

«Un gorilla? Io sono un dio! Il tuo dio, Johnny!» pigola, afferrando il bassista per le spalle.

I due si scambiano occhiate sempre più confuse, poi Roger si volta verso un tavolino posto alle sue spalle e recupera una bottiglia piena per metà.

«Bevi, questo è il mio sangue!» suggerisce, offrendo dell’altro whiskey a John.

Quest’ultimo accetta volentieri, tracanna un lungo sorso e poi osserva l’altro con riconoscenza. «Dolce, piccolo ragazzo… grazie» mormora.

«Roger! Aiutami! Brian mi ucciderà!» strilla Freddie con voce stridula e acuta.

«Dolce, piccolo ragazzo…» ripete Roger, rubando la bottiglia a John per poter bere a sua volta.

«Roger!» implora ancora Freddie, mentre Brian riesce a trascinarlo fuori dalla sala, in direzione del bagno.

 

Sweet little boy
Roger!
Sweet
little boy
Roger!

Poi il biondo abbandona la bottiglia e si avvicina barcollando al collega. Lo prende tra le braccia e si abbandona completamente su di lui.

«Johnny, lascia che ti spieghi cosa c’è nella mia mente… però voglio che mi aiuti.»

«Ti aiuto, Roger…» farfuglia l’altro, accarezzando gentilmente la schiena del batterista.

«Davvero?»

«Sì, cazzo, sì. Ho detto che ti aiuto!»

«Però non arrabbiarti. Mi fai piangere.»

 

Let me show you the way to my
Let me show you the way to my
Let me help you explain your mind
When I help you explain your mind

«Roger…»

«Dimmi, Johnny…»

John socchiude appena le palpebre, ma tutto attorno a sé gira frenetico e si confonde. Gli viene la nausea. «Aiutami…»

«Sono qui, dai… vieni…»

I due, sostenendosi a vicenda, si avviano barcollando verso l’uscita. Raggiungono a tentoni la porta d’ingresso e riescono a uscire in giardino.

Non appena la fresca brezza della sera li schiaffeggia, paiono un minimo più lucidi. Tuttavia si lasciano cadere distesi sul prato.

«Le stelle sono bellissime» blatera John, gli occhi sgranati e fissi sul cielo scuro e completamente privo di astri.

«Quali stelle?» bofonchia Roger, sdraiato accanto a lui.

«Non le vedi?»

Roger ride. «Oh, dolce, piccolo ragazzo…»

«Johnny, sono Johnny…» replica l’altro.

Poi si ritrova con il corpo del biondo sopra il suo, gli occhi azzurri liquidi e maliziosi ben piantati nei suoi, e un ginocchio del batterista tra le sue gambe.

«Dolce, piccolo ragazzo… oh, no, adesso è Roger che comanda! Il tuo dio!» afferma.

 

Sweet little boy
Johnny
Sweet little boy
Oh no! It's Roger!

 

John sorride compiaciuto e stringe a sé l’altro. «Finalmente hai saputo spiegare cosa c’è nella mia mente» cinguetta.

Roger bacia voracemente le sue labbra, le morde e se ne impossessa senza pensarci due volte. «Sì, cazzo, e anche tu l’hai capito, vero?»

«Credo di sì…» boccheggia John, per poi tornare a gettarsi sulle labbra di Roger, le dita incastrate tra le sue ciocche bionde e annodate.

Il batterista ride, poi prende il viso dell’altro tra le mani. «Sono ubriaco fradicio, sì, ma so cosa voglio. E, Deaky, Johnny o come cazzo ti chiami… voglio scoparti» ammette con semplicità, rivolgendo un sorriso puerile al bassista.

John ride e annuisce. «Allora che aspetti?»

Il biondo assottiglia lo sguardo e gli poggia una mano tra le gambe.

 

Let me show you the way to my
Let me show you the way to my
Let me help you explain your mind
When I help you explain your mind
Let me show you the way to my
Let me show you the way to my
Let me help you explain your mind
When I help you explain your mind

 

E nessuno dei due si accorge delle grida di Freddie mentre Brian cerca di infilargli la testa nel water.

Nessuno dei due fa caso al tempo che passa.

Nessuno dei due si rende conto che ciò che stanno provando forse è frutto di un momento di profondo delirio.

O forse no.

 

 

Il mattino dopo, Freddie sguscia in giardino con l’intento di prendere aria e fare due passi.

È riuscito a sfuggire a Brian per un pelo, e si è dovuto inginocchiare di fronte a lui e implorarlo in tutte le lingue del mondo per farsi perdonare.

«Non volevo tirarti i capelli, Bri, scusami, ho sbagliato, sono una persona orribile» non ha fatto che ripetere, riuscendo perfino a piangere un po’ per rendere il tutto più credibile.

Non appena mette piede sul prato, il cantante si accorge di un ammasso informe di corpi che giace scompostamente sui fili d’erba umida.

Quando riconosce il viso di John, i suoi occhi si sgranano.

«Johnny» sussurra, facendo qualche passo avanti.

Da lontano, pare che il bassista abbia trascorso la notte a rotolarsi sul prato con una sventola bionda.

Il sorriso si allarga sul viso stanco di Freddie, ma diventa ancora più ampio e radioso quando scopre l’identità della persona che sta avvinghiata a John come un koala al suo ramo.

«Oh, è Roger!» sospira felice.

La giornata è cominciata nel migliore dei modi.

 

Sweet little boy
Johnny
Sweet little boy
Oh no! It's Roger!

 

 

 

 

 

 

 

Ri-salve a tutti!

Come già detto nelle note iniziali, questa è la prima storia che scrivo nella categoria dei Queen e, credetemi, non mi sarei mai aspettata di esordire con un racconto totalmente nonsense :D

La verità è che, mentre a tutti quanti l’aver visto BoRhap ha ispirato storie più o meno serie/romantiche/sentimentali, a me ha portato fuori questa roba!

E cosa poteva darmi l’input che mi serviva, se non una canzone dei miei adorati System Of A Down?

Avete sentito la follia insita in questo brano?

Be’, il testo non ha senso, la musica è tutt’altro che sensata o per niente seria, perciò cosa poteva uscire fuori?

Spero di non avervi spaventato e di avervi strappato un piccolo sorriso!

Mi sono divertita un sacco a scrivere questo breve racconto, spero che anche la lettura sia stata altrettanto piacevole ^^

Ringrazio mia sorella Soul per avermi incoraggiato a scrivere su questo fandom, e ringrazio tutti coloro che, con le loro storie, sono riusciti a darmi una piccola stilla di ispirazione: Carmaux e Jenny (è stato stupendo trascorrere del tempo con voi, ragazze, siete eccezionali *-*), ninfetta, Ancient Flower, Akimi, Lisbeth… GRAZIE DI CUORE *-*

Ringrazio inoltre chiunque si fermerà a leggere e a lasciare un piccolo commento, ne sarei felicissima!

Spero di poter scrivere ancora sui Queen, ma per ora vi lascio!

Alla prossima

  
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