Svoltarono l’angolo e comparve il cancello della sua casa. Mentre parcheggiava, si rivolse infine alla donna, senza guardarla:
- “Hai… hai intenzione di restare per pranzo?”
- “Mi fa piacere che tu abbia deciso di tornare a parlarmi!”
“No perché ad andare col taxi c’era più conversazione…”
All’ennesima provocazione, scattò:
- “Scusa sai, se non ho voglia di parlare del tempo! Sei solo scomparsa nel bel mezzo della notte per tornare al convento che dicevi di voler abbandonare, senza dirmi nulla, senza…”
- “A dire la verità, ti avevo detto dove andavo e perché…”
- “D’accordo, d’accordo, ti chiedo scusa per non averti parlato di persona del perché me ne sono andata. Va bene?”
- “No, non va bene! Mi devi una spiegazione. Non volevi salvare il bambino? Non volevi smettere di essere suora?”
- “E lo voglio ancora! Ma sei stato proprio tu a farmi ragionare. Questa notte ci ho pensato e, a un certo punto, sono anche riuscita a tornare a pregare e…
- “Oh bene, allora se sei riuscita a pregare adesso è tutto chiaro e puoi tornare a metterti il velo e a fare la suora? Spero tu ti sia trovata bene all’hotel in questi giorni, non preoccuparti per me”.
- “Ma sei scemo?! Ti sembra che io avrei mai potuto considerarti solo come un hotel?!”
- “Ah non so, Lorenza… o adesso devo di nuovo chiamarti di nuovo suor Angela?!”
- “Ti stai coprendo di ridicolo, Pietro”.
- “Puoi… potresti dirmi almeno se ti fermi a pranzo o se invece vuoi che ti riporti subito al convento?”
- “Mi fermo, Pietro, mi fermo”.