Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: killian44peeta    25/04/2019    0 recensioni
Da Capitolo 28
- Ha provocato l'effetto farfalla. Un unica scelta che ha già scombussolato l'intero sistema-
-Scusami- faccio, abbastanza seccato, davanti allo stregone albino -Ma di cosa cavolo stai parlando? Effetto farfalla? E come mai anche tu sai e non hai mai fatto niente?-
-Non ho mai potuto. Ma ora tutto è cambiato.-
-Io non vedo nessun cambiamento, se devo dirlo- asserisco con stizza, facendo ruotare nella mia mano il coltello di riserva che avevo, fin dall'inizio, nascosto nella tasca.
"Avrò mandato al diavolo il fucile, la pistola e molto altro, ma almeno questo c'è ancora"
- Te le cedo-
-Cosa mi cedi? Potresti essere leggermente più chiaro invece di farmi scannare la testa con le tue frasi da... Visionario? No, cioè, seriamente! Non sono stupido, magari un po' giù di testa, ma non stupido... Però non ci capisco un fico secco di quello che stai dicendo, davvero. Perciò, vorresti farmi cortesemente il piacere di tradurre?-
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Natalie
 

Ero istantaneamente entrata nel bar delle creature, andando in direzione del bancone, con un sospiro che mi usciva dalle labbra e decisamente con poca spinta.

Ero abbastanza depressa, non facevo che chiedermi che zucca dura potessi essere se proprio non riuscivo a staccarmi neppure da un videogioco dopo esserci stata così male e soprattutto dopo il non aver ancora superato la morte di Max.

Mi sedetti al bancone, vedendo la figura di Nicholas che, impegnato nei suoi lavori, serviva persone su persone, schioccando le dita.

Ancora una volta non potei non rimanere ad ammirare gli oggetti che si sollevavano in aria.

Era sempre una visione che mi sorprendeva, non potevo farci niente... Però... Non riuscivo a sentirmi bene a lungo.

Mi mancava Max, mi mancavano le sue straordinarie stramberie.

Degli oggetti sollevati in aria vi era anche un altro libro, diverso da quello che gli avevo visto leggere neppure un giorno prima.

Mi sembrò naturale, estremamente naturale che avesse già concluso il libro: dopotutto con un lavoro del genere e con un talento simile, chissà quante pagine si faceva fuori in un giorno.

-Oh, ciao coniglietta- fece lui di colpo, notandomi, girandosi dalla mia parte con un espressione abbastanza calma -Di nuovo qui?-

Mi limitai ad annuire come risposta, appoggiando il gomito al tavolo e lasciandomi pesare sul palmo.

In una posizione simile mi ricordavo io stessa un ubriacone, ma non mi importava di dare quell'idea.

-É tutto okay? Mi sembri parecchio giù di morale- commentò, portandomi ad alzare la testa e ad osservare la sua espressione preoccupata che mi scrutava con attenzione, la fronte aggrottata, quasi incavata.

-Sí... Mi sono svegliata abbastanza male stamattina. É appena partita come giornata e già mi sento... vuota-

-Vuota?- ripeté, strappandomi un ennesimo sospiro ed un altro cenno di testa.

-Del tipo che ti manca qualcosa e vorresti capire cosa sia ciò che ti permetterebbe di tornare allo stato originale?-

-Piú o meno- mi strinsi nelle spalle -Mi manca qualcosa, so cosa sia, ma non posso recuperarla, siccome a quanto pare è troppo tardi-

-Ah.- lui mi si avvicinò di più, subito dopo aver agitato due bevande e averle servite con uno schiocco di dita, andando ad appoggiare una mano sulla mia spalla destra -Mi spiace... Ma devi ricordarti che se perdi quel qualcosa, è meglio non stare a rimpiangerlo per tutta la vita. C'é sempre un modo per mantenere quel qualcosa nella tua testa, facendo però spazio anche alla ricerca della tua felicità con ciò che potrebbe piacerti, ma che magari non hai ancora calcolato per davvero-

Battei le palpebre, lievemente sorpresa dalle parole di Nicholas.

Non avevo specificato cosa fosse ciò che avevo perso e infatti lui non sembrava aver inteso cosa stesse occupando la mia mente, ma il suo discorso, in un certo senso, valeva.

-Hai ragione- asserii, provando ad accennare un sorriso, rimettendomi in una posizione più decente e tossicchiando nervosamente.

-Ecco a te- mi porse un  bicchiere di ambrosia con un rapido gesto di mano.

-Come hai capito che lo stavo per chiedere?-

-Ti si leggeva in faccia. E poi penso che tu ne abbia decisamente bisogno. Ti risolleva un po' l'umore- si spostò gli occhiali sul naso con l'indice, andando poi ad attirare a sé delle tazze o dei bicchieri che erano appoggiati sui tavoli svuotati dai clienti, per poi lasciarli dentro al lavandino e ruotare la mano tre volte, andando ad agitare l'acqua e il detersivo, tirando poi fuori la ceramica estremamente pulita e lucida.

E sollevandolo, vidi tutte le gocce come cristallizzate in aria,le quali in seguito si dissolsero, come se non ci fossero mai state.

Portai alle labbra il nettare d'ambrosia, sorseggiandolo.

-Che ne dici di uscire con me oggi pomeriggio?- chiese lui, improvvisamente, prendendomi così di sorpresa che per poco non sputai ciò che stavo bevendo, facendomelo perfino quasi andare di traverso, prendendo a tossire a più non posso.

-Ehi, non strozzarti, coniglietta- asserí, prendendo a battere rapidamente la mano sulla mia schiena, con il risultato che riuscii a riprendermi dopo cinque minuti di soffocamento e di gola annacquata.

-Te lo ho chiesto per provare a tirarti un po' su di morale, non prenderla come se stessi cercando di... - arrossì leggermente e, con il rossore sulle sue guance, tutto quello che stava volando in aria, crollò in direzione del suolo.

La cosa mi lasciò estremamente sorpresa per quanto risultò adorabile.

Fortunatamente le uniche cose sollevate erano state il libro ed un bicchiere che lui riuscì, in entrambi i casi, per un pelo, a riprendere al volo.

Tossicchiò leggermente, girandosi e appoggiando entrambi, per poi riprendere e concludere il discorso.

-Ehm... Non prenderla come se stessi cercando di rimorchiare. Però se non vuoi...-

-No, no. Non é questo... É più che altro che non me lo aspettavo.- feci, prendendo abbastanza fiato per poter continuare a bere senza rischiare di buttare fuori nettare da tutte le parti.

Lui parve riprendersi, facendo un gran respiro e sistemandosi ancora gli occhiali con un certo nervosismo -Quindi... -

-Accetto volentieri- dissi con un lieve sorriso sulle labbra, cercando di cacciare via il più possibile l'amarezza che mi saliva in gola al solo immaginare che questa fosse la seconda giornata di route con Max, magari dopo che mi fossi confessata... Con un appuntamento vero e proprio.

Spinsi il pensiero in un piccolo lato del mio cervello, cercando di cacciarlo il più lontano possibile.

Ero nella route di Nicholas, pensare a Max sarebbe stato ingiusto nei suoi confronti, soprattutto con tutta la gentilezza che mi stava dimostrando.

-Io stacco all'una. Se vuoi potremmo uscire a mangiare qualcosa e poi ti porto in un posto che sono sicuro ti piacerà, coniglietta-

La sua espressione, mezza sorridente, mi portò una ventata di calore al centro del petto, ventata che subito mi fece sorridere a mia volta.

Quel soprannome, strano ma vero, iniziava seriamente a piacermi: detto da lui era affettuoso e... Carino.

-Volentieri. Sarò felice di scoprire dove vuoi portarmi-

Rimasi lì, vedendo degli uomini entrare e mettersi a loro volta davanti al bancone, richiedendo degli ordini.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: killian44peeta