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Autore: mychemicalove    27/04/2019    0 recensioni
Alice Emily Reinwood è una ragazza di 19 anni originaria di Belleville (New Jersey) trasferitasi a New York per frequentare la prestigiosa accademia Visual Arts. Nervosa per il suo primo giorno di lezione, inizia a farsi le prime paranoie, tuttavia non si aspetterà mai che durante quella ordinaria giornata la sua vita andrà a scontrarsi con quella di un ragazzo del quinto anno, il misterioso e affascinante Gerard Way. Dannatamente simili in tutto e per tutto, questa conoscenza causerà non pochi guai alla nostra protagonista. Riusciranno ad andare d’accordo? Sarà l’inizio di un’amicizia o qualcosa di più?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Appena entrai notai com’era sofisticato quell’ambiente: vi erano quadri appesi di differenti artisti, nella parete vicino alla mia destra c’era un’opera di Monet, nei vari angoli dell’atrio vi erano busti di autori classici e moderni. La luce soffusa al punto giusto dell’immenso lampadario di cristallo creava quei giochi di luce e ombre perfette a risaltare le statue. Non so perché ma già mi sentivo al sicuro. Mi avvicinai alla segreteria e chiesi informazioni sul mio orario. Dalle 8.10 alle 11.10 avevo disegno, successivamente avevo una pausa di un’ora per poi riprendere dalle 13.10 fino 16.10 grafica digitale. Il resto della giornata l’avrei passata andando a lavoro, fortunatamente Bill (il mio titolare) era d’accordo sul farmi lavorare part time dopo l’orario di lezione. Dopo le delucidazioni da parte della segreteria iniziai a camminare per i lunghi corridoi che si stavano riempiendo sempre di più di gente. In tre minuti esatti arrivò uno tsunami di persone intente a correre e spingersi l’uno all’altro per cercare la propria aula. Sembrava uno zoo. Cerco di muovermi e farmi spazio tra la folla quando all’improvviso un ragazzo mi spinge facendomi cadere rovinosamente per terra. Non faccio nemmeno in tempo a urlargli quattro parole che sparì insieme alla folla. Improvvisamente ci fu un silenzio tombale, rimasi l’unica persona presente in quel dannato corridoio. “è incredibile, sono qua da 4 minuti e già mi ritrovo con il culo per terra, si prospetta un anno interessante.” Esortai alzandomi raccogliendo la mia tracolla. Dopo diversi giri trovai l’aula di disegno, bussai alla porta ed entrai. “Beh non è un primo giorno di università se non c’è la solita ritardataria. Lei è la signorina?” domandò schifato il professore di disegno. Era un uomo sulla sessantina con un cespuglio grigio al posto dei capelli, una barba folta e  degli occhiali perfettamente lucidi e puliti. Il suo outfit era impeccabile: camicia bianca, pantaloni beige e mocassini, insomma con quella frase, la sua espressione e questi dettagli sul vestiario si poteva già intuire che persona meticolosa era, forse fin troppo. “Mi scusi del ritardo,sono Alice Emily Reinwood ho avuto un contrattempo…” dissi tutto d’un fiato. L’uomo davanti a me si limitò ad indicare un banco vuoto continuando a squadrarmi dalla testa ai piedi. Mi sedetti senza dire nulla. Cominciò a spiegare le basi del disegno, la storia e il suo programma didattico. Avremmo cominciato dall’anatomia, in quanto era un argomento tosto che ci farà impiegare tutto il primo semestre. Finalmente scoccò la pausa e potei dirigermi verso la mensa. Presi da mangiare e mi sedetti su un tavolo libero. Non sono la classica ragazza da compagnia, in queste situazioni preferisco stare sola piuttosto che obbligare me stessa a far amicizia, inoltre non ero nell’umore giusto. Stavo per addentare il mio panino quando all’improvviso fui interrotta da un colpo di tosse proveniente affianco a me. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo dai capelli neri e con un ciuffo caratteristico che copriva in modo non troppo esagerato i suoi occhi verdi, aveva due piercing, uno sul naso e il secondo sul labbro inferiore, spostai il mio sguardo sul suo collo,in seguito sulle sue braccia e sulle sue mani coperte da tatuaggi, così tanti che non ebbi tempo sufficiente per osservarli bene. “Scusa se ti disturbo, ma mi chiedevo se io e i miei amici potevamo sederci qui, la maggior parte dei tavoli sono occupati.” Mi disse con un sorriso smagliante. Per un attimo rimasi a guardarlo, era proprio carino, risposi con un “certo” e si mise a sedere dinanzi a me. “Non ti ho mai visto qui, sei una matricola?” mi disse. “Sì” risposi, egli continuò presentandosi.”Ci avrei scommesso, hai una faccia troppo pulita per essere una del quinto anno come me…Comunque mi chiamo Frank Iero “, “Io sono Alice Emily Reinwood” risposi. “Emily? Come mai questo secondo nome?” domandò Frank con curiosità. “Mia madre è un’appassionata del romanzo Cime tempestose di Emily Bronte” risposi, “Forte!” esortò il ragazzo con stupore. All’improvviso Frank si alzò di scatto e mosse le braccia velocemente:” Ohii sono qua”, mi girai per vedere chi erano le persone che avevano catturato l’attenzione del ragazzo. Un gruppo di 4 ragazzi si stava avvicinando al mio tavolo, in quel preciso istante riconobbi un volto familiare. Il ragazzo con i capelli neri arruffati, dagli occhi verdi tristi e la pelle pallida era colui che mi fece cadere per terra qualche ora prima. Sentii il sangue ribollire dentro di me. “Finalmente siete arrivati! Oggi pranzeremo in compagnia di una matricola Alice” disse Frank. “Molto piacere il mio nome è Ray” si presentò il ragazzo dai capelli ricci stile afro, continuò:”Questo è Bob, Mikey e suo fratello Gerard”. Gerard ecco come si chiamava, il mio sguardo incrociò il suo quando esortò con:” Ehi sei tu la ragazza che mi ha spinto nel corridoio” rimasi pietrificata.”Io ti avrei spinto?! casomai è il contrario visto che mi sono ritrovata con il culo per terra!!” risposi con un tono più alto e acido di quanto mi aspettassi. Gerard rimase sbalordito, stava per dire qualcosa quando Frank cambiò discorso parlando del più e del meno. Iniziammo a mangiare e a conversare tra di noi, tutti tranne Gerard che se ne stava beatamente seduto con uno sguardo poco interessato. “Allora Alice per caso il nostro Frank ti ha detto che abbiamo una band?” domandò Bob con tono soddisfatto. “Una band? Voi?” risposi interessata, “Sì suoniamo rock, io e Ray suoniamo la chitarra, Mikey il basso, Bob la batteria e infine il nostro frontman Gerard” disse Frank. Spostai lo sguardo verso Gerard ma ancora una volta era perso nei suoi pensieri…”Mi piacerebbe sentirvi” esortai, “Davvero? Beh già abbiamo intenzione di incidere un album, abbiamo anche un manager e suoniamo in locali importanti. Se ti va domani sera suoniamo all’Arlene’s Grocery, è un pub molto famoso, ci farebbe un sacco piacere se venissi, porta anche qualche amico mi raccomando” disse Bob. Sorrisi, la loro compagnia non mi dispiaceva affatto,anzi. Finita la pausa ci dirigemmo nel corridoio quando Mikey mi consegnò un cd dove c’era qualche canzone della loro band, giusto per non arrivare impreparata per la serata di domani. Ringraziai e mi avviai verso l’aula di grafica digitale quando mi sentii afferrare il braccio. Mi voltai di scatto ed era Gerard. Finalmente questa volta mi guardò dritto nei miei occhi mormorando un rapido scusa. Non ebbi tempo di controbattere che già era corso via per raggiungere gli altri. Mi sa che è proprio un suo vizio scappare, non so perché ma questa cosa mi fece ridere. Andai dentro l’aula pronta per affrontare altre ore di lezione. Mi sedetti accanto un ragazzo dai capelli biondi e occhi azzurri che mi sorrise appena fui accanto a lui. “Ciao mi chiamo David” mi disse sorridendo, ricambiai il saluto presentandomi. Il professore arrivò in aula, finalmente un tipo giovane e con la voglia di scherzare. Iniziò a parlare della storia della grafica digitale e dei vari programmi che utilizzeremo durante la sua materia. Finita la lezione mi diressi in corridoio con David. “Allora come ti è sembrata questa giornata?” mi domandò, “Beh interessante, i professori sono preparati e gentili beh a parte il prof Stuart di disegno…”, “Ah sì, beh in effetti ti ha fatto fare una figuraccia” rise David. E io che speravo che nessuno l’avesse notato…Ci salutammo e mi diressi verso la metropolitana, speravo di vedere Frank e gli altri ma di loro non ci fu nemmeno l’ombra.
                                                                                                                                                                                              
Arrivai al lavoro con 10 minuti di anticipo, andai direttamente a cambiarmi. Alle 20.30 finii il mio turno, salutai Bill e mi diressi a casa. Trovai Chelsey già struccata e con gli abiti da casa.”Ehilà amica com’è andata?” mi domandò… “Bene…” restai vaga. Andai in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e il volantino della pizzeria quando Chelsey si piazzò davanti a me. “Allora? Guarda che non me ne vado da qui se non mi racconti tutto nei minimi particolari” disse con un tono di sfida. Chelsey era fatta così, adorava provocare le persone, inoltre grazie al suo carattere determinato riusciva a ottenere tutto ciò che voleva, difatti mi ritrovai a raccontarle tutto, dalla caduta alla figuraccia con il professore, dall’incontro di David e di Gerard e i suoi amici…già Gerard. Chelsey notò il mio sguardo pensieroso quando gli raccontai di lui. Le mostrai il cd e decidemmo di ascoltarlo insieme mentre aspettavamo la pizza. Iniziammo ad ascoltare la prima canzone Honey, This Mirror Isn't Big Enough for the Two of Us  a detta di Mikey era il loro “cavallo di battaglia”. Io e Chelsey siamo rimaste sbalordite, era a dir poco stupenda:il testo, il riff e infine la sua voce. La sua voce era potente ma poi calma e così via.  Infine ascoltammo Demolition Lovers. La sua voce era ormai dentro di me, non riuscivo a smettere di ascoltare il suo timbro malinconico, grezzo ma dolce allo stesso tempo.  Era come una ninna nanna, un sortilegio o una droga per me.
 
 
And as we're falling down
And in this pool of blood
And as we're touching hands
And as we're falling down
And in this pool of blood
And as we're falling down
I'll see your eyes
And in this pool of blood
I'll meet your eyes
I mean this forever
 
Non so perché ma quando sentii quelle parole ebbi una stretta allo stomaco e avvertì uno strano e contorto presentimento: questa canzone segna la mia fine. Non so precisamente di cosa, se la fine della mia quiete o della mia vita ordinaria. Ma di una cosa sono certa: da quel momento in poi tutto cambierà.
 
Angolo delucidazioni: Buon salve dopo un mese ritorno con questo capitolo, finalmente la nostra protagonista ha incontrato Gerard e gli altri. Il Gerard che descrivo è quello della Bullets/Revenge era, come sappiamo non era un buon periodo per lui...La canzone Demolition Lovers (che è la mia preferita di quell’album) gioca un grande ruolo in questa storia, difatti fa sorgere uno strano presentimento ad Alice: nulla sarà più come prima dopo l’incontro con Gerard. Tutto cambierà, bisogna vedere se in meglio o in peggio, restate connessi per sapere lo svolgersi della situazione. Alla prossima :)
 
 
   
 
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