Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: valehina    23/07/2009    10 recensioni
Ho ripreso a camminare.
Nonostante ogni passo pesi più di una tonnellata, continuo a procedere su questo spoglio corridoio.
Sono testarda, lo so.
Lo sono sempre stata. E lo sarò per sempre.
Non so se è un vizio, oppure un pregio…però, ricordo che a te piaceva. Adoravi quando mi impuntavo su ogni minimo dettaglio.
Tu allora mi abbracciavi, e mi davi ragione, acconsentendo ai miei stupidi capricci infantili.
E poi mi sussurravi di amarmi anche così, ribelle e testarda. Ricordi, Naruto-kun?
[NaruHina, accenni NejiHina e KonoHana]["Every Breath You Take", Police]
[Quarta classificata al contest "How Wonderful Life Is while You're in the World" indetto da LalyBlackAngel e bambi88 ]
Genere: Triste, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I'll be watching you

 

 

 

 

 

 

I’ll be watching you

 

 

 

 

 

Every breath you take
Every move you make
Every bond you break
Every step you take
I'll be watching you

 

 


Ricordi.
Ric
ordi dolorosi come frecce conficcate nel cuore impossibili da estrarre.
Ricordi velenosi che avvelenano il sangue e le lacrime.
I tuoi ricordi. I miei ricordi.
I nostri ricordi.

 

 

Il russare lieve di Hanabi-nee-chan mi riporta alla realtà. Sbatto un paio di volte gli occhi, come se avessi davanti una forte luce. Mi giro a osservare la sveglia, che riporta qualche numero, stanco di lampeggiare.
Sono le 3 del mattino. Un po’ troppo presto per svegliarsi, direi.
…al diavolo.
Stancamente, mi alzo dal letto, con le gambe che pesano più di due macigni.
Mi avvicino alla finestra aperta della stanza, rabbrividendo alla fresca brezza autunnale.
Lancio uno sguardo divertito alla mia sorellina, che come suo solito comincia a parlare nel sonno.
“No…mmm…lascia stare…no, non ti voglio, Konohamaru…”
Trattengo a fatica una risata: quel bambino sta diventando opprimente, facendo in continuazione la corte alla mia sorellina.
Peccato che venga respinto ogni volta.
Hanabi-nee-chan è proprio senza pietà.
Rivolgo il mio sguardo divertito fuori dalla finestra, dove mi attende la visuale del giardino.
Il cielo è limpido, pieno di stelle. La luna là in alto è enorme.
In una parola, meraviglioso.
Peccato che lo splendido paesaggio sia rovinato dagli alberi secchi e spogli e dal prato ricoperto da un manto scuro di foglie.
Sospiro, pensando alla faticaccia che i giardinieri dovranno fare domani mattina: dovranno raccogliere ogni foglia, anche la più microscopica, e ricreare un giardino paradisiaco.
Altrimenti, la furia di mio padre si scatenerà sopra di loro.

 Mio padre. Hyuga Hiashi-sama. Noto anche come “la tempesta devastatrice”.
Perché se si abbatte su di te, sei finito.
Il mio sguardo vaga sul giardino fino ad arrivare alla dependance dove riposano i domestici di casa Hyuga.
La loro vita è costellata da umiliazioni e fatica, e per cosa?
Una misera paga mensile. Beh, nemmeno tanto misera, anche perché il clan Hyuga è ormai il più facoltoso e prosperoso di Konoha.
Vorrei tanto che avessero un altro lavoro. Vorrei tanto che si staccassero dalla prigione che è diventata la mia dimora.
Vorrei che se ne andassero da questa casa maledetta.
Almeno loro possono.

 

 
Hanabi-nee-chan riprende a parlare nel sonno.
Sorrido. Anche se in questo periodo litighiamo per ogni sciocchezza, è un amore quando dorme.
Solo ed esclusivamente quando dorme.
Chiudo gli occhi, appoggiandomi al davanzale della finestra aperta, e mi abbandono al dibattito delirante tra mia sorella e un interlocutore immaginario…dev’essere ancora Konohamaru.

 
“Ti ho detto di no…come devo dirtelo?...dai!
Vai via! Ma non lo capisci?! Se noi due ci fidanzassimo, finiremmo come Hinata-nee-chan e Naruto! Ti rendi conto?! Lascia stare, Konohamaru…lascia stare…”

 

 

 

 

Every single day
Every word you say
Every game you play
Every night you stay
I'll be watching you

 

 

 

 

La stanza è silenziosa, finalmente.
Hanabi-nee-chan ha smesso di parlare ed è caduta in un sonno profondo. Mi giro a guardarla, e il sorriso di poco prima ricompare, vedendo che si è ficcata il pollice in bocca.
È ancora una bambina. Una bambina a cui è stato imposto di crescere in fretta.
Rivolgo il mio sguardo ancora una volta al giardino, prima che la mia vista si offuschi del tutto.

 

Non lo sopporto. Odio quando faccio così.
Com’è possibile che ogni volta che qualcuno nomini quel nome io cominci a piangere?
Mi detesto profondamente in questi momenti.

 

Cercando di frenare le lacrime silenziose, mi dirigo verso la mia sorellina e le carezzo la guancia.
“Hanabi-nee-chan…ti voglio bene…”, sussurro, tentando inutilmente di non far sentire la mia voce rotta.
“…mmm…no, non le voglio le carote…mangiale tu, Hinata-nee-chan…”
Incredibile come quella peste possa farti sorridere nei momenti peggiori.
Con un nuovo sorriso sul volto, mi dirigo verso la porta della stanza. Lancio un ultimo sguardo allo sgorbietto in posizione fetale e con un pollice in bocca sul letto, e oltrepasso la soglia.



 


Oh can't you see
You belong to me
How my poor heart aches with every step you take


 

 

 

Corridoi vuoti e muti, strade che non ho mai percorso.
La villa in cui abito non è mai stata casa. Almeno, non per me.
Cammino a piccoli passi, lo sguardo annebbiato da queste odiose lacrime che sono arrivate a bagnarmi il colletto della camicia da notte.
Se qualcuno uscisse dalla sua stanza in questo momento, probabilmente mi potrebbe scambiare per un fantasma maledetto per l’eternità.
Ma so già che non uscirà nessuno. Come sempre, del resto.

 

La porta che ho davanti è a scomparsa, esattamente come la mia, come tutte le altre di villa Hyuga.
Tuttavia, questo pannello emana una sensazione di potere, di supremazia totale. Di sofferenza celata, di lacrime nascoste nel cuore. Di cattiveria gratuita, di scuse bisbigliate tra i denti.
Sfioro con i polpastrelli la sottile stoffa ricamata, e le lacrime cominciano a scendere ancor più copiose. Impreco mentalmente.
Ignorando il ridicolo pianto che mi bagna il viso, cerco di scorgere attraverso la porta una sagoma, la sagoma.
Ma tutto quello che mi arriva è un lieve russare, tranquillo e regolare.

 

Dicono che le persone durante il sonno rivelino la loro vera natura.
Se questo è vero, allora significa che io non ho capito assolutamente nulla di mio padre.
Di quel padre che guardava altezzoso i regali di Natale da me impacchettati con tanta cura e che poi mi ringraziava con un bacio secco in fronte, per poi ritirarsi nelle sue stanze.
Di quel padre che disprezza ogni mia goccia di sudore, ogni mia lacrima, ogni piccola parte di me stessa.
Di quel padre che non mi ha mai considerata “sua”.
Di quel padre che ho amato con tutto il cuore nei miei sedici anni di vita.

 

Un singhiozzo esce dalla mia bocca, immediatamente tappata da due mani tremanti e spaventate.
Nell’altra stanza s’intravede finalmente quella sagoma cercata poco prima dai miei occhi.
Si alza in piedi, imponente anche in tenuta da notte.
Sembra all’erta, come un cane da caccia che ha sentito odore di preda. Odore di vittima.
La percorro con lo sguardo, pregando con tutta me stessa che si corichi di nuovo e finga di non aver sentito nulla.
Però…

Una seppur minuscola parte di me desidererebbe con tutto il cuore che mio padre spalanchi la porta, mi veda e mi abbracci.
Che mi rassicuri, dicendo che è stato tutto un brutto sogno. Che mi sussurri che allo spuntar del sole incominceremo una nuova vita, come una vera famiglia.
Che mi prometta di comportarsi da padre e di amarmi per tutta la vita.

 

La sagoma di Hyuga Hiashi, “la tempesta devastatrice”, il vanto del clan dagli occhi bianchi, dopo un sospiro mesto, sparisce.
È tornato a dormire.
I miei occhi, fino a pochi secondi fa pieni di terrore, si sommergono nuovamente di lacrime dolorose e pungenti.
Come una foglia, silenziosa e elegante, mi inginocchio davanti a quei pannelli finemente decorati.
Con le mie ancora tremanti mani copro il viso pallido, vergognandomi ora come non mai.
“Perdonami…chichi…perdonami…”



 

 

Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake
I'll be watching you


 

 

Ho ripreso a camminare.
Nonostante ogni passo pesi più di una tonnellata, continuo a procedere su questo spoglio corridoio.
Sono testarda, lo so.
Lo sono sempre stata.
E lo sarò per sempre.
Non so se è un vizio, oppure un pregio…però, ricordo che a te piaceva.
Adoravi quando mi impuntavo su ogni minimo dettaglio.
Tu allora mi abbracciavi, e mi davi ragione, acconsentendo ai miei stupidi capricci infantili.
E poi mi sussurravi di amarmi anche così, ribelle e testarda.
Ricordi, Naruto-kun?

 

Manca meno di mezzo metro al mio obiettivo.
Le scale.
Per raggiungerle, però, devo superare qualcos’altro.
O, per meglio dire, qualcun altro.
Qualcuno che mi ha fatto soffrire. Qualcuno che mi ha stimolata ad andare avanti e a migliorarmi sempre.
Per raggiungere il mio obiettivo, devo superare il mio punto di riferimento.

 

Forza, respira.
Un passo.
Devo solo fare un passo e tutto sarà finito.
Coraggio, ce la posso fare.

 
…non sono mai stata brava, nell’auto convincimento.

 

 

Trattenendo il fiato, appoggio il piede sul pavimento davanti a me.
Che ovviamente scricchiola in una maniera assordante.
Perché quando non vuoi fare rumore, ogni cosa intorno a te emette dei rumori allucinanti?
Chiudo gli occhi, terrorizzata.
Ma dalla porta di fianco a me non esce nessuno. Come sempre.
Ma questa volta, sono contenta.
Riprendo il mio cammino, e poggio davanti al piede destro quello sinistro.
Questa volta non c’è stato nessun rumore.
Fantastico.

 

 

…e allora perché la porta questa volta si è aperta?

 

Mi giro di scatto, gli occhi fuori dalle orbite.
Mi hanno scoperta.
Davanti a me, un ragazzo in tenuta da notte.
I capelli lunghi sciolti sulle spalle, bellissimi e splendenti. Come sempre.
Sul viso, un’espressione dura e congelata. Come sempre.
L’unica cosa diversa dal solito è lo sguardo.
Sbaglio o mi sembra…angosciato?
Cerco di assumere un atteggiamento normale, come se fossi capitata lì per caso.
So già che non ci cascherà mai…
Tanto vale provarci.

 

“…k-konbanha, Neji-san…”
Ancora quegli occhi preoccupati. Dannazione.
“…p-perdonami se ti ho svegliato, ma…io in realtà s-stavo per…”
“Non lo fate, Hinata-sama.”
Ha già capito tutto.
Sono una pessima attrice.

 

Riprendo a respirare: inutile fingere con lui.
“…e perché non dovrei farlo, Neji-san?”
Sta per rispondermi.
No. Nessuno mi interromperà, adesso.
Devo parlare.
Questa è l’ultima occasione che ho per farlo.
“Se hai un buon motivo per cui dovrei rinunciare, allora ti prego di dirmelo, Neji-san.”
I suoi occhi si spalancano. Iniziano a vagare inquieti, cercando qualcosa a cui appigliarsi.

 

Vedi, Neji? Adesso anche io so interpretare i tuoi occhi.
E tutto il merito è tuo.
Solo grazie a te ho superato più e più volte i miei limiti massimi, arrivando persino alla soglia della morte.
È solo grazie a te che ho raggiunto un livello accettabile per il clan Hyuga.
Solo grazie a te, mi sono sentita per una volta…apprezzata.

 

Sul mio volto appare un sorriso.
“Neji-san…ricordi del nostro scontro, all’esame dei Chunin?”
Gli occhi che mi fissano ora sono ancora turbati, spaventati dai fantasmi del passato.
“…ricordo, Hinata-sama.”
“Ricordi anche di quello che mi dicesti, vero?”
“…vi dissi…Hinata-sama, è passato tanto tempo!
Io non…”
I miei lineamenti si induriscono. Il sorriso scompare.
“Neji-san, ti prego di riferirmi cosa mi dicesti in quell’occasione.”
Appari stupefatto.
Eppure è così che dovrei sempre comportarmi.
Come il futuro capo del rigido e valoroso clan Hyuga.
Come la primogenita dello spietato Hiashi-sama.
Come una persona fredda e senza emozioni.
Come te.

…perché ti stupisci così tanto?

 

Tuttavia, questo atteggiamento sembra aver avuto effetto: riprendi a parlare.
“…io…io vi dissi che l’abisso che separa vincenti e perdenti è una realtà che non si può cambiare.”
Ti vedo stringere i pugni e abbassare lo sguardo, vergognandoti di quelle parole come se fossero bestemmie.
“…mi invitasti a rassegnarmi e ad abbandonare lo scontro, ad accettare i miei limiti….eri convinto che il destino non permettesse alle persone di cambiare. Non è vero?”
Annuisci leggermente, senza guardarmi. Ritorno a sorridere.
“…e ricordi anche quello che ti risposi io, per caso?”
I tuoi occhi tornano a fissare i miei, increduli.
“Io riesco a vedere che fra noi sei tu a soffrire di più per il destino impostoci dalle due casate. Queste sono le esatte parole che pronunciai.”
Mi avvicino a te, a piccoli passi.
“Neji-san…soffri ancora per questo?”

 

 

...ho le allucinazioni.
Sì, dev’essere così per forza.
Perché quello che sto vedendo in questo istante è come vedere la luna esplodere.
Ovvero una cosa impossibile.
Sì, è assurdo…
Neji non sa arrossire. Neppure per un secondo.
È una cosa ovvia.

 

…e allora perché l’ha appena fatto?

 

“Hinata-sama, io…no, non soffro più. E l’unica persona che devo ringraziare siete voi.”
…no, ho sentito male. Neji vuole ringraziare ME?!
“…con il vostro aiuto, ho capito che tutte le mie idee erano contorte e confuse. Ho imparato che chiunque può cambiare, se lo vuole. E io sono cambiato.”
Mi sorridi. Sai, non avevo mai notato a quanto sembri diverso quando sorridi. Sei più…
bello è troppo banale. Però non trovo altro aggettivo.
 

“Menti.”
I tuoi occhi balzano fuori dalle orbite.
Dovresti saperlo. D’altronde è la verità.
“Stai mentendo, Neji-san. Il merito non è per niente mio.”
Sai benissimo a chi mi sto riferendo. Infatti abbassi ancora lo sguardo, per evitare il mio.
 

 

Tra di noi è calato un silenzio glaciale.
Entrambi stiamo pensando alla stessa cosa, alla stessa persona…
…agli stessi occhi, allo stesso sorriso…
Ma nessuno di noi due osa parlare, timorosi di spezzare l’incantesimo che sembra averlo riportato con noi, per qualche breve istante.

 
…basta.

 

Ti fisso per qualche istante. Poi ricomincio a camminare verso le scale.
Sento il tuo sguardo allarmato su di me.
“No…vi prego, Hinata-sama…no…”

 

Neji, mi conosci ormai. Sai della mia testardaggine.
E sai anche che non cambierò mai idea.
Però…mi manca ancora qualcosa.

 

Mi giro verso di te, sorrido.
“…io sceglierò te. E anche lui lo farà.”
Mi guardi interrogativo.
Non capisci il senso della mia frase, vorresti delle spiegazioni.
Ma il mio sorriso non rivela niente di più.
Non capisci che proprio tu, l’orfano della casata cadetta sfruttato e deluso dal mondo, seguirai le orme di mio padre.
Diventerai un capo, Neji.
Ma ovviamente tu ancora non lo sai.

 

 

“…Neji, grazie di tutto. Io…ti sarò grata in eterno.”
Quello che sto per fare è ridicolo.
Assurdo. Inconcepibile.
Eppure non posso fare a meno che tornare vicino a te e…
…abbracciarti.

 

Sei stupito, me ne rendo conto.
Forse sei anche compiaciuto, chi può dirlo.
So solo che senza di te non avrei mai potuto farcela.
Neji…ti vorrò sempre bene.

 

…ma non posso continuare così.

 

 

 

 

Since you've gone I been lost without a trace
I dream at night I can only see your face
I look around but it's you I can't replace
I keep crying baby please

 

 

 

L’aria quassù è fredda. Troppo fredda.
Eppure è soltanto ottobre…
Mi stringo nella camicia da notte, rimpiangendo la vestaglia ripiegata accuratamente nel mio armadio.
Forse dovrei andare a prenderla…
…ma in questo caso non so se rispetterei ancora la mia volontà.
Solo mia. Non tua, né nostra.

Mia.
Per una sola volta in vita mia, voglio essere egoista.

 

….quando ho già detto questa frase?

 

 

La luna mi osserva.
Osserva una sedicenne in camicia da notte.
Che ha freddo. E piange.
Che scena patetica. Perfino tu, se mi vedessi, scoppieresti a ridere.

 

 

…tu.
Ecco, sapevo che prima o poi in questa notte infernale la mia mente si sarebbe soffermata su di te.
Naruto-kun.
Vorrei tanto averti vicino, adesso.
Per poterti massacrare di botte.
Sì, perché è tutta colpa tua se mi ritrovo in questo stato.
…non dovevi andartene. Non così, perlomeno.

 

Avrei voluto che le tue ultime parole fossero dedicate a me, che pensassi a me mentre morivi.
E invece no.
Ma d’altronde, c’era Sasuke lì. Il tuo migliore amico.
Ovvio che io passassi in secondo piano. Come sempre, del resto.

 

…sembra tanto una scenata tra fidanzati, non trovi?
E noi…noi eravamo insieme, Naruto-kun?
Non ho mai avuto il coraggio di chiedertelo.
Però tu eri sempre con me, mi abbracciavi, mi baciavi…quindi devo prenderlo come un sì.
Non c’è mai stato una data, un giorno preciso in cui tutto è cominciato.
E se c’è stato, non me lo ricordo.
Forse perché ero talmente presa da te che non ci ho fatto caso.
…beh, ora vorrei tanto averlo.
Piangerei e starei malissimo in quel giorno. Non uscirei di casa, e nessuno farebbe domande inutili. Perché tutti saprebbero cos’ho.
Invece io mi riduco a fare questo oggi.
Il 10 ottobre.
Avresti compiuto 17 anni oggi, Naruto-kun.
Se Sasuke non ti avesse ucciso senza pietà, ora sarei corsa da te.
Se Sasuke non ti avesse trapassato da parte a parte con quella maledetta katana che perseguita i miei incubi, allo scoccare della mezzanotte –quasi quattro ore fa- ti avrei abbracciato stretta, augurandoti un buon compleanno.

 

Se Sasuke avesse provato un minimo di interesse nei tuoi confronti, adesso potrei andare a piangere sulla tua tomba.
Ma è inutile piangere al capezzale di nulla.

 

Perché si è portato via il corpo?
Perché mi ha rivolto uno sguardo vacuo, come se servisse da scusante, e poi se n’è andato con lui?
Perché mi ha lasciato lì, a piangere per terra, troppo terrorizzata e disperata per fare qualcosa?

 

Perché ti sei dimostrato così crudele fino alla fine, Sasuke?
Perché ancora una volta l’hai voluto tutto per te?

 

 

Il vento sta cominciando a soffiare decisamente troppo forte.
Non so per quanto tempo ancora il davanzale della finestra della soffitta potrà reggermi.
Non mi interessa. Voglio continuare a pensarti, a pensare alle tue bugie prima di quel dannato scontro.

“Tranquilla, Hinata-chan…posso farcela. E poi, quando sarà tutto finito, la nostra vita sarà meravigliosa.”
Bugiardo.

“Fidati di me…io ti amo.”
Bugiardo.
“Lo sai che ti amo, vero?”
No che non lo so. Non so più niente ormai.
“Andiamo, Hinata-chan! Non fare quella faccia…Fammi un bel sorriso, dai! Ti prego!”
Come potevo sorridere, con la consapevolezza che non saresti tornato più da me?!
“…Hinata, qualsiasi cosa succeda, io ti amo. Ti amo e ti amerò per sempre, anche se non dovessi essere più qui…
Io ti guarderò in ogni momento. Sarò al tuo fianco quando vorrai, se ti sentirai sola ti basterà pensarmi e io arriverò da te.
Hinata…io ti guarderò.”

 

 
Non voglio che tu mi guardi adesso.
Sto singhiozzando come una bambina che ha appena rotto la sua bambola e ne vuole un’altra subito.
Io ho rotto il mio cuore.
Ma nessuno verrà a sostituirlo.

 

 

Io ti guarderò.
Il filo dei miei pensieri è davvero troppo confuso. Non capisco più nulla.

…io ti guarderò.
Incredibile. Hai usato una delle mie frasi.
Me ne rendo conto solo ora.
io ti guarderò.
Quante volte l’ho detto, nascosta dietro a qualcosa, mentre osservavo tutti i tuoi movimenti, mentre fantasticavo sui tuoi sorrisi e sui tuoi sguardi?
Quante volte ti ho usato, insieme a Neji, come punto di riferimento?
E tu usi una mia frase per darmi l’addio.
Uzumaki Naruto, il ninja più imprevedibile di Konoha.
Altro che Uchiha…tu eri il vero bambino prodigio del Team 7.

 

 

Finalmente il vento si è calmato. Si è ridotto a una leggera brezza autunnale, che mi carezza i capelli e il viso.
…sei tu, Naruto-kun?
Ma certo…era questo che intendevi.
Sei sempre stato un genio incompreso, d’altronde.
Non so come tu abbia fatto, ma in qualche modo hai fatto sì che il vento mi accarezzi come tu facevi con me.

 

 

…so che non desideri questo.
So che nessuno desidererebbe questo, nemmeno mio padre.
Però è l’unica cosa che mi sento di fare.
Non mi importa se facendo questo verrò dannata o dovrò patire terribili torture.
Sarebbero un nulla, rispetto a quello che ho passato in vita.
L’importante è che per una volta credo in me stessa.
Sì. Sento di potercela fare. Come tu ce l’hai fatta.
Sento di poterti ritrovare, lassù.
E sento la tua voce, mentre mi sporgo dalla finestra, mentre i miei piedi annullano il contatto con il pavimento polveroso.

Ti sento, Naruto-kun. E ti amo.

 

 

“Io ti guarderò.”

 

 


Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake


I'll be watching you

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Note dell'Autore: [14/7/09]

 

Ragazze, mi sembra di aver partorito. xD

Finalmente, all’alba delle 9.57 del 14 luglio (compleanno di mia mamma, oltretutto ^^), ho concluso questa storia maledetta…quanto l’ho odiata. ^_^””

Però…mi sento fiera di me stessa. Non pensavo di poter trattare argomenti tanto pesanti.

Pesanti per me, intendo. xD

 

 

La storia è parecchio Hinata centric. Spero non sia un problema. O_O

La coppia ovviamente è NaruHina…e ho inserito un lievissimo accenno NejiHina.

NejiHina. Oh ragazze…sono impazzita. O_o

Finalmente ho potuto riutilizzare la mia adorata Hanabi!^o^

Con Konohamaru che la infastidisce. xD

In alcuni punti, la canzone dovrebbe rappresentare le parole che Naruto dice a Hinata da morto…

Mamma che tristezza. ç_ç

 

“Hiashi la tempesta devastatrice”. Sì, fa ridere anche me. xD

Non ho proprio idea del perché mi sia venuto in mente questo obbrobrio. Però dovevo dare l’idea di qualcosa che devastava, appunto.

E io cosa metto? La tempesta. -__-

Ah, per il “chichi” che Hinata pronuncia mentre singhiozza…dovrebbe significare “padre”, vero?

Ho provato a cercare in giro come si dicesse in giapponese…e ho trovato quello. ^^

Lo so, non ho una buona concezione degli spazi. Non avevo proprio idea di dove si trovasse la stanza di Neji…e non so nemmeno se villa Hyuga ha la soffitta. xD

Forse Hinata è un po’ OOC…spero di no, perché ho cercato di immedesimarmi in lei. O_O

Se lo fosse, mi scuso. Non era mia intenzione. Ç_ç

Spero che si capisca tutto…ho sempre questo terrore. ^_^”””

 

In sostanza…sono contenta.

Sono soddisfatta di me per la storia che è venuta fuori.

Anche se so che non vincerò io.

D’altronde è il mio primo contest, non mi aspetto nulla.

Ho partecipato grazie a Lalychan che mi ha informato dell’esistenza del concorso(grazie, sensei! *w*) e ammetto di essermi divertita, nonostante sudassi sangue ogni volta. ^^

Non è il mio forte, scrivere sotto pressione. ^^”

 

Ringrazio  LalyBlackangel e Bambi88 per aver ideato How Wonderful Life is while You're in the World”.

Grazie a voi, ho potuto mettere alla prova me stessa e le mie “doti artistiche”. xD

Adesso si aspetta e si spera. ^^

“Vivere senza speranza significa smettere di vivere.”, F. Dostoyevsky

…che allegria o_o

 

Spero vi piaccia.

Grazie mille ancora di tutto.

 

Vale ^^

 

 NdA: [23/7/09]

...non me l'aspettavo. Davvero.
Quarta al mio primo contest.
Quando ho letto i risultati sono scoppiata a piangere, lo giuro.

Ringrazio per le millesima volta LalyBlackAngel e bambi88 per aver ideato il contest e avermi assegnato il quarto posto. **

Inoltre, faccio i complimenti a _memi per il primo posto. Bravissima. **

Con la speranza di migliorarmi sempre più, vi saluto. ^^

Vale

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: valehina