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Autore: Wolfgirl93    29/04/2019    1 recensioni
Il regno di Wayfind è un regno pacifico, il re che lo governa è buono e nonostante la giovane età è benvoluto dal suo popolo; un giorno però la siccità arriva portando con se la paura e l'ansia di non sopravvivere e il re Ventus sarà costretto a inoltrarsi in zone che non ha mai esplorato per far tornare la vita del suo popolo alla normalità.
VanVen Arabian AU
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Terra, Vanitas, Ventus, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun gioco
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Travel and dream

 

 

Le prime luci dell’alba sfiorarono i visi delle guardie reali, aprirono lentamente gli occhi godendosi la vista del sole che sorgeva dalle piccole finestre della prigione prima di sentire una voce poco gentile urlare di svegliarsi. Axel guardò il messaggero arrivato il giorno prima, sembrava non aver dormito molto e temeva davvero per la sua vita ora che quella era appesa ad una lunga ed estenuante camminata nel deserto.
I soldati furono fatti uscire dalle loro celle, i loro abiti in seta erano stati sostituiti con degli stracci sporchi, quasi come se il loro rango di soldati fosse stato strappato via per farli diventare degli schiavi; Axel era il capo delle guardie e il suo rapporto con il re era quasi di amicizia che di subordinazione, se in quel rientro nel loro regno avesse perso qualcuno non avrebbe più potuto guardare gli occhi di Ventus come prima.
Due ore furono pronti per partire, gli furono legati i polsi alle selle dei cammelli, se qualcuno di loro avesse ceduto sarebbero stati trascinati anche da morti, quel sultano aveva un grottesco senso dell’umorismo se trovava simpatico portare ad un re i suoi soldati morti e malamente martoriati dal trascinamento sulla sabbia.
Axel controllò che le altre guardie fossero pronte ma il suo sguardo fu rapito da un’ombra nera che lentamente si avvinava alla loro carovana: il sultano di Nesciens era sempre stato un tipo strano, mentre tutti nel deserto usavano i cammelli per muoversi lui preferiva usare un grosso stallone dal manto nero come la notte, bastò una frustrata delle redine per far andare più veloce il cavallo così da arrivare in fretta in testa alla carovana, quando il sultano raggiunse la cima fece segno ai suoi uomini e la lenta e inesorabile ‘camminata’ era iniziata.

 

19 luglio, Regno di Wayfind

 

Ventus si alzò di soprassalto poco dopo l’alba, il suo corpo era madido di sudore e il suo viso era pallido; non capiva bene il sogno che aveva fatto, ricordava solo di aver visto un serpente dalle scaglie scure avvolgerlo quasi fino a rompergli le ossa prima di mangiarlo morso dopo morso.
Il biondo si alzò dal letto e si affacciò alla finestra della sua stanza per prendere un po’ d’aria, era ben consapevole che quel sogno era strano, non esistevano serpenti dalle scaglie scure e soprattutto nessun serpente mangiava la preda morso per morso, di solito il morso del serpente era uno ed era solo per iniettare il veleno nella preda; il sovrano scosse piano il capo per togliersi dalla mente quell’immagine, forse la sua mente lo stava avvertendo di qualcosa ma ogni pensiero svanì quando qualcuno bussò alla porta facendolo sobbalzare.
“Sire, siete sveglio? State bene?” Terra aveva sentito quei lamenti e poi aveva avvertito dei passi dietro la porta, sapeva che Ventus lo avrebbe rimproverato appena entrato viste le grosse occhiaie che gli contornavano gli occhi, ma il suo cuore non voleva abbandonare la porta del suo re nemmeno per dormire.
“Terra, sto bene… Puoi entrare.” La voce di Ventus era incerta, non si era mai lasciato coinvolgere troppo dai suoi sogni anche perché di solito erano immagini belle o comunque senza un particolare filo logico, in quel sogno invece gli sembrava di poter sentire le scaglie viscide del serpente sulla pelle, poteva sentire le sue spire stringerlo fino a farsi mancare il fiato e poi aveva sentito il dolore per ogni singolo morso.
Quando il castano aprì la porta trovò l’amico vicino alla finestra, sembrava pallido e subito si preoccupò precipitandosi da lui.
“Ven che succede? Stai male?” Chiese preoccupato guardando il più piccolo con occhio indagatore in cerca di ferite o di altro.
Il re abbassò lo sguardo voltandosi verso la finestra per vedere il suo popolo iniziare a svegliarsi “Sto bene, ho solo fatto un brutto sogno, tutto qui.” Spiegò con calma, forse un po’ troppa; Terra voleva chiedergli su cosa fosse il sogno, magari questo avrebbe aiutato l’altro ma Ven era così bello contornato dalle luci del cielo mattutino che ogni altro pensiero passò in secondo piano lasciandolo fermo a osservare quel piccolo re che era dovuto crescere troppo velocemente.

Poco prima dell’ora di pranzo una guardia entrò correndo nei giardini reali, Ventus stava cercando di non far seccare le piante che con tanta fatica suo padre e lui aveva fatto crescere.
“Sire, una carovana di 8 persone sta arrivando qui e a capo di essa vi è un uomo a cavallo che le guardie più anziane descrivono come il sultano di Nesciens!”

Il re del regno fece cadere la piccola ciotola contenente ancora qualche goccia d’acqua prima di voltarsi verso la guardia. “Non deve entrare in città senza il mio permesso, preparate degli uomini e Chiriti, andrò ad accogliere il nostro ospite...” Nonostante la voce sicura del biondo le sue mani tremavano, aveva paura ma voleva dimostrarsi forte di fronte a quel sultano che sembrava subdolo e viscido proprio come il serpente che aveva sognato.

 

   
 
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