Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: LilyLunaMandrake    29/04/2019    1 recensioni
Song-fic basata sulla canzone “You've got a friend” di Carole King. Lily ascoltandola ripensa al suo rapporto col suo amico Severus, nel bene e nel male, e all'amarezza che è costretta ad ingoiare, nel rendersi conto di aver perso il suo migliore amico.
"Just close your eyes and think of me
And soon I will be there
To brighten up even your darkest night”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'estate del '76

 

“When you're down and troubled

And you need a helping hand

And nothing, oh, nothing is going right,

Just close your eyes and think of me

And soon I will be there

To brighten up even your darkest night”

 

La prima volta che abbiamo ascoltato questa canzone era la primavera del 1971. Era un sabato pomeriggio, i tuoi avevano litigato di nuovo, avevano sempre da discutere. Tu sei corso a casa mia, hai suonato il campanello e hai atteso fuori, rigido e con la schiena dritta, con una compostezza che contrastava ampiamente con la foggia povera e trascurata dei tuoi vestiti troppo larghi, sempre di seconda mano.

“LIILYY! LIIILYYY!” gridavi.

Mi è bastato guardarti in faccia per capire. Ho afferrato in tutta fretta la piccola radiolina portatile che mi aveva regalato la mamma per Natale, rossa con le bande bianche, poi mi sono infilata le scarpe e la giacchetta.

“Lascia stare quello stramboide!”

Mi fanno sempre male le parole di mia sorella, da sempre ha da ridire su tutto quanto io faccia, niente le va mai bene. Forse è la sua profonda invidia per la nostra magia a parlare, e quanto mi ha sempre fatto soffrire per questo questo, e quante volte te l'ho confidato.

Ma cosa importava in quel momento? Ti ho preso per mano e siamo corsi via, insieme al parco. Al nostro albero preferito ci siamo distesi sull'erba, i fiori che timidamente facevano capolino dal prato, dopo il sonno invernale. Ti tenevo ancora la mano.

“È successo ancora, vero?”

“Non lo sopporto più. Mi chiedo come faccia mamma ad avere tutta quella pazienza con lui.”

Forse un bambino ordinario avrebbe pianto, comprensibilmente, ma tu dovevi sempre dimostrare di essere forte. Forse per non affogare nella delusione che, così di continuo, leggevo nei tuoi occhi scurissimi.

Accesi la radio. Ero convinta che tu avessi bisogno di distrarti. Cercai la nostra emittente preferita. E fu il turno di James Taylor, cantava quella canzone di Carole King.

 

“You just call out my name

And, you know, wherever I am

I'll come running (oh yeah, baby)

To see you again

Winter, spring, summer or fall

All you've got to do is call

And I'll be there, (yeah yeah yeah)

You've got a friend”

 

Silenziosi, ci tenevamo per mano, ascoltando quelle parole che descrivevano bene il nostro legame. Per te ci sarei sempre stata, così credevo, perchè eri il mio amico più caro.

 

“If the sky above you

Should turn dark and full of clouds

And that old north wind should begin to blow

Keep your head together

And call my name out loud now

Soon I'll be knocking upon your door”

 

Saremo sempre amici, anche se finiremo in case diverse, ecco cosa ti dicevo. Tu non volevi separarti da me, ma le tue paure erano infondate: di fatto stavamo sempre assieme, nonostante i colori diversi sulle nostre uniformi scolastiche.

 

“Ain't it good to know that you've got a friend

When people can be so cold?

They'll hurt you and desert you

Well, they'll take your soul if you let them

Oh, but don't you let them”

 

Non mi è mai importato nulla dei tuoi capelli unti, che per quanto tu li lavassi avevano sempre un aspetto scialbo e opaco, della tua eccessiva magrezza, accentuata dall'altezza che avevi raggiunto crescendo, delle tue guance scavate, del tuo colorito pallido. Io con te stavo bene.

Ci piaceva studiare, e tanto. Essere competenti in ogni campo del sapere magico ci faceva stare bene, ci sentivamo soddisfatti perchè siamo creativi e intelligenti. Ma usare la magia per dimostrare una presunta superiorità nei confronti dei babbani, beh, è un concetto sbagliato su diversi livelli.

Quando eravamo piccoli vedevo che eri tanto frustrato, una volta hai sfogato questa rabbia anche contro mia sorella. Potevo capire che tu odiassi tanto i babbani per via di tuo padre, ma punirli tutti non era giustificabile. Forse, se io avessi insistito, non saresti finito così.

 

Purtroppo la paura di non essere mai abbastanza ha avuto la meglio.

 

Purtroppo quell'inquietudine che ti portavi dentro, quella continua voglia di dimostrare quanto tu fossi bravo, e quanto gli altri fossero peggiori, ti hanno portato sulla cattiva strada, dove io non ti avrei mai seguito, dove albergano odio e intolleranza. I mangiamorte! Santo cielo! Ma cosa volete dimostrare? Tu, Avery e quel Mulciber, non siete superiori a nessuno! Non ti ho mai perdonato per esserti fatto coinvolgere nelle loro nefandezze.

 

“You've got a friend

You've got a friend”

 

Ripenso a quel terribile “scherzo” che ti hanno fatto quei deficienti, dopo il GUFO di DADA. Quasi mi è scappato da ridere, a rivedere quelle mutande grigiastre. Ogni volta che le vedevo, nascosti nella stanza Va e Vieni, pensavo sempre che tua madre fosse pessima come casalinga, a mescolare capi neri e bianchi tutti assieme in lavatrice. Però quello scherzo è servito, a me. Ho capito che quelle idee ripugnanti erano talmente radicate in te che avevi raggiunto il punto di non ritorno, neppure io potevo più fare nulla.

Minacciavi Mary di dormire davanti al ritratto della Signora Grassa, all'ingresso della Torre di Grifondoro, se non fossi uscita a sentire le tue ragioni. Ma quali ragioni? Voi Mangiamorte non siete migliori dei babbani. Che senso ha avere meravigliosi poteri magici, per poi usarli per assecondare il fanatismo e l'intolleranza?

Questa è la prima estate che non passiamo insieme. Mi manchi da morire, ma non ce la faccio proprio a perdonarti. Piango, non posso farne a meno, perchè ascoltare la nostra canzone dopo tutto questo fa male al cuore.

 

Mi dispiace Severus, non hai più un'amica in me, e la colpa è solo tua.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LilyLunaMandrake