Serie TV > Il paradiso delle signore
Segui la storia  |       
Autore: Danielle96    29/04/2019    0 recensioni
Storie autoconclusive. What it e Missing moments su Cattegaris e personaggi a loro legati!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Luciano entra di soppiatto nello spogliatoio, a passi lenti e pesanti. Clelia è lì, di spalle, mentre sistema le ultime cose nel suo armadietto riuscendo a stento a trattenere le lacrime. Lo sente arrivare e per un attimo si volta, per poi rigirarsi facendo finta di niente e ingoiando il suo impulso di esplodere. «Hai bisogno di qualcosa?» dice, mantenendo il dovuto distacco che si richiede in un'interazione tra semplici colleghi. «Che la smetti con questa recita». Clelia stringe i pugni sulla gruccia della divisa, la ficca nell'armadietto con uno scatto energico e chiude l'anta con forza girandosi verso di lui. «Non sto facendo nessuna recita» «sì invece» «smettila» «smettila tu» lei abbassa lo sguardo, risentita. Non per le parole di lui, ma per ciò che gli stava facendo. L: «Guardaci, sembriamo due bambini. Si può sapere che ti sta succedendo?» si avvicina a lei e prova ad accarezzarle la guancia con tutta la tenerezza con cui l'ha sempre rassicurata. Con un fremito lei scuote la testa e si allontana. «Non toccarmi. Non è necessario. Non sta succedendo nulla. Tra quindici giorni parto per Trieste e io e mio figlio potremo finalmente ricominciare una nuova vita. Con mio marito.» "Con mio marito". Queste parole risuonano con la sua voce debole, soffocata, intrisa di tutta la preoccupazione e l'ansia che porta in corpo. «Con tuo marito, certo. Perché è questo quello che vuoi, ricominciare una nuova vita con tuo marito, non è così? Dopo mesi e mesi di fuga in cui tremavi anche solo nel sentirlo nominare tu ora vuoi ricominciare una nuova vita con lui, ma per favore...» «Sì, è così. E allora? Ti sembra così difficile da credere? È pur sempre mio marito» «Clelia, ascoltami...» «No, ascoltami tu. Sei sempre stato il primo a mettere la famiglia prima di tutto. Non lasceresti mai tua moglie e i tuoi figli. Non è così? Be torna da loro. Come hai sempre fatto.» «cosa... cosa stai dicendo? Sai benissimo che non è così sai benissimo che io...» «che tu cosa? Vorresti negarlo, forse? Io e te non stiamo insieme e non lo siamo mai stati. Tu sei sempre stato sposato. Anche quando Oscar ancora non c'era. Soprattutto allora...» «Stai delirando. Sai bene tutto quello che ho fatto per te in questi mesi e quanto questo mi abbia messo in difficoltà con la mia stessa famiglia e sai bene che fino ad un mese fa ero pronto a lasciarli tutti per partire con te.» «Be ma non lo hai fatto. Sei rimasto con loro» «Ma se sei stata tu a dirmi che non dovevo lasciare la mia famiglia, che non era giusto, che dovevo rimanere al loro fianco, che dovevo pensare a Nicoletta, al bambino... tu, sei stata tu a convincermi» «Be e tu ti sei lasciato convincere. Ti sei arreso. Non ti sei arreso quando io dicevo di voler lasciare Milano, subito, prima che Oscar arrivasse dopo la spiata della signora Morin. E non ti sei arreso nemmeno quando ti ho detto che volevo portare Carlo con me in Emilia sin da subito e guarda come sono andate le cose. Ho messo a rischio la vita mia e di mio figlio per te. Adesso basta. Adesso ce ne andiamo per sempre e tu non puoi farci niente. Torna a casa, torna da tua moglie dai tuoi figli e vai a salvare quello che resta del tuo matrimonio, così come io proverò a salvare il mio» Si precipita verso la porta dello spogliatoio per uscire quanto prima possibile da quella conversazione ormai divenuta insostenibile. «No» Luciano si slancia verso la porta bloccandola con la mano. «Fammi uscire» «No» Le voci di entrambi rotte dal pianto e il volto di lei ormai bagnato da quelle lacrime che cercava di trattenere. «Lo sai che non ti lascio. Smettila, ti prego.» La sofferenza dilaga sul volto di entrambi, Clelia stringe gli occhi e si morde le labbra cercando poi di fare un respiro profondo. «È tutto deciso ormai. Lasciami andare» «No, io non ti lascio andare. Lo so benissimo che questa è tutta una recita che lo stai facendo per separarmi da te e per scoraggiarmi ad agire contro Oscar e...» «Non è vero» azzarda lei, tra lacrime di disperazione e sensi di colpa, con la consapevolezza di chi sa di non essere sufficientemente credibile. «Sì che è vero. Lo so, ti conosco. Tu non penseresti mai queste cose» «Sei libero di credere quello che vuoi» «Sono libero di credere a quello che so e io so che ti amo e che ti conosco e so che tu ami me e non mi diresti mai cose del genere. E so che se anche fosse vero tutto quello che stai dicendo, se anche Oscar fosse riuscito davvero a metterti in testa queste idee, io non ti crederei comunque e questi discorsi non riuscirebbero a ferirmi perché lo so, lo so che sarebbe colpa sua e delle sue oppressioni, delle sue minacce, colpa sua se perdi la lucidità e colpa sua sei costretta a dire simili... stupidaggini. È colpa sua. Non tua. Tu non hai nessuna colpa. Quindi smettila. Smettila, perché sai bene che non riuscirei ad odiarti comunque. E sai bene che non mi separerei mai da te. Anche a a costo di fare cose che non avrei mai pensato di poter fare. Anche a costo di fare una follia.»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il paradiso delle signore / Vai alla pagina dell'autore: Danielle96