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Autore: acchiappanuvole    30/04/2019    1 recensioni
Erano davanti alla stazione, il treno che li aveva portati era già ripartito, una folla si accalcava ancora alle barriere: infermiere, soldati francesi e belgi, una vecchia vestita di nero con una stia di polli. Candy si voltò. In lontananza, come le aveva promesso il Dottor Martin, c’era la sua destinazione: Etaples.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“E’ stata offerta una cifra considerevole per i terreni in Nuova Scozia, signore. Il presidente della Price Co. vorrebbe ampliare i suoi allevamenti e pare disposto ad accettare qualunque vostra richiesta pur di acquistarli. Sarebbe una possibilità allettante per la nostra Società, considerando inoltre che quelle terre non fruttano più nulla agli Andrew, sono una semplice questione affettiva per vostra zia.” George si interruppe notando che il giovane Cornwell non sembrava prestargli attenzione, “Signorino Cornwell?”
Archie distolse lo sguardo dalle grandi vetrate dell’ufficio, aveva passato tutta la mattinata nel tentativo di poter parlare con Annie ma la ragazza si negava ogni volta con quelle che, ormai era evidente, non erano che scuse.
“Scusatemi George che stavate dicendo?”
“Parlavo dei terreni in Nuova Scozia. Qualcosa vi preoccupa signore?”
Archie non riuscì a dissimulare “non riesco a concentrarmi oggi, se questa faccenda della Nuova Scozia non è urgente vorrei prendere l’ultimo treno e tornare a Lakewood.”
“Capisco signore, ma stasera c’è la cena di beneficenza per la raccolta fondi in aiuto delle truppe alleate. Ora che William non è qui siete voi a doverne fare le veci.”
Archie sospirò amaramente “è la terza cena alla quale partecipo George. Non potresti sostituirmi?”
“E’ davvero importante signor Cornwell. Acquisterò un biglietto per domani mattina, prometto che vi metterò sul primo treno per Lakewood.”
“E va bene George hai vinto. Notizie di William?”
“Un telegramma mi ha confermato che è giunto in Inghilterra.”
Archie annuì sommessamente.
“Ho ricevuto notizie anche da vostra zia, voleva sincerarsi che tutto qui procedesse bene.”
“Immagino, teme per gli averi di famiglia sapendo che sono io a doverli gestire.”
“In realtà si è detta molto soddisfatta del vostro operato.”
Archie ne fu sorpreso ma tentò di non darlo a vedere “a che ora è la cena?”
“Tra esattamente un’ora signore. Ho già fatto portare il vostro abito nella stanza ed una macchina vi preleverà dall’albergo alle 18.00 esatte.”
“Sei tremendo George, ora capisco perché William confida così tanto in te.”
“Lo prenderò per un complimento signore.”
“Lo è.”
 
Alle 18.00 spaccate la macchina era ferma di fronte all’albergo. Archie scese svogliatamente, mentre si avvicinava alla vettura notò una sagoma femminile oltre il vetro del finestrino, accelerò il passo con una certa aspettativa. Annie. Doveva trattarsi certamente di Annie.
“Annie sei tu!” esclamò con illusoria certezza mentre apriva la portiera dell’auto.
“Buonasera Archie.”
“Iriza? Che fai qui?”
“Anch’io sono molto contenta di vederti.”
Archie arretrò evidentemente alterato “ti ho chiesto cosa fai qui?”
“La cena è organizzata dagli Andrew e dai Legan, pertanto non ho potuto esimermi dal partecipare. E’ stato un viaggio piuttosto estenuante perciò non fare l’imbronciato e sali in macchina, prima andiamo prima potremo rientrare.”
Archie fu titubante ma sapeva che la sua mancata partecipazione avrebbe gettato certo un’ombra negativa sull’immagine degli Andrew e dato adito a pettegolezzi. Salì mal volentieri sistemandosi ben distanziato da Iriza.
“Zia Elroi dice che te la stai cavando molto bene qui a Chicago.”
“Mh.”
“Non è stato facile tirarla su di morale in questi ultimi giorni, la partenza di William la preoccupa molto. Tuttavia mi auguro possa ritrovare Candy ed entrambi rientrino sani e salvi.”
“Iriza non serve che ti sforzi di essere credibile.”
La ragazza lo guardò seriamente, uno sguardo che Archiebald non le aveva mai visto.
“Per quanto io e Candy abbiamo avuto a che dire in passato e, non posso negarlo, non mi sia piaciuta, non sono certo così meschina da sperare che rimanga in quell’inferno terribile. E’ davvero disgustoso che tu possa ritenermi tanto cattiva.”
“I tuoi precedenti non aiutano certo a pensarla in modo differente.”
“Oh Archie.” Iriza scoppiò in lacrime “so di essermi comportata male in passato, ma ero gelosa, Candy riceveva tutte le vostre attenzioni ed io mi sentivo così esclusa che…” si passò un fazzoletto sugli occhi “riconosco di aver sbagliato ma le persone possono cambiare, non trovi?”
Di certo Archibald fu sconcertato da quel tipo di reazione, stava recitando o era seria?
“Hai avuto molte occasioni per poter cambiare Iriza, e le hai gettate sempre tutte al vento.”
Iriza si premette le mani all’altezza del cuore “te l’ho detto, ero molto immatura, potessi tornare indietro rimedierei ad ogni cosa, ma purtroppo l’orologio non porta indietro le lancette, di conseguenza tutto quel che posso fare è essere migliore da qui in avanti.”
Archie le lanciò un’occhiata molto scettica prima di rivolgere lo sguardo oltre il finestrino “hai notizie di Annie?”
Iriza si finse sorpresa “vuoi dire che in tutti questi giorni non vi siete mai sentiti?”
“Lascia perdere.”
“Zia Elroi l’ha invitata per il tè la scorsa domenica. Ha detto che Annie si comportava in modo strano…”
Archie tornò a darle attenzione “in modo strano?”
“Sì, era distaccata, zia Elroi deve aver accennato qualcosa riguardo al vostro fidanzamento e…”
“E?”
Iriza si rannicchiò nelle spalle “Archie non credo di dover essere io a dire certe cose, probabilmente Annie era solo stanca.”
“Smettila di girarci intorno Iriza.”
“Pare che Annie, insomma, non si sia dimostrata molto entusiasta al pensiero di un vostro fidanzamento ufficiale. Sono stata a trovarla in seguito ma non ha voluto vedermi e, se devo dirla tutta, anche la signora Brighton pare nascondere qualcosa. Ovviamente ci sono molto stupidi pettegolezzi in giro, ma nulla che tu ed Annie non possiate risolvere parlando a tu per tu.”
“Non posso credere che…” Archie faticava a trattenere l’evidente nervosismo “perché mai Annie non dovrebbe approvare un nostro fidanzamento!?”
“Non ne ho proprio idea.” Iriza si sbilanciò verso di lui poggiando delicatamente la mano sul suo braccio “non darti pensiero Archie, sono certa ci sia una valida spiegazione. Annie è una brava ragazza, non devi preoccuparti.”
Il ragazzo parve in qualche modo rasserenarsi. “Forse è stata zia Elroi a dirle qualcosa di spiacevole, la cosa non mi stupirebbe.”
“Non essere così severo con la zia, lei vuole solo felicità per i suoi nipoti. Ha già perso Anthony e Steal, e il cielo non voglia che accada qualcosa anche a William. Pensi davvero potrebbe impedirti di sposare la ragazza che ami!?”
Il ragazzo non rispose. La macchina si fermò in prossimità di un elegante palazzo. Archie aiutò Iriza a scendere e lei gli sorrise ringraziandolo.
All’interno vari membri di spicco dell’alta società si perdevano in convenevoli e reciproci interessi d’affari, Archie stava imparando a conoscere quel mondo sempre più da vicino ed ogni qualvolta se ne sentiva sempre più destabilizzato.
“A questa gente non importa nulla della guerra in Europa.” Disse tra i denti ricambiando poco dopo il saluto del rampollo di una qualche famiglia della quale non rammentava il nome,
“Certo che no, sono qui a sfilare come in una vetrina, in modo che il mondo possa dir loro quanto siano generosi ad appoggiare economicamente i fronti aperti in Europa. Come se non ne ricavassero ulteriormente in immagine e potere. E proprio per questo non dobbiamo farci scrupoli a far sganciar loro più soldi possibili. Persone valorose come Candy, William e tutti i giovani che combattono hanno bisogno di quanto più appoggio possibile e noi daremo a questi tromboni quello che si aspettano.”
Archie rimase sbalordito, quelle parole erano veramente uscite dalla bocca di Iriza?
“Archiebald caro dammi una mano, ho una certa idea.”
La ragazza si portò al centro della sala. Il vestito color curcuma la faceva sfavillare, si muoveva con sicurezza, i lunghi capelli rossi le ricadevano ondulati sulle spalle, non raccolti come si addiceva alle ragazze della sua età. La pelle ambrata del viso le metteva in risalto quel particolare colore degli occhi dalle sfumature viola, di tanto in tanto le iridi, colpite dalla luce dei grandi lampadari, parevano riempirsi di pagliuzze magenta. Archiebald si ritrovò quasi a disagio nell’osservarla, eppure sembrava non poterne fare a meno, qualcosa in Iriza quella sera era straordinariamente bello.
“Signore e Signori, prestatemi attenzione prego,” disse ad alta voce attirando l’attenzione dei presenti “come membro della famiglia Legan sono lieta di vedervi tutti qui riuniti a supportare una così importante causa. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno ai nostri fratelli europei e naturalmente ai molti connazionali che volontariamente sono partiti per prestare il loro aiuto.”
Un applauso si levò nella sala.
“Vi ringrazio. Ma stemperiamo ora i tristi pensieri con un divertente gioco. Voglio presentarvi, anche se non credo ce ne sarà bisogno, uno degli eredi di due delle più importanti famiglie della nostra comunità: Mr Archiebald Cornwell, che è qui per fare le veci di William Andrew.”
L’applauso proseguì e Iriza tese una mano in direzione di Archie per invitarlo a raggiungerla.
“Mi rivolgo alle signore presenti, il primo ballo di questa sera di Mr. Cornweel è messo all’asta ed io immagino che molte delle graziose ospiti presenti non vorranno farsi scappare tale occasione.”
“Iriza ma che fai?” borbottò Archie contrariato.
“Metto in atto il nostro piano. Sorridi e prestati alla causa.”
Diverse mani si alzarono e diverse furono le offerte, finché ne giunse una da 500 dollari da una ricca baronessa piuttosto in là con gli anni.
“500 e uno…500 e due…benissimo baronessa La Croix vi siete aggiudicata l’apertura delle danze con Mr Cornweel.”
La vecchia signora ne parve molto felice, e il primo valzer fu per Archie una tremenda esperienza, dissimulare il continuo pestare di piedi fu cosa ardua. Alla fine però si ritrovò divertito dalla gioia che la vecchia baronessa esprimeva.
“Siete stato davvero galante Mr. Cornewell. Aggiungerò altri 100 dollari, sono lieta che voi e la signorina Legan promuoviate il sostegno di quei poveri ragazzi nel vecchio continente.”
“Grazie baronessa, ma il merito va di certo anche a voi e alla vostra generosa donazione.”
La donna arrossì “oh vostra zia Elroi deve essere davvero orgogliosa di voi.”
Archie fu grato di quel complimento e di quella conferma. Raggiunse Iriza seduta su di una poltroncina di velluto, le offrì un bicchiere di ponche.
“Divertito?”
“Avresti dovuto palesare prima quali erano le tue intenzioni.”
“Se lo avessi fatto ti saresti rifiutato. Hai tuttavia un’espressione soddisfatta, deduco quindi che la mia idea non ti sia poi dispiaciuta. Grazie a te si è rotto il ghiaccio, molti ballano e civettano e, man mano che scorre l’alcol, le donazioni aumentano.”
“Sei sempre una fine stratega.” Archie le sedette accanto.
“Purtroppo non sarei in grado di fare l’infermiera, ed ammetto di essere impacciata nell’offrire aiuto di manovalanza, ma so una cosa: i soldi sono necessari alle buone cause, e questa lo è. Nel mio piccolo questo è il mio contributo.”
Archie osservò nuovamente gli invitati “questo è il tuo ambiente.” E di contro Iriza ridacchiò “come se non fosse anche il tuo, li disprezzi ma ti muovi agevolmente tra di loro e sei lusingato quando ti lodano. L’ho notato sai.”
“E che altro hai notato?”
“Beh che attiri molti sguardi e che…” si fermò per dare solennità al seguito “sei degno di portare avanti il nome dei Cornwell e degli Andrew. William sarà di certo fiero di te.”
“Tutto questo per aver ballato con una vecchia baronessa.” Scherzò Archie effettivamente a suo agio.
“Sai bene quel che intendo. Spero troverai qualcuno che ti supporti in questa importante missione.”
“E se io non volessi portare avanti il nome altisonante delle nostre famiglie!?”
Iriza lo guardò diretta “non lo vuoi?”
Archie se ne sentì spiazzato. Ed il fatto che quegli occhi lo fissassero tanto intensamente lo confuse non poco.
“Non è importante.” Affermò distogliendo lo sguardo, ma Iriza parve incalzarlo trattenendogli un braccio.
“Io credo lo sia, non è una domanda difficile, lo vuoi oppure no?”
“Perché ti interessa saperlo?”
“Perché amo le nostre famiglie, sono la nostra origine, le nostre radici e ci tengo. Soltanto chi ha un passato così importante come il nostro può capire, Archie. E so che la cosa non ti è indifferente. Per tanti “Andrew” è solo un nome, ma per noi rappresenta ciò che siamo.” Allentò la pressione sul braccio “scusami mi sono fatta trasportare, non volevo importunarti.”
“Con tanti cosa intendi?”
Iriza parve rammaricata “non farmi dire ciò che hai ben capito. Ed ora scusami ho bisogno d’aria fresca.”
Si allontanò sorridendo ai presenti ed avvertendo chiaramente gli occhi di Archiebald seguirla fin quando non giunse sul balcone che dava sul parco interno del palazzo. Fu raggiunta a breve di Rose Curtlin, una giovane ereditiera con la quale aveva condiviso lezioni di equitazione.
“Hai un’aria piuttosto soddisfatta” le disse affiancandola, il sorriso furbo di Iriza non si fece attendere.
“Non so a cosa tu ti riferisca.”
Rose rise “ Cornwell ti ha seguito con lo sguardo tutta sera, e conoscendoti credo tu abbia teso una bella rete per catturare un ingenuo pesciolino d’oro.”
“Come sei maliziosa Rose, come potrei?”
“Nessuno crede che Archiebald sposerà la figlia dei Brighton, solo qualche naive potrebbe davvero pensare che tua zia approverebbe.”
“E dunque?”
“Oh devi dirmelo tu qual è il dunque.”
Iriza alzò le spalle con finta innocenza “ con tutto il rispetto Rose ma credo che questi non siano affari tuoi. Tuttavia voglio darti un buono spunto di riflessione.
“Sono tutta orecchi.”
Iriza lasciò vagare lo sguardo per la vastità del parco, fontane di bianco marmo spruzzavano acqua, la musica inebriava l’aria e iriza ebbe la certezza che la sua rete avrebbe intrappolato ben bene la preda.
“Gli uomini non sono astuti come le donne, manipolarli è facile se si ha una certa arte nel saperlo faro. Non so se intendi…”
“Perfettamente.”
Il sorriso fu più eloquente di qualsiasi altra cosa si potesse aggiungere.
 
 
 
 
 
 
 
  
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