L’altro
ragazzo
Io
e Sabina siamo alla fermata dell’autobus in attesa della
nostra corsa, quando
il mio cellulare inizia suonare. Lo tiro fuori dalla tasca e leggo il
nome di
Leo proprio sopra a ‘chiamata in arrivo’. Sabina mi
toglie il telefono dalle
mani e lo silenzia, senza interrompere la chiamata. Ma cosa ha fatto?
“Sabi… Ma
cosa…”
“Non
rispondergli” Come? Ma cosa dice?
“Perché non dovrei rispondergli?” Lei
alza le
spalle e mi spiega: “Non correre subito appena lui chiama.
Non vorrai che pensi
male, no?” ma cosa vuoi che mi importi di cosa pensa lui! Qui
si tratta di
Celeste, che è in coma! Però… No, no.
Questa cosa è molto più importante di un
po’ di orgoglio personale. Per quanto mi faccia male anche
solo ripensare agli
eventi di ieri sera, non posso… No. No, sono una persona
superiore a queste
cose. E poi lui è carino e gentile, abbiamo passato una
bellissima mattina,
nonostante fossimo in ospedale.
Quando
Leo mi manda un messaggio scrivendo che ha delle novità e di
richiamarlo, sono
tentata di farlo subito e lo capisce anche Sabina che mi strappa dalle
mani il
telefono. Stiamo quasi bisticciando quando arriva un altro messaggio.
Ormai
sono stufa e rispondo male a Sabina. Le dico che i suoi trucchetti non
servono
a niente e che prima o poi finirà male anche per lei.
Leggo
anche l’altro messaggio, in cui Leo mi dice di aver
conosciuto il tipo che va
da Celeste in pausa pranzo, e faccio partire la chiamata per parlare
direttamente con lui. Quando mi risponde sento la sua voce un
po’ affannata e immagino
stia camminando velocemente mentre parla con me. Ci mettiamo
d’accordo per
vederci alla sala da tè, perché ha delle
novità da raccontare anche a nonna
Isabella e mi chiede se posso farmi trovare là per
facilitare la cosa.
Certamente.
Gli rispondo che cercherò di andare alla sala da
tè al più presto e interrompo
la chiamata, voltandomi verso Sabina, che mi guarda ancora con uno
sguardo
truce. Oh, ma insomma…
“Vado
alla sala da tè” inizio “Ho sentito, ero
qui” mi risponde lei. Mmm non mi piace
Sabina quando è nervosa. “Vieni con me?”
Lei scuote la testa “Assolutamente no.
Sai come la penso: non dovresti andarci” Quello che non mi
spiego è perché la
mia amica non capisca che non c’entra niente Leo. Qui si
tratta di Celeste.
Vorrei fare qualcosa per cui lei possa risvegliarsi. O anche solo,
uscire dalla
mia testa. Mi sento maledettamente in colpa mentre lo penso e rivolgo
una
preghiera a Celeste per scusarmi con lei. Chissà come
funziona, chissà se lei
può sentire me come io sento lei…
Alla
fine io e Sabina ci lasciamo in malo modo e io prendo
l’autobus, da sola, per
andare alla sala da tè. Guardo dal finestrino la mia amica
che resta sotto la
pensilina e noto che ha lo sguardo molto triste. Ma io non potevo
proprio fare
diversamente. Prendo il telefono e le mando subito un messaggio. Non
voglio che
finisca così, neanche se è per poco. Ci
messaggiamo per tutto il tempo della
corsa e riusciamo, se non a fare del tutto pace, a chiarirci. Quando
arriva la
mia fermata, sono molto più tranquilla e sorrido mentre
scendo dall’autobus.
***
Quando
arrivo davanti alla sala da tè, incontro Claudia. Oh, Leo
non aveva detto che
ci sarebbe stata anche lei. Mi blocco per un attimo, incapace anche
solo di
pensare. Ma poi Claudia mi vede e mi sorride.
Mi
volto indietro. Sta sorridendo a me? Alla fin fine non ci siamo mai
scambiate
una parola. “Ciao, sei Nicole, giusto? L’amica di
Leo?” A dir la verità non so
proprio se sono un’amica di Leo, ma annuisco lo stesso.
“Tu conosci sua nonna?
Mi ha detto che sarebbe stata qui e di vederci tutti insieme, ma io
sono in
anticipo e non volevo aspettare qui fuori…”
Sembra
un tipo a posto questa Claudia che lavora per la polizia e non
è la fidanzata
di Leo, così le sorrido anch’io ed entriamo nel
locale.
Nonna
Isabella è seduta ad un tavolo rotondo, con davanti una
tazza di tè e un
piattino di biscotti. Oh, come mi piace questo posto. Chissà
se hanno ancora la
torta al cioccolato che ho assaggiato l’ultima
volta… Indico a Claudia il
tavolo e ci avviciniamo. Quando siamo vicine, notiamo che Isabella ha
delle
strane immagini davanti a sé, posizionate sul tavolo in quel
che sembra un
ordine ben definito. Un formicolio al petto mi conferma quello che ho
solo
immaginato: Tarocchi. Nonna Isabella sta facendo
i Tarocchi. No, il formicolio mi rivela ancora che non si dice
così. I Tarocchi
non si fanno, si leggono.
Oh, cavolo. Sarà meglio non dire niente a riguardo, per
non incappare in brutte figure.
Quando
lei si accorge di noi, ci fa un cenno silenzioso con il capo,
indicandoci le
sedie e torna a fissare quelle strane figure. Io mi siedo e do
un’occhiata
veloce. Riconosco alcune immagini, sempre grazie all’aiuto di
Celeste, perché
io non ho mai visto i Tarocchi prima d’ora, ma decido di
togliere lo sguardo e
mi giro verso Claudia, che ora è piuttosto perplessa.
Aspettiamo
un po’ e poi nonna Isabella finisce il suo rituale e mette
via le carte. Fa un
cenno ad una delle cameriere e, sorridendo, ci rivolge tutta la sua
attenzione
“Carissime” Il suo sorriso è sempre
rassicurante, come la tisana della
buonanotte.
Presento
Claudia a nonna Isabella e viceversa, pregando che Leo arrivi al
più presto, ma
allo stesso tempo ascolto con interesse Claudia che spiega il suo
lavoro e come
aiuta la polizia. Dice che vuole diventare una profiler. Sono ignorante
e non
ho la più pallida idea di cosa voglia dire nello specifico,
così annuisco e
decido di verificare dopo su Google.
“Leo
verrà con il ragazzo che va a trovare Celeste quando non ci
siamo, te l’ha
detto?” Sì, Isabella, Leo me l’ha detto
al telefono. Tutte e tre ci voltiamo
verso la porta d’entrata, come se Leo e l’altro
ragazzo dovessero entrare
proprio adesso, quando sento un formicolio familiare e mi rendo conto
di star lasciando
la sala da tè. Penso mi sia anche caduto il biscotto che
avevo in mano.
Sono
al tavolo di un bar, un bar che Celeste conosce, mi rendo conto. Deve
essere il
bar che c’è sotto l’ufficio dove lavora.
Sento chiaramente Celeste abbassare la
testa a guardare il menù, ma io mi guardo intorno. Non so
bene come facciamo a
fare due cose così diverse, forse Celeste conosce
così bene questo posto che io
sto attingendo ad altri ricordi oltre a questo che sto vivendo.
Il
bar è carino, quasi intimo e riconosco il barista e la
ragazza che fa avanti e
indietro da dietro il bancone con i panini. Deve avere alzato la testa
anche
Celeste, perché la sento sorridere.
Poi
lo vedo arrivare. È il tipo per cui ho preso uno spintone da
Stefano: il
ragazzo che lavora con me all’ufficio qui sopra e con cui ho
pranzato qualche
volta. Mmm forse più di qualche volta. E questa non
è la prima volta di sicuro.
Lo ‘so’.
Quando
lui si avvicina, sento Celeste che gli chiede qualcosa. A lei, lui
piace. ‘So’ che
è gentile e premuroso. Quando si siede, prendo un colpo. Io
lo conosco! No, non
io Celeste, ma io Nicole!!! Io lo conosco, lui è…
Lo
sguardo di Celeste si sposta e si posa sul tavolo, sul cellulare. Oh.
Ha un
telefono simile al mio. La guardo digitare il pin e aprire la chat per
leggere
il messaggio che le è arrivato. Dannazione! È un
messaggio di Stefano! E le
scrive delle cose bruttissime!! Qualcosa mi dice che si sono
già mollati. Vedo
anche altri messaggi vecchi nella chat, tutti solo sul lato sinistro,
scrive
solo Stefano, lei non gli risponde mai. Usa parole brutte, brutte
quanto i suoi
occhi nei momenti cattivi, e mentre leggo frasi come ‘non ti
libererai di me’
oppure ‘sei solo mia’ e ‘non ti
lascerò andare da nessuna parte’ sento il vuoto
dentro.
Se
le botte facevano male e le sue parole mi facevano tremare, leggere
questi
messaggi mi mette un’inquietudine addosso da far paura. Come
quando nei film
non sai cosa succede dopo. Negli altri flashback sapevo sempre cosa
sarebbe
successo. Il veleno delle parole che Stefano pronunciava mi faceva
sussultare
fisicamente e vedere i suoi occhi inquietanti mi dava il terrore, ma
questo è
peggio. Non so cosa aspettarmi, non so cosa viene dopo, resto in
attesa,
sospesa. Se per ogni schiaffo, spintone o pugno, sapevo esattamente il
male che
mi avrebbe causato e per quanto tempo avrei continuato a sentirlo o ad
averne
paura, questo… questo è diverso. Non lo vedo e
non riesco a capire quanto sia
effettivamente pericoloso, fin dove può arrivare.
È come restare fermi ad
aspettare un pugno che non sai quando arriverà. Ma sai che
arriverà. Vorrei
rendermi conto dello stato in cui si trova Stefano, mentre mi scrive
queste
cose. Mentre le scrive a Celeste.
È
Celeste che ha paura. Lo sento. È lei che si sente svuotata
senza sapere bene
cosa fare, come una barchetta in balia delle onde, alla
mercé di una persona
che forse non è più neanche una persona, e che so
che si rivelerà una bestia.
Sento
comunque Celeste reagire, reagire alla disperazione di non sapere e
lasciar scorrere
le minacce e le offese come se fosse pioggia estiva. La sento
riprendersi per
rispondere a lui. Lui, il ragazzo che conosco. Lui che
è…
“Nicole!
Tutto bene, cara? Hai
visto un ricordo di Celeste?” Nonna Isabella è
accanto a me, e mi tiene la
mano. Mi asciugo la guancia, dove una lacrima mi è scappata.
Riuscirò mai a
controllarmi? Beh, più che altro, finiranno questi
flashback? Guardo Claudia
che ha la stessa espressione che aveva prima per i tarocchi e le
sorrido un po’
forzatamente.
“Scusami,
non sono fuori di testa.
Davvero” Ma lei scuote la testa e mi accarezza una mano
“Non penso tu sia fuori
di testa. Non deve essere una cosa facile, vivere i ricordi di
qualcun’altro. I
ricordi brutti, poi. È grazie a te che sospettano che sia
stato Stefano a far
del male a Celeste?” Oh. Che carina. Il suo tono è
gentile e non mi sta
prendendo in giro. Così annuisco e lei si congratula con me,
dicendomi che sono
una persona coraggiosa. È veramente strano,
perché mi sento tutto tranne che
coraggiosa.
“È
arrivato Leo” Nonna Isabella
torna a sedersi e indica la porta mentre la cameriera porta tazze di
tè e
quella che mi sembra la più bella fetta di torta al
cioccolato. Tutte e tre ci
voltiamo verso l’ingresso e vediamo Leo avvicinarsi a noi con
il ragazzo del
mio flashback.
“Ha
appena visto un altro ricordo”
informa Leo, la nonna. Lo sguardo preoccupato di Leo si posa su di me e
mi
chiede se sto bene. Io annuisco e guardo l’altro ragazzo.
“Così
sei tu il ragazzo che lavora
con Celeste e la va a trovare di nascosto in ospedale?” gli
chiedo. Lui mi
guarda sgranando gli occhi ed esclama: “Nicole!
Ma… sei tu l’amica di Celeste?”
Già, Luca, sono io. Vedo Leo guardare prima me e poi lui,
poi ancora me e aggrottare
la fronte. Sarebbe quasi divertente in un contesto un po’
diverso. “Ma voi vi
conoscete già?” chiede infatti subito dopo.
Io
sorrido. Effettivamente,
conosco Luca da tutta la vita. “Sì, è
mia cugina” risponde lui per tutti e due.