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Autore: Jadis_    30/04/2019    0 recensioni
Due mondi stanno per incontrarsi: l'arrivo di una ragazza tra le mura di Hogwarts scombussolerà tutto il mondo magico.
Dal testo:
"La tempesta si stava calmando, permettendole di vedere meglio il sentiero, ma allo stesso tempo condannandola allo scoperto. Il cavallo cedette di schianto, facendola volare dalla sella, e mandandola con la faccia nella neve gelida: si era rotto una zampa. "Maledizione!" urlò, battendo i pugni per terra. Si rimise in piedi e si scrollò di dosso la neve, ma ormai parte dei vestiti era bagnata. "
Crossover tra "Le Cronache di Narnia " e "Harry Potter"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Lezione di Divinazione


Ancora un giorno e finalmente sua sorella sarebbe stata nelle sue mani. Hilda sorrise con soddisfazione nell'immaginare davanti a sé una Jadis in catene e sofferente, ma sapeva che sarebbe rimasta solo un'immagine nella sua mente: sua madre le aveva proibito di torcerle un solo capello. Sospirò e si strinse nel proprio cappotto puntando lo sguardo verso la torre più alta di Cair Paravel che si intravedeva all'orizzonte, oltre la foresta innevata.
 

 
Per quanto la neve le desse un senso di calma, le mura di Hogwarts e le attenzioni di Harry ormai le stavano strette. Era stanca di sentirsi dire se stava bene, se dormiva, se mangiava: non aveva bisogno di una balia. Aveva solo bisogno di capire che razza di strega era. Alexandra si portò una mano tra i capelli prima di alzarsi dal tavolo dei Grifondoro, prendendo con sé tutto il necessario per la prima lezione della giornata: Divinazione, strana ma affascinante materia insegnata dalla stravagante professoressa Sibilla Cooman. Hermione le aveva sconsigliato di prendere parte a quel corso, poiché a parer suo si trattava di una materia inutile, ma la mora aveva voluto comunque fare di testa sua. Uscì dalla Sala Grande e percorse velocemente il corridoio centrale per poi svoltare a destra, in modo da dirigersi verso la Torre Nord del castello. Probabilmente, lei e qualche altra persona sarebbero state le uniche puntuali per l’inizio della lezione. Sia Harry che Ron ancora non si erano nemmeno degnati di alzarsi dal letto; come di loro solito, avrebbero saltato la colazione e corso a perdifiato per mezzo castello pur di cercare di arrivare con meno ritardo possibile.
"Che dormiglioni"pensò la strega, salendo le scale a chiocciola che l'avrebbero condotta in aula.
 


"Devo chiederti un favore, Aslan" esordì la donna nella sala del trono a Cair Paravel.

"Sei sicura davvero di volerlo fare?" domandò un'ultima volta il leone.

"Sì" rispose decisa la strega.

"Allora accetterò qualunque cosa mi chiederai."

"Vorrei che facessi avere questa lettera e questa a scatolina nera a mia figlia."

"Consideralo già fatto."

"Ti prego solo di aspettare domani per la consegna."

Il leone annuì.

"Falle avere anche questi, per favore" disse, sfilandosi dalle dita gli anelli con i sigilli reali di Narnia e di Charn. "E questa" aggiunse, facendo comparire la propria
bacchetta.

"Sarà fatta ogni cosa. E per quanto riguarda Sirius?"

"Lui… gli verranno date le dovute spiegazioni domani. Ci penserà Ginarrbrik."

"Dovresti dargliele tu."

"Mi fermerebbe..."

"E farebbe una cosa giusta."

"Sai anche tu che questa è la scelta migliore. Non si tratta solo di proteggere mia figlia, ma anche Narnia."

"Lo so."

"Sirius capirà le mie ragioni… almeno, spero" sospirò Jadis.
 

 
L'aula non era delle migliori: l'odore dell'umidità,mischiato a quello dell'incenso e a quello di qualche strana erba, faceva venire il voltastomaco, per non parlare della scarsa illuminazione data dai candelabri arabeggianti, mezzi arrugginiti dal tempo e dall'usura. Alexandra si mise seduta su un puff bordò e posò la propria borsa accanto a sé. La stanza era strapiena di oggetti usati: candele, fondi di caffè e tè, piume impolverate sparse qua e là sugli scaffali, libri mezzi strappati o lasciati in giro sui tavolini rotondi posti sulle varie gradinate,  e anch'essi, come tutto l'ambiente ad eccezione dei lampadari, decorati bordò. La mora incrociò le braccia al petto e spostò lo sguardo sulla cattedra, anch'essa in disordine come tutto il resto, e poi sulla tazza di tè rovesciata al contrario sul piattino posta davanti a sé.
"Forse avrei dovuto dar retta a Hermione" si ritrovò a pensare,mentre pian piano l'aula iniziava a riempirsi; come al solito, affianco a lei, provato dalla corsa appena fatta, si sedette Harry.

"Anche questa mattina di corsa, eh?" commentò ironica la strega.

"Forse non avrei dovuto dar retta a Ron" replicò il Prescelto.

"Togli il forse. Stare fino alle due di notte a giocare a scacchi dei maghi non è affatto una buona idea."

"Ora ti preoccupi per me?" domandò con ironia il ragazzo.

"Non ricominciare..."

"Oh, scusami se cerco di capire cosa passa nella tua mente!"

"Non c'è nulla da capire."

"So che qualcosa ti turba, quindi smettila di fingere che non sia così."

"Non ti riguarda" tagliò corto la mora e Harry serrò le labbra per la rabbia.

 


"Vostra, Maestà" esordi la guardia in ginocchio davanti a lei. "Una missiva da vostra figlia: la principessa Hilda."

"Leggila" ordinò la donna.

"Sì, Maestà" affermò il soldato, aprendo la lettera. "Mia cara madre, entro domani a mezzogiorno sarò di ritorno a Charn e porterò con me quanto da voi richiesto. Firmato, la vostra devota figlia Hilda" lesse con calma l'uomo.

"Me ne compiaccio" commentò Ingrid con un ghigno di trionfo sul volto, posando la tazza di tè sul tavolino. "Fa preparare la vecchia stanza al secondo piano: voglio che la mia nuova ospite si senta a suo agio, domani."

"Sarà fatto, mia Regina" disse il soldato, congedandosi con un piccolo inchino.
 


"Oggi affronteremo la lettura dei fondi del tè. Non pensate che sia facile, la Divinazione non lo è mai" esordì la Cooman, camminando e gesticolando per la classe. "Aprite il vostro libro a pagina 34."

Alexandra tirò fuori il libro dalla propria borsa e lo aprì sulla pagina richiesta, dove campeggiava a lettere cubitali il Titolo: 

"Interpretazione dei fondi delle foglie del tè"
Simbologia e significato delle varie figure

Dopodiché iniziava una lunga lista di forme con relativa spiegazione, lunga almeno una decina di pagine.

"Bene, chi vuole provare per primo?" chiese retoricamente la professoressa. "Signor Weasley, perché non inizia lei? Giri la tazza della sua compagna e mi dica cosa vede sul fondo."

Con riluttanza, Ron fece come richiesto. Girò e prese tra le mani la tazza di Alexandra, iniziando poi a cercare il simbolo delineatosi sul fondo sulle varie pagine del libro, ma non riuscì a trovarlo, così controllò ancora una volta.

"Qualcosa non va, Signor Weasley?" domandò a quel punto la Cooman.

"Non trovo il simbolo nel libro, professoressa."

"Allora me lo descriva."

"Va bene" annuì il rosso "Sono tre spirali... credo che si congiungono in un punto centrale."

Alexandra alzò un sopracciglio. Forse Ron si era semplicemente sbagliato nel descrivere il simbolo che aveva visto. 

La professoressa restò in silenzio per qualche secondo, prima di avvicinarsi di scatto e prendere tra le mani la tazza tenuta fino a qualche secondo prima dal  suo alunno. Osservò bene la figura formatasi e poi puntò lo sguardo sulla ragazza a cui apparteneva la ciotola. Posò lo sguardo su ogni dettaglio del suo viso e questo fece rabbrividire la mora.

"Per oggi la lezione è finita" disse infine la donna con espressione sconvolta, posando l'oggetto in ceramica davanti alla ragazza di Grifondoro.

Alexandra prese la tazza tra le mani e vide esattamente ben chiaro sul fondo il simbolo descritto da Ron: Il Triskell. Iniziò a tremare e la presa sull'oggetto venne meno. La ciotola cadde a terra, si ruppe in mille pezzi e la mora in fretta e furia prese la sua roba e uscì dall'aula prima che qualcuno potesse chiederle spiegazioni.
   
 
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