2.NON ASPETTARTI NULLA CHE E' MEGLIO
Meghan
si risveglia in una stanza antica fatta con le arcate gialle e azzurre,
baldacchino di legno scuro, marmo bianco, tappeti pelosi grigi, armadi
a sei ante alti fin quasi agli archi, finestra, parete gialla, sgabello
in velluto rosso, una pesante porta di noce intagliata e arpa. Alla
ragazza pare di essere tornata nel Rinascimento con tutti quegli
oggetti antichi intorno. Non gli dispiacerà se suono l'arpa. Ho imparato da Edward a suonare il piano. Deve essere la stessa cosa. Medita
insicura pizzicando le corde... esce una musica stonata e la ragazza
ride. Bussano alla porta ma lei li ignora continuando a suonare beata,
lo sconosciuto non ricevendo risposta entra. È quello che
l'aveva rapita insieme ad una ragazzina con i capelli biondi e lo
sguardo freddo.
"Aru... o come ti chiami, voglio tornare a casa! In America! Non volevo
venire! Sei tu che mi hai portata qui! Riportami indietro! o..."ordina
isterica al'uomo staccando le dita dalle corde.
L'altra schiaffeggia Meghan con una forza da romperle la guancia, il vampiro sorride divertito.
"Basta. Jane... può bastare. Sono sicuro che non lo rifarà più. Vero? Meghan? Eri sprecata in quella cittadina. Come si chiamava? Forks? Fark?"chiede l'uomo fermando Jane con la mano, lei lo guarda ammirata.
"Scusate. Maestro ho dovuto farlo. Siete il Signore Di Volterra e nessuno deve osare mancarvi di rispetto. Questa dovrebbe ringraziarvi che l'avete risparmiata."spiega con una venerazione che fa sbuffare Meghan.
"Forks. E io non manco di rispetto, semmai è lui che mi ha rapita per chissà quale motivo. Taci... ragazzina. Torna da dove sei venuta."dice la vampira con odio non più gridando.
"Bene.
Vuoi sapere perché sei viva. Immagino... voglio il tuo potere e
spesso Jane è occupata, quindi devi farci da guardia...
soprattutto a mia moglie Sulpicia. Non vorrei che le capitasse
qualcosa. Abbiamo tanti nemici."
"Chissà perché avete tanti nemici... Maestro. Davvero
è strano... non riesco proprio a capire come sia possibile.
Siete così magnanimo da risparmiare una mezzosangue."commenta
deridendolo, per questo usa delle parole antiche.
"Giusto per informarti... qui non c'è cibo umano quindi dovrai bere il sangue. So che Carlisle disapproverebbe. Decidi tu. Jane... portala da mia moglie. Ci vediamo mia cara... Meghan."saluta la ragazza facendole un baciamano come si faceva nei secoli passati, sia Jane che Meghan sono sorprese (anche se Meghan non gli darebbe mai la soddisfazione di dire che è rimasta impressionata). Jane accompagna la ragazza dalla moglie di Aro.
"Ma come posso ricominciare a bere il sangue? È da quando sono nata che non bevo. Ho ucciso mia madre."
"Jane. Chi è la nostra ospite? Da quando il nostro Signore risparmia gli umani? A volte non lo capisco ma se ha deciso così avrà i suoi motivi."domanda curioso un ragazzino della stessa età di Jane con i capelli castani, lisci, corti fino alle orecchie e la frangia da emo.
"Alec. Non ho tempo da perdere con te. Devo portarla da Sulpicia. Andiamo dopo a cacciare. Buonasera."risponde seccata spingendo la ragazza davanti alla porta identica a quella della stanza dove Meghan si è svegliata. Sono tutti formali. Nessuno si lascia mai andare. Rimpiango la mia scuola e Charlotte. Se voglio vivere dovrò fingere di stare al gioco. Riflette entrando spinta dalla ragazzina, la stanza di Aro e Sulpicia è sfarzosa senza essere ridicola. Jane le lascia, Meghan fissa la donna meravigliata della sua bellezza. Sulpicia pare spaventata di vederla.
"Perdonatemi. Sono la vostra guardia. Vostro marito è preoccupato per voi. Non vi disturberò e se qualcuno dovesse infastidirvi basta dirmelo."spiega Meghan ansimando avvicinandosi alla donna per pettinarle i lunghi capelli castani. Sulpicia le allontana la mano infastidita, lei allora torna davanti alla porta e resta immobile. C'è molto silenzio infatti si sente la gente nella piazza che cammina, parla, ride o scherza ignari dei vampiri.