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Autore: Nikita Danaan    01/05/2019    0 recensioni
"La storia di due giovani che cambieranno le tradizioni di una tribù".
Una frase all'apparenza semplice ma che racchiude il succo della trama. Entrate a dare un'occhiata se ne siete incuriositi!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nei tempi antichi le varie tribù della Terra di Mezzo erano divise e in lotta fra loro, però con il tempo si riappacificarono trovando un accordo.

Nella tribù di Yokuja tuttavia le persone erano rimaste divise, non c'era unione, armonia e fratellanza, solo diffidenza e rancore.

Anche le tradizioni erano rimaste piuttosto rigide, sopratutto la danza tipica yokuja: persino una cosa così piacevole e bella come danzare era vittima delle rigide regole della tradizione.

I maschi e le femmine venivano divisi fin da piccoli e non danzavano mai insieme, addirittura c'era una danza diversa a seconda del sesso; persino durante la danza matrimoniale gli sposi non danzavano insieme.

Tutti dovevano impararla e se qualcuno, per qualche malaugurata ragione, si rivelava incapace di ballare sarebbe stato ricoperto di disonore il suo nome e quello della sua famiglia.

***

"No Samira, non ci siamo! Stendi quelle braccia e alza quella gamba!".

Una donna dall'aria severa, la pelle scura, i capelli neri e ricci erano raccolti in uno stretto chignon e gli occhi color onice squadravano una bambina anch'ella dalla carnagione scura, dai capelli pieni di ricci tenuti a bada da treccine, gli occhioni scuri erano lucidi e le labbra tremolanti e strette tra i dentini. La piccola, che non dimostrava più di cinque anni, si aggrappava con le manine alla gonna fatta di veli color caramello. 

"Mi dispiace Majà, ma proprio non ci riesco" si scusò con tono mortificato, non osando incrociare il proprio sguardo con quello della donna. 

"Sei una immensa delusione, Samira" disse quasi disgustata, assottigliando gli occhi, la donna "Di questo passo nessuno ti sposerà mai". Samira sgranò gli occhi e, per evitare di scoppiare a piangere davanti alla Majà e alle altre bambine che la stavano deridendo, corse via il più lontano possibile. Si inginocchiò vicino ad una pianta secca e liberò il suo pianto disperato.

Intanto, non molto lontano da lei, si trovavano i giovani maschi che stavano apprendendo la loro danza e ad un bambino in particolare non sfuggì il pianto disperato di Samira.

Così si avvicinò ad un uomo dai capelli lunghi fino alle spalle, robusto e dall'aria autoritaria ma dagli occhi color cioccolato che trasmettevano sicurezza e fiducia in quella persona.

"Pajà, posso allontanarmi un momento? Qualcuno sta male" per attirare la sua attenzione, il bambino di circa sei anni si era aggrappato ai suoi pantaloni larghi e bianchi in lino e gli indicava l'albero da cui sentiva provenire i singhiozzi.

L'uomo gli sorrise e lo incoraggiò ad avvicinarsi, in fondo lui aveva già capito che era la piccola Samira; erano note le sfuriate di sua moglie alla bambina che non riusciva ad imparare l'importantissima danza, perciò sperava che Aayan la confortasse.

Il bambino, dalla testa piena di tanti ricci corvini e la pelle olivastra, avanzava dal passo goffo intralciato dai pantaloni uguali a quello del pajà e a tutti gli altri aspiranti ballerini della tribù, ma un po' troppo lunghi per le sue gambe ancora piuttosto corte. Con calma si avvicinò alla bambina rannicchiata su se stessa che tra le lacrime continuava a dire "Non so ballare...nessuno mi sposerà...". 

A quella visione il cuore di chiunque si sarebbe stretto in una morsa, specialmente quello di un bambino buono come Aayan, che mise un ginocchio a terra e allungò una mano verso la spalla nuda di Samira. "Che ti è successo? Come mai piangi?" le chiese ingenuamente il bambino. 

La bambina alzò il viso dalle sue braccia incrociate, pervaso dalle lacrime "Perché non so ballare e la Majà mi ha detto che nessuno mi prenderà in sposa! Nessuno mi amerà mai!". L'ultima frase la urlò con una tale foga da spaventare Aayan che indietreggiò leggermente. 

Aspettò che si calmasse un poco prima di riavvicinarsi a lei e dirle "Ti sposo io, se vuoi". Samira spalancò gli occhi sorpresa e parlò incredula tirando su con il naso "Dici sul serio?".

Il bambino annuì serio "Ma sono sicuro che diventerai la ballerina più brava di tutte, però quando saremo grandi ti sposo io".

La bimba si alzò in piedi, si asciugò gli occhi con il braccio e si avvicinò ad Aayan sorridendogli grata e rincuorata dalle sue parole, dicendogli un semplice "Ti ringrazio".

Spazio dell'autrice

Salve a tutti!
Era da un po' che non scrivevo su questo sito e sono tornata con una nuova storia che sto scrivendo al momento. 
All'inizio ero restia a pubblicarla prima 
della conclusione della sua intera stesura, però ho deciso di pubblicare almeno il primo capitolo che è più un prologo come avrete avuto modo certamente di leggere. Spero vi possa interessare questa storia che ho iniziato a scrivere di getto, ispirata da un sogno.

Significato dei vari termini

Samira: nome della protagonista che ha un doppio significato: quello arabo è "compagna gioviale, fedele, ospitale", quello hindi "vento, brezza".

Aayan: nome del protagonista dal significato derivante dall'arabo, ossia "dono di Dio".

Yokuja: nome della tribù e anche delle persone della medesima. E' un nome che ho inventato io.

Terra di Mezzo: nome di un ipotetico mondo simile al nostro, con delle leggere variazione(ovvero si vive in un modo un po' primitivo e le civiltà sono ancora rustiche e poco evolute tecnologicamente)in cui vivono i personaggi.

Majà e Pajà: appellativi(inventati da me)con cui i membri della tribù si rivolgono ai due capi villaggio.

 
   
 
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