[ W: 456 |
C: John Watson ; Mary Morstan | Tag: postS3 ]
L’ora del
tè
John
prende il bollitore dal mobile sopra al lavello. Apre l’acqua del rubinetto, la
fa scorrere sull’acciaio. Agita e gira il contenitore per sciacquarlo. Ora può
riempirlo con la giusta quantità di acqua. E per “giusta”, s’intende quella che
contiene in maniera agevole la sua tazza preferita e un’altra che prenderà a
breve dallo stesso mobile.
Accende
il fuoco, quello più piccolo, e ci posiziona sopra il bollitore. Mentre attende
che raggiunga la temperatura desiderata comincia appunto a tirare fuori le
tazze. La sua è insostituibile e speciale, ancor più dopo che s’è scheggiata
appena sull’orlo tondo del fondo, quel cordone sul quale si poggia.
Bisogna
affrettarsi a recuperare anche la teiera. La mette sul tavolo e la riempie con
due cucchiai di Earl Grey in foglie.
Va
al frigo, ne caccia del latte, che si sbriga a versare timidamente nella
propria tazza. Così, giusto un goccino. Nell’altra invece bisogna abbondare.
Posa il latte da dove l’ha preso e proprio quando l’acqua ha raggiunto l’ebollizione
tuffa una zolletta di zucchero in quel mare di latte, per sé invece lo
preferisce senza.
Il
bollitore suona in un fischio stridulo. Spegne il fuoco e con una presina si
aiuta a versare l’acqua nella teiera.
Intanto
che si devono aspettare i canonici tre minuti di posa, rimette in ordine la
roba che ha usato. Guarda infine sul tavolo con aria soddisfatta, sicuro di
aver preparato ogni cosa in maniera impeccabile. Le tazzine ci sono, i
cucchiaini anche. I tovaglioli li ha presi, tutto è stato disposto sul vassoio
pronto per essere portato nel salotto.
I
biscotti. Panico, dove sono i biscotti? Spalanca un paio di ante dei mobili
della cucina. Nulla, in uno scomparto ci trova addirittura tutt’altro,
elettrodomestici e un set di piatti. In un altro invece ci sono un paio di
buste di merendine, nulla di lontanamente adatto. Cosa se ne dovrebbe fare di
tutta quella crema e simil - pan di spagna? La
signora Hudson rabbrividirebbe al sol pensiero come sta facendo anche lui.
Sconsolato si decide a chiedere un aiuto repentino.
«Tesoro,
dove sono i biscotti?» alza un po’ la voce per farsi sentire fino alla stanza
accanto.
Silenzio,
poi rumore di passi.
«Sono
finiti. Però abbiamo ancora questa.» Mary compare radiosa nella stanza e si
avvicina al frigorifero. Apre lo sportello e tira fuori una torta al
cioccolato, con della panna montata sopra, che ha preparato due giorni prima e
che non hanno ancora terminato di mangiare.
Diamine
un momento felice sfumato via per dei biscotti. Avrebbe pagato oro per quella
droga allo zenzero che si accompagnava in maniera divina con il tè. Cristo, il
tè. Deve essere in ammollo da buoni sei minuti.
Sospira
afflitto. Mette su un sorriso.
«Mi
sembra ottimo, Amore.».