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Autore: Flos Ignis    02/05/2019    1 recensioni
Storia ambientata alla fine della seconda stagione: Valentine e Sebastian sono morti, Lilith non è mai stata evocata e tutti gli eventi della terza stagione non sono avvenuti, sebbene in futuro potrei prenderne spunto.
L'ispirazione è giunta grazie alla puntata 2X05, in cui compare la strega Iris e la sua pozione, che consente alle donne shadowhunters di rimanere incinte dei demoni. Mi sono chiesta... e se non fosse stata solo Clary a berla?
Una storia d'amore che darà vita a una nuova generazione, una in cui il sangue degli angeli e quello dei demoni mescolato insieme sarà capace di rivoluzionare i vecchi pregiudizi di Cacciatori e Nascosti.
Dal prologo:
Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Per la mia famiglia




Quando Magnus le aveva chiesto di passare da casa sua per recuperare Alec, che per qualche motivo non rispondeva al telefono, Clary aveva acconsentito subito con un sorriso. Magnus, con i suoi vestiti stravaganti e la parlantina sciolta, si era fatto voler bene in fretta e Clary, con tutto quello che le era capitato ultimamente, era estremamente grata di poter contare su un amico simile.

Ma non era solo per fargli un favore che gli aveva dato l'okay: era un po' preoccupata anche per l'altro suo amico, quello più scorbutico e riservato, che di solito rispondeva dopo appena uno squillo nel timore perenne che ci fosse un problema e qualcuno si facesse male - solitamente, toccava a Jace il compito di far preoccupare a morte quel santo di Alec. Inoltre, Magnus non poteva muoversi e lei era l'unica ad avere la capacità di creare un portale e contemporaneamente fosse ammessa nella casa dello stregone senza che le barriere magiche impostate dallo stesso tentassero di friggerla viva.

Lo stregone era stato chiamato d'urgenza in ospedale dalla sua amica Catarina, poiché Luke, il patrigno di Clary, durante una ronda del suo turno alla centrale si era beccato una pallottola che gli aveva sfiorato un polmone.

Lei era stata subito avvertita, ovviamente, ed era corsa al suo capezzale dove aveva trovato i due stregoni intenti a operare la loro magia per salvargli la vita.
Non avrebbe sopportato di perdere anche lui.

Magnus però l'aveva rassicurata: -Lui è un alfa, biscottino, un lupo mannaro molto forte, se la caverà senza conseguenze. Abbi solo un po' di pazienza e fagli fare una buona dormita.-

Catarina era dovuta correre da altri pazienti, ma lo stregone non avrebbe potuto muoversi dal fianco di Luke ancora per un po', perciò le aveva chiesto il favore di andare ad avvertire il suo Alexander - probabilmente, anche per farla distrarre e farle prendere una boccata d'aria fuori dalla sala d'aspetto in cui era rimasta per ore in prega ad un'ansia tenace, che le si era aggrappata all'anima con degli artigli crudeli.

Da quando aveva perso sua madre, Luke era l'unico genitore che le era rimasto. Valentine era morto, ucciso dalle sue stesse mani e nonostante il fatto di non provare alcun rimorso un po' la spaventasse, nemmeno ci perdeva il sonno: quell'uomo non era suo padre più di quanto un donatore di seme non lo fosse dei bambini che nascevano con la tecnica dell'inseminazione artificiale. Era stato Luke a crescerla, ad amarla e proteggerla. Era Luke che aveva amato sua madre sopra ogni cosa.

Era Luke ad essere suo padre.

Nel giro di due mesi la sua vita era stata completamente stravolta, ma se qualcosa era rimasto lo stesso era proprio il suo rapporto con il poliziotto, solo che adesso il fatto che ogni tanto si ricoprisse di pelo non era più un segreto.

Avrebbe cercato un modo adeguato per ringraziare i due stregoni per averlo salvato - di nuovo. A parole non riusciva a esprimere la sua gratitudine quanto avrebbe voluto, ma in confronto a quello che avevano fatto per lei si sentiva terribilmente in difetto. Magari avrebbe fatto loro un regalo.

Senza nemmeno accorgersene, concentrata com'era nei suoi pensieri, era arrivata a destinazione.

Bussò piano alla porta, credendo che Alec fosse già sveglio e che con i suoi sensi sempre vigili la sentisse senza problemi, ma poi ci fu un tonfo sospetto dall'altro lato della porta e l'istinto la portò ad agire prima che il suo cervello elaborasse del tutto l'informazione.

Tirò un calcio al battente in legno, sfondandolo; brandì una lama angelica in una mano e tenne pronto lo stilo, ma quando entrò vide solo il suo amico a terra, sdraiato su un fianco e vestito con una leggerissima tuta nera, il volto teso in un'espressione sofferente. 

Lasciò cadere entrambe le sue armi per correre da lui.

-ALEC!-

Niente, non la sentiva. Però respirava, non aveva ferite visibili, non c'erano tracce di combattimento né residui demoniaci...

Lasciò i ragionamenti a più tardi, decidendo che la cosa più saggia da fare fosse portare anche lui in ospedale, dove c'era Catarina e, soprattutto, Magnus.

Oh per l'Angelo, Magnus sarebbe impazzito di dolore se fosse successo qualcosa di grave ad Alec proprio mentre lui non c'era. Clary aveva imparato a conoscerlo abbastanza da sapere che nonostante fosse bravo a celarlo, nessuno si preoccupava della salute e sicurezza delle persone care quanto lui.

Provò a sollevare Alec, ma lei era più bassa del moro di quasi venti centimetri e pesava la metà di lui, che era un fascio di muscoli da capo a piedi. Nonostante tutti i suoi allenamenti, di certo non riusciva ancora a sollevare un metro e ottantacinque di Cacciatore a peso morto...

Le salirono agli occhi lacrime di frustrazione, che cercò di ricacciare indietro con la pura ostinazione: perché doveva accadere sempre qualcosa? Avevano appena finito una guerra che aveva rischiato di annientare l'intero mondo Nascosto, avevano subito perdite indicibili, sarebbe dovuta esserci un po' di pace ormai, demoni di routine a parte.

Nello stesso giorno, invece, veniva avvertita che l'uomo che amava come un padre aveva rischiato grosso e assisteva in prima fila al misterioso malore di quello che aveva iniziato a considerare uno dei suoi migliori amici.

Perché sì, erano partiti decisamente con il piede sbagliato, Alec era stato distaccato, scorbutico e diffidente con lei, ma come poteva dargli torto? Una mondana qualunque si rivela in realtà una Shadowhunter dichiarando di esserne ignara, scopre di essere la figlia del più grande criminale dell'ultimo secolo della storia dei Cacciatori e l'unica ad aver la possibilità di recuperare la Coppa Mortale, praticamente il cimelio più importante dei Nephilim.

Vista nell'ottica del soldato con cui era stato cresciuto Alec, era stato anche fin troppo gentile con lei.

Jace e Isabelle le avevano spiegato la situazione dal punto di vista di Alec, un po' alla volta, quando avevano visto che la diffidenza del ragazzo rischiava di minare le dinamiche di gruppo, e lei si era ritrovata non solo a capirlo, ma persino a condividerne le opinioni - non tutte, ovviamente, e non che questo l'abbia mai fermata dall'agire sempre e comunque secondo la propria coscienza e il proprio cuore.

Però aveva iniziato a rispettarlo e ammirarlo perché, nonostante tutto, lui l'aveva aiutata, sempre. Aveva brontolato e protestato, ma non le aveva mai davvero negato il suo aiuto. Ed era facile aiutare un amico o una persona che ti piace, ma ci voleva un cuore davvero buono per aiutare una persona che odi. E Clary, non aveva dubbi in merito, era stata odiata davvero molto da Alec, in principio, soprattutto per via di Jace.

Con il tempo però, anche lui aveva iniziato a rispettarla. 

Clary si era quasi rassegnata ad accettare la sua muta approvazione come il massimo del rapporto che potesse avere con il maggiore dei Lightwood, ma sapeva di essersi affezionata molto a quel gigante che usava parole taglienti per nascondere un cuore forse troppo generoso.

Jace era fiducioso che in realtà il suo parabatai ormai fosse affezionato a lei come a una seconda sorella, ma Clary non voleva sperarci troppo nonostante le rassicurazioni del suo amato ragazzo.

Il suo Jace... quanto avrebbe voluto che fosse lì con lei, ma era stato mandato in missione con Izzy un paio di giorni prima e sarebbe tornato a New York solo l'indomani.

Facendosi forza con il pensiero del ragazzo che amava più di se stessa, si tracciò la runa della forza, sollevando, con ancora un pizzico di difficoltà, il corpo inerme del suo amico, lanciandosi poi dentro un portale che aveva aperto con tutte le energie che le erano rimaste in corpo.

Alec si occupava sempre di lei, di Jace, di Izzy e di tutto l'Istituto, teneva sotto controllo il Mondo Invisibile di tutta New York a soli diciotto anni... Clary lo rispettava per questo, ma la consapevolezza che anche lui avesse qualcuno - che avesse Magnus - a proteggerlo la feceva sentire indicibilmente sollevata.

Adesso ti porto da Magnus, non preoccuparti. Lui si prenderà buona cura di te come sempre, come fa con tutti noi, come ha fatto con te fin dal principio e come farà per sempre.

Mentre attraversava il portale, non potè impedirsi di riflettere sul fatto che quei due avessero lo stesso, identico istinto protettivo verso tutti loro.

E se era vero che Clary ormai aveva solo Luke come genitore, era vero anche che la sua famiglia era diventata molto più numerosa: il moro svenuto che stava cercando di portare dal suo compagno perché lo curasse ne faceva parte.

E non c'era niente che lei non avrebbe fatto per la sua famiglia.




 
  
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