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Autore: martaweasley    03/05/2019    1 recensioni
Sono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete?
Così ho ideato un piano, cercherò la mia anima gemella, tra i miei amori platonici, amori del passato ai quali non mi sono mai dichiarata. Sono sicura che l'amore della mia vita sia tra loro.
Dal testo:
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?»
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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11. Oh Holy Zeus




«Oh Santo Zeus...» è l'unica cosa che riesco a dire, ricordandomi quella scena. Ora sono a casa sul mio letto e questa giornata è stata una delle più strane e sfortunate della mia vita.

Certe cose succedono. 
Capitano e basta, non puoi fare nulla per impedirlo, specialmente se la sfiga ti perseguita sempre e ovunque. 
Ovviamente, non mi aspettavo nulla del genere. 

Ma ci arriveremo passo per passo. 
Quindi torniamo a stamattina.

Mi sono svegliata di buon umore, cosa che capita pochissime volte, quasi solo la mattina di Natale. Ho fatto colazione canticchiando, mi sono preparata ballando pensando al bellissimo pomeriggio che avrei passato. Lucy e Susan mi guardavano sorridendo, si sono messe anche loro a cantare, è perché no? Eravamo tutte felici. Susan aveva Dylan, Lucy si stava frequentando con Richard ed io avrei visto Matthew. Niente poteva rovinarmi la giornata o così pensavo.

Appena uscita di casa finii con il piede in una pozzanghera. A quanto pare aveva diluviato tutta la notte ed io stupidamente non avevo guardato fuori dalla finestra per vedere che tempo ci fosse. Sapete perché? 
Perché credevo, scioccamente, che visto il mio insolito buon umore mattutino ci sarebbe stata una bella giornata. Sole, arcobaleno e uccellini che cinguettano. 
Invece no, c'era freddo, vento e il mio piede fradicio.
Ero già in ritardo per la prima lezione, quindi ignorai la cosa e andai avanti per la mia strada.
Dopo cinque minuti iniziò a piovere, io non avevo l'ombrello, perché come ho già detto credevo ci fosse una bella giornata. Pensavo che Madre Natura volesse rispecchiare la mia gioia, ma no, lei doveva far piovere.
Mi venne la geniale idea di prendere l'autobus per raggiungere l'università più in fretta e più asciutta possibile, di solito faccio la strada a piedi, ma questa mattina era impossibile.
Sull'autobus mi ritrovai schiacciata tra un signore sudatissimo, puzzava di marcio e di cane bagnato, l'altro invece, all'inizio mi era sembrato normale, ma poi iniziò a parlare da solo. Non è tutto, no per carità, il signore Parlo Da Solo, starnutì e si soffiò il naso sulla sua mano per poi asciugarla sul palo vicino a me. Piuttosto sarei caduta che tenermi a quel coso sporco e pieno di germi. Per fortuna non avrei dovuto fare tante fermata, una volta scesa dall'autobus corsi all'interno dell'università. Gli studenti nei corridoi iniziavano a diminuire, molte lezioni erano già iniziate. Speravo tanto che Midge mi tenesse un posto, così da non dover stare in piedi. Quando raggiunsi l'aula, ovviamente i posti erano tutti occupati, e solo cinque ragazzi erano in piedi come me. Cercai Midge con lo sguardo, ma c.'erano talmente tanti studenti che feci fatica a trovarla. Una volta trovata lei mi sorrise, per poi indicarmi il ragazzo carino che si era seduto affianco a lei. Non potei fare altro che roteare gli occhi al cielo, sedermi per terra e ascoltare la lezione così. Se non altro sarei stata la prima ad uscire e raggiungere l'altra aula.
Non era una delle migliori mattinate, pensate che mi ero alzata cantando, un po' come Tracy nel film Hairspray, oppure Mitchie in Camp Rock.
La lezione dopo, letteratura francese, andò meglio tranne per il fatto che la ragazza affianco a me masticava la gomma rumorosamente. Ad un certo punto ero quasi tentata di strappargliela dalla bocca.

Midge sulla strada della caffetteria dove avrei pranzato con lei, prima di raggiungere Matthew, mi racconto del magico bacio di Ashton. A quanto pare lui era un bravissimo baciatore e l'aveva volta di sorpresa, non si aspetta un bacio così appassionato. 
Per fortuna riuscii a farle cambiare argomento e al nostro tavolo si aggiunse Jacob, un altro nostro compagno di università, non avevamo molte lezioni in comune, peccato era molto simpatico. 

-----

Questa volta raggiunsi casa di Matthew più in fretta e con un po' più di sicurezza. 
Non vedevo l'ora.

Sulla via mi fermai a prendere delle mini ciambelle, adoro quelle con sopra la glassa al caramello.
Sembrava che la sfortuna mi avesse abbandonato, come mi sbagliavo.

«Ciao Anne, sono così contento di vederti! Entra pure, ho già preparato il té, per te l'ho usato la bustina di tè alla vaniglia, so che ti piace» mi disse accogliendomi in casa e prendendomi la giacca e la sciarpa. Il fatto che si fosse ricordato il mio té preferito mi rese così felice, so lo era ricordato!
«Grazie Matthew, io comprato alcune mini ciambelle, ci sono al cioccolato, fragola e caramello» risposi aprendo il pacchetto e appoggiandolo al tavolo affianco al computer, il quale era già accesso. Aveva già preparato tutto per il mio arrivo, era stato così carino.
«Adoro quelle alla fragola» disse prima di andare in cucina a recuperare le tazze e poi sedersi affianco a me sul divano.
«Pronta per vedere Friends?»
«Si, ovviamente»

Avevo proprio bisogno di Friends, té e ciambella al caramello per dimenticare la brutta mattinata, ah ovviamente anche di Matthew, lui era riuscito subito a mettermi di buon umore, solo sorridendomi.
Il pomeriggio fu talmente perfetto che dimenticai in fretta delle sventure accadute la mattina. Matthew ad un certo punto prese un coperta per me, si era accorto che avevo freddo, che gentile. Siamo rimasti seduti vicino, sotto la coperta, su quel comodo divano per due ore senza accorgerci del tempo che era passato.
Dopo sette puntate decidemmo di fare una piccola pausa.
Iniziammo a parlare di noi da piccoli, di come mi ero procurata un bernoccolo sulla fronte quando avevo quattro anni andando a sbattere la testa contro il termosifone. Lui invece mi raccontò di una cicatrice che aveva sulla spalla, se l'era procurata tuffandosi dagli scogli. 
Poi scoprimmo di essere andati nello stesso liceo, per "scoprimmo" intendo "lui scoprì", perché io ovviamente lo sapevo già.

«Peccato non esserci già conosciuti a quei tempi» mi rivelò tra un aneddoto e l'altro.
«Si, un vero peccato, però al meno ci siamo conosciuti ora»
Lui annuì sorridendomi, un meraviglioso sorriso.
«Ti va di fermati a cena da me? Potremmo ordinare una pizza o del cibo cinese, poi guardare un film» chiese guardandomi dritto negli occhi, era uno sguardo così intenso, che feci fatica a non abbassarlo. 
Rimasi piacevolmente sorpresa, accettai senza dubbi.
Nella mia testa sentivo la voce di mia madre: "Ti sei fermata a cena da lui? Sai dove portano queste cose tesoro?". La ignorai e tornai ad ascoltare Matthew, ora mi stava raccontato di quando una volta a scuola aveva saltato una lezione ed era stato beccato dal professore.

«Quindi pizza o cinese?»
«Pizza» risposi senza esitazioni.
«Allora ordiniamola così tra venti minuti è pronta e la vado a ritirare»
«Ma sono solo le cinque e mezza del pomeriggio» gli feci notare, ma lui mi sorrise per poi aggiungere: «Vuoi dirmi che non hai fame? Non hai voglia di pizza?»
«Hai ragione, ordiniamola!»
Dopo qualche minuto lui mi disse che sarebbe tornato in un quarto d'ora e che intanto potevo fare come se fossi a casa mia.
Una volta uscito iniziai a vagare per la sua casa. Camera sua non era grandissima, leggermente più piccola della mia, ma molto più ordinata. C'era un letto da una piazza e mezzo vicino alla finestra, le lenzuola erano a quadrati blu e bianchi, una grande scrivania piena di libri e una fotografia di Matthew con la sua famiglia. Ovviamente c'era un armadio e uno specchio affianco ad esso, era esattamente come mi immaginavo la sua camera.

Sì, ho immaginato la sua camera.

Ad un certo punto sentii dei rumori all'esterno, sembrava che qualcuno stesse grattando contro la porta d'ingresso.
Un ladro? Oddio e se un ladro fosse veramente la fuori e stesse cercando di aprire la porta?
Dovevo mantenere la calma, Matthew sarebbe tornato tra qualche minuto.
Non c'è nessun ladro.
Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta, sembrava quasi che stesse cercando di abbatterla.
Perché Matthew non aveva lo spioncino?
Cosa avrei dovuto fare?
Chiamare Matthew? La polizia?
Bussò di nuovo, ancora più forte, non poteva essere Matthew, lui si era portato le chiavi.
Dopo qualche minuto presi la prima cosa che trovai, una centro tavola, e mi avvicinai di soppiatto alla porta.
Riuscii a sentire la voce di qualcuno, non capivo cosa diceva, ma sicuramente non era Matthew.
Morirò presto, lo so.
Poi, all'improvviso, sentii la voce della persona sospetta gridare: «Matthew!» 
Probabilmente era ritornato con le pizze. E se Matthew e le pizze fossero in pericolo?
«Cosa ci fai qui?»
«Dobbiamo parlare, lo sai» rispose la persona sospetta, cosa dovevo fare? Continuare ad origliare, aprire la porta oppure tornare sul divano?
«Ora sono occupato» rispose Matthew, ma poi sentì qualcuno dare un colpo al muro. Forse la persona sospetta aveva colpito Matthew, cosa stava succedendo?
Presi coraggio e stringendo il centro tavolo a forma di delfino, pronta ad usarlo come arma per difendere Matthew, aprii la porta.

«Matthew, ti salvo...»

Rimasi bloccata, ommioddio! 
Stava succedendo davvero? 
Era tutto vero?

Matthew era contro al muro e si stava baciando appassionatamente con un ragazzo. I due non si erano nemmeno accorti di me, continuavano a stringersi l'uno all'altro, baciandosi come avevo visto solo nei film,
Quindi Matthew non era stato colpito e non era in pericolo, anzi stava benissimo.

«Oh... Santo Zeus..» mormorai e questa volta i due ragazzi si accorsero di me. Entrambi avevano le guance rosse e il fiato corto. 
Il presunto ladro mi guardava con aria confusa come io d'altronde guardavo lui. 
Matthew sembrava super imbarazzato e se ne uscì con: «Che ne dite di entrare in casa e mangiare la pizza?»









 

Ed è finito un altro capitolo!

Allora ve lo aspettavate? Oppure avete reagito come Anne?

Cosa succederà ora?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

 
   
 
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