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Autore: Dreamer47    03/05/2019    1 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 8.
Unforgiven (Parte I).




Lo sguardo vitreo e pensieroso che lanciò verso la strada dalla finestra del motel le fece capire che quella non sarebbe stata una bella giornata; nonostante il sole splendesse alto nel cielo e non ci fosse neanche l’ombra di una nuvola nera, Hailey sentiva una brutta sensazione dritta nel centro del petto e sul lato del cuore. 
Era una cosa da Cacciatrice e, di qualsiasi cosa si trattasse, si sarebbe avverata. Come sempre le era successo in tutta la sua vita. 
Cercò di pensare a qualsiasi altra cosa, meno che a quel bruciore al petto che l'accompagnava da quando aveva aperto gli occhi nel letto di quel motel: la sera precedente si era davvero spaventata quando lei e Sam non erano riusciti ad entrare dentro la scuola, mentre Dean e Katherine erano rimasti bloccati li dentro. 
Pensavano che non ce l'avrebbero fatta a sfuggire alla furia omicida di quei due fantasmi che non avevano fatto altro che mietere vittime nelle settimane precedenti, ma quando le porte inspiegabilmente si aprirono ed entrarono all'interno della scuola, di certo non si sarebbe mai aspettata di vedere una scena simile. 
Quando lei e Sam avevano raggiunto i rispettivi fratelli, pensavanno di trovarli feriti gravemente o peggio, ma quando spalancarono la porta dell'aula di musica gli si scaldò il petto dall'emozione; Haiely aveva avuto serie difficoltà a lasciare andare Dean due anni prima, ormai era come un fratello e non poteva credere che se ne fosse andato senza neanche salutarla. Quando l'aveva rivisto steso su quel lettino a casa di Samuel, inconscente per via del veleno iniettato dai Djin che volevano prenderlo e da cui lei e Sam l'avevano salvato, non si sentì più arrabbiata: era così felice che fosse tornato che, per un attimo, le sembrò che tutto fosse tornato come prima.  
Sam era tornato dalla gabbia, Dean stava con loro a discutere di un caso e Katherine stava per tornare da una caccia. Sapeva quanto sarebbe stato imbarazzante per loro, ma Haiely sperava tanto che trovassero una via d'uscita per tornare insieme. 
Voleva bene ad entrambi e voleva che le cose si sistemassero. 
Li aveva osservati durante quei mesi, li aveva visti riavvicinarsi e tornare quasi in sintonia, per poi distruggere tutto ancora una volta senza un'apparente motivazione valida. 
Katherine aveva ancora troppa paura di ferirsi una seconda volta per accettare di riprovarci; non la biasimava, dato che anche lei c'era passata con Gabriel e con Sam, ma continuava a spronarla a dare a Dean una seconda possibilità. 
Quando li vide in quella scuola, abbracciati e intenti a darsi uno di quei baci che ti scaldano il cuore, si sentì così felice, perchè finalmente sua sorella aveva ascoltato il suo consiglio e sarebbe stata di nuovo completa. 
Quei ricordi furono spazzati via quando sobbalzò percependo il tocco di due forti braccia afferrarle la vita e stringerla forte, mentre Sam appoggiò con dolcezza la testa sull’incavo del suo collo; con un gesto spontaneo, Hailey piegò il viso all’indietro e gli scoccò un bacio sulla guancia, stringendo le mani incrociate del ragazzo fra le sue e sorridendo felice. 
“Non puoi neanche immaginare quanto mi sei mancato..”. 
Il ragazzo sorrise amaramente udendo quelle parole e le baciò il collo, respirando il suo odore e stringendola più forte fra le sue braccia; separarsi non era stato facile, specialmente senza un addio com’era successo a loro. 
Nonostante la ragazza avesse trascorso gli ultimi due anni con Sam, le sembrava di non vederlo da secoli. Quello con cui era stata non era il vero Sam, ma la versione più brutta di lui. 
“Adesso proveremo ad avere una lunga e felice vita insieme..” sussurrò Sam stringendola ancora e baciandole il collo. 
Hailey si voltò e sorrise, gettandogli le braccia al collo e sollevandosi sulle punte per baciarlo con passione, arpionando le sue mani sui suoi capelli ed attirandolo di più a se; si staccò con il fiato corto e appoggiò la fronte contro quella del ragazzo, che sorrise e le prese il viso fra le mani. Si guardarono negli occhi per un lungo lasso di tempo, che pareva scorrere lento in quel momento, e la donna sperò dentro di se che Sam non ricominciasse con le domande con cui la stava tempestando in quel periodo, perchè davvero non avrebbe più saputo come rispondergli. 
Ne avrebbe dovuto parlare con Dean e Katherine, chiedere una loro opinione e cercare di proporre un fronte unitario, qualore il minore dei Winchester decidesse di cambiare bersaglio e provare a fare parlare uno di loro due; Hailey si sentiva così stanca di mentirgli, ma sapeva di non poter fare altro. Morte era stato chiaro: il muro non sarebbe dovuto crollare per nessun motivo, altrimenti la parte danneggiata dell'anima di Sam sarebbe riemersa dentro di lui, e con essa anche tutti i ricordi legati alla gabbia. 
“Cos’hai fatto durante questi due anni?” Chiese il ragazzo sorridendo appena, carezzandole il viso con un gesto delicato.. 
“Ancora?" cheise Hailey sgranando leggermente gli occhi e sospirando. "Sono stata a caccia, te l'avrò detto almeno un cen..”. 
Sam non la lasciò finire di parlare, sollevando un sopracciglio e fissandola con aria accusatoria, come se stesse parlando con uno dei sospettati di un crimine. 
“E poi..?”. 
“Nient’altro..” rispose la ragazza facendo spallucce, scuotendo la testa e sciogliendo l'abbraccio. 
“Tu mi guardi come se.." sussurrò Sam sospirando ed avvicinandosi leggermente. "..fossi un’altra persona”. 
“Ti guardo così perché ti ho creduto morto per quasi due anni; ti sei sacrificato per tutti ma adesso eccoti qua!" esclamò Hailey allargando le braccia e fissandolo di rimando, mentendo bellamente. "Ti sembra strano che io ancora non riesca a crederci?!". 
Sam la guardò negli occhi a lungo e scosse leggermente la testa: forse aveva ragione lei e si stava immaginando tutto, o forse il ragazzo aveva avuto l'intuizione giusta e capiva benissimo che tutti intorno a lui gli mentissero. 
"Scusami.." sussurrò il ragazzo sospirando, avvicinandosi nuovamente e baciando la donna davanti a lui sulla tempia, scompigliandole leggermente la testa.   
Fu quello il momento in cui decise cosa avrebbe fatto da li a breve: se nessuno di loro aveva intenzione di dirgli la verità, Sam avrebbe chiamato qualcuno pronto ad aiutarlo. 
Il ragazzo osservò Hailey prendere dal suo borsone degli indumenti puliti, dei vestiti comodi per quella giornata, e la vide entrare in bagno per fare una doccia; a Sam sembrò di avere una giornata fortunata perchè sapeva benissimo che la donna avrebbe aperto la porta dopo almeno una mezz'ora. 
Così Sam sospirò e chiuse gli occhi, seduto su una delle sedie della stanza del motel e provò ad invocarlo mentalmente.  
Lo chiamò così intensamente che gi sembrò di ripetere una litania nella sua testa. 
Castiel? Mi sentii? Ho bisogno di parlarti. 
Castiel? 
Dopo davvero pochi secondi sentì il fruscio delle ali e l'angelo con il trench materializarsi dentro la loro stanza, sgranando gli occhi con felicità ed andandogli incontro con un grande sorriso, contento sinceramente che lo avesse chiamato. 
"Sam!" esclamò Castiel sorridendo, avvicinandosi con entusiasmo e stringendolo in caloroso abbraccio a cui Sam non oppose resistenza e che ricambiò. "È così bello vederti finalmente!". 
"Cass.." rispose l'uomo ricambiando la stretta e il sorriso, per poi sciogliere l'abbraccio e guardarlo con felicità negli occhi. "È lo stesso per me". 
"Come stai?" chiese l'angelo dandogli una leggera pacca sulla spalla. 
"Bene, molto bene, grazie Cass.." sussurrò Sam sorridendo imbarazzato, abbassando lo sguardo per qualche secondo. "Anche se mi sento ancora un pò scosso perchè mi hanno raccontato la verità, tutto ciò che è successo in questi due anni..".  
"Lo so, non pensavo che saresti sopravvissuto onestamente!" esclamò Cass facendo spallucce, guardandolo con la sua solita aria seria. "Sapevo cosa Dean e Katherine stessero facendo e non ero d’accordo! Li avrei supplicati di non farlo, ma al momento non prestano molta attenzione alle mie parole”. 
"Si, certo, lo so; ti capisco Cass..". 
I due uomini rimasero a guardarsi negli occhi  per qualche secondo e Sam vide nascere in quelli dell'angelo un pò di curiosità che ancora non si spiegava, mentre nei suoi albergava un leggero imbarazzo. 
Forse non avrebbe dovuto chiamare proprio lui, in fondo stava pur sempre lavorando con Crowley e Dean aveva deciso di chiuderlo totalmente fuori dalle loro vite, nonostante soffrisse all’idea di stargli lontano poiché era ormai diventato un membro effettivo della loro famiglia. 
“Che effetto fa?" Chiese l’angelo interrompendo il flusso dei pensieri del giovane, che si appoggiò al piccolo tavolo con le anche e con i palmi delle mani, mentre un’espressione confusa si disegnava sul suo volto. 
"Cosa?". 
"Riavere l’anima" rispose Castiel accennando un sorriso. 
Sam sentì il sangue gelarsi nelle vene per qualche secondo e sgranò leggermente gli occhi, cercando però di non farsi notare dall’angelo per ottenere da lui più informazioni possibili. 
Si sentì invaso da una moltitudine di sentimenti e sentì gli occhi pizzicare; serrò la mandibola ed abbassò lo sguardo, sentendo la tristezza, la malinconia e il dispiacere prendere possesso di lui.
Era quindi questo ciò che la sua famiglia gli teneva nascosto? 
Aveva vagato per due anni sulla terra senza un’anima e senza provare alcun sentimento? 
Deglutì a fatica e ricordò quante volte fosse stato in contatto con persone senza la loro anima, sapeva cosa volesse dire: essere freddi, non curarsi della vita delle persone, non saper più distinguere fra bene e male. 
Si schiarì la voce e accennò un breve sorriso, annuendo leggermente e distogliendo per qualche secondo il suo sguardo da quello dell’angelo. 
"Bene Cass, proprio bene” rispose continuando a sorridere, sentendosi però molto a disagio. “Ma sono ancora confuso su alcuni particolari..". 



La suoneria predefinita del cellulare di Katherine prese a suonare e a diffondersi all’interno della loro stanza del motel, facendola sussultare e allungare immediatamente una mano verso il comodino, come un riflesso inconscio. 
La sveglia segnava le 6 e 20 del mattino, chi diavolo poteva mai chiamare così presto? 
“Pronto?”. 
La ragazza non aveva neanche prestato attenzione al nome spuntato sullo schermo del suo cellulare, aveva solamente pigiato su tasto verde per rispondere e se lo era portato all'orecchio. La sua voce era ancora impastata dal sonno e si cominciò a sentire parecchio irritata con chiunque fosse dall'altro capo del telefono, fin quando il suo interlocutore pronunciò delle parole che la fecero svegliare del tutto.
 
Istintivamente sorrise quando capì di chi si trattasse e si rilassò nel letto, stiracchiandosi leggermente e tenendo ancora gli occhi. 
“Si, ho detto di sì..” disse Katherine sospirando, ridendo teneramente e tenendo il telefono vicino al suo orecchio. “Jud, vedrai che andrà bene! Ricorda da chi hai preso i neuroni... oh, ma come osi piccola ingrata!”. 
Rise ancora e chiuse la chiamata con sua figlia dopo averla rassicurata per qualche altro momento e posò il telefono di nuovo al suo posto sul comodino, stiracchiandosi ancora e voltandosi nella direzione opposta. 
Notò il ragazzo accanto a lei con ancora il torso nudo, coperto solamente da un lenzuolo, intento a guardarla con un sorrisino sulle labbra; Katherine non ci pensò due volte e si avvicinò di scatto, carezzandogli il viso con gentilezza. 
“Buongiorno”. 
Dean si avvicinò lentamente e le schioccò un bacio sulla guancia, per poi dirigersi sulle sue labbra e baciarla con passione e trasporto, tanto che Katherine si staccò con una risata e si coprì istintivamente con la coperte. 
“Buongiorno..” rispose Dean sorridendo, carezzandole il viso ancora una volta. “Che ore sono ?”. 
“Sei e mezza del mattino”. 
“Era Judith al telefono?” Chiede l’uomo aggrottando le sopracciglia e passandosi una mano sul viso, cercando di svegliarsi del tutto. 
“Si, ha un esame oggi e cercava un po’ di conforto” sussurrò la ragazza sorridendo amaramente, conscia di star perdendo tappe davvero importanti della vita di sua figlia. 
Però se veniva ripagata con le vite che salvava ogni giorno, allora lo avrebbe accettato senza fiatare. 
“Come stai?” Chiese con un sussurro il ragazzo, appoggiandosi su un fianco e prendendo a carezzarle delicatamente il viso, per poi scendere fino ai fianchi. 
“Benone!” Esclamò la ragazza senza neanche rifletterci su, mentre un grande sorriso le si dipinse sul viso. “E tu?”. 
Dean ricambiò il sorriso e si morse il labbro, rispondendole come gli riusciva meglio: si avventò ancora una volta sulle sue labbra con passione e si mise sopra la donna scendendole a baciare il collo, per poi risalire; era ancora mattina presto, avrebbero avuto tutto il tempo per svegliarsi con calma e dedicare un po’ di tempo a loro stessi. 
Dopotutto se lo erano meritato. 



Il caffè di cui necessitavano per cominciare la giornata fumava sul loro tavolo all’interno della tavola calda a pochi passi dal motel, mentre la cameriera portava un piatto dietro l’altro nella loro direzione: Dean doveva essere davvero affamato quella mattina, dato che aveva ordinato quasi tutto quello che si trovasse sul menù. 
Katherine non fu da meno, condivise ogni pietanza con il ragazzo, sebbene avesse detto un no categorico all’inizio; Hailey e Sam chiacchieravano invece dell’assurdità del caso appena concluso, sorseggiando il loro caffè. 
Avevano già dato pace ad un fantasma in modi alternativi quando erano impossibilitati a bruciarne le ossa, ma quello era stato davvero strano. 
Essere posseduti dai fantasmi e pensare, agire come loro era stata tutta un’altra storia. 
Sebbene Sam fosse felice di stare con Hailey e che suo fratello e Katherine fossero tornati insieme, davvero non riusciva a smettere di pensare alla conversazione con Castiel. 
Come potevano non averglielo detto? Come potevano avere mentito così? 
Non sapeva quando sarebbe stato il momento, ma prima o poi avrebbe dovuto affrontare l’argomento con tutti loro per scusarsi e per trovare un modo di redimersi. 
Addentò un pezzo del suo pancake e deglutì, sforzandosi di sorridere, osservando i suoi familiari parlare fra di loro ed essere felice e per un attimo, Sam si sentì quasi tagliato fuori: non era certo colpa dei ragazzi, ma il minore cominciò a pensare che, dopo tutto ciò che avesse fatto, forse non se la meritasse tutta quella felicità. 
Il maggiore dei fratelli osservò il suo cambiamento di umore e gli diede un discreto calcio sotto il tavolo, facendolo trasalire e riportandolo alla realtà; lo fissò con aria interrogativa, chiedendosi cosa c’era che non andasse e Sam per tutta risposta gli fece un sorriso quasi sincero, non riuscendo però a convincerlo. 
Dean posò sul tavolo delle banconote, pagando il conto per tutti e si alzò dalla sua sedia, mettendo un braccio sulle spalle di Katherine ed attirandola leggermente a se, schioccandole un bacio sulla testa. 
Uscirono dalla tavola calda e il ragazzo si avvicinò al fratello, camminandogli accanto e continuando a guardarlo con lo stesso sguardo di poco prima, cercando di capire perché il suo fratellino avesse quell’espressione crucciata sul volto. 
Hailey si avvicinò alla sorella, trovandola sorridente nella sua direzione, e camminarono in silenzio per qualche secondo, avvicinandosi al motel. 
“Kath, io..”. 
La minore si voltò nella sua direzione e sorrise leggermente, sapendo di cosa volesse parlare ancora prima che aprisse la bocca. 
“Vuoi parlare ? Bene, parliamo: che ti piaccia o no, tu sei mia sorella e quindi posso dirti che sei stata una grande stronza a dire quelle cose senza avere paura che ti offenda. Hai toccato dei tasti dolenti per me: non dovresti vedermi come una minaccia, io voglio bene a Sam, ma non c’è altro ormai!” Esclamò Katherine facendosi seria e guardandola negli occhi. “E poi l'essere figlia di un demone: pensi che non mi spaventi? Pensi che non mi sia tormentata abbastanza con questo pensiero?! Io sono la figlia di Azazel ed è tremendo esserlo. Io lo detesto e se non lo avessimo già ammazzato lo cercherei per fargliela pagare”. 
Hailey annuì e si trovò perfettamente d’accordo con il discorso della sorella e sospirò, continuando a guardarla negli occhi, incassando il colpo con stile e sorridendo amaramente. 
Cercò di mettere in ordine le sue idee e le sue risposte, ma le parole le morirono in gola, sentendosi davvero in colpa per il modo in cui si fosse comportata con sua sorella, agento per paura e rabbia. 
“Comunque ho già dimenticato tutto Hailey, sta tranquilla..” sussurrò la ragazza sorridendo e dandole una pacca sulla spalla. “Adesso vado a preparare le mie cose, ci vediamo alla macchina fra poco”. 
La minore delle Collins si congedò e si incamminò verso il suo ragazzo, lasciando la sorella alle spalle: odiava rendersi vulnerabile, per questo non aveva permesso ad Hailey di parlarne e di scusarsi; ammettere di essere stata ferita era sempre stato molto faticoso per Katherine, esattamente come mostrare i suoi veri sentimenti. 
Arrivò silenziosamente vicino ai due fratelli lintenti a scambiare due chiacchere fra di loro appoggiati all’Impala, mentre Dean metteva su uno strano sguardo preoccupato, come se non gli tornasse qualcosa. 
Il maggiore seguì la donna nella loro camera con sguardo quasi assente, come se fosse su un altro pianeta e rimase in silenzio tombale per una manciata di minuti. 
Aprì la porta della stanza meccanicamente ed entrò, sedendosi sulla sedia con sguardo assente ed occhi vitrei, mentre con una mano si massaggiava una tempia ed analizzava la situazione, chiedendosi se davvero Sam sapesse qualcosa o se qualcuno glielo avesse detto. 
Conosceva bene suo fratello ed erano poche le cose che Dean non conosceva di lui, e sapeva benissimo che Sam non si comportava mai in quel modo, a meno che non nascondesse qualcosa. 
“Che c’è?” Chiese Katherine osservandolo per qualche secondo ed avvicinandosi lentamente, toccandogli delicatamente una spalla. 
“Cosa? Niente!” Esclamò Dean dopo qualche secondo, tornando alla realtà e scuotendo la testa, voltandosi verso di lei e sorridendo. “Va tutto bene”. 
Katherine ricambiò lo sguardo per qualche secondo ma non se la bevve, così si sedette sul bordo del letto e stirò le gambe, appoggiandosi con i palmi delle mani sul grande materasso, puntando il suo sguardo incredulo e accusatorio in quello del giovane seduto davanti a sè. 
“È per Sam?”. 
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e la guardò quasi perplesso, chiedendosi come avesse fatto a capirlo solo da un’occhiata e Katherine sorrise. 
“Ti ho visto parlare con lui prima e sembrava che fosse successo qualcosa”. 
“Sono un po’ preoccupato per lui in effetti” disse Dean sbuffando aria dal naso, sentendosi con un orribile sensazione sul petto. 
“Per la storia dell’anima? Morte ha fatto un buon lavoro”. 
“Ho paura che sia Sam a non fare il bravo e a non grattare il muro..” sussurrò l’uomo sospirando, muovendo nervosamente la gamba destra e sentendo la paura montare dentro di se solamente all’idea che suo fratello potesse ricordare. 
Katherine sorrise teneramente osservando quella scena e si alzò dal letto, avvicinandosi al ragazzo e sedendosi sulle sue gambe, carezzandogli il viso lentamente; l’uomo ricambiò la stretta, posizionando entrambe le sue mani sui suoi fianchi, attirandola più vicina. 
“Dean ascoltami, Sam è tornato, Hailey ed io ci parliamo di nuovo, noi due siamo tornati insieme..” sussurrò Katherine sorridendo, continuando a carezzargli il viso appena barbuto. “Andrà tutto bene: cosa potrebbe andare storto dopo tutte queste cose belle?". 
Dean si lasciò contagiare dal sorriso smagliante della donna, lasciandosi convincere che forse sarebbe potuto andare tutto bene per una volta nelle loro vite, e istintivamente si avvicinò per baciarla, mentre il cuore di entrambi prese a battere un po’ più velocemente. 
Dopo qualche secondo si allontanarono con un sorriso e Dean aprì la bocca per dire qualcosa, ma vennero interrotti dalla suoneria del suo cellulare che si diffuse per la stanza; imprecò mentalmente e infilò una mano nella sua tasca della giacca di pelle, estraendo il cellulare e rispondendo. 
Pochi secondi e parole coincise bastarono a smorzare quell’atmosfera appena creatasi, portando il ragazzo a chiudere gli occhi e a portare contro la sua fronte il telefono chiuso nel suo stesso pugno. 
“Cosa?” Chiede Katherine scuotendolo leggermente ed aggrottando le sopracciglia. 
Dean riaprì gli occhi e sospirò, posando il cellulare sul tavolo con poca delicatezza e la guardò con aria dispiaciuta; poco dopo sussurrò: “Era Bobby, ha decifrato il libro che noi due gli abbiamo portato dalla caccia ai draghi”. 
Katherine capì dalla sua espressione che non ne sarebbe uscito nulla di buono, così si alzò di scatto, stiracchiando leggermente la schiena. 
“Preparo le mie cose”. 



“Risale al 14 secolo ed è scritto in un latino indecifrabile. Ci vorrà davvero molto tempo per capire cosa diavolo c’è scritto qui sopra!” Esclamò Bobby rimanendo seduto al tavolo del suo salotto, sbuffando dal naso e versandosi dello Scotch nel suo bicchiere. 
Ci aveva impiegato quasi due settimane per decifrare le prime pagine di quel dannato libro dei draghi, ma adesso che aveva capito il codice con cui era stato scritto probabilmente sarebbe stato più celere nel completare la traduzione. 
“Bobby conosco quella faccia, che cos’hai letto?” Chiede Dean aggrottando le sopracciglia, appoggiandosi alla credenza con le spalle ed incrociando le spalle al petto. 
“La descrizione di un posto pieno di oscurità, peggio dell’inferno” continuò l’uomo tracannando il contenuto del suo bicchiere tutto d’un sorso. 
“Cosa c’è peggio dell’inferno?” Chiede Hailey aggrottando le sopracciglia, seduta sulla sedia dall’altro lato della scrivania, sfiorando quel libro e guardandolo con molta curiosità. 
“Ci sono degli esseri astuti e malvagi” rispose l’uomo sospirando ed allargando le braccia, come se non credesse neanche lui alle sue stesse parole. 
“Una terra dei mostri?” Chiese ironicamente Katherine con le braccia conserte e lo sguardo perplesso, appoggiata allo stipite della porta. “Mostroland?”. 
“Il purgatorio” rispose Bobby facendo spallucce e bevendo un altro lungo sorso di Scotch, non riuscendo a credere alle sue stesse parole. 
Sam sgranò gli occhi sentendo ciò che avesse appena detto l’uomo e rise nervosamente pensando che li stesse prendendo in giro com’era solito fare, ma quando incrociarono i loro sguardi, il ragazzo capì di starsi sbagliando; allargò le braccia e lo fissò con aria a metà tra lo stupore e l’ironia. “Aspetta, Purgatorio Bobby? Davvero?”. 
“Ragazzo mi limito a tradurre le pagine del libro, non invento nulla..”. 
“Quindi quei draghi che abbiamo cacciato Kath e io stavano giù nelle fogne per leggere un libro sul Purgatorio?” Chiede Dean aggrottando le sopracciglia, facendo qualche passo avanti e gesticolando con la mano sinistra. 
Non era colpa di Bobby, ma a lui sembravano tutte stronzate. 
“Leggevano delle istruzioni per aprirne la porta..” sussurrò l’uomo sospirando e facendo spallucce, versandosi un altro lungo bicchiere. 
“E come si apre?” Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia, continuando a sfogliare quel libro con dei segni indecifrabili. 
Bobby sospirò e roteò gli occhi, togliendo il libro dalle mani della ragazza e sfogliandolo con velocità fino a mostrare ai presenti il bordo di una pagina strappata completamente via; sbuffò aria dal naso e fece spallucce. 
“Il drago ha strappato quella pagina”. 
“Una volta aperta cosa succede ?” Chiede Katherine sciogliendo le braccia, rimanendo però appoggiata allo stipite. 
“Io credo che vogliano fare entrare qualcuno. È ripetuto più volte: la madre di tutte le cose” rispose l’uomo sbuffando ed allargando le braccia con stupore, chiudendo di scatto il libro e guardandoli ad uno ad uno. 
La loro pace non era destinata a durare: dopo aver rimesso l’anima a Sam, si saranno distratti per quanto? Due giorni ? 
Ecco che adesso avrebbero dovuto affrontare un altro genere di mostro, senza sapere quanto forte fosse o cosa volesse. 
Comandare il mondo? Distruggerlo, forse ? 
I loro pensieri furono interrotti dalla suoneria di uno dei telefoni, così Katherine si avvicinò alla sua borsa e infilò una mano per afferrarlo, estraendolo ed accennando un sorriso che non sfuggì ai presenti. 
“Samuel!” Esclamò la ragazza sorridendo, osservando i presenti cominciare a bisbigliare fra loro, mentre Dean l’osservava con un sopracciglio sollevato. 
“Certo! Nessun problema..” sussurrò Katherine annuendo. “Arrivo subito”. 
La donna fece scattare il dito sullo schermo, interrompendo la chiamata e ripose il suo telefono nella sua giacca di pelle poggiata vicino alla sua borsa, che si mise con un’agile scatto. 
“Cos’ha trovato Samuel?” Chiese Sam guardandola con sopracciglia aggrottate. 
“Un caso..” sussurrò vagamente Katherine afferrando la sua borsa e cercandovi le sue chiavi dell’auto. “..io vado ad aiutarlo!”. 
“Cosa? Non se ne parla nemmeno!” Esclamò Dean aggrottando le sopracciglia ed allargando le braccia, non capendo il motivo per cui la donna dovesse correre con tutta questa fretta da Samuel.
 
Il maggiore sentì che qualcosa non andasse, soprattutto per via di quel sorriso che Katherine aveva messo spuntato in seguito alle parole di Samuel. A cosa stava dando la caccia? 
“Lo ha trovato, vero?” Chiede Hailey alzandosi ed appoggiandosi con l’anca sinistra al tavolo. 
La minore delle Collins si morse il labbro inferiore e si torturò le dita, rimanendo immobile e spiazzata per la domanda della sorella; un leggero sorriso amaro si presentò sul suo viso, mentre una sensazione di malinconia la invase. 
“Si”. 
“Trovato chi?” Chiede Bobby aggrottando le sopracciglia, seguito dai due ragazzi. 
“Il figlio di puttana che mi ha uccisa a diciassette anni!” Esclamò Katherine con acidità, sbuffando dal naso e guardandoli con un mezzo sorriso sul volto. “Il vampiro”. 



Sgommò all’interno del campo base di Samuel sollevando con lo sfregare dei suoi copertoni la sabbia posta a terra e si avvicinò all’area parcheggio, che trovò molto affollata, posta molto vicino alla casa e fermò il suo amato Suv bianco: Katherine si sentiva così elettrizzata e carica di adrenalina che avrebbe anche scalato una montagna senza battere ciglio. 
Sapeva che lo avrebbe incontrato e che lo avrebbe ucciso una volta per tutte; quando aveva solamente diciassette anni ci aveva provato, ma era ancora troppo debole per affrontare uno del suo calibro, ma adesso ci sarebbe riuscita. Aveva sognato quel momento per tutta la vita e sapeva che nelle prossime ore avrebbe avuto la possibilità di sfidarlo, di finirlo. Non aveva mai provato tutta quella euforia in tutta la sua vita, fino a quel momento.  
Scese dal suo Suv sorridendo e guardò la sorella, con cui non aveva smesso di parlare per tutto il viaggio, lasciando trapelare quanto fosse elettrizzata per quella caccia e Hailey non potè che capirla. 
Notarono due fari squarciare il buio della notte avvicinarsi sempre di più al cancello della proprietà e capirono immediatamente che si trattasse di Sam e Dean; le due sorelle si scambiarono uno sguardo eloquente ed entrarono all'interno della casa, mentre il maggiore posteggiò la sua amata Impala proprio a fianco dell'auto della ragazza, notandola però deserta. Evidentemente non li avevano neanche aspettati per entrare, così come nel tragitto da casa di Bobby a quella di Samuel.  
Katherine aveva guidato come al suo solito, schiacciando il piede sull'acceleratore fino in fondo e sorpassando qualsiasi mezzo si mettese davanti a lei, e persino Dean fece fatica a starle dietro. 
Le due sorelle Collins si diressero a grandi passi verso la porta d'ingresso, che aprirono senza neanche bussare, trovando però la maggior parte della casa abbondantemente piena di cacciatori intenti a pulire le loro armi, creare proiettili e preparare i loro borsoni.  
Katherine ed Haiely si diressero verso la stanza di Samuel, bussando energicamente ed aspettando una risposta; la minore voleva tenere la mente occupata, non voleva pensare a quanto le facesse strano stare in quella casa senza che Cristian le ronzasse intorno, senza sentire le sue battutacce e il suono della sua risata.  
Era così abituata a stare con lui in quel luogo che non vederlo lì con lei le faceva tornare i brutti ricordi della notte in cui lo uccise e poi bruciò il suo corpo con il funerale dei cacciatori; non era più tornata lì da allora e sentiva ancora quanto la sua perdita facesse male.  
Quando la porta si aprì, le ragazze non si aspettarono un’accoglienza così calorosa come quella: Samuel si sporse ad abbracciarle con uno dei più grossi sorrisi mai visti e le due sorelle ricambiarono, stringendolo fra loro.  
“Ciao Samuel..” sussurrarono le due Collins sciogliendo l’abbraccio, sbirciando nella stanza e notando la moltitudine di armi che l’uomo stesse preparando per quell’attacco.  
"Allora, come lo hai trovato?" chiese Katherine impaziente, sentendosi molto eccitata per quella situazione. 
"Siamo bravi, tesoro" sussurrò Samuel accennando un sorriso, voltandosi e tornando a sistemare il suo borsone. 
"Siamo bravi?" chiese ironicamente Hailey allargando le braccia. "C'è un esercito di là". 
Dei passi alle loro spalle li distrassero per qualche secondo e l’espressione dell’uomo cambiò, rendendosi conto di avere davanti anche i suoi due nipoti; accennò un sorriso imbarazzato, soprattutto verso Sam, non aspettandosi completamente che le Collins li portassero con loro.  
“Allora nonnino, quando si parte per questa caccia?” chiese Dean entrando nella stanza con fare da sbruffone, prestando poca attenzione a suo nonno e guardandosi attorno alla ricerca di qualsiasi indizio. 
Durante il viaggio in auto, Dean aveva discusso con suo fratello su Samuel, rivelandogli i suoi forti dubbi e dicendogli che non si fidasse assolutamente di lui, ergo aveva bisogno di due occhi in più per trovare qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse smascherarlo e screditarlo agli occhi di Katherine ed Hailey. 
“Ragazzi, non mi aspettavo che sareste venuti anche voi" sussurrò Samuel sorridendo ancora, non riuscendo però a nascondere il disagio. 
“Non avremmo lasciato le ragazze da sole.." sussurrò Sam facendo spallucce, avvicinandosi ad Hailey e continuando a sostenere lo sguardo di suo nonno con sfida. 
“Come hai visto all'ingresso, non saranno sole! Nessuno di noi lo sarà..” rispose Samuel ridendo di cuore, voltandosi ed estraendo delle lunghe ed affilate asce da un baule. "Siete ancora in tempo per ritirarvi". 
"A proposito, perchè tutto questo entusiasmo per un solo vampiro?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia, osservando dei coltelli sulla sua scrivania e prendendone uno fra le mani, rigirandoselo. 
"Un vampiro?" chiese Samuel ridendo, scuotendo la testa. "E' un intero nido di quei succhiasangue maledetti". 
"E come fai a sapere che quello che hai individuato sia lo stesso che ha ucciso Katherine?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia. 
"Perchè è l'Alpha.." sussurrò Hailey sospirando e facendo spallucce. 
"Scusami?!" esclamò Dean aggrottando le sopracciglia e facendosi più serio, voltandosi verso la ragazza con aria interrogativa.  
"La lezione per i bambini la terrò più tardi, perciò lasciate che siano gli adulti a pensarci.." sussurrò Samuel sorridendo, togliendo dalle mani del ragazzo il coltello e mettendoselo nel borsone. 
“Non ti fidi proprio di noi, vero?” Chiese ironicamente il maggiore dei Winchester, ridendo ed avanzando nella stanza, beccandosi una gomitata fra le costole ed un'occhiataccia da parte di Katherine, che roteò gli occhi.  
“Non è vero, è solo non vi conosco.." sussurrò l'uomo voltandosi e fissando il suo sguardo in quello dei suoi nipoti, cambiando tono per la prima volta e sorridendogli sinceramente. "Almeno non come conosco loro”. 
Samuel aveva già dimostrato la sua parziale fiducia in Dean, quando quest'utlimo gli aveva chiesto di comportarsi come se non avesse mai conosciuto Sam e di non rivelargli tutto ciò che fosse successo in quei due anni di caccia con lui, dato che la sobrietà mentale del minore dei fratelli era tenuta insieme semplicemente da un muro eretto da Morte all'interno della sua anima completamente frastagliata e distrutta da Michele e Lucifero; Samuel capiva la situazione e giurò di non farne mai parola con Sam, e davvero non capiva perchè suo nipote maggiore ce l'avesse tanto con lui. 
“Ascoltaci, noi faremo quello che ci chiedi, seguiremo i tuoi ordini!" Esclamò Dean sorridendo sarcasticamente, mettendo su la sua faccia da poker migliore e tendendo una mano verso di lui. "Papà succhiasangue? Vogliamo esserci. Io mi fido di te”. 
Samuel ci pensò per qualche secondo e serrò la mandibola: erano i suoi nipoti, ma davvero non li voleva a cacciare con lui. Guardò brevemente Katherine ed Hailey che gli accennarono un sorriso di circostanza, imbarazzate anche loro, e sospirò, ricordandosi quanto quella caccia fosse importante per la minore delle Collins. 
Strinse con forza la mano del nipote e annuì, accennando un sorriso. 
Avrebbe potuto sopportare la loro presenza per una notte. 
Samuel raccolse il suo borsone ed uscì dalla stanza, seguito dai quattro cacciatori, ed intimò ad i suoi uomini di procedere verso le auto per andare verso il luogo da lui indicato; dopo un'ultima occhiata, Dean afferrò sotto braccio Katherine e la trascinò sul portico con un pò troppa forza, allontanandosi dai rispettivi fratelli e da chiunque potesse ascoltare la loro conversazione. 
"Che diavolo fai?" chiese Katherine dimenandosi e sfuggendo alla sua presa ferrea, tirando via il braccio. 
“Non mi fido di lui! Non ti sembra strano tutto questo? Lui chiama e tutti correte!" esclamò Dean continuando ad osservare quei cacciatori, almeno una ventina, uscire dalla sua abitazione e dirigersi verso le rispettive auto. 
"Dean, non cominciare!". 
La ragazza si voltò e fece per andare, ma l'uomo la riagganciò nuovamente, tirandola nella sua direzione e facendola voltare con forza verso di lui. 
"Dico solo che... tu ti fidi di lui?". 
"Ciecamente". 
Dean deglutì a fatica sentendo quella risposta e sospirò, non mollando però la presa su di lei; era frustrante per il ragazzo sentirla parlare in quella maniera. 
"Si, ma perché ? Cos'ha fatto per meritarsi la tua fiducia ?". 
"L'hai visto anche tu quando Castiel ci ha portati nel 1977! Samuel conosceva i miei genitori, loro si fidavano di lui, Deanna e Mary!" Esclamò Katherine sospirando ed allargando le braccia, sottraendosi alla presa del ragazzo per la seconda volta. "E poi.. Samuel c’era". 
"Cosa vuol dire ?". 
"Samuel è stato molto vicino a Judith. Si è comportato davvero bene con lei".  
Gli occhi del maggiore stavano per uscirgli letteralmente dalle orbite sentendo quella frase e sentì la paura e la preoccupazione salire alle stelle; allargò le braccia e mise su l'espressione più dura che Katherine gli avesse mai visto, e la fissò per qualche secondo prima di ripondere: "Gli hai permesso di conoscerla?". 
"Certo che sì! Smettila di vederlo come se fosse un pluriomicida". 
Katherine roteò gli occhi e scosse la testa, voltandosi ma non allontanandosi, sapendo che la loro conversazione non era ancora conclusa e che se avesse provato ad andare via, Dean l'avrebbe nuovamente bloccata. 
"Non mi fido, c’è qualcosa in lui che proprio non capisco!" esclamò il ragazzo sospirando, camminando di qualche passo e parandosi nuovamente davanti a lei. "Lo sento e lo sentiresti anche tu se non fossi presa dalla tua vendetta! E se il vampiro che ti ha uccisa è davvero l’Alpha..".
“Non mi interessa sapere cosa sia, questa volta lo ucciderò!” Esclamò Katherine alzando il tono di voce ed serrando i pugni per la disapprovazione. 
“È un Alpha! Ricordi cosa ci ha fatto l’ultimo che abbiamo incontrato?” Esclamò Dean allargando le braccia e sgranando gli occhi; gli sembrò di parlare una lingua sconosciuta e che nessuno lo capisse. “Ci ha fatti a pezzi e si è ripreso il bambino!”. 
Katherine sospirò, ricordando la notte in cui l’Alpha mutaforma gli avesse fatto visita e si fosse ripreso il bambino che avevano salvato durante la caccia lottando senza armi contro tutti i presenti, riuscendo ad uscirne senza neanche un graffio; certo, ciò la spaventava, come essere morta per mano sua, ma che alternative aveva ? Doveva ucciderlo. 
"Senti, noi abbiamo cacciato per oltre un anno insieme, siamo molto affiatati. Sappiamo come comportarci, siamo molto di più dell’ultima volta!" esclamò la ragazza sbuffando aria dal naso e incrociando le braccia al petto con un gesto disperato. "Ed io gli voglio davvero bene, come a Gwenn, Mark e..". 
"..Cristian!". 
Dean pronunciò quel nome con un pò troppa enfasi, serrando la mascella e guardandola quasi in cagnesco, sentendosi così infastidito da tutto quel discorso da sentire il bisogno di parlare anche di quell'argomento proprio in quel momento; Katherine rimase spiazzata per qualche secondo, facendo un passo indietro e guardandolo con aria interrogativa mista a delusione, non riuscendo a capire perchè lo avesse detto in quella maniera, proprio in quell'istante.  
"Oh, vuoi davvero iniziare questa conversazione con me?!" esclamò la donna dopo qualche secondo di silenzio e con una voce gelida, aggrottando le sopracciglia e riservandogli uno sguado di fuoco. 
"Non lo so, dovremmo?" Chiese Dean a brucia pelo, continuando a reggere il suo sguardo infuriato. 
"Sai una cosa? Vado da sola!" Esclamò Katherine scuotendo la testa ed allontanandosi, estraendo dalla sua tasca la chiave ed avvicinandosi alla sua auto, decisa a non continuare quella conversazione, sapendo che sarebbe sfociata in un litigio più grosso. 
Dean aggrottò le sopracciglia e la seguì senza indugiare un minuto di più, notando con la coda dell'occhio che Sam ed Hailey li stessero aspettando vicino all'Impala con un'espressione impaziente; quando la donna aprì il suo sportello, l'uomo glielo richiuse con uno scatto, cercando persino di toglierle la chiave dalla mano, ma con nessun risultato positivo. 
Katherine sentì la rabbia crescere dentro di se e lo afferrò per le braccia, facendolo sbattere con poco forza contro la fiancata del Suv, e mettendogli l'avambraccio all'altezza del petto, lo bloccò e provò a farlo ragionare. 
"Dean, questa volta fatti da parte! Vuoi litigare con Samuel? Dirgli che non ti fidi di lui? Io non ho problemi con questo, ma non adesso!" Esclamò Katherine riducendo gli occhi a due fessure, lasciando trapelare dalla sua voce il suo dispiacere per essere arrivata a tanto, ma anche la sua rabbia dovuta al fatto che lui la volesse ostacolare proprio in quel momento. "Cerco questo figlio di puttana da quando avevo 18 anni e ora che Samuel lo ha trovato, voglio ucciderlo con le mie mani!". 
Continuò a guardarlo per qualche altro secondo, notando lo sguardo del ragazzo cambiare, finchè Dean annuì e Katherine lo lasciò andare; si accorse che le ultime auto stessero uscendo dal parcheggiò e dopo avergli lanciato un'ultima occhiata, salì in auto ed accese il motore. 
Sgommò, partendo già con troppa potenza, ed uscì immediatamente dalla proprietà, notando dei fari avvicinarsi sempre di più fino ad incollarsi dietro di lei; sorrise, osservando dallo specchietto retroviore Dean far ruggire il motore della sua piccola, e lo vide accelerare sempre di più fino a sorpassarla e a piazzarsi davanti alla sua auto. 
Katherine sorrise, rendendosi conto che quello fosse l'ennesimo tentativo da parte del ragazzo di controllarla e di metterla al sicuro: lo capì specialmente dal modo in cui l'uomo facesse oscillare il volante della sua auto, coprendo ogni movimento che Katherine facesse con il Suv per non farsi superare. La ragazza sorrise e decise di non replicare e di non azzardare nessun sorpasso, mentre un unico pensiero si insinuò nella sua testa: l'Alpha non sarebbe andato da nessuna parte e lei stava arrivando.


L'orologio all'interno della sua auto segnava le 2 e mezza di mattina quando spense il motore ed aprì lo sportello per scendere; si guardò attorno studiando il posto: avevano posteggiato tutti in un grosso prato abbandonato, completamente gremito di vegetazione.
Ogni cacciatore estrasse dalla propria vettura le proprie armi, tenendole fra le mani ed avvicinandosi al centro del piazzale per fare il punto della situazone; la minore delle Collins, però, decise di cercare prima i ragazzi, finchè li vide scendere dall'Impala e vagare con lo sguardo in cerca del loro nonno.
La donna fece lo stesso, individuando il capo-caccia ed avvicinandosi a grandi passi, arrivando accanto a Samuel, che le sorrise ed indicò una casa abbandonata a pochi metri da loro: l'uomo divise tutti in squadre, mandandone due rispettivamente sul lato destro e sul lato sinistro della casa, altre due sul retro, mentre lui sarebbe entrato con Katherine ed Haiely dalla porta prinipale.
Ai Winchester non piacque assolutamente questo piano, così decisero di disobbedire al loro nonno e di entrare con loro, non avendo alcuna intenzione di lasciare le due ragazze sole con Samuel.
La visione che gli si parò davanti agli occhi quando varcarono la soglia di quella casa li sconvolse interiormente, lasciandoli basiti per qualche secondo prima di partire all'attacco: nessuno dei cacciatori presenti aveva mai visto così tanti vampiri tutti insieme, ne così tante vittime stese a terra e sanguinanti.
La casa si estendeva su un piano solo e già nella prima stanza, il salone, vi erano almeno una decina di vampiri pronti ad accoglierli a suon di morsi; nessuno si ferì fortunatamente e i ragazzi riuscirono a respingere l'attacco uccidendoli tutti, ma Katherine sfuggì a quel combattimento, avanzando in silenzio ed uccidendo solo se necessario.
Ignorò i richiami da parte di Samuel o degli altri ragazzi ed avanzò fino ad arrivare all'ultima porta della casa, e lentamente l'aprì: la scena che le si presentò davanti la costrinse a mettere la manica della sua giacca sul suo naso, non riuscendo a respirare con tutto quell'odore di sangue stagnante.
La donna fu sicura che non avrebbe mai dimenticato una scena come quella in tutta la sua vita: l'Alpha se ne stava appollaiato su una poltrona a bere del sangue da un bicchiere e si lasciò sfuggire un abbozzo di sorriso quando la vide.
Attorno a lui vi erano almeno sette cadaveri dilaniati e ancora sanguinanti e il primo vampiro si mosse da quella poltrona, che sembrava tanto essere il suo trono, e si mise in piedi; posò il suo bicchiere di sangue e si avvicinò alla ragazza che cercava di reprimere dei conati di vomito.
"Maledetto figlio di puttana!" esclamò Katherine avanzando nella stanza con spavalderia, impugnando la sua amata lama e mettendola in bella vista.
L'Alpha rise e fece per scagliarsi contro di lei, ma improvvisamente la maggior parte dei cacciatori andati in battaglia si riversarono nella stanza, bloccandolo e legandogli mani e piedi, prima di incappucciarlo e colpirlo dritto in testa.
Dean corse verso la donna e le riservò uno sguardo di disapprovazione per essersi allontanata senza di loro, per poi volgere lo sguardo verso l'Alpha e verso ciò che Samuel gli stesse facendo; forse il maggiore dei Winchester, come qualche altro cacciatore, credeva che il piano fosse quello di uccidere il primo vampiro ed andare via, e fu sorpreso quando lo vide ridotto in catene e lo fecero entrare dentro ad un furgone.
"Ma che diavolo sta succedendo quI?" chiese prendendo per il braccio la ragazza e costringendola a guardarlo negli occhi, mentre lei roteava gli occhi e sbuffava dal naso.



I versi ed i ringhi animaleschi arrivarono alle loro orecchie senza alcuna interferenza e si diffondevano per l'intero edificio abbandonato in cui avevano portato l'Alpha; proprio come gli aveva insegnato Samuel, Katherine ed Haiely si dedicarono a rendere quel posto sicuro e meno vulnerabile ad eventuali attacchi di altri vampiri: cosparsero ogni finestra ed ogni porta con sangue di uomo morto, come un repellente per vampiri.
Successivamente passarono a rassegna ogni stanza in ogni piano, dividendosi e formando delle squadre per essere più celeri, e come se fosse una novità Dean decise di fare coppia con Katherine. 
Voleva delle spiegazioni e non aveva torto ad essere in pensiero e a non avere intenzione di continuare senza delle chiarificazioni, così la ragazza cercò di spiegargli nella maniera più semplice e breve possibile cosa fosse quel posto e cosa avessero intenzione di fare: quando catturavano uno di quegli Alpha o qualsiasi altra creatura che potesse dare loro informazioni, la portavano li per costringerla a cantarsela.
Non era affatto un gesto nobile, ma lo erano cacciatori e se volevano ottenere qualcosa nel loro lavoro dovevano usare il pugno di ferro; quando finirono di perlustrare l'edificio e lo trovarono sgombro, tornarono tutti nella sala centrale e Samuel si avvicinò con un sorriso amaro verso la minore delle Collins, puntandole un dito verso il viso e intimandole di non esagerare troppo.
La ragazza sorrise e si addentrò all'interno di quell'edificio vecchio, spoglio e mal ridotto dal tempo e dalle vandalizzazioni; si avvicinò alla stanza in cui avevano sistemato l'Alpha per lei ed osservò la scena dalla soglia: era una stanza quadrata con nessuna forma di arredamento, se non delle sedie poste qua e là, mentre al centro esatto il primo vampiro stava inchiodato a mani e piedi su una sedia, e ad ogni chiodo vi erano collegati dei fili che partivano direttamente da una cabina elettrica, mentre al braccio sinistro vi erano collegate delle flebo di sangue di uomo morto.
"Astuto" pensò la ragazza facendosi coraggio e stando per entrare all'interno della stanza, quando un braccio la bloccò.
"Veniamo con te".
La donna si voltò ed osservò Haiely, Sam e Dean fermi a fissarla, e capì che la sua famiglia non l'avrebbe mai lasciata entrare in quella stanza da sola.
Accennò un sorriso ed annuì, prendendo un respiro profondo e muovendo i primi passi oltre la soglia, sentendo immediatamente lo sguardo del primo vampiro su di sè; l'Alpha ignorò tutti, concentrandosi su di lei, fissandola con un grande sorriso sulle labbra.
"Quello che succederà dipende solo da te.." sussurrò Samuel sospirando, estraendo i suoi coltelli dal vampiro. "Ti suggerisco di non farla arrabbiare, diventa molto creativa quando si incazza".
I quattro ragazzi lo videro uscire dalla stanza con un sorriso sulle labbra e si chiuse la porta alle spalle, mentre un leggero silenzio calò sulla stanza.
"Sai, questo è stato un villaggio vacanza rispetto a quello che ti farò io.." sussurrò Katherine avanzando e togliendosi la sua giacca di pelle nera, appoggiandola alla spalliera della sedia.
L'Alpha sorrise e la guardò inclinando la testa, facendo schioccare la lingua un paio di volte come se avesse appena ricordato la cosa più importante da fare.
"Mi ricordo di te. Io ti ho uccisa".
"Beh, sono lusingata di non essere passata inosservata" rispose la donna ridendo, estraendo la sua grande lama.
"Tu non potresti neanche se volessi, Cacciatrice".
La sua voce fu così gelida, che pietrificò il sangue nelle vene di tutti i presenti, ma nessuno lo diede a vedere; Katherine rise a quella frase, strisciando la sedia vicino al vampiro e si sedette al contrario, con la spalliera rivolta verso il suo busto; vi si appoggiò con le braccia e con la lama, avendo finalmente la possibilità di vederlo da così vicino.
Ricordava la ferocia con cui le aveva penetrato la carne con i suoi denti, ricordava di aver sentito il suo stesso sangue entrare nel corpo di quell'essere e successivamente la vita lasciarla andare e cadere in quell'oblio nero che era la morte.
"Non sono più una Cacciatrice!" esclamò la donna serrando la mandibola e attivando la connessione tra i fili attaccati al corpo dell'Alpha e la cassetta elettrica della stanza, facendo partire delle scosse elettriche proprio verso di lui. 
L'Alpha si contorse per qualche secondo, stringendo forte i braccioli della sedia ed inarcando la schiena fino ad urlare di dolore e cercando di divincolarsi inutilmente.
"Sei rinchiuso per bene, sei pieno di sangue di uomo morto nelle vene, non hai la forza di chiamare nessuno dei tuoi figli e io posso continuare a torturarti all infinito. Quindi, vogliamo chiacchierare?!".
"Cosa vuoi sapere ?" chiese Dean aggrottando le sopracciglia ed avvicinanosi di qualche passo, non riuscendo più a capire cosa stesse succedendo in quella stanza e perchè avesse iniziato a torturarlo invece che ucciderlo.
"Vuole sapere del posto dove andiamo noi mostri quando moriamo, Dean" rispose l'Alpha sorridendo e ricominciando a respirare, quando la ragazza spense l'interruttore e interruppe le scariche elettriche.
Il maggiore aggrottò le sopracciglia ed abbassò lo sguardo per qualche secondo, per poi tornare a fissarlo in quello del vampiro con aria più dura; deglutì a fatica e poi sussurrò: "Non sapevo che ci fosse questa confidenza fra noi".
"Sei stato uno dei miei figli per un po’, certo che c’è!" esclamò il vampiro sorridendo, alternando lo sguardo fra i quattro ragazzi. "Ok, chiedete. Sarò felice di rispondere a qualsiasi vostra domanda".
"Perché ?" chiese Hailey aggrottando le sopracciglia e facendo qualche passo avanti.
"Beh, perché presto sarò immerso nel vostro sangue.." sussurrò l'Alpha sorridendo in maniera quasi tenera, come se avesse detto qualcosa di incredibilmente carino, e poi spostò lo sguardo verso la minore delle Collins, che era rimasta in silenzio. "Il tuo sapore non l’ho mai dimenticato, forse quello più buono che io abbia mai assaggiato. Grazie per essere venuta qua, potrò riaverti dopo tanto tempo".
Katherine sorrise amaramente sentendo quella minaccia ed abbassò il viso per qualche secondo, per poi sollevarsi dalla sedia ed appoggiarsi con l'avambraccio sinistro allo schienale della sedia, mentre con il braccio destro piantò nel cuore del primo vampiro un pugnale intriso di sangue di uomo morto, facendolo gemere ed urlare dal dolore.
"Beh, inizia prima tu a soffrire questa volta, figlio di puttana!" esclamò la donna serrando la mandibola, ridendo nervosamente e toccandosi distrattamente il collo.
L'Alpha rise e la guardò scuotendo la testa. "Lo senti, vero? Il richiamo del morso!".
Il vampiro lasciò che le sue zanne uscissero dalla sua bocca e Katherine prese a sentire la sua cicatrice a forma di mezza luna pulsare sul collo, e la sfiorò sentendola dolorante al tatto.
Dean non riuscì a sopportare quella visione e si avventò sul vampiro colpendolo dritto in faccia con un pugno ben piazzato, cercando di dare conforto a Katherine che continuava a guardare l'Alpha con l'odio puro negli occhi.
"Tu quindi sei il primo?" Chiese Sam interrompendo il siparietto ed avanzando verso di lui. 
"Il primissimo della mia specie". 
"Chi ti ha creato allora?" continuò il minore aggrottando le sopracciglia, cercando di capire quallcosa di tutta quella faccenda.
"Abbiamo tutti una madre!" esclamò l'Alpha ridendo, guardandoli come se fossero dei completi idioti e che non capissero nulla di ciò che stesse succedendo.
"Madre?" ripetè Hailey aggrottando le sopracciglia.
"Madre come la madre di tutte le cose?" chiese Katherine guardandolo con curiosità, ma continuando a massaggiarsi distrattamente la sua più vecchia cicatrice.
"Beh, sono sorpreso che voi la conosciate! Quando moriamo noi mostri andiamo da qualche parte.." sussurrò il vampiro sorridendo, alternando lo sguardo fra i presenti. ".. in Purgatorio".
"Quindi esiste davvero?" chiese Dean sbalordito, ricrodando cosa avesse scoperto Bobby e quanto i due racconti coincidessero.
"Si, ed è pieno delle anime di ogni essere come me che sia mai esistito!".
"Dov'è ?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia.
"Nessuno lo sa.." sussurrò l'Alpha ridendo di cuore. 
"Tu sai esattamente dov’è!" esclamò Hailey dopo averlo osservato attentamente e puntandogli un dito contro.
"Colpevole!" esclamò il vampiro facendo spallucce e sorridendo. "Ma non posso dirvelo ragazzi, lo direste al nonnino e questo non posso proprio permetterlo!".
"Perchè non vuoi che lo sappia Samuel?" chiese Dean avvicinandosi e osservandolo con attenzione.
"Perchè Samuel è il braccio, la mente è un'altra.." sussurrò l'Alpha sorridendo e facendo spallucce, prima di staccare i braccioli della sedia e di liberarsi completamente.
Si scagliò contro Sam ed Hailey e, nonostante provassero a colpirlo e a farlo cadere in ginocchio, l'Alpha riusciva sempre a schivare i colpi e a darne di più forti; Dean andò in loro soccorso, ma venne scaraventato dall'altra parte della stanza con troppa forza.
Fu quello il momento in cui 
Katherine e l'Alpha rimasero faccia a faccia, che si guardarono per un lasso di tempo che parve loro infinito.
"Lasciami andare e questa volta ti risparmio la vita" sussurrò il vampiro annuendo, avvicinandosi.
"Vuoi già andartene? Pensavo che ci fosse un legame speciale fra noi due!" esclamò la donna ridendo, pregustando il sapore della lotta e della vittoria.
Katherine sorrise, felice che fosse finalmente arrivato il suo momento e lo colpì in pieno viso, facendolo indietreggiare e prendendo a colpirlo in ogni parte dolente del corpo; il vampiro riuscì a parare ogni colpo e quelli che non prendeva li sferrava contro la ragazza, spaccandole il labbro e la tempia. Nonostante tutto il sague di uomo morto che gli avessero iniettato, l'Alpha continuava ad essere inspiegabilmente il più forte figlio di puttana della stanza, tant'è che la ragazza venne scagliata contro il muro con un solo gesto della mano, facendole perdere i sensi.
Si avvicinò e sorrise, notando dei rivoli di sague prenderle a colarle dalla tempie e scenderle fino al collo, così con estrema lentezza si inginocchiò ed avvicinò il volto al collo della donna, leccando il sangue uscito dalle ferite e gustandone ogni goccia; Katherine riprese i sensi e lo guardò con aria arrabbiata, osservandolo portarsi alle labbra il suo sangue con le dita che ancora fuoriusciva.
L'Alpha sgranò gli occhi e si interruppe, guardandola con quasi la paura negli occhi, ed indietreggiò di qualche passo.
"E' sangue demoniaco".
"Non mentivo, non sono più una Cacciatrice!" esclamò la donna serrando i pugni e trovando l'energia necessaria per rialzarsi e riprendere a colpirlo.



 
  
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