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Autore: Ray Wings    04/05/2019    1 recensioni
Non c'era al mondo persona che non conoscesse Fairy Tail. La gilda simbolo di Magnolia vantava tra i suoi membri alcuni dei maghi migliori dell'intero continente. Ma ogni medaglia ha due facce e se Fairy Tail ne aveva una sublime, abbagliante, dall'altro lato portava solchi indelebili, segreti che mai sarebbero dovuti uscire da quelle mura. Fairy Tail era nata anche per quello: proteggere, curare, perché la felicità, talvolta, non è altro che una maschera di ferro fusa sulla carne.
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«Sai cosa significa il mio nome?»
«Conoscendo tuo padre, penso non sia qualcosa come "fiore di campo", vero?»
«Sai bene che non ha mai avuto tutto questo riguardo nei miei confronti. Priscilla... è un nome così freddo».
«Qual è il suo significato?»
«Prova a pensare a qual è il mio significato»
«Che ne dici se invece io ti chiamassi Pricchan?»
Una risata candida e timida, gli occhi adornati di una dolce malinconia, imbrattata di un amore che neppure il tormento di quegli anni era stato in grado di sradicare.
«Sembra il verso di un animaletto».
~ Priscilla deriva dal latino Priscus il cui significato è: "antico" ~
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luxus Dreher, Mistgun, Nuovo personaggio, Wendy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Wendy Marvell





«Finalmente siamo arrivati» sospirò Priscilla, alzando le braccia al cielo per stirarsi la schiena. «I Raijinshuu hanno avuto di nuovo successo!» disse Fried, stringendo i pugni con fervore.
«Siamo sempre i migliori» annuì Bickslow.
«Con una Dreyar in squadra, i nemici non possono che tremare» sghignazzò Evergreen, sistemandosi gli occhiali sul naso.
«Siete così remissivi verso Laxus che accettate di scodinzolare dietro qualsiasi cosa abbia a che fare con lui» commentò Priscilla, trovando la cosa inquietante. Non la lasciavano in pace in nessuna occasione, neanche per un istante, e spesso doveva usare il suo Mirage anche solo per poter andare in bagno senza essere seguita. Soprattutto da Bickslow. Lui era il peggiore.
«Non vedo l'ora che torni per restituirvi al legittimo proprietario» sospirò, camminando fiacca verso l'ingresso della gilda.
«Non ti senti a tuo agio con noi?» chiese Evergreen, colta da un moto di panico.
«La mia baby non è felice!» gridò Bickslow portandosi le mani alla testa, disperato.
«Non chiamarmi così» mormorò Priscilla, sapendo perfettamente che non l'avrebbe ascoltata e avrebbe continuato.
«Stiamo deludendo le aspettative di Laxus! Come abbiamo potuto commettere un simile errore!» gridò Fried, il più ferito di tutti da quella storia.
«Non vi ha mai chiesto niente, di quali aspettative parlate?» insisté Priscilla, senza impegnarsi troppo. Era inutile parlare con loro, questo l'aveva imparato a sue spese, e lei era troppo stanca per provarci ancora.
«Laxus, perdonaci!» pianse Evergreen.
«Scommetto che l'ha già fatto» mormorò Priscilla, consapevole che lui e le sue richieste non c'entravano niente in quella storia.
«Come posso chiedergli di concedermi la mano di sua sorella quando tornerà, se non sono in grado di renderla felice?» si disperò Bickslow.
«Non è mio padre che può decidere per me!» ruggì Priscilla, agitata da quella prospettiva. «E non azzardarti a fare mai una cosa simile!» aggiunse poi, trovando insopportabile l'idea che Laxus avesse potuto pensare che ci fosse stato qualcosa tra lei e Bickslow.
«Ci dobbiamo impegnare di più!» disse risoluto Fried, puntando un dito contro Priscilla. «Ti staremo più vicino così da capire le tue esigenze e soddisfarle!»
«Più di così? Scherziamo?» sussultò Priscilla, sbiancando all'idea di averli per sempre appiccicati.
«Priscilla!» la voce di Happy la raggiunse alle spalle, dall'ingresso della gilda, e attirò la sua attenzione. Si voltò e lo vide svolazzante di fianco a Natsu e Lucy, mentre Erza terminava di legare i suoi bagagli su di un immenso carretto.
«Happy!» salutò lei, correndogli incontro. «State partendo?»
«Aye!» annuì il gatto. «Una missione di importanza nazionale! Il master ha scelto proprio noi a rappresentare Fairy Tail».
«Rappresentare Fairy Tail?» chiese lei, inarcando un sopracciglio. Di che missione stava parlando?
«Aye!» annuì ancora lui. «Stiamo andando a incontrare i rappresentati delle altre gilde. Ci saranno Blue Pegasus, Lamia Scale e Cat Shielter. Tutti manderanno i loro maghi più forti».
"Cat Shielter" un brivido all'altezza del petto di Priscilla.
«Happy!» chiamò Natsu. «Andiamo».
Happy si voltò a guardare i suoi amici che avevano cominciato a mettersi in cammino e capì di non avere altro tempo. Alzò una zampa verso Priscilla, salutandola, e volò via con un: «Ci vediamo quando torniamo!» di commiato.
Priscilla rimase immobile, a guardarli andar via, senza muovere un muscolo, come se si fosse paralizzata. Fried le si avvicinò, incuriosito per la sua reazione che le aveva impedito persino di salutare l'amico che andava via.
«Priscilla, tutto b...» cominciò e le posò una mano su una spalla, per cercare di destarla. Ma la frase gli morì in gola quando questa le passò attraverso e la dissolse come uno sbuffo di fumo. Urlò spaventato, non aspettandosi un simile risvolto, mentre Evergreen gli compariva dietro e spiegava: «Ha di nuovo usato il Mirage».
«Ce l'ha di nuovo fatta! È formidabile, la mia baby!» disse Bickslow, con un moto di orgoglio nella voce. Fried intanto, accasciato a terra, cercava di riprendersi dallo spavento.


Il barcollio era finito ormai da un po' e questo permise a Priscilla di capire che il viaggio era ormai giunto al termine. Si districò dalle valige e si allungò verso uno spiraglio, lamentando dolore ovunque.
«Maledetta Erza» borbottò spingendosi con forza verso il fascio di luce. «A metà strada si è accorta della corda allentata dei suoi bagagli e l'ha stretta di più. Sono quasi morta soffocata qui dentro».
Riuscì a uscire con la testa dalla carcassa di bagagli che Erza si portava sempre dietro a qualsiasi avventura, prendendo finalmente fiato e guardando ciò che aveva attorno. Proprio di fronte a lei si apriva l'ingresso della Blue Pegasus, con porte aperte riusciva a sentire delle voci provenire dall'interno. Un ragazzo dai capelli bianchi le voltava le spalle, guardando all'interno, e di fianco a lui c'era una ragazza dai lunghi capelli rosa.
«Chi sono?» si chiese. «Cat Shielter? Che sia Wendy Marvell?» si dimenò come un serpente in una buca, scivolando pian piano fuori dalla morsa mortale dei bagagli di Erza, fino a quando non le rimase solo un piede impigliato al suo interno. Qualcosa, forse un gancio, le aveva afferrato uno delle stringhe dei sandali e pareva intenzionata a non lasciarla andare. Poggiò le mani sui bagagli e spinse con tutta la forza che aveva, mentre faceva leva con le gambe e il bacino per tirare indietro il piede. Niente da fare, pareva essere destinata a restare bloccata lì per sempre.
Tirò e tirò, alla fine presa dal nervoso decise di usare le maniere forti. Infilò una mano nell'apertura che si era creata ed evocò un soffio di vento tale da spingerla all'esterno con la sua pressione. Il potere che dovette usare per riuscire a liberarsi fu più di quanto avesse immaginato, ma alla fine ebbe la meglio e venne sparata fuori come un tappo di bottiglia, benché questo le costò il sandalo che rimase all'interno del groviglio di bagagli. Urlò mentre raggiungeva di spalle, in pieno volo, l'ingresso della Blue Pegasus.
«Per favore, dimenticate quella che ero una vol...» stava ridacchiando Cherry, ma la sua frase si trasformò in un urlo quando vide Leon al suo fianco colpito e travolto da una ragazza sbucata dal nulla.
«Priscilla!» gridarono in coro il gruppo di Fairy Tail, tanto sconvolti che gli occhi per poco non gli uscirono dalle orbite. Priscilla, seduta sopra Leon steso per terra, alzò il piede scalzo e se lo guardò con tristezza. «Ho perso la scarpa» mormorò, ignorando dove si trovasse in quel momento.
«Come hai osato assalire Leon-sama, maledetta sconosciuta!» ruggì Cherry, fuori di sé. Priscilla la guardò curiosa, come se non capisse di cosa stesse parlando, e solo in quel momento finalmente notò il ragazzo steso sotto di sé. Si illuminò, ma non si mosse da lì.
«Allora è grazie a te se non mi sono fatta male, ho capito!» esclamò, prima di concedere a Leon un luminoso sorriso. «Grazie!» si strinse nelle spalle, assumendo un'aria più aggraziata e delicata. Aria che venne distrutta in un istante solo da un colpo di tappeto, improvvisamente animato, che la sbattè come un moscerino e la fece volare via. Priscilla sbattè contro il muro e rimase accucciata a terra, massaggiandosi il naso dolorante con le lacrime agli occhi per il dolore. Lucy le corse vicino e si mise tra lei e Cherry, che sembrava essere pronta a colpire ancora.
«Lei è con noi, non osare colpirla!» la difese.
«Da quando usi sporchi trucchetti come gli attacchi alle spalle, Gray?» disse Leon, rialzandosi e fulminando l'ex compagno allievo di Ur.
«Un altro parfum per me!» disse Ichiya, un ometto basso e ripugnante con la camicia aperta sul petto. Saltellò nei pressi di Erza, che sfoderò una lancia e gliela puntò contro, pallida in volto, ringhiando: «Sta' lontano!»
«Diamoci dentro!» si unì Natsu, pronto a menar mani su chiunque avesse voluto combattere, solo perché la cosa lo divertiva.
La tensione era palpabile, tutti erano nemici di tutti e sembravano essere pronti a uccidersi a vicenda. Come si aspettava Natsu, probabilmente sarebbe nata una lotta da un momento a un altro, se una voce possente e autorevole non fosse intervenuta.
«Fermatevi, ora!» dalla porta entrò un uomo alto, dalla muscolatura possente, pelato e vestito come un antico sacerdote. «Siamo qui per creare un'alleanza in grado di sconfiggere gli Oracion Seis. Questo non è il momento di combattere tra noi!» disse.
«Jura-san» sorrise Leon, vedendolo.
«Jura?» sussultò Erza nel sentire quel nome.
«È l'asso di Lamia Scale. Jura ferro e pietra» disse Hibiki, uno dei membri di Blue Pegasus.
«Chi?» chiese Natsu, ignaro su chi fosse.
«È un esponente del sacro ordine dei Dieci» spiegò Happy.
«Avevo già sentito quel nome prima d'ora» rifletté Lucy.
«Allora siamo qui per sconfiggere gli Oracion Seis» osservò Priscilla, finalmente illuminata.
«Sei venuta e non sapevi nemmeno perché?» la rimproverò Lucy, ma Priscilla la ignorò e voltandosi a guardarla le chiese semplicemente con curiosità: «Chi sono gli Oracion Seis?»
«Cosa sei venuta a fare?» insisté Lucy, al limite dell’isteria.
«Dovevo prendere fiato da delle cozze stritolatrici» mormorò Priscilla, impallidendo a ricordare l'asfissia con cui i Raijinshuu le erano stati addosso durante quella missione dove l'avevano trascinata.
«Blue Pegasus ha quattro membri» si avvicinò Cherry, guardando maliziosa Lucy. «E le fatine addirittura cinque. Per noi tre saranno più che sufficienti» sghignazzò.
«È vero, noi siamo di più» osservò Lucy, rendendosi conto di come questo li rappresentasse come i più deboli, visto che avevano avuto bisogno di più membri.
«Colpa mia!» rise Priscilla, alzando una mano.
«Crudele, perché non mi hai contato?» pianse Happy.
«E con questo tre gilde si sono unite» osservò Jura. «Mancano solo i rappresentanti di Cat Shielter».
Ancora un batticuore nel petto di Priscilla, mentre si rendeva conto che da lì a poco avrebbe finalmente incontrato chi avrebbe potuto portarla da Wendy Marvell. Se i suoi poteri curativi erano veramente come Mistgun gliela aveva descritti, allora forse poteva davvero liberarla dalla sua maledizione... liberarla da ciò che la teneva legata a suo padre e renderla finalmente libera.
«Rappresentanti? Ho sentito che sarebbe venuta una persona sola» disse Ichiya, appeso alla lancia di Erza, troppo schifata da lui per dargli modo di girovagare liberamente.
«Una persona sola per una missione pericolosa come questa?» sobbalzò Gray.
«Quanto dannatamente sarà forte questo tipo?» chiese Lucy, portandosi entrambe le mani al viso per la soggezione che provava di fronte all'idea di incontrare una persona come quella da un momento a un altro. Priscilla ascoltò l'aria, improvvisamente attirata da uno strano cambiamento. L'aroma, la consistenza, la corrente... tutto sembrava essersi fatto più leggero e piacevole. Guardò in direzione della porta, da dove arrivava quell'aria nuova e tiepida, e vide entrare poco dopo una ragazzina dal vestito giallo e i capelli lunghi, blu. Tre passi sul tappeto rosso di Blue Pegasus e cadde a terra di faccia, con un urlo spaventato.
I membri delle tre gilde che erano in attesa si voltarono curiosi e perplessi verso di lei, mentre lentamente si alzava sulle mani, lamentandosi per il dolore della caduta. Priscilla le si avvicinò e si inginocchiò di fronte a lei, guardandola con curiosità. L'aria che aveva sentito poco prima proveniva da lei, ora che le era vicina lo sentiva più intensamente. Le dava uno strano senso di pace nel petto.
Le sorrise, cordiale, e le porse una mano.
«Tutto bene?».
La ragazzina alzò gli occhi su Priscilla, per poi riabbasarli, timida.
«Mi dispiace» borbottò.
«Anche a me capita spesso di cadere in questo modo, quando poggio i piedi per terra» ridacchiò Priscilla, per cercare di tranquillizzarla e farla sentire a suo agio. «Chi sei?» chiese, continuando a porgerle la mano. La ragazzina gliel'afferrò e lei l'aiutò a rialzarsi. In quel momento i capelli blu della ragazzina si scostarono dalle sue spalle, scoprendo un simbolo sul suo braccio sinistro. Il simbolo di una gilda. Non conosceva quale fosse, ma rappresentava un gatto e c'era solo una gilda che stavano aspettando con qualcosa che richiamasse quell'animale.
«Ecco» mormorò la ragazzina. Teneva gli occhi puntati ai propri piedi e questo le impedì di vedere il volto di Priscilla impallidire nell'istante in cui pronunciò: «Il mio nome è Wendy Marvell, vengo dai Cat Shielter».
"Wendy..." non riuscì a pensare altro, mentre il cuore nel petto le prese a battere tanto forte da toglierle il fiato. Era lei, Wendy? Quell'impacciata e striminzita ragazzina aveva davvero il potere di salvarle la vita? Dopo quasi vent'anni di incubo, davvero la risposta a tutto era davanti a lei e portava quell'aspetto tanto fragile e minuto?
«Scusate il ritardo. Piacere di conoscervi tutti quanti» sorrise infine, con le guance rosse per la timidezza.
«Una bimba?» si chiese Lucy, sconvolta nel vedere che il famigerato unico membro formidabile di Cat Shielter aveva quell'aspetto delicato.
«Ora tutte e quattro le gilde sono riunite» disse Jura, con serenità, cosa che fece scattare Gray che disse: «Ma tu continui come se niente fosse?!»
«Seriamente...» si accodò Leon.
«Inviare solo questa singola ragazzina per una missione pericolosa come questa?» chiese Cherry, mettendo in imbarazzo così Wendy.
Il cuore di Priscilla parve volesse esplodere, voleva urlare per liberarsi da quella tensione, ma ciò che aveva detto Cherry le aveva aperto un nuovo terrore: quella ragazzina era tutto ciò di cui aveva sempre avuto bisogno, era la risposta a tutti i suoi problemi, colei che le avrebbe salvato la vita... e loro stavano per darla in pasto al pericolo. Era uno scherzo?
«Oh, non è sola, signorina scostumata» disse una voce femminile, un po' nasale ma fiera di sé. Un gatto entrò nella sala in quel momento, un gatto esattamente come Happy. Dal pelo bianco, camminava su due zampe, parlava e indossava un abito con gonnella.
«Un gatto?» chiese Leon.
«Come Happy» osservò Natsu, sorpreso.
«Charle, mi hai seguita?» chiese Wendy, con sorpresa.
«Certo! Ero troppo preoccupata per lasciarti andare da sola» disse la gatta, prima di notare in che modo Happy la stesse fissando. Si voltò dall'altra parte e lo ignorò, con superiorità. Priscilla si sentì tirare per una gamba poco dopo e questo, insieme all'apparizione di Charle, riuscirono a riportarla alla realtà.
«Ehy, Priscilla... le potresti portare un po' del mio pesce?» chiese muovendo la coda timidamente.
«Vuoi condividere con lei?» chiese Priscilla intenerita, capendo al volo la situazione. Happy non era mai così timido e soprattutto non condivideva niente con nessuno. Si era sicuramente preso una cotta. «Che carino!» gli disse inginocchiandosi e dandogli un paio di pacche sulla testa.
«Ma devi portarglielo tu, altrimenti non funzionerà» intervenne Lucy, con un sorriso divertito. Happy si voltò dall'altro lato, rosso in volto, e prese a giocherellare con le sue stesse zampette.
«Lei ti pppppiace» disse Lucy, sghignazzando.
«Mi stai copiando!» sobbalzò Happy, notando come quella fosse una cosa che lui diceva spesso agli altri quando capitavano certe situazioni.
«Che carino!» ripeté Priscilla, portandosi le mani al viso per l'emozione.
«Ecco...» balbettò Wendy, prendendo parola. «Non so combattere molto bene, ma so usare molte magie che possono supportarvi. Perciò, per favore non lasciatemi indietro!» disse con tono lamentoso per il dispiacere.
«Gli altri ti guardano dall'alto verso il basso proprio perché sembri così debole» la rimproverò Charle, vedendola così.
«Mi dispiace» balbettò ancora, Wendy.
«Ti ho detto di non scusarti così spesso» rimproverò ancora Charle.
«Mi dispiace» pianse Wendy, al limite del disagio.
Priscilla non poté che provare strane sensazioni nel vederla. Sapeva come ci si sentiva ad essere deboli, sapeva come ci si sentiva ad essere lasciati indietro per quello, Laxus l'aveva fatto con lei e per anni non aveva fatto che minacciarla di farla sparire del tutto. Trasmetteva così tanta dolcezza e tenerezza, eppure proprio quel suo aspetto fragile la riempieva di angoscia e timore. Si chiedeva se Mistgun le avesse detto la verità, se non si fosse sbagliato e magari in realtà Wendy non era in grado di aiutarla. Come poteva una cosina così piccola fare ciò che nessuno era mai riuscito? Una magia oltre il comune, per concludere l'imperfezione della magia della vita e darle infine l'indipendenza e la libertà. Era così piccola, non sembrava per niente forte e lo ammetteva pure. Come se non bastasse, se davvero poteva fare ciò, la stavano per portare nel giro della morte contro una potente gilda oscura. Se fosse morta, cosa molto probabile vista la sua stazza, avrebbe perso per sempre ogni speranza di scoprire se era veramente la sua risposta o meno. La preoccupazione nei suoi confronti raggiunse in poco tempo un valore esponenziale, come un'improvvisa raffica di vento, le scompigliò l'esistenza e cominciò a guardarla come il più prezioso dei tesori. Tesoro che il mondo sembrava pronto a portarle via da un momento a un altro.
«Su, su» disse avvicinandosi a lei. «Lascia perdere questi burberi antipatici che neanche si sono presentati. Non l'hanno fatto neanche con me e pensa che la mia gilda non mi ha nemmeno invitata, mi sono dovuta nascondere tra i loro bagagli per poter venire» sospirò, fingendo tristezza.
«Allora eri tu che mettevi fuori asse le mie valige!» commentò Erza, mettendo finalmente fine a un eterno dubbio.
«Ho rischiato di morire» mormorò lei, ricordando con dispiacere quei momenti. «Ma se non lasciano indietro me, anche se li ho fatti sfigurare come la gilda più debole, non lasceranno indietro nemmeno te» sorrise infine, illuminandosi in quel suo modo tutto particolare che colpiva il cuore di chiunque avesse di fronte. «Sono Priscilla. Piacere di conoscerti, Wendy».
«Non lasceremo indietro nessuno» intervenne Erza. «Ci hai preso un po' alla sprovvista, scusaci. Siamo felici di averti con noi, Wendy».
Wendy arrossì e sorrise felice, prima di dire: «È Erza-san, Charle! È lei veramente!»
«È una donna migliore di quello che mi aspettavo» commentò Charle.
«Ehy, avete sentito parlare di me?» chiese Happy, avvicinandosi . «Sono Necomander no Happy!»
«Che razza di soprannome è?» mormorò Priscilla.
Charle sbuffò, impertinente, e si voltò dall'altro lato. Happy si portò le zampe al volto, emozionato, e disse: «È timida, che carina!»
«Sembra più che altro che ti stia snobbando» commentò Lucy, ma Happy la ignorò.
Priscilla rise divertita da quella scenetta e portandosi le mani dietro la testa, sollevò infine le gambe da terra per incrociarle come fosse seduta, galleggiando per aria.
«Priscilla, non dovresti sprecare così la tua magia prima di una grande battaglia» l'ammonì Erza.
«Hai ragione! Devo riposare! Faccio un sonnellino!» disse, stendendosi sempre a mezz'aria e chiudendo gli occhi.
«Non intendevo quello!» sobbalzò Erza, sorpresa dalla sua risposta.
«Priscilla del vento» osservò Jura, guardando la ragazza e scoprendo grazie a quel gesto l'abilità che le apparteneva. «Ho sentito parlare di te».
«Hai sentito, Erza? Sono la dea del vento, tutti conoscono il mio nome!» disse Priscilla, felice, cominciando a roteare su se stessa come una ballerina.
«Dicono tu sia la più debole della gilda» disse Jura e Priscilla smise di roteare, si corrucciò e strinse i pugni furibonda, prima di spiegare con un certo nervoso: «Quella è acqua passata!»
«Vento?» mormorò Wendy, guardando Priscilla svolazzare a pochi passi da lei. «Tu sai volare?»
«Anche tu puoi farlo» le disse Priscilla, allungando una mano verso di lei e sollevandola da terra senza fatica. Wendy si dimenò all'inizio, spaventata, ma poi si abituò subito a quella sensazione.
«È... piacevole» disse, sorridendo emozionata.
«Posso renderti leggera come una piuma o pesante come una roccia! E tante altre cose» disse riposandola pian piano a terra.
«E lo fai spesso?» chiese Charle, disdegnando tutto quello spreco di magia.
«In continuazione» disse Erza. «Non la vediamo quasi mai con i piedi per terra».
«Camminare è faticoso!» si giustificò Priscilla.
«Così non può inciampare in giro» disse Wendy, cercando di difenderla e comprenderla.
«Esatto, Wendy!» le disse Priscilla, radiosa. «Vedi? Noi due ce la intendiamo!»


Nda.


E’ arrivata Wendy!!!!!
.Niente, volevo solo dire qualcosa visto che da subito ho fatto intendere che la piccola Dragon Slayer avrebbe avuto una certa rilevanza nella vita di Pricchan.
Comunque… come potete vedere è sabato (BRAVISSIMA! Sei un genio, Ray, davvero) e pubblico oggi. Questo perché sono andata veramente molto avanti nella storia e vista la quantità di capitoli da portarvi ho pensato che sarebbe stato convenevole e interessante aumentare da una pubblicazione a settimana a due. Niente di certo, ancora, devo vedere se riesco a mantenere questo ritmo (comunque ogni capitolo prima della pubblicazione deve essere riletto e revisionato almeno un paio di volte), comunque per un po’ posso provarci.
I giorni di riferimento credo che saranno più o meno sempre questi: lunedì/martedì e venerdì/sabato, ma anche questo è da vedere strada facendo.
Io come sempre ringrazio chi mi legge, anche se siete tutti silenti (Tanti piccoli Albus ahahah….. ok, non faceva ridere, chiedo scusa).
Lasciatemi un commento se vi fa piacere, anche striminzito, son sempre contenta :D
A presto.


Ray



   
 
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