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Autore: Sailor_Senshi    04/05/2019    2 recensioni
Tratto dal capitolo 3:
"La nostra storia fa parte del passato e deve rimanere nel passato, ormai sono andato avanti" ammette Castiel senza peli sulla lingua.
"Sei sicuro?"
"Si, non provo più nulla per te. Vorrei che ricominciassimo tutto, ma come amici" propone Castiel.
"Sicuro sicuro sicurissimo?" domanda Dean ancora insicuro, ricevendo però un buffetto sulla testa da parte dell'altro
"Dai non fare lo stupido!"
"E va bene, ma solo ed esclusivamente amici" conferma Dean allungando la sua mano verso Castiel, che la stringe.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ben Breaden, Castiel, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessuna stagione
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Anno 2000

Dean Winchester, ragazzino di appena 14 anni, si era alzato quella mattina con l'umore a terra e cupo, come il tempo al di fuori della finestra della sua camera e del fratello, dove ci si avvicinò sovrappensiero e osservò le goccioline di pioggia che battevano sui vetri.

La ragione del suo costante malumore era sempre dato dalle discussioni tra lui e suo padre, John Winchester, diventate ormai una routine.

Il motivo per cui discutevano poi era sempre lo stesso: Dean si era dichiarato bisessuale, una cosa per lui perfettamente normale però suo padre non accettava questo suo modo di essere, perché per lui amare qualcuno dello stesso sesso era inammissibile, contro natura. E ogni volta che Dean cercava di ribattere la sua tesi, riceveva una forte sberla sulla testa da parte del padre, che detestava profondamente essere contestato.

Suo fratello minore Sam l'ha sempre sostenuto durante le discussioni con il padre, però Dean aveva il timore che anche lui ricevesse botte da parte sua, quindi gli diceva di rimanere zitto se non voleva trovarsi con un naso rotto. Odiava dire cose del genere al suo fratellino, aveva solo 10 anni. Meritava un clima familiare migliore.

Anche sua madre Mary Winchester lo assecondava con il suo modo di essere, e tentava di far ragionare il marito con le frasi tipo "ma è pur sempre tuo figlio""se dici questo genere di cose vuol dire che non lo ami veramente", però John Winchester restava sempre sui suoi passi, invano.

Nonostante ciò, Dean ha cercato comunque di rimanere positivo e pensava fra se e se che prima o poi il padre avrebbe cambiato idea, però più tentava di farlo ragionare e più quel piccolo raggio di positività spariva.

A interrompere quel lungo flusso di pensieri fu Sam, che gli appoggiò la mano sulla sua spalla dicendo "Dean, vieni a fare colazione, ancora fai tardi"

"Si, Sammy, arrivo"

"Tutto bene?" gli chiese Sam, premuroso come suo solito. Non gli piaceva vedere suo fratello maggiore in quello stato. Voleva che fosse felice e sereno, come quando giocavano insieme da bambini spensierati. Suo padre stava mettendo a dura prova la sua vulnerabilità.

"Vedrai che farò ragionare quel testone di papà, non ti preoccupare Sammy"  gli disse Dean scompigliandoli quei suoi lunghi capelli castani.

Sentiva che stava deludendo il suo fratellino, e non voleva farlo. Sam era una sua responsabilità e il suo compito era renderlo sempre fiero del maggiore.

Dopo aver fatto colazione ed essersi vestito, Dean uscì di casa con l'ombrello e si diresse verso la fermata del bus, che a quell'ora non c'era nessuno e quindi poteva dedicarsi a qualche attimo di tranquillità.

Ad un tratto vide in lontananza la sua solita panchina della fermata del bus occupata da un'altra persona. Strano, di solito arrivava sempre per primo, chissà.

Appena arrivò, vide questo tizio piegato a leggere un libro e non riusciva a vedere la sua faccia. Però ad un tratto il tipo alzò il suo viso e i suoi occhi si andarono a scontrare in quelli di Dean. E Dean avrebbe preferito che non lo facesse.

Aveva degli enormi occhi blu profondissimi in cui ci si poteva immergere e scoprire ogni dettaglio sulla sua vita, personalità e ogni genere di segreto. Dean non sapeva definire per quanto tempo è rimasto a fissare i suoi occhi, fino a quando il tipo non gli chiese "Che c'è? Vuoi sederti?" facendogli un cenno con la mano sulla panchina accanto a lui.

Dean si sedette con molta titubanza e per un po' rimasero in silenzio, per lui decisamente molto imbarazzante, senza nemmeno un motivo apparente. Per smorzare il silenzio, gli chiese "Dove devi andare?"

"A scuola. Precisamente alla Lawrence Academy"

"Uh, pure io" disse Dean sorpreso. Conosceva tutti i visi della scuola, ma il suo non l'aveva mai visto, nemmeno per i corridoi.

"Davvero? Non ti ho mai visto"

"Neppure io. Fai per caso qualche corso pomeridiano che ti tiene impegnato?"

Dopo avergli rivolto la domanda, vide il tipo cambiare espressione, più malinconico "No, in realtà non mi piace stare troppo al centro dell'attenzione, quindi me ne vado subito appena finiscono le lezioni"

"Oh scusa, non volevo turbarti con questa domanda. Me lo dicono in molti che ho la lingua lunga" perchè diamine si stava scusando? E perchè si sentiva nervoso tutto ad un tratto?

"No tranquillo, non potevi saperlo. Ma ora cambiamo argomento, cioè di una cosa che dovevamo già dirci dall'inizio, ovvero i nostri nomi" disse il tipo ridendo, cosa che causò a Dean un mezzo infarto.

"Ah già!" esclamò Dean, ridendo a sua volta e grattandosi la nuca con la mano"comunque mi chiamo Dean Winchester"

"Io Castiel Novak" rispose il tipo, allungando una mano verso l'altro "è un grande piacere conoscerti, Dean Winchester"

"Anche per me Cas" disse Dean stringendo la presa dell'altro.

"Cas?"

"E' un soprannome. Ti da fastidio?"

"No, e che nessuno mi ha mai chiamato con soprannomi o nomi così"

"Bene, da oggi lo farò io"

Castiel arrossì leggermente a quell'affermazione, e a Dean non potè che battere forte il cuore a quella visione.

Inaspettatamente, il bus arrivò senza che loro se ne accorgessero.

"Beh, è ora" disse Castiel prendendo la mano di Dean "andiamo?"

Dean non se lo fece ripetere due volte e si lasciò trasportare da lui verso l'entrata del bus.

   
 
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