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Autore: Journey    05/05/2019    0 recensioni
“Papà voglio tornare a casa mia”
“Questa è casa tua, Harriet”
“No, voglio tornare a casa da mamma! Qui mi annoio!”
“Ma hai tanti giochi”
“Sì, ma voglio mamma! Mi manca mamma”
“Non vuoi stare con papà?”
“No, voglio stare con mamma!”
La bambina cominciò a piangere. Jackson si sentì terribilmente triste. Non sapeva come calmarla o come convincerla a restare. Quindi chiamò April. Dopo qualche squillo, lei rispose.
“Ciao April, sono io. Harriet vuole venire da te. Dice che qui si annoia e che le manchi. Puoi passare a prenderla? Sta piangendo”
“Certo, sarò lì tra poco”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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“Ti ho preparato la camera degli ospiti” esclamò Jackson entrando in soggiorno.
“Grazie, ma non dovevi, il divano andava bene” rispose April sorridendogli cortesemente.
“C’è la camera degli ospiti, lo sai. E qualora non ci fosse stata avrei dormito io sul divano”
“Grazie ancora, Jackson”
“Se hai bisogno di qualunque cosa, fammi sapere, ok?” Jackson si accomodò sul divano e accese la tv.
“Sì”, rispose April e si sedette poco distante da lui.
“C’è la partita, ma se non hai sonno potremmo guardare un film, che ne dici?” chiese lui. Ma lei non rispose. Stava digitando freneticamente qualcosa sul cellulare.
“Terra chiama April, ci sei?” domandò ancora Jackson.
“Sì, scusa. Stavo avvisando Matthew. Starà già dormendo, quindi gli ho mandato un messaggio. Non voglio che domattina, svegliandosi non mi veda e si preoccupi” rispose lei.
Jackson si limitò ad ascoltarla e annuire.
“Quindi per il film, ti va?”
“Grazie Jackson, ma preferirei andare in camera”
“Va bene, buonanotte”
“Buonanotte”
 
Jackson rimase in salotto fino ad addormentarsi. La televisione era ancora sintonizzata sul canale dello sport. La partita era finita ormai da un pezzo e fuori, la tempesta, non accennava a fermarsi. Ad un certo punto, mentre russava per la stanchezza, si sentì tirare la maglietta. Aprì gli occhi all’improvviso e, ai suoi piedi, trovò Harriet. La prese in braccio e lei si accoccolò sul suo petto.
“Dov’è mamma?” chiese e il suo labbro cominciò a tremare. Stava per mettersi a piangere.
“Mamma è di là, sta dormendo. Vuoi che ti porti da lei, principessa?” chiese.
“Sì”, rispose lei.
Jackson si alzò, la bambina ancora in braccio. Gli stringeva le braccia al collo, quasi come se avesse paura che, da un momento all’altro, il padre dovesse lasciarla. Arrivarono fuori dalla camera degli ospiti. Avery bussò, ma nessuno rispose. Aprì la porta lentamente e si avvicinò al letto.
“April, April svegliati” disse gentilmente
La donna aprì gli occhi.
“Ehi tesoro, che ci fai sveglia?”
“Voglio stare con te” disse la piccola.
“Ma certo tesoro, vieni pure”
Jackson tentò di metterla giù, ma lei si aggrappò alla sua maglia.
“Amore se non lasci la maglia di papà lui non può andare in camera sua”
“Non voglio che vada in camera sua. Papà stai qui con me” disse lei.
La situazione si faceva terribilmente imbarazzante.
“Principessa, facciamo una cosa, io sarò nella stanza qui difronte tutto il tempo. Domani mattina appena ti svegli, mi troverai qui”
“No, papà no! Rimani qui”
“Harriet, smettila!” l’ammonì April.
“Voglio che papà dorme qui con noi”
“Va bene tesoro, resto qui con voi” rispose lui.
April lo guardò confusa. Che diavolo aveva in mente? Lui le fece l’occhiolino per tranquillizzarla e si sdraiò accanto a sua figlia. Harriet si riaddormentò immediatamente. A quel punto lui guardò April.
“Adesso posso andare. Scusami se mi sono permesso, ma era l’unico modo per farla tranquillizzare. Ora vado, ci vediamo domani mattina” sorrise.
“Ok, buona idea” commentò April.
Quando fece per alzarsi, notò le dita di sua figlia ancora avvinghiate alla sua maglietta. Cercò di staccarle, ma lei continuava a richiuderle attorno a quella stoffa. April scoppiò a ridere.
“Che c’è?” chiese lui
“C’è che non riesci a sottrarti alla presa di una bambina di cinque anni”
“Una bambina di cinque anni molto forte” commentò.
“Ma smettila!” rise lei.
“Ridi, ridi pure, ma è un osso duro” continuò lui giocosamente.
“Ehm, Jackson?” chiese April
“Si?”
“Guarda qui” disse la donna indicando l’altra mano di Harriet. La bambina teneva stretta nel pugno la maglia di April.
“Non te ne eri accorta?”
“No, mi sa che qualcuno ha deciso che dormiremo assieme stanotte” commentò la Kepner.
“Per te va bene?”
“Sì, non preoccuparti”
Jackson tornò a letto, diede un bacio sulla fronte a sua figlia e chiuse gli occhi sperando di addormentarsi. Ma il pensiero di avere April a qualche centimetro di distanza gli rendeva il lavoro difficile. Non dormiva con lei da quella volta in Montana, quando conobbe suo padre. Non si risvegliava con quella donna al suo fianco da quella stessa volta. Quella volta aprì gli occhi sentì l’odore inebriante dello shampoo di April. Abbassò lo sguardo e la vide, dormiva sul suo petto. Le sue braccia attorno al suo corpo e viceversa. Stavano dormendo avvinghiati. Non erano più una coppia da un po’ e le cose non andavano benissimo. Ma, in quel momento April era tutto ciò di cui aveva bisogno. Quando stava male, quando si sentiva giù, quando aveva bisogno di qualcuno su cui contare, sapeva che lei c’era. Era la sua àncora. E ormai, ormai non erano più nulla. Tra loro c’erano solo telefonate di circostanza e brevi incontri riguardanti la piccola Harriet. April aveva un’altra famiglia a cui badare ormai e lui non ne faceva parte. Questo pensiero lo intristì parecchio. E fu proprio quella tristezza e cullarlo facendolo addormentare come un sasso.
 
L’indomani mattina Harriet si svegliò. I suoi genitori erano ancora addormentati. Così sgattaiolò silenziosamente nella sua stanza e si mise a giocare. Qualche ora più tardi, Jackson aprì gli occhi.
“Buongiorno”, disse prendendo la mano di April com’era abituato a fare quand’erano sposati.
“Buongiorno, Jackson” disse April stringendogliela. Poi fu raggiunta dall’assurdità di quell’affermazione e spalancò gli occhi. “Jackson!” disse rimuovendo la mano dalla sua e mettendosi seduta.
“Non urlare, potresti svegliare Harriet” continuò lui chiudendo nuovamente gli occhi e prendendole la mano.
“Lasciami immediatamente la mano e dove diavolo è Harriet?” chiese.
Jackson si alzò di scatto e cominciò a guardarsi intorno. Di sua figlia nemmeno l’ombra. Lo stesso face April.
“Non guardarmi!” esclamò la donna quando notò lo sguardo del ex-marito sulle sue gambe scoperte.
“Tu copriti però” le rispose lanciandole una vestaglia.
Immediatamente uscirono dalla stanza e si fiondarono in cucina. Nessuna traccia nemmeno lì, idem per il salotto. La porta principale era ancora chiusa a chiave. Entrarono in camera sua e lì la trovarono. Era seduta per terra e giocava con le costruzioni.
“Finalmente! Ho famissima!” esclamò la piccola quando li vide.
“Tesoro perché non ci hai svegliati?”
“Stavate russando”
“Io non russo” esclamò Jackson
“Tu russi, te l’ho sempre detto”
“Anche tu russi” ribatté l’uomo.
“È vero mamma, anche tu russi”
“Dai tesoro, andiamo a lavarci e poi facciamo colazione”
Si lavarono, si vestirono e raggiunsero Jackson per la colazione. Aveva preparato il caffè e stava cucinando dei pancake per la bambina.
“Che buon profumino” affermò la donna entrando in cucina.
Harriet si arrampicò sul bancone per poter vedere cosa stesse facendo il padre.
“Pancake di papà, li adoro!” esclamò felice.
“Lo so, principessa, sono tutti per te” rispose posizionando alcuni pancake su un piatto e condendoli con un filo di sciroppo d’acero e qualche fragola.
“Jackson, Harriet non mangia le fragole”
“Harriet mangia sempre le fragole quando è qui” disse l’uomo.
“Harriet, come mai a casa non le mangi mai?” chiese.
“Quelle sono le fragole che porta Matt e non le voglio, queste sono le fragole di papà, è diverso” rispose la bambina e Jackson non poté trattenere una risata.
April lo vide e gli diede uno schiaffetto sul braccio, ma lui continuò a ridere.
Proprio in quel momento il suo telefono squillò. Rispose, era Matt.
“Ehi, buongiorno”
“State bene?” chiese Matt.
“Sì, stiamo bene. La tempesta si è calmata, tra poco torneremo a casa. Ruby?”
“Ruby è da mia madre, le scuole sono chiuse per via dei danni della tempesta. Dovevo uscire presto per il turno e l’ho lasciata da lei”
“Va bene, ci vediamo stasera a casa”
“A stasera. Ti amo, April”
“Ti amo anche io”
Concluse la telefonata e notò che Harriet aveva smesso di mangiare.
“Tesoro come mai non mangi più?”
“Non ho più fame”
April e Jackson si scambiarono un’occhiata preoccupata.
“Tesoro è successo qualcosa?” domandò April
“E va bene, te lo dico. Megan non vuole giocare con me. Dice che sono strana perché tutti gli altri bimbi vivono con la mamma e il papà e io no”
“Megan è una bambina davvero maleducata!” disse April.
“Perché non posso essere come tutti glia altri e vivere con voi due? Perché dobbiamo stare con Matt?” chiese.
“Amore, io e la mamma siamo follemente innamorati di te, ma non viviamo più insieme perché la mamma è sposata con Matt.”
“Quindi Matt è il mio papà adesso?”
“Non dirlo neanche per scherzo! Il tuo papà sono solo io. Nessun’altro” April rise davanti a quel gesto di gelosia di Jackson.
“E allora tu e mamma vi potete sposare così possiamo vivere insieme” disse ingenuamente la bambina.
“Mi dispiace tanto, ma non funziona così tesoro” continuò Jackson.
“Tesoro due persone si sposano quando si amano e io e papà non ci amiamo. Io amo Matt”
“Lei ama Matt” ribadì Jackson.
“Ma tu, ami mamma?” continuò la bambina.
Jackson rimase senza parole. Non si aspettava quella domanda e non era sicuro di quale fosse la risposta giusta da darle. Amava ancora April, lo sapeva, ma quello non era il momento giusto per dichiararsi. April era felice con Matt e per quanto volesse bene a sua figlia, non avrebbe mai fatto nulla per intaccare la felicità di quella donna. O almeno, così credeva. Così evitò di guardare April e cercò un modo per rispondere a sua figlia. Ma prima che potesse dire qualunque cosa, la sua ex moglie intervenne.
“Tesoro io e papà ti vogliamo un mondo di bene e anche se non viviamo insieme non significa che non ci vogliamo bene. Sai, noi eravamo molto amici, migliori amici, ci volevamo tanto bene. E ci siamo amati tanto. Adesso tutto quell’amore, che era tantissimo, lo proviamo per te.”
La bambina annuì non proprio convinta.
“Vado a prendere lo zaino”
“Tesoro, non devi. Oggi non c’è scuola” disse April.
“Davvero?” domandò la piccola con gli occhi spalancati per la gioia.
“Davvero, ma non essere così felice, sai che la scuola è importante”
“Possiamo restare con papà?” domandò.
April incontrò gli occhi di Jackson. Lui non mosse un muscolo, non disse nulla. Lasciò, ancora una volta, che a prendere la decisione fosse lei.
“Tesoro penso che papà debba andare al lavoro”
“No, oggi ho il giorno libero. L’avevo già preso per stare un po’ con Harriet dopo scuola”
“Ti prego mamma!”
April sospirò e annuì. Harriet le gettò le braccia al collo e le stampò un bacio sulla guancia. Lei sorrise a quel contatto e si trovò ad incontrare nuovamente lo sguardo di Jackson. Le stava sorridendo teneramente. Lei ricambiò il suo sorriso.
   
 
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