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Autore: Journey    08/05/2019    0 recensioni
“Papà voglio tornare a casa mia”
“Questa è casa tua, Harriet”
“No, voglio tornare a casa da mamma! Qui mi annoio!”
“Ma hai tanti giochi”
“Sì, ma voglio mamma! Mi manca mamma”
“Non vuoi stare con papà?”
“No, voglio stare con mamma!”
La bambina cominciò a piangere. Jackson si sentì terribilmente triste. Non sapeva come calmarla o come convincerla a restare. Quindi chiamò April. Dopo qualche squillo, lei rispose.
“Ciao April, sono io. Harriet vuole venire da te. Dice che qui si annoia e che le manchi. Puoi passare a prenderla? Sta piangendo”
“Certo, sarò lì tra poco”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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3

 
Uscire dopo la tempesta sarebbe stato inutile e pericoloso. Quindi decisero di restare a casa. Giocarono per tutta la mattinata con Harriet, guardarono dei cartoni super demenziali e pranzarono assieme. Poi, nel primo pomeriggio, la piccola crollò esausta.
Jackson e April si ritrovarono soli. Si sedettero sul divano anche loro esausti.
“Com’è possibile che una bambina così piccola riesca a metterci k.o. entrambi?” disse l’uomo.
“I tempi del tirocinio sembrano passeggiate in confronto” rispose la Kepner.
“Hai proprio ragione. Ti ricordi dei primi tempi al Mercy West?”
“Certo, li ricordo come se fosse ieri”
“Mi stavi super antipatica, sai?”
“Sì, Jackson, l’hai fatto presente in diverse occasioni”
“Ehi, se non ricordo male io ti stavo altrettanto simpatico” aggiunse Jackson.
“Effettivamente non ero una tua grande fan” rise April.
Rimasero in silenzio a guardarsi per un po’.
“Come stai?” chiese April all’improvviso.
“Bene, perché me lo chiedi?”
“Frequenti qualcuna? So che la rottura con Maggie non è stata facile”
“Perché me lo chiedi?”
“Perché non voglio che resti tutto solo in questa casa enorme”
“Non sono solo, c’è Harriet con me”
“Sì, per tre giorni a settimana. Con chi sei il resto del tempo? Credevo che la storia con Maggie sarebbe durata”
“Lo credevo anche io all’inizio, credimi. Avevo bisogno di guardarmi intorno, di non tornare da te in poche parole.”
“Beh questo sì che mi lusinga” scherzò April.
“Ma smettila, sai a cosa mi riferisco! Tu sei sempre stata al mio fianco. Ad un certo punto sono diventato dipendente da ciò che avevamo. E quando sei andata via, quando abbiamo divorziato mi sono ripromesso che non sarei più corso da te per cercare conforto. Non era giusto nei tuoi confronti, soprattutto dopo ciò che successe in Montana”
“Questo lo capisco, ma che ha a che fare con Maggie?”
“Credevo di aver trovato una donna che mi piacesse davvero. E lei mi piaceva. Per un periodo ho pensato anche di amarla. Le ho chiesto di vivere insieme e ha funzionato per un po’. Ma c’era comunque qualcosa che non andava, come un pezzo mancante in un puzzle che non riuscivo a trovare. Mi mancava qualcosa, mi mancava qualcuno”
“Jackson…”
“Mi mancavi tu, April”
April non disse nulla, rimase in silenzio.
“Mi mancavi così tanto. Avevo tutto. Avevo una carriera professionale soddisfacente, una donna che mi amava, ma non mi bastava. Quello che c’era con lei non era minimamente paragonabile a quello che c’era tra noi. Non ho mai amato nessuno come ho amato te. Le volevo bene, molto bene. E, in qualche modo, eravamo anche imparentati. Ma non riuscivo a fingere, a prenderla in giro. Così, decisi di lasciarla. Fu duro per entrambi. Mi sono sentito uno stronzo per tanto tempo. E non fraintendermi, ho provato a rimettermi in gioco, a frequentare delle donne, ma nessuna è te, April. E so che sei felicemente sposata con Matt, non ho nessuna intenzione di provare a riconquistarti. Non rovinerò un’altra volta il vostro rapporto. E sì, ogni tanto mi sento solo, ma quando mi sento così mi concentro sul lavoro, faccio qualche turno in più, chiamo Harriet al telefono e passo un po’ di tempo con lei. E questo mi basta”
April rimase ancora in silenzio. Jackson le sembrava così fragile in quel momento, così vulnerabile. E per quanto volesse non provare nulla per quell’uomo le era impossibile non volergli bene. Gli aveva dato tutta se stessa. Aveva lottato per lui innumerevoli volte. Addirittura, si era ritrovata a pensare di averlo amato più di quanto avesse mai fatto lui. Sapeva che probabilmente non era vero, ma c’era qualcosa in lei che la portava a trarre questa conclusione. Aveva visto com’era la vita con un uomo che l’amava infinitamente, senza riserve e quell’uomo era Matt. In Matt, nei suoi gesti, nelle sue parole, nelle sue intenzioni rivedeva se stessa con Jackson. Lei voleva bene a suo marito, ma non tanto quanto gliene voleva lui. Ed era sicura che con il suo ex era lei quella ad amare alla follia senza essere completamente ricambiata.
Jackson era il suo punto debole e lo sapeva bene. Così, quando vide il suo ex marito in quelle condizioni le fece un po’ pena. Portò una mano sul suo viso e istintivamente lo accarezzò.
“Mi dispiace che tu ti senta così. Vorrei poter fare qualcosa”
“Divorzierai presto?” chiese lui cercando di sdrammatizzare.
“Mi dispiace” rispose lei abbassando la testa e allontanando la mano dal viso dell’uomo.
“Ehi, ehi, April scherzavo. Davvero” disse credendo di averla offesa in qualche modo con la sua battuta.
“Jackson sta tranquillo, non è per quello che hai detto. È solo che mi sento in colpa”
“Per quale motivo?”
“Beh tutta questa faccenda è un po’ colpa mia”
“Ehi, smettila subito! Non è colpa tua, semmai è tutta colpa mia. Non ti ho apprezzato abbastanza quando avrei dovuto. Chissà, se non avessi chiesto il divorzio magari adesso staremmo ancora insieme”
“Probabilmente non avremmo Harriet. Non mi pento di come le cose sono andate tra noi, perché ci hanno portato a dove siamo adesso. Abbiamo una figlia splendida che amiamo più di noi stessi. Sta bene, noi stiamo bene, dovrebbe bastarci”
“Eppure, non mi basta. Mi sembra tutto inutile senza te al mio fianco”
“Jackson”
“Lo so, scusami. Ho esagerato”
“Forse dovrei prendere Harriet e andare”
“Ti prego, scusami. Non andartene”
“Jackson”
“April, ti prego, resta qui con me ancora un po’”
Lei lo guardò, i suoi occhi la stavano implorando. Le prese la mano e quel contatto la fece sussultare. Avrebbe voluto stringergliela, voleva fargli capire quanto gli volesse bene. Ma aveva paura che potesse fraintendere. O, semplicemente, aveva paura di poter cedere al fascino e alla dolcezza di quell’uomo che ogni tanto riusciva ad essere incredibilmente vulnerabile.
“Va bene”
“Grazie, davvero” disse Jackson appoggiando la testa sulla spalla di April.
Stava passando il limite. Ma April era lì, davanti a lui. Finalmente gli dedicava la sua attenzione. E, anche se lo faceva sentire malissimo, pensò di provare il tutto per tutto. Amava quella donna e se n’era accorto troppo tardi. Ora che l’aveva un attimo tutta per sé, non avrebbe sprecato la sua occasione. Respirò quel profumo così familiare che gli era mancato tantissimo. La sentì irrigidirsi quando intrecciò le dita con le sue. Sapeva che April in fondo lo amava. Era stata proprio quella convinzione a portarlo a darla per scontata. Adesso era più maturo, non avrebbe fatto lo stesso errore. Non avrebbe giocato ancora con i suoi sentimenti. Sta volta avrebbe ricambiato il suo amore al 100%. Anche prima l’aveva amata, ma solo dopo averla persa si era reso conto di quanto.
Cercò gli occhi di April, ma lei evitava il suo sguardo. Con due dita le girò dolcemente il volto. E lì, per quanto la donna cercasse di non cedere, si ritrovò a guardare gli occhi meravigliosamente azzurri di Jackson.
“Sei bellissima” disse lui con un filo di voce.
“Jackson sono sposata”
“Lo so, purtroppo” commentò l’uomo “Sai a cosa sto pensando in questo momento?”
“A cosa, Jackson?”
“Sto pensando alle tue labbra, a baciarti. Sono qui e ti guardo e tutto ciò che vorrei fare è baciarti”
Era chiaro che April stesse facendo di tutto per resistere a quell’uomo. La possibilità di assaggiare di nuovo le sue labbra, la tentava. Sapeva di non dover cedere, eppure la sua integrità stava vacillando sempre di più. Cercava di raccogliere ogni briciolo di forza di volontà che le rimaneva. Ma non era sicura di riuscire a reggere oltre. Ormai fissava famelica le labbra perfette di Jackson. Si ritrovò a pensare di volergliele mordere e si sentì così sporca.
Il volto dell’uomo si avvicinava sempre di più al suo. Poteva sentire inconfondibilmente il suo profumo.
In breve tempo si ritrovò quelle labbra così familiari sulle sue. Delicate, soffici. Era in estasi. Quel contatto così casto eppure così passionale le era mancato. Ricambiò il bacio continuando a pensare che qualcosa di così bello non poteva essere sbagliato. Era quello che si ripeteva sin dalla prima volta con quell’uomo. Non poteva essere sbagliato. Anche non ci credeva. Stava sbagliando nei confronti di Matt. Lui non se lo meritava. Ma era solo un bacio. Soltanto uno stupido bacio. April si ritrovò a pensare che forse ripetendosi anche questo, si sarebbe sentita meglio.
Jackson, nel frattempo, pensava a quanto fosse felice in quel momento. Sentiva il cuore in gola per l’eccitazione. Finalmente stava baciando la sua April, la donna che amava. E dio quanto era diverso dal baciare chiunque altro. Nessuno lo faceva sentire in quel modo con un semplice bacio. Quella donna era la sua dipendenza più pericolosa. Per quanto cercasse di farlo, non riusciva a starle lontano. La bramava, la desiderava, la sognava. Egoisticamente decise di godere di quel bacio il più lungo possibile. Non sarebbe stato lui ad interromperlo, avrebbe lasciato che fosse lei a porre fine a quel momento.
Era inizialmente un bacio casto, un contatto dolce. Ma ben presto entrambi si ritrovarono a volere di più. Le mani di April, prima sul viso di Jackson adesso gli circondavano il collo. Quelle di Jackson, invece, scesero lungo i fianchi di April. Glieli accarezzarono dolcemente.
All’improvviso April si staccò. Prese a respirare affannosamente. Lo sguardo lussurioso puntato sul suo ex marito che la guardava altrettanto accecato dalla passione. Erano magnetici assieme, come due calamite si attiravano.
“Tutto questo è sbagliato”
“Tu dicevi sempre che qualcosa di così bello non può essere sbagliato”
“Lo so e mi sbagliavo. Come mi sto sbagliando adesso”
“Allora fermiamoci. Fermiamoci adesso” disse Jackson. I suoi occhi ancora fissi su quelli di April.
“Sì, fermiamoci adesso che siamo in tempo”
“Esatto, siamo ancora in tempo. Adesso mi vado a fare una doccia fredda”
“Penso sia la cosa migliore da fare” disse April.
“Sono d’accordo” concordò Jackson.
Ma non si mosse di lì.
“Dovresti alzarti”
“Anche tu”
Dopo qualche istante si ritrovarono nuovamente incollati l’uno all’altro, proprio come ai vecchi tempi.
“April, non sai quanto sia difficile per me dirtelo, ma sei ancora in tempo per fermarti, sei ancora in tempo per non commettere questo sbaglio”
“Qualcosa di così bello non può essere sbagliato” affermò lei prima di fiondarsi di nuovo sulle labbra del suo ex marito.
A quel punto Jackson si alzò e la prese in braccio, la portò in camera dove fecero l’amore.
   
 
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