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Autore: Ferefe84    23/07/2009    1 recensioni
Spesso nella vita vengono prese delle decisioni che riteniamo le più adatte a noi, ma se un giorno la consapevolezza che ciò che ci sembrava più giusto non è più poi così giusto, e se a questo punto decidessimo di cambiare totalemnte le nostre vite cosa accadrebbe? Tre ragazze hanno deciso di percorrere un'altra strada...la seguiranno o torneranno sui loro passi? Inizia l'avventura.
Genere: Romantico, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di lasciarvi alla storia ringrazio tutte le persone che hanno letto la fanfiction e che l'hanno aggiunta alle seguite...vi chiedo di lasciarmi un commento con un parere positivo o negativo che sia tanto per capire se la storia vi piace o meno visto che non solo è già conlusa ma sto scrivendo anche il seguito!
Grazie in Anticipo!


-le hai trovate?-

-cosa?-

-come cosa?! Le valigie sono 2 ore che le stai cercando!-

-tu cercati le tue-

-io le ho già le mie…-

-bè si certo facile trovarle le tue…sono arancioni…-

-la prossima volta compra le tue maculate vedi che le trovi subito-

-cos’ha di brutto il blu come colore?-

-che è identico alle altre 400 caricate-

-si bè inconvenienti non previsti…-

-tu metti sempre di tutto attaccato a borse, astucci e robe varie…ma un nastrino del cavolo non potevi mettercelo?-

-mi hai chiamato 30 minuti prima che l’aereo partisse permetti che non mi è venuto in mente di addobbare le valigie?-

-oooooh quanto la fai lunga…potevi anche non venire-

-e lasciarti sola in una città che nemmeno conosci?...meglio di no…-

-ma se prima di salire in aereo nemmeno lo sapevi dove eravamo dirette…-

-non lo sapevo ma lo immaginavo…e comunque smettiamola di litigare le ho trovate-

-non stavamo mica litigando…comunque bene andiamo-

-ah no? e questo come lo chiami?-

-discussione?-

-e che differenza c’è?!-

-e io che ne so? Sembra meno grave…-

-Gin?...-

-mh?...-

-fatti curare-

-quanto sei noio…-

-Attenta!!!!-

-ahia!!-

Porca miseria sono andata a sbattere contro qualcosa…no qualcuno

-oh ehm…mi scusi non l’ho proprio vista- mi scuso recuperando le valigie da terra

-niente si figuri…non importa-

Sollevo lo sguardo e incontro due occhi verdi profondi…sorrido inconsciamente e guardo meglio il ragazzo con cui mi sono appena scontrata…30 anni circa, bel ragazzo alto biondo con due occhi magnifici…vestito nero elegante…tiene in mano una valigetta e una borsa da computer e le chiavi di quella che potrebbe essere un’Audi

-mi scusi veramente, le ho fatto male?- continuo imbarazzata interrompendo il flusso dei miei pensieri

-no assolutamente…stia più attenta però- mi rimprovera cordialmente

-si certo mi scusi ancora-

con un ultimo cenno di scuse mi allontano seguita dalla Camy

-carino…-esordisce affiancandomi

la guardo strabuzzando gli occhi –carino?!...figo da paura!!-

-si in effetti…però lo sai preferisco i mori-

-bè comincia ad accontentarti! ne trovassi tutte le volte che vengo qui di fighi del genere…-

-si Daniele sarebbe cornuto!!!-

faccio scomparire il sorriso dalle labbra immediatamente appena sento il suono di quel nome…

-…scusa non volevo…-

-non importa- ribatto accennando un sorriso verso di lei che mi guarda imbarazzata –allora che facciamo?-

-bè fuso di 6 ore…esattamente dovrebbe essere l’1.30 del mattino-

-ah…ci abbiamo messo un’ora e mezza a trovare la tua valigia?!-

-si bè…quando torniamo le metto un nastro-

-si Camy sarà meglio!-

-ok allora cerchiamo un albergo…-

-no aspettiamo che si faccia mattino…-

-e dove?-

-qui in aeroporto…già non conosco la città…se mi fai uscire di notte ci perdiamo di sicuro…-

-ok mi sembra ragionevole…potremmo provare con una rubrica del telefono però no? ce l’avranno da qualche parte vero?-

-si certo…là dove c’è la cabina-

Prendiamo la rubrica e ci sediamo in attesa del mattino…Camy cerca gli alberghi e io chiamo per vedere se ci sono ancora posti…fino ad ora non ci è andata per niente bene…

-Hilton hotel buonasera cosa posso fare per lei?-

-ehm buonasera chiamo per sapere se è disponibile una stanza-

-mi dispiace signorina c’è una convention in città e molti alberghi sono al completo, il nostro non fa eccezione, provi a chiamare tra un paio di giorni-

-la ringrazio è stato molto gentile arrivederci- chiudo l’ennesima chiamata

-ancora niente?- mi chiede Camy continuando a cercare alberghi

-niente…c’è una convention e sono tutti prenotati…-

-cerchiamo qualche albergo più piccolo…ce ne saranno…-

-non a Washington…qui si viene per lavoro principalmente…gli alberghi sono tutti molto grandi…i più piccoli sono tutti troppo fuori città-

-e allora cosa suggerisci di fare?-

-per ora rimaniamo qui…fuori diluvia ed è ancora buio…tu dormi poi tra qualche ora cerchiamo di uscire e trovare una soluzione-

-e qualcosa da mangiare…-dice mettendosi una mano sulla pancia -sto morendo di fame-

-io pure…ci sarà una macchinetta qui in giro…-

-si forse ma adesso ho troppo sonno per pensarci-

-troppo sonno? Non hai dormito in aereo?-

-no mi sono vista un paio di film con Jhonny!!-

-sei malata…-

-si forse!!! Notte!-

sbuffo sistemandomi meglio sulla sedia e prendendo una rivista da sfogliare tanto per ingannare il tempo.

 

 

-Camy…Camy!...porco cane CAMY!!-

-eh?!?-

-cazzo sono 2 ore che ti chiamo!! Un sasso mi avrebbe risposto prima…ma come diavolo fai a  dormire su queste sedie?-

-mmmh…non lo so…-dice stiracchiandosi tranquilla

-sei incredibile…va bè io esco tu rimani qui tranquilla che fuori sta venendo giù il diluvio universale…vado a cercare un albergo e magari un ristorante…se ci sono problemi ti chiamo al cellulare ok?-

-si vai pure io torno ad annoiarmi…-

-ma se hai dormito tutto il tempo?!-

-col cavolo mi sarò addormentata alle 2.00…adesso che ore sono?-chiede guardandomi con aria di sfida

-le 11.00-

-ah…bè si allora forse un po’ ho dormito…-

-si forse- ribatto sarcastica –vado se hai bisogno chiama-

-va bene…antipatica- aggiunge sottovoce convinta che io non la posso sentire

-ti ho sentito!!-

-vai a cercare un albergo e non rompere!!-

 

Esco dall’aeroporto e prendo un taxi per farmi portare in città…adesso che ci penso devo cambiare per forza i soldi ho solo pochi spiccioli per pagare il taxi e basta…non me ne va bene una…

Sbuffo contrariata e guardo fuori dal finestrino, non ho nemmeno un ombrello e il cielo è sempre più scuro…dovrò cercare un posto dove ripararmi al più presto…

 

Scendo dal taxi e pago la corsa poi mi avvio spedita verso un albergo che ancora non ho chiamato…entro e mi avvicino alla reception dove altre persone aspettano probabilmente come me una stanza

-mi scusi…-chiedo fermando un fattorino –mi scusi non sa per caso se ci sono ancora delle stanze libere?-

-mi dispiace ma con la convention che c’è in città almeno per i prossimi 3 giorni tutti gli alberghi sono già al completo-

-sono disperata non so proprio cosa fare, sono bloccata in aeroporto con un’amica e non ho un posto dove dormire-

-mi dispiace signorina non posso aiutarla, le darei l’indirizzo di qualche altro hotel in zona ma purtroppo è tuta la mattina che ci chiamano per sapere se abbiamo posti disponibili…quindi sono al completo anche loro-

-almeno sa indicarmi dove posso trovare una banca?-

-si certo dall’altro lato della strada- mi risponde indicando un punto non lontano

-la ringrazio è stato gentilissimo buona giornata-

-anche a lei-

 

Esco di corsa dall’hotel e attraverso la strada evitando le varie macchine in coda…c’è un traffico pazzesco…entro in banca e prelevo un po’ di contanti dal mio conto, uscendo compro un ombrello da un venditore ambulante e faccio un giro per la città.

Compro un paio di panini in una paninoteca molto carina situata in centro e sotto la pioggia arrivo fino al Lincoln Memorial, ho sempre desiderato visitare questo posto nei miei sogni di bambina…mi riparo un attimo dalla pioggia  e poi inizio nuovamente a camminare per la città…passo di fronte a numerosi musei tra cui il National Museum of Natural History di cui ho sentito molto parlare…

 

Improvvisamente sento il mio palmare vibrare nella borsa…lo estraggo e guardo l’annotazione: chiamare Caterina per pratiche fallimento.

Sbuffo e faccio per riporlo in borsa quando mi cade l’occhio sull’orario 1.00 di notte…considerando che qui sono 6 ore meno…sono le 19.00…CAMY!! l’ho lasciata tutto il giorno in aeroporto! Ecco perché si è fatto così scuro il cielo, è notte!

Ripongo il palmare nella borsa e inizio a correre verso il centro per trovare un taxi, chiudo l’ombrello esponendomi completamente alla pioggia per facilitarmi la corsa…noto affianco a me un grattacielo enorme, giro l’angolo e in pochi secondi mi ritrovo a terra immersa in una pozzanghera…sono andata di nuovo a sbattere contro qualcuno…

-porca puttana!- esclamo cercando di alzarmi dalla fanghiglia

-mi tolga una curiosità continua a venirmi addosso perché le sto simpatico o perché ha qualcosa contro di me?-

Sollevo lo sguardo verso il ragazzo che ha appena parlato e che mi sta tendendo una mano

-oddio! Non di nuovo!...mi dispiace!!- mi scuso imbarazzata prendendo la sua mano…

-le avevo detto di stare più attenta o mi sbaglio?-

-si mi scusi è che sono tremendamente di fretta-

-e anche tremendamente bagnata-

è vero…il cappotto è zuppo per non parlare dei pantaloni e della camicia

-è vero…è un periodo nero- mi lamento passandomi una mano nei capelli zuppi d’acqua

-venga le offro qualcosa da bere sembra disperata- mi dice avvicinandosi con il suo ombrello

-in questo momento accetterei di tutto- dico rassegnata seguendolo verso un bar molto carino

-non lo dica in giro non tutti hanno buone intenzioni- mi dice con un sorriso aprendomi la porta del locale

-ha ragione-

Ci sediamo in un tavolino appartato e ordiniamo due cioccolate calde con panna

-forse è meglio se si toglie la giacca…è veramente zuppa d’acqua-

-no meglio di no…ho solo una camicia sotto e se non voglio fare scandalo è meglio che rimango coperta!-

sorride guardandomi mentre sorseggia la sua cioccolata

-allora…- inizia posando la tazza e guardandomi –il suo nome?-

-Ginevra e il suo?-

-Andrew…mi dia del tu però…-

-va bene-

-tu non sei americana vero?-

-no…sono italiana, si sente dall’accento?-

-un po’- mi sorride prendendomi in giro –è la prima volta che vieni in america?-

-no!...lavoro qui!-

-davvero? A Washington?-

-no a New York oppure ad Hartford-

-ah ecco, perchè mi sembravi un pò spaesata…-

-si bè…oh cazzo!!-

-tutto bene?-

-no! ho dimenticato la mia amica in aeroporto!-

-la bionda che era con te stamattina?-

-si!!! Prima quando stavo correndo stavo cercando di tornare in aeroporto perché è da questa mattina che sono fuori! Cazzo e ho pure il cellulare spento!!-

-accendilo e chiamala- mi dice con ovvietà

-oh…ehm…non posso accenderlo…devo assolutamente andare- prendo il portafoglio dalla borsa e cerco delle monetine per pagare la cioccolata…

-lascia te la offro io…e comunque se non vuoi ammalarti seriamente ti sconsiglio di tornare sotto la pioggia-

-non posso abbandonarla li!!-

-ma scusa che ci fate ancora in aeroporto?-

-non troviamo un albergo-

-cioè fammi capire siete venute qui senza prenotare una stanza?-

-si-

-con una convention di questa portata?...siete matte?-

-non era previsto questo viaggio!- ribatto uscendo dal bar e cercando un taxi da qualche parte

-Ehi ferma!- dice prendendomi per un braccio e trascinandomi setto la tettoia al riparo

-cosa c’è?-

-mando un mio amico a prenderla, dovrebbe essere in aeroporto perché ha smarrito una valigia-

-si certo non è mica stupida che va col primo che capita!-

-la chiami no?-

-non posso usare il cellulare!!!-

-non capisco il perché ma puoi usare il mio-

-e dove la porta il tuo amico?-

-senti, di stanze non ce ne sono, tu dormi da me e lei da lui-

-si certo e se siete due maniaci?-

-se avessi voluto approfittare di te l’avrei fatto in quella stradina deserta dove ci siamo scontrati- mi dice serio

-io…- sospiro indecisa –d’accordo dammi il cellulare-

Mi passa il suo cellulare e compongo il numero della Camy…spero che mi risponda…

-Pronto?- mi risponde con una voce agitata

-sono io tutto bene?-

-hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere?! Dove sei finita?!?...volevo venirti a cercare ma non ho soldi e soprattutto non conosco per niente la città!! Mi hai imbarcato in questa…come l’hai definita?...ah si “avventura” per abbandonarmi in uno squallido aeroporto nel più totale panico?!-

-scusami…-

-scusami?! Hai il cellulare spento non potevo chiamarti, sentire se stavi bene…-

-lo so scusa…è spento perché non voglio che mi chiamino i miei- le dico sentendola sospirare nel tentativo di calmarsi –senti adesso viene a prenderti una persona e ti porta in un albergo vai con lui…-

-con uno sconosciuto?!-

-Camilla…per favore fai quello che ti ho detto fidati-

-si certo come mi sono fidata facendomi trascinare qui?!...come lo riconosco?- mi chiede rassegnata

-ehm si chiama…- mi volto verso Andrew che nel frattempo sta parlando con questo suo amico al cellulare, chiedendogli il nome di questa persona

-Joe- ripeto a Camy

-Joe?- mi chiede

-si Joe…vai con lui-

-va bene, non mi sembra di avere altra scelta…mi trova lui?-

-si-

-ok…allora…ti chiamo quando e se arrivo-

-si ma su questo numero-

-…va bene ciao-

-aspetta…hai le mie valigie…-

-si le porto con me, per stasera cerca di arrangiarti in qualche modo- dice sospirando prima di concludere la chiamata

 

Mi volto verso Andrew che mi fa cenno di salire sulla sua automobile…avevo ragione era un’audi penso scioccamente.

 

Arriviamo in pochi minuti al Plaza…uno degli alberghi più lussuosi di Washington a quanto so, scendiamo nel parcheggio sotterraneo e Andrew parcheggia la macchina su un posto segnato

-ma puoi lasciarla qui?- domando dubbiosa

-si perché?-

-perché è un parcheggio privato-

-bè l’ho pagato direi che posso usarlo no?-

-ah…- imbarazzata scendo dall’auto e lo seguo verso uno degli ascensori

Saliamo fino al dodicesimo piano, Andrew cerca nel cappotto la tessera magnetica per aprire la porta della camera e quando la trova entriamo in quella che potrei tranquillamente definire ottava meraviglia del mondo…un magnifico letto a due piazze, un divano antico, un bancone da bar e una terrazza enorme sono le prime cose che il mio sguardo cattura…sorrido inconsciamente continuando la mia ispezione

-ti piace?- mi chiede con un sorriso ironico, probabilmente ha colto il mio sguardo meravigliato

-molto- rispondo con un filo di voce

-mi fa piacere…dai vai a farti un bagno prima di ammalarti sul serio- mi incita accompagnandomi fino al bagno dove un’enorme vasca idromassaggio fa bella mostra di sè

-sono in paradiso!- esclamo quasi con le lacrime agli occhi

Andrew scoppia in una risata cristallina

-sembri una bambina in un negozio di dolci-

-si si continua a prendermi in giro…-

-bè è vero…-

-antipatico…-

-dai su fatti questo bagno-

-ok!!- con un sorriso mi avvicino alla vasca e inizio a far scendere l’acqua calda, mi tolgo la giacca bagnata e cerco un posto per metterla senza fare danni

-dammela ci penso io, i vestiti mettili per terra poi li faccio portare in lavanderia-

-va bene grazie- dico porgendogli la giacca

-ok allora buon bagno- prende l’indumento ed esce dal bagno

Chiudo a chiave la porta, non si sa mai, poi mi spoglio e mi preparo ad entrare nella vasca…aspetta un attimo…i vestiti!...dannazione non ho le valigie! Cosa cazzo mi metto adesso?!

 

Mi avvolgo intorno al corpo un asciugamano e apro la porta affacciandomi sul salotto

-ehm…Andrew…- lo chiamo esitante

-qualche problema?- mi chiede entrando improvvisamente in sala e fermandosi attimo a guardarmi impietrito.

-ehm…non ho nemmeno un vestito con me, le valigie la ha la mia amica- dico cercando di coprirmi meglio con l’asciugamano

-ah…aspetta un attimo- lo vedo sparire in camera e tornare poco dopo con un paio di pantaloncini corti da uomo e una maglietta a maniche corte

-grazie mille-

-figurati…ho solo questo, i pantaloni hanno il cordoncino quindi dovresti riuscire a stringerli abbastanza- mi spiega rapidamente porgendomi gli indumenti

-va bene grazie sei il mio salvatore!- aggiungo con un sorriso mentre prendo gli abiti –torno al mio bagno- lo saluto prima di richiudermi la porta alle spalle

 

Poso maglietta e pantaloni su un mobiletto e mi tolgo l’asciugamano immergendomi finalmente nell’acqua calda…mi lavo bene i capelli togliendo lo sporco della pioggia…uso un po’ tutti i campioncini di shampoo e bagnoschiuma che trovo sulla vasca divertendomi a mischiare le varie fragranze…poi finalmente mi decido ad uscire

Mi vesto velocemente…non sono molto a mio agio senza reggiseno, per fortuna che la maglietta è nera…cerco il phon e mi asciugo velocemente i capelli

Guardo la mia immagine riflessa nello specchio…sono una donna, sono single e non sono sposata…un sorriso divertito mi disegna le labbra mentre questi pensieri passano fugaci nella mia mente

 

 

Aeroporto ore 20.00

 

-sei tu Camilla?-

sobbalzo spaventata e mi volto verso un ragazzo moro con gli occhi verdi e un sorriso fantastico che mi ha appena chiesto se sono Camilla…wow!

-oh...ehm…si- cerco di rispondere imbarazzatissima nel tentativo di nascondere i miei pensieri

-ciao io sono Joe…mi hanno detto di venirti a salvare- mi dice sempre con un sorriso

-oh si…sei l’amico del nuovo amico della mia amica?- farfuglio cercando di allontanare l’imbarazzo

-si credo di si!- risponde aprendosi in una risata –dai ti porto via da questo postaccio, sembri distrutta…-

-se avessi un’amica idiota lo saresti anche tu-

-Andrew mi ha detto che ti ha lasciato qui da sola tutto il giorno-

-si…-

-allora non è solo idiota è pure scema…non so se te ne sei accora ma dietro di te appoggiati alla parete ci sono 4 ragazzi che non ti hanno staccato gli occhi di dosso da quando sono arrivati…e non sembrano avere buone intenzioni- aggiunge avvicinandosi al mio orecchio in un sussurro

-ah…allora forse è meglio andare…-

-si credo anch’io- risponde sollevandosi e prendendo le valigie più pensanti

-quanti giorni pensavate di fermarvi?-

-non lo so…qualche giorno tanto per far passare la tempesta-

-e ti sei portata 3 valigie?- mi chiede incuriosito

-oh no no!! le due arancioni sono della mia amica!-

-ah ecco!...-

-si io ho solo questa blu-

-deve essere un po’ strana questa tua amica…-

-no…solitamente è diversa…è una di quelle che venendo in un paese straniero avrebbe fatto in modo non solo di prenotare un albergo ma di farsi trovare un taxi qui fuori pronto a portarla a destinazione…-

-e perché questa volta non l’ha fatto?-

-è in un momento non proprio felice…è fuggita dal suo matrimonio- aggiungo mentre saliamo in macchina…noto il simbolo, 4 cerchi tipo quello delle olimpiadi…devo chiedere a Gin che diavolo di macchina è…

-è un’Audi-

-come scusa?- mi volto di scatto verso Joe che sorride sornione mentre esce dal parcheggio

-la macchina, è un’Audi…ho visto che guardavi il simbolo spaesata-

-oh…bè non ne riconosco nemmeno una…proprio di macchine non ne so niente-

-io invece le adoro…-

-è tua questa?-

-questa no è dell’albergo-

-ah e tu quale hai?-

-una identica a questa! Solo che è a casa!-

-di dove sei?- gli chiedo curiosa

-New York-

-anche il tuo amico è di New York?-

-si siamo qui per la convention che c’è in città…abbiamo anche dovuto prenotare in alberghi differenti perché non c’erano più posti…-

-aspetta un attimo…quindi noi adesso non andiamo dove c’è la mia amica?-

-no mi spiace…-

-oh…a me no-aggiungo in un sussurro

-come scusa?-

-no niente!...-sorrido mentre lui parcheggia la macchina nei sotterranei dell’albergo, scendiamo e ci avviamo verso la sua stanza

-immagino vorrai farti un bagno- mi dice mentre mi fa entrare in camera

-si grazie dove lo trovo?- chiedo togliendo la giacca e appendendola

-là in fondo a destra-

-benissimo…queste dove le metto?- chiedo indicando le valigie

-mettile vicino all’armadio-

-ok- sistemo le valigie e dalla mia prendo la biancheria e un pigiama prima di chiudermi nel bagno e farmi una doccia veloce…mi spoglio e sto per entrare nella doccia quando la porta si spalanca ed entra Joe…rimango impietrita a fissarlo mentre lui non si muove di un millimetro e rimane a guardarmi…

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH- lancio un urlo assordante mentre mi avvolgo freneticamente un asciugamano sul corpo per coprirmi in qualche modo…

-eh che sarà mai…ho visto di meglio-

Spalanco la bocca alle sue parole –esci immediatamente!!-

-quanto la fai lunga…- ribatte uscendo –la prossima volta chiudi a chiave-

Rimango impalata a fissare la porta…mi sono fatta abbindolare come una cretina dal suo bel sorriso…sembrava veramente carino…invece è un’idiota come tutti gli altri…chiudo a chiave la porta e tremando torno nella doccia dove il getto caldo dell’acqua pian piano mi rilassa…dopo una ventina di minuti mi decido finalmente ad uscire…mi vesto il più lentamente possibile e una volta pronta prendo due grossi respiri prima di uscire dalla porta

 

Lo vedo sdraiato sul letto con un braccio sopra gli occhi e il cellulare in una mano

 

-hai fame?- mi chiede improvvisamente

-no…voglio solo dormire-

-ti lascio il letto-

-no non è necessario posso dormire anche sul divano-

-non ho voglia di litigare soprattutto con una che non conosco…prenditi il letto e buonanotte-

-nessuno ti ha costretto ad aiutarmi se non volevi!-ribatto offesa dal suo comportamento

-me l’ha chiesto un amico-

-potevi dirgli di no se non ti andava…e poi cosa ti è successo prima sembravi più…-annaspo cercando la parola giusta per descrivere il suo stato d’animo iniziale

-non sempre la vita è rosa e fiori- mi interrombe velenoso prima di sdraiarsi sul divano con una coperta e un cuscino

 

Prendo il cellulare e torno in bagno dove chiamo Gin

-Pronto?-

-ciao…rispondi tu a questo numero?-

-si me l’ha lasciato perché sono in bagno…mi sto lavando…tutto bene?-

-no…non proprio-

-come no che è successo?!-

-mi ha vista nuda-

-cosa?-

-mi stavo per fare la doccia e lui è entrato…e ha detto che ha visto di meglio-

-…e adesso…ehm…-

-adesso è andato a dormire sul divano, io vado a letto e spero di passare la notte sana e salva-

-mi dispiace…per tutto quello che ti sto facendo passare…- si scusa con un tono dispiaciuto

-spero solo che le persone a cui ci siamo affidate non siano dei maniaci-

-ho fatto un gran casino!...avrei dovuto fermarmi e ragionare non agire d’impulso!-

-ormai è fatta inutile piangere sul latte versato…adesso vado, sono stanca-

-va bene…-

-hai chiamato la Isa?-

-no adesso esco di qui e la chiamo-

-va bene domani dove ci troviamo?-

-non ne ho idea ti chiamo io domani-

-d’accordo notte- sussurro prima di chiudere la chiamata

 

Con il cellulare in mano torno in camera, lo poso sul comodino e mi infilo nel letto…il respiro di Joe è lento e regolare quindi immagino stia già dormendo, spengo la luce e mi concentro verso la finestra ove penetra la luce dei lampioni…cado in un sonno profondo accompagnata dallo scrosciare frenetico della pioggia.

 

 

Plaza Hotel

 

-finalmente pensavo fossi morta!-

-molto divertente…-ribatto facendogli la linguaccia

-piaciuta la vasca?- mi chiede alzandosi e prendendo qualche indumento dall’armadio

-molto…ti fai un bagno anche tu?-

-si è stata una giornata lunga e pesante…ho bisogno di un bel bagno…hai fame?-

-si!-

-allora ordina dal menu qualcosa e fattelo portare su-

-tu non mangi?-

-certo che si…per me ordina dell’arrosto e una torta qualsiasi-

-scelgo io?-

-si tanto sono buone tutte…vado- conclude chiudendosi nel bagno

 

Chiamo la recepitone ordino da mangiare poi prendo il cellulare di Andrew e chiamo la Isa

-Pronto?-mi risponde con voce stanca

-puoi parlare?- le chiedo sbrigativa

-Gin?-

-si…-

-si certo, sono a casa mia…aspettavo una tua chiamata qualche ora fa!-

-mi dispiace ci sono stati degli…inconvenienti-

-ah…comunque tutto bene?-

-si ora si…come mai ancora sveglia?-

-sono appena venuta a casa…come potrai immaginare non è stata una bella giornata…-

-…come l’hanno presa?-

-male…malissimo…ho consegnato la lettera ai tuoi genitori verso le 8.00 erano preoccupatissimi…Daniele l’ha saputo solo un’ora dopo…naturalmente non siamo riusciti a fermare tutti gli invitati…-

-si non mi importa degli invitati- la interrompo –voglio sapere come l’hanno presa-

-i tuoi genitori sono molto arrabbiati…però tua mamma mi ha detto che l’aveva capito che qualcosa non andava…ah ho detto che dopo essere venuta a casa mia sei scomparsa e che ho trovato la lettera nella posta questa mattina…-

-hai fatto bene…Daniele?-

-…è distrutto…abbiamo parlato fino a un’ora fa prima che me ne andassi…ha fatto tutto il tempo a domandarsi dove avesse sbagliato…mi ha chiesto perché non è riuscito a farti innamorare di lui…-

-mi odia?- domando quasi stupidamente

-mi ha detto che non si può odiare chi si ama…in questo momento non ti capisce ma non ti odia-

rimango un attimo in silenzio soppesando le sue parole… -domani di loro che mi hai sentito al telefono e che sto bene…ok?-riprendo sviando l’argomento

-si va bene-

-per qualunque cosa sono su questo numero…chiamami solo tu però non darlo a nessuno-

-si non c’è problema…-

-ok allora…-

-Gin?- mi interrompe

-cosa?-

-vedi di tornare a casa presto e di sistemare il casino che hai fatto, buonanotte- sussurra prima di chiudere la chiamata

 

Poso il cellulare sul letto e a testa bassa tento di trattenere le lacrime…

-tutto bene?- sobbalzo spaventata e vedo Andrew che mi guarda dalla porta del bagno con un paio di boxer, una maglietta e i capelli ancora bagnati

-non proprio- rispondo esitante

-ne vuoi parlare?-

-bè…-vengo interrotta dal bussare alla porta, Andrew si alza e prende il vassoio con il cibo, lo posa sul letto e mi porge il mio piatto

-mangia ti sentirai meglio-

-grazie- sussurro mangiando un pezzetto di arrosto

Rimaniamo in silenzio per tutta la durata della cena…mangiamo seduti sul letto…con le lacrime agli occhi addento l’ultimo pezzo di torta…almeno ho lo stomaco pieno…

 

Andrew si alza e porta via i piatti poi si dirige verso l’armadio dove cerca una coperta e un cuscino…

-non è necessario che dormi sul divano…-

-bè di certo non lascio dormire te sul divano- ribatte prontamente…

-potresti dormire qui con me- gli propongo

-sul letto?-

-si…prometto di non mangiarti- dico abbozzando un sorriso

-non è quello che mi preoccupa!- risponde sincero prima di mettersi sotto le coperte –fa quasi freddo stasera…-

-già…sono scappata dal mio matrimonio- dico tutto d’un fiato

-come?- mi chiede girandosi a guardarmi

-ho abbandonato il mio ragazzo sull’altare…ecco perché sono qui…-

-abbandonato materialmente?-

-no…sono scappata la sera prima del matrimonio-

-…posso chiederti perché?- mi domanda sollevandosi a sedere

-non lo amavo- rispondo con una scrollata di spalle –la sera in cui ho deciso di partire anziché festeggiare e cercare di provarmi di nascosto l’abito per essere certa che fosse perfetto, ho riguardato le pratiche di una ditta che sto seguendo e ho memorizzato sul palmare un promemoria che mi ricordava di chiamare l’indomani Caterina per sapere se erano arrivati i documenti che aspettavo…ho persino modificato l’ora in cui avrebbe dovuto ricordarmelo perché se fosse suonato durante la cerimonia non avrei potuto guardarlo…-dico con le guance ormai bagnate dalle lacrime –sono un’idiota insensibile…sono partita mollando tutto e tutti…ho messo nei casini le mie 2 migliori amiche dimenticandomene una in aeroporto e lasciando l’altra ad affrontare per me il polverone- continuo tra i singhiozzi

-eri spaventata…-mi dice posandomi una mano sulla spalla

-non è vero…sono solo una codarda!- urlo nascondendo il viso tra le mani

-non è vero- mi sussurra lui abbracciandomi un po’ rigido –non è vero- continua mentre mi accarezza piano i capelli –scusami…non sono molto bravo in queste cose…- sussurra sempre un po’ rigido

-non importa…-

Piango tra le sue braccia per un po’ mentre lui cerca di calmarmi…poi cado distrutta tra le braccia di Morfeo

  
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