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Autore: martaweasley    06/05/2019    1 recensioni
Sono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete?
Così ho ideato un piano, cercherò la mia anima gemella, tra i miei amori platonici, amori del passato ai quali non mi sono mai dichiarata. Sono sicura che l'amore della mia vita sia tra loro.
Dal testo:
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?»
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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12. What's Happened?




«Non ci credo» grida Ashton iniziando a ridere come un pazzo.
«Sei davvero uscita con un centrotavola credendo ci fosse un ladro?» chiede continuando a ridere, io mi limito ad annuire.
La sera precedente dopo che ero tornata a casa avevo trovato Susan e Lucy già a letto e anche questa mattina erano uscite prima di me, Ashton è il primo a cui racconto cosa è successo.
Lui non fa altro che ridere e prendermi in giro.
«E poi?»
«Dopo Matthew ci ha fatto entrare e ci ha presentati. Lui si chiama Elliot, ed è il suo ragazzo. Cioè ti rendi conto? Non sono arrabbiata per il fatto che abbia un ragazzo, ma perché non me l'ha detto! Io ero convinta potesse davvero diventare il mio futuro marito, ma lui sta già con qualcuno e non me l'ha detto» mi sfogo ancora incredula di tutto quello che è successo. Mi imbarazza il solo pensiero dell'altra sera. 
Ero così a disagio, si vedeva che i due preferivano stare da soli, ma io volevo prima delle altre spiegazioni. Come ad esempio perché non l'avesse mai nominato prima, oppure perché era così gentile con me e mi ha fatto illudere.
«Magari non c'è stata occasione di dirtelo» lo difende Ashton.
«L'occasione c'è stata, dopo che guardavamo Friends ci mettevamo a parlare. Ad un certo punto è saltato fuori l'argomento fidanzati. Io gli ho detto che di storie importanti non ne avevo ancora avute, ho avuto due ragazzi e poi sono usciti con altri durante l'università, ma niente di serio. Lui mi ha detto di aver avuto una ragazza, al liceo, una storia importante. Non ha detto nulla di Elliot»
«Magari si vergognava Anne. Non puoi mai sapere come reagirà una persona alla frase: "Sono gay", cerca di capirlo» continua a difenderlo Ashton e io lo so che non è facile aprirsi al mondo, lo so. Tutti sono sempre pronti a giudicarti.
«È solo che mi ha illuso, tutto qui è questo che mi fa arrabbiare. Comunque dopo che ci ha presentati mi ha detto che Elliot e lui avevano litigato qualche settimana fa e quando litigano spesso non si parlano per settimane intere. Poi gli ho chiesto se si è reso conto che mi stava illudendo, che a me piaceva. Non dico che avrebbe dovuto dirmi che era gay, se non se la sentiva, ma almeno farmi capire che era impegnato» continuo a parlare senza prendere fiato, sono così nervosa, avevo proprio bisogno di sfogarmi. Ashton mi ascolta annuendo e poi, inaspettatamente, mi abbraccia.
«Piccola Anne, non ci pensare» mormora accarezzandomi i capelli.

Non ci pensare, è impossibile.

«Ti rendi conto che mi hai illuso? Potevi dirmi che eri impegnato, non eri obbligato ad aprirti con me, se non volevi, dirmi che eri gay, ma almeno impegnato potevi dirmelo. Ed io che iniziavo a pensare... ma quello è colpa mia, viaggio troppo con la fantasia» mormoro e a fatica trattengo le lacrime.
Non riesco nemmeno ad alzare lo sguardo per quanto sono imbarazzata, mi sento così stupida.
«Mi dispiace Anne, spero potremmo rimanere amici, mi piace tanto passare il tempo con te. Hai ragione avrei potuto dirti che ero impegnato, solo che ero arrabbiato con Elliot quindi può darsi che...»
«L'hai fatto apposta ad illuderla? Perché eri arrabbiato con me?» chiede all'improvviso Elliot, ma io rimango confusa, non capisco.
«Forse inconsciamente ci ho provato con te per una piccola vendetta a Elliot» dice alla fine a voce bassa, per un momento penso di essermelo immaginata.
«D'accordo» dico alzandomi e prendendo le mie cose.
«Anne restiamo amici, vero?»
«Matthew devi capire che al momento sono talmente arrabbiata con me stessa per esserci cascata, per aver davvero pensato potesse nascere qualcosa che non ti voglio vedere. Non ho niente contro voi due, anzi sono contenta che vi siate riappacificati, avrei solo voluto saperlo prima. Per ora lasciamo passare un po' di tempo, quando mi sarà passata mi farò sentire» detto questo saluto Elliot ed esco di casa. Credevo davvero questa sarebbe stata una giornata perfetta, invece dovevo capirlo, dal piede nella pozzanghera che sarebbe andato tutto storto.

«Se vuoi stasera invece di uscire a cercare Lucas, possiamo stare a casa a guardare un film» mi dice Ashton portandomi alla realtà. 
Il suo sguardo protettivo nei miei confronti, mi fa tenerezza, mi fa sentire bene, al sicuro. Il fatto che si preoccupi per me mi fa davvero tanto piacere.

«Sarebbe perfetto, ma penso che sia meglio uscire, se mi chiudo in casa finirei con il piangermi addosso» rispondo annuendo, sto cercando di convincermi da sola. Avrei mille volte preferito rimanere chiusa in casa a guardare film con Ashton, ma sapevo benissimo che comportandomi così mi sarei solo chiusa alle altre possibilità. 
Oggi avevo deciso che sarei uscita con Ashton per andare a vedere Lucas, una missione, non mi sarei tirata indietro.
«Come vuoi Withman» rispose prima di tornare davanti al reparto dei libri thriller e sedersi dietro al computer per catalogare i nuovi arrivi.
Chissà che cosa diranno Susan e Lucy, anche se non ho molta voglia di parlargliene. Sì, glielo dirò che Matthew è gay, solo che non mi va di farlo subito e di vedere i loro sguardi. Mi guarderebbe con compassione e penseranno: "Oh povera Anne, non trova mai un ragazzo giusto". No, decisamente non mi va. Ashton non ha usato quello sguardo, si è messo a ridere, okay però anche quando mi ha consolato abbracciandomi non ha usato quello sguardo. 
Oddio chissà cosa dirà mia madre! Sicuramente anche lei riderà e poi cercherà di consolarmi facendomi vedere un film con Colin Firth.
In questo momento mi è venuta voglia di vedere Il diario di Bridget Jones. Adoro quel film e adoro la protagonista.
Non posso distrarmi, devo tornare a lavoro, devo concentrarmi!

———

«Sei proprio sicura di voler uscire? Non preferisci il divano?» mi chiede per l'ennesima volta Ashton mentre chiudo la porta di casa. Alzo gli occhi al cielo, per la milionesima volta.
«Preferisco sempre il divano, è questo il punto. Per una volta voglio preferire il mondo esterno» rispondo, so già che me ne pentirò, mettendo le chiavi in tasca e raggiungendo Ash sulla strada.
«Piuttosto non sarai tu a preferire il divano questa sera?»
«Si, lo ammetto, avrei preferito rimanere a casa. Midge mi costringe sempre ad uscire»
Eppure stai ancora con lei.
«Che ragazzo pigro» dico prendendolo in giro, ma subito me ne pento, perché Ashton si avvicina per farmi il solletico.
«Scappi adesso? Comunque non sono io il pigro tra noi due. Io vado a correre quasi ogni mattina e vado in palestra due volte a settimana. Ho due lavori, studio per laurearmi, ho una ragazza ed esco con gli amici. Tu cosa fai?»
«Ehm... lavoro, studio, cerco i miei amori platonici e faccio lunghe corse dal divano al bagno prima che la sigla della serie tv che sto guardando finisca» rispondo soddisfatta. Ci sono anche le corse dal divano alla cucina, per prendere cibo, durante la sigla, prima che inizi la puntata.
«Già e il pigro sono io» ribatte ridendo e scompigliandomi i capelli.
«Sei impazzito? Lo sai che devo incontrare Lucas perché mi spettini?» 
Mi fermo davanti ad una vetrina per sistemarli, è una cosa superficiale, ma sta di fatto che il primo incontro si basa sempre sull'aspetto esteriore. Quindi non posso presentarmi con dei capelli da pazza.
«Secondo me stai benissimo anche così» dice Ash, io faccio una finta risata, ma lui mi guarda serio, lo pensa davvero? Che sto bene con i capelli da pazza? Gli sorrido e poi torniamo a camminare nelle vie di Londra per raggiungere il locale.
Man mano che ci avviciniamo inizio a sentire l'ansia che sale.
Ash sembra averlo capito così inizia a parlare a macchinetta dei miei film e serie tv preferite, per non farmi pensare a cosa succederà e farmi concentrare sul momento presente. Lo apprezzo davvero tanto.
«Grazie»
Il moro mi guarda confuso, ma sorride.
«Grazie per cosa? Per essere d'accordo con te sul fatto che Stiles sia il miglior personaggio di Teen Wolf? Oppure per preferire, come te, Iron Man a Captain America?» chiede scherzando e dandomi una leggera spinta e facendomi perdere per un attimo l'equilibrio.
«Sicuramente non per questo» dico dandogli a mia volta una spinta.
«Non solo per essere d'accordo con me su queste cose ovvie, ma per venire con me, per accompagnarmi, aiutarmi e essermi sempre vicino. Sei un ottimo amico»
Lui annuisce poi mormora qualcosa a bassa voce, riesco solo a capire "Si" e "Amico", prima che possa chiedergli di ripetere mi indica il pub.
Okay, ci siamo.
Non posso scappare, vero?
Preferisco il divano, decisamente, meglio tornare indietro.
Ashton sembra averlo capito e mi blocca, poi inizia a spingermi verso il locale.
«Dai, non puoi tirarti indietro ora»
«Ma come faccio? Non ho nemmeno ideato un piano! Cosa gli dico?» chiedo disperata mentre l'ansia continua ad aumentare.
Perché ho sempre così tanta ansia? È normale? No, non è decisamente normale. Meglio tornare a casa e pensare ad un piano.
Ashton però non mi molla, continua a tirarmi in direzione del pub.
«Dai piccola Anne» dice cercando di convincermi e infondermi coraggio, ma no. Non sono pronta.
Senza rendermene conto mi trovo all'interno del locale. Ora non posso più scappare, anzi in realtà potrei, ma mi prenderebbero per una strana.
«Ora io vado a sedermi al tavolo, tu vai al bancone e cerchi di parlare con Lucas» mi sussurra all'orecchio prima di darmi l'ultima spinta e poi andarsi a sedere.
Rimangono per qualche secondo lì, ferma immobile, lancio un'occhiata veloce ad Ashton, sperando che si alzi e mi porti via. Invece, lui mi sorride e mi fa l'occhiolino. 
Va bene. 
Okay. 
Anne sei stata tu a voler uscire, ora vai lì e parli con il tuo secondo amore platonico.
Le gambe si muovono a fatica, m sembra di avere due tronchi di legno, oddio sto camminando come un robot o un burattino di legno... un robot burattino.
Sento Ash che ride, vorrei schiaffeggiarmi da sola, ma evitiamo altre figuracce.
Al bancone c'è la stessa ragazza dell'altra volta e dietro di lei c'è un ragazzo: alto, moro, i capelli li arrivano alle spalle, è tutto vestito di nero e ha un grembiule blu legato in vita. Quando si gira lo riconosco, è lui, è Lucas Carter.
«Posso fare qualcosa per te?» chiede gentilmente la ragazza dai capelli azzurri.

Si, vorrei uno shot di tequila, così da avere più coraggio. 
Ah e vorrei anche parlare con Lucas, per capire se è lui il mio futuro marito.

«Ehm... si, ecco... uhm... dov'è il bagno?» chiedo balbettando leggermente e ora vorrei davvero colpirmi da sola.

Ehm... uhm... bagno?
Anne! Fai sul serio?!

«Qui infondo, prima porta a sinistra»

Ed ecco che torno a camminare come un robot verso il bagno. 
Chissà cosa penseranno di me? 
Per fortuna Lucas sembrava troppo concentrato nella preparazione di un drink per fare caso a me.

Anne:
Aiuto! Sono nel panico! Come mi devo comportare?

Ashton:
Dove sei finita?

Anne:
Sono in bagno

Ashton:
Anne dei essere semplicemente te stessa, se non gli piacerai vorrà dire che è un coglione e che va tolto dalla tua lista. Esci dal bagno e vai. 
Su! Mueve tu culo!

Prendo un respiro profondo e poi mi decido ad uscire. 
Davanti alla porta del bagno c'è un'altra porta, quella della cucina, e nel mio stesso momento esce Lucas. 
Faccio un piccolo passo indietro e vado a sbattere con la testa contro il muro.

«Ahia.. merda che male» mormoro incazzata con me stessa, ma posso essere tanto idiota?
Lucas alza lo sguardo su di me per poi ridacchiare.
«Che imbranata»
Puoi dirlo forte. Aspetta mi ha chiamato imbranata? Poteva andare peggio come primo incontro?
«È colpa tua, mi hai spaventato e sono andata a sbattere la testa» ribatto con più coraggio di quanto pensassi. Ho parlato veramente? O l'ho solo pensato? Dal suo sguardo capisco che l'ho detto ad alta voce
«Ah si? Colpa mia? O forse sei tu che essendo così imbranata vai a sbattere la testa da sola» ribatté con un tono abbastanza arrogante. È rimasto il bad guy che era quando andavamo alle scuole medie, solo che ora ha una voce più profonda e lo rende decisamente molto più attraente.
«Come puoi dire che sono un'imbranata se nemmeno mi conosci? E sì, è colpa tua, ricorda il cliente ha sempre ragione» dico incrociando le braccia al petto e annuendo soddisfatta.
«Già dalla camminata che avevi quando sei entrata nel locale si capisce che sei una persona molto goffa e imbranata» afferma imitando la mia camminata ridendo. Alzo gli occhi al cielo per poi incamminarmi verso il bancone. Non è il migliore degli incontri. Ora cosa dovrei fare?
«Sei pure permalosa»
Mi siedo al bancone, ignorando Lucas e ordino una birra alla ragazza.  Lucas si precipita a riempire il bicchiere per poi servirmelo sorridendo.
«Questo te lo offro io, per scusarmi»
Oh wow, non me l'aspettavo. 
Ora che lo osservo meglio, mi rendo conto di quanto sia migliorato. Alle medie era bello, ma come dire l'adolescenza gli aveva riempito il volto di brufoli, invece ora eccolo qui senza neanche una imperfezione.
«Grazie» rispondo prima di berne un sorso.
«Di nulla piccola» dice facendomi l'occhiolino e per poco non sputo sul bancone la birra. 

Ashton:
Come va? 
Gli hai parlato?

Ignoro il messaggio e mi metto a guardare con la coda dell'occhio Lucas. 
Lui prepara i vari drink, panini e aperitivi mentre la ragazza dai capelli azzurri li serve al tavolo.

«Sono così bello che non riesci a staccare gli occhi da me?» chiede continuando a preparare un toast. 
Non può essersi accorto che lo guardavo.
«È inutile che fingi, ti ho vista che mi guardavi biondina»
Oddio se n'è accorto veramente, ma come?
Era così evidente?
«Non ti stavo guardando, mi ero semplicemente incanta»
«Eri addirittura incantata da me?» chiede con un ghigno divertito e guardando verso di me.
Sento le guance andare a fuoco, oddio che imbarazzo.
«Ti piacerebbe, ma no. Stavo semplicemente guardando in quella direzione e per caso tu eri lì» ribatto cercando di convincerlo.
«D'accordo come vuoi tu. Il cliente a sempre ragione, giusto?»
«Giusto»
«Allora biondina vuoi qualcos'altro oltre alla birra?» chiede mettendosi di fronte a me e guardandomi dritto negli occhi. Non riesco a sostenere lo sguardo, lo abbasso sulla birra e scuoto la testa.
Mi sembra di essere tornata una tredicenne. Mi imbarazzo, balbetto e arrossisco per tutto. Non che adesso sia tanto diversa, ma riesco a non darlo a vedere, però con lui non funziona. Sento la me stessa tredicenne che impazzisce per il suo sguardo e la sua voce.
«Sicura? Secondo me c'è qualcosa che ti andrebbe, sei solo imbarazzata o forse dobbiamo tornare alla teoria dell'imbranata?» mormora avvicinando il suo volto al mio orecchio. Posso sentire il suo fiato sul mio collo, sono completamente paralizzata, non riesco nemmeno a respirare.
«Anche se dal modo in cui mi rispondevi non mi sembravi tanto imbranata, quindi cos'è? Parli tanto, ma poi ti blocchi quando qualcuno si avvicina troppo?» sussurra al mio orecchio, lo sento giocare con una ciocca dei miei capelli. 
Il cuore mi sta battendo tantissimo, un misto di eccitazione e adrenalina.
Mi giro verso di lui ed ora i nostri volti sono a pochi centimetri di distanza.
«Forse» rispondo così a bassa voce da non essermi sentita nemmeno io, ma lui sorride.
«Sei proprio una ragazza interessante» mormora accarezzandomi la guancia.

È solo una mia impressione o tutto il locale è sprofondato nel silenzio?

Mi sembra di trattenere il fiato da una vita, Lucas mi guarda sorridendo e poi si avvicina ancora di più a me. 
Sta per annullare le distanze, aspetta sta per baciarmi? Cosa sta succedendo? Non riesco a capire niente. Si sta avvicinando sempre di più, ma non riesco a capire se per davvero o è la mia immaginazione. Perchè mi sento così confusa?

Le sue rosee labbra stanno per sfiorare le mie, sta davvero per baciarmi?
Quando mancano pochi millimetri perché le nostra labbra si uniscano, sento una mano afferrarmi il braccio e farmi alzare dallo sgabello.
Cosa è successo? 
Mi guardo intorno confusa e vedo la mano di Ashton stretta intorno al mio braccio, mi sta guardando male, non capisco.
«Andiamo via» dice con tono duro, fulminando con lo sguardo Lucas per poi tirarmi verso l'uscita.
«Ciao bella biondina!» sento dire da Lucas prima di uscire dal locale.

Non riesco ancora a capire cosa è successo.
Lucas mi stava davvero per baciare? O me lo sono immaginata?
Mi stava davvero così vicino?
Perché Ashton è così arrabbiato?







 

Ed ecco un nuovo capitolo!

La nostra Anne triste per quello che è successo da Matthew decide lo stesso di uscire con Ashton e andare a vedere Lucas.
E che incontro!
Cosa ne pensate?
Come vi sembra Lucas?
Perchè Anne sembra così confusa? Troppa birra o è colpa del fascino di Lucas?
Vi aspettavate un incontro così?
Io no, inizialmente la mia idea era molto diversa da quella che è uscita alla fine.

Fatemi sapere cosa ne pensate

Kiss and hugs
||MartaWeasley||

   
 
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