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Autore: Alicia_Hotaru    06/05/2019    2 recensioni
Aori è una ragazza normale. Almeno finchè non finisce invischiata nella grande guerra tra Servamp trovando e accudendo il pigro Kuro. Il suo destino, però, non è certo stare dalla parte del bene: perchè quando Tsubaki decide di prendersi qualcosa, nemmeno il più anziano dei Servamp riuscirà a togliergliela.
Avvertenze: per i primi 10 capitoli (circa) seguirò la versione del manga, mentre nei successivi mi baserò su quella dell'anime. Grazie per la pazienza ^-^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuro/Sleepy Ash, Nuovo personaggio, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fastidioso sole pomeridiano filtrava dalle spesse tende, colpendo impietosamente le palpebre abbassate di Tsubaki. Premendosi il braccio sugli occhi, il Servamp sbuffò, godendosi gli ultimi momenti di oscurità, quindi si alzò sul gomito libero, poi sulla mano, passando a strofinarsi la nuca con le dita.

Con gli occhi ancora socchiusi, notò un foglietto lasciato accanto al suo futon: un volantino, che promuoveva sconti nel suo ristorante giapponese preferito, e un bigliettino attaccato sopra, poche parole provenienti sicuramente da Shamrock.

– Andiamoci insieme.

La voce di Aori lo avvolse come una coperta calda, facendolo voltare lentamente: era seduta proprio dall'altro lato del futon, sulle gambe, le mani appoggiate elegantemente sul nuovo kimono nero e rosso fino al ginocchio, la lunga coda che si posava dolcemente sul pavimento in un ricciolo scuro.

E sorrideva, la testa leggermente inclinata di lato, l'espressione distesa, raggiante.

– Dove potrei andare senza di te? - disse Tsubaki, con un mezzo sorriso. Trovava così magnifico poterla rivedere con quello sguardo, finalmente di nuovo felice, no...felice veramente.

Sembrava tornata alla vita di nuovo, stavolta per davvero.

– Andiamo, allora? - lo invitò la ragazza, alzandosi e spolverandosi il kimono con le mani.

Il Servamp non credeva ancora possibile che Aori fosse di nuovo accanto a lui: quando l'aveva vista sparire tra la folla, al festival, aveva davvero temuto di averla persa per sempre.

Quando l'aveva rivista inerme tra le braccia di Kuro, però, la ferita che aveva sentito aprirsi nel petto si era lentamente rimarginata. In un modo o nell'altro era tornata indietro; e ora lo guardava di nuovo con quel sorriso che gli faceva desiderare che il mondo non esistesse.

Che lei fosse solo sua.

Anche mentre camminavano tranquillamente, uno di fianco all'altra, Tsubaki trovava fastidiose tutte quelle persone che la guardavano, che sembravano commentare il loro strano abbigliamento.

Aori sembrava non darci peso e, se proprio qualcuno la fissava intensamente, lei gli rivolgeva un magnifico sorriso, facendogli abbassare lo sguardo.

Proprio mentre il Servamp stava pensando di mettere a tacere tutte quelle voci attorno a loro, la ragazza gli prese inaspettatamente la mano, stringendola nella sua così piccola, le sue dita minute che si intrecciavano lentamente alle sue lunghe e affusolate.

Quando il vampiro le rivolse un'occhiata incerta, Aori sorrise in quel suo modo così innocente, semplice eppure così..bellissimo, alzando lo sguardo nel suo e appoggiandosi alla sua spalla, quasi accoccolandosi contro di lui.

– Pensi che sia sconveniente? - gli chiese. Il modo in cui lo disse fece suonare la domanda più come una provocazione. Tsubaki sorrise, tornando a guardare davanti a sé: ora gli sembrava che gli altri passanti li fissassero con una punta di invidia. La cosa lo rallegrava.

– Assolutamente no.

Continuarono così per qualche minuto, lei godendosi il contatto e lui gli sguardi incuriositi della gente. Il Servamp avrebbe voluto dire qualcosa, ma le uniche cose che gli venivano in mente erano domande sul breve periodo di assenza della ragazza, dove fosse stata, cos'avesse fatto...cosa fosse successo per ridurla nello stato in cui Kuro gliel'aveva riportata.

Fu quando stava per farsi forza e chiedere quello che più gli importava che Aori gli lasciò la mano, inaspettatamente, correndo qualche metro più avanti e chinandosi a terra nei pressi di un vicolo.

A Tsubaki sembrò di rivedere quella scena a rallentatore, proprio come quella sera al festival: la vedeva allontanarsi, la vedeva cadere; la vedeva interessarsi ad altro, la vedeva lasciarlo solo...

Quel dolore insopportabile al petto tornò a tormentarlo, facendolo irrigidire. Ora tutta quella folla era tornata ad infastidirlo con il suo vociare, il suo affrettarsi attorno a lui, avvolgendolo e risucchiandolo nel suo vortice. Si sentiva perso...sarebbe bastato così poco per eliminare quel disturbo, bastava solo...

– Guarda solo me, Tsubaki.

La voce decisa, eppure così dolce, di Aori lo riportò immediatamente alla realtà, facendogli abbassare leggermente lo sguardo su di lei. Soddisfatta della sua attenzione, la ragazza sorrise, prendendogli ancora una volta le dita, più delicatamente, senza intrecciarle alle sue, e si voltò di nuovo verso la strada, tirandolo dolcemente perché la seguisse.

Facendosi trasportare docilmente, il Servamp raggiunse con lei il punto in cui si era fermata un attimo prima e vide ciò che Aori stava fissando, e per cui era corsa via in tutta fretta.

Un gattino, dal pelo nero rovinato dalle continue lotte per il cibo e le intemperie, li fissò di rimando, miagolando piano; se ne stava acciambellato un metro dentro il vicolo, pulendosi di tanto in tanto il muso con la zampina e lanciando occhiate significative ai passanti, in attesa che qualcuno si intenerisse e gli lanciasse qualcosa di buono.

A Tsubaki ricordò irrimediabilmente qualcuno di sua conoscenza, non senza una punta di irritazione.

– Sai cosa stavo facendo la sera che mi hai salvata? - chiese improvvisamente Aori, continuando a guardare il felino con un sorriso dolce.

Il Servamp ricordava perfettamente quel giorno: quella giornata che si era tramutata in notte troppo in fretta, le luci troppo flebili dei lampioni, lo scorrere delle auto, quella frenata improvvisa e sibilante...quel tonfo, la sgommata e tutto quel sangue sulla strada...

Ricordava di aver guardato la scena con la solita noia, l'ennesimo incidente senza soccorso, l'ennesima crudeltà degli esseri umani.

Ricordava di essersi avvicinato al corpo esanime sull'asfalto e aver guardato distrattamente chi potesse essere, così, per passare un po' il tempo.

L'espressione di quella ragazza, distesa a terra in un mare di sangue, ormai in fin di vita, l'aveva sconvolto: sorrideva, nonostante il destino infausto che le era toccato, e stringeva una coperta tra le braccia, come ne andasse della sua vita. Tra le lacrime e i colpi di tosse, l'aveva guardato, porgendogli debolmente il suo tesoro.

– Sembra che io non potrò fare più nulla per lui – gli aveva detto, in tono ormai quasi troppo flebile – Potresti portargliela tu...per favore?

Aveva chiuso gli occhi, abbandonando le braccia lungo i fianchi, la coperta le era ricaduta sul corpo martoriato.

– Mi ricordo perfettamente ogni istante di quella sera – rispose Tsubaki, facendosi cupo d'un colpo.

Aori alzò lo sguardo su di lui, non capendo il motivo di quella reazione: quando vide l'espressione afflitta del Servamp, però, comprese che c'era qualcosa, di quella notte, che ancora non sapeva.

– Mi hai chiesto di fare una cosa per te – riprese il vampiro, mentre l'immagine della coperta che le ricadeva sul petto tornava prepotentemente a fare capolino nella sua mente.

– E' proprio per questo che, quando ho visto questo gattino, sono corsa qui – disse la ragazza, ravvivandosi – Mi ha ricordata cosa stavo facendo quando quella macchina mi ha investita. Stavo venendo proprio ad accudire un gattino come questo.

– Devo dirti una cosa – la interruppe Tsubaki, senza riuscire a guardarla. A quelle parole, così dure rispetto al solito, Aori rabbrividì, stringendogli più strettamente la mano: cosa c'era di così importante da farlo parlare in quel modo?

– C'entra Kuro in qualche modo? - lo precedette, costringendolo a guardarla negli occhi.

Il Servamp la fissò di rimando, ancora combattuto e disturbato dalle immagini dell'incidente che tornavano prepotentemente a fargli visita. Avrebbe voluto dimenticarle, pensare che nulla di tutto ciò fosse mai accaduto. Che il suo errore fosse niente di più di un brutto sogno.

– Andiamo, altrimenti occuperanno tutti i posti – le disse alla fine, con un sorriso incerto, guidandola lontano dal vicolo, lontana da quel gattino che chiedeva così insistentemente qualcosa da mangiare. Da quell'essere che gli ricordava così tanto Accidia.

Seguendolo senza fiatare, Aori si ritrovò a pensare che ci fosse qualcosa di strano in quell'atteggiamento, qualcosa che andava oltre la semplice gelosia nei confronti di Kuro.

Tsubaki le stava nascondendo qualcosa.




Angolino dei commenti

Stavolta con quasi esattamente un anno di ritardo (un po' tanto -_-) pubblico questo capitolo, ispirato ad una vignetta in fondo al volume 3 (credo. se mai troverò un'immagine metterò un link ^-^')
Ringrazio calorosamente Anna3 per avermi invogliata a continuare a pubblicare e tutti quelli che continueranno/inizieranno a leggere.
Da qui la faccenda comincia a prendere la piega che porterà al finale (da definire, è ancora nella mia testa ma confido nello sprint finale); qualche problema emerge, come il sentore di qualche segreto.
Tsubaki cosa starà nascondendo?
Ritirandomi dignitosamente (e mettendo un bel promemoria per ricordarmi di pubblicare tra una/due settimane ^-^') vi saluto.

Al prossimo capitolo ~♫
   
 
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