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Autore: _Its_Nisee_    06/05/2019    0 recensioni
E cosa succederebbe se nella vita di Eleonor, una piccola ragazza londinese con un passato tortuoso alle spalle, arrivassero, in una sera come un'altra, due iridi azzurre a mettere a soqquadro ogni cosa?
•••
-Almeno inventati qualcosa di più sensato la prossima volta che vorrai evitare che qualcuno ti aiuti- gli disse sincera lei, accennando un sorrisino istintivo, smettendola di insistere e lasciandolo andare, con un pizzico di amaro in bocca.
Il biondo si poggiò allo stipite della porta, non degnandola più di uno sguardo, bensì si diede la spinta per rimettersi in piedi per poi ricominciare a camminare verso il locale vero e proprio. Anche sul suo volto, senza che lei potesse vederlo, si era dipinto un minuscolo sorriso, anch'esso spontaneo e senza una motivazione logica.
-Grazie per non aver insistito troppo, occhi verdi-
•••
Storia sui Queen ambientata nei tempi odierni, i fatti e gli affetti dei ragazzi sono quasi del tutto reinventati.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Chapter 2- Cinderella
Quella mattina Eleonor, nonostante si fosse ripromessa la sera di prima di voler dormire fino a tardi, si svegliò circa alle otto e mezza, dato che era riuscita a dormire poco a causa di quell’incubo che la notte prima aveva fatto.
Si era svegliata varie volte durante la nottata, bevendo di tanto in tanto dei sorsi d’acqua, girando a casaccio dei canali in tv e mettendosi a cazzeggiare sul suo cellulare, ma niente le poteva dare la giusta tranquillità per riuscire a riposare decentemente.
Così, era riuscita a dormire solo due orette, dalle sei e mezza alle otto e mezza, alzandosi poi dal proprio letto mettendo in ordine la stanza, non avendo niente da fare e neanche il sonno necessario per rimettersi dormire.
Oltre al sogno, anche altri pensieri le rimbombavano di continuo in mente. Le urla di quella cornacchia bionda con la quale il giorno prima aveva discusso animatamente, la strana gentilezza di Charlie nei suoi confronti, le parole di sua madre riguardanti il suo ritiro scolastico ed infine la frase dello sconosciuto che le era apparso in sogno.
“Sono qui”.
Scosse la testa, cercando in ogni modo di dimenticare la giornata precedente, sbloccando per l’ennesima volta il suo cellulare, trovandoci un nuovo messaggio da parte di sua sorella, Claire, che era uscita presto per fare delle commissioni assieme al proprio fidanzato, Michael.
Lo aprì immediatamente, storcendo le labbra leggendo il contenuto:
“Vediamoci al nostro solito posto, ho bisogno di parlare con te”


Nonostante il suo umore non fosse dei migliori, Eleonor aveva deciso di raggiungere la propria sorella, così da poter anche uscire un po’ per farsi una passeggiata al centro di Londra, dove si recò con l’autobus. A raggiungerla fu Claire, che quel giorno aveva litigato con il proprio ragazzo e voleva solamente starsene in compagnia dei suoi famigliari, specie Eleonor, evitando soprattutto le amiche, troppo sciocche e superficiali per capire fino in fondo i suoi problemi di cuore.
Le due decisero di andare a parlarne in un bar poco distante dal centro, nel quale andavano ogni volta che avevano voglia di un cappuccino di soia o di una cioccolata calda con sopra un ricciolo di panna ed una spruzzata di cacao. Era quello il loro “solito posto”, dove si recavano ogni volta che volevano parlare senza essere disturbate.
-Io trovo assurdo che dopo ben tre anni di relazione lui si comporti ancora così!- sbottò nervosa Claire, accendendo continuamente il display in attesa di un qualsiasi messaggio da parte del suo lui
-Sono circa quindici benedetti minuti che sbraiti e ancora non ho capito quale sia stato il fatto scatenante- le disse Eleonor più confusa che mai, mentre con il cucchiaino si era portata un po’ di panna spruzzata sul suo cioccolato alle labbra
Claire la guardò, decidendo di darsi una calmata prendendo un lungo respiro, sentendosi una completa idiota. Dopodiché si portò la mano sulla fronte.
Eleonor la guardò più preoccupata che mai. Non era abituata a vederla così afflitta, bensì sempre frizzante e piena di vita, capace di rallegrare le giornate altrui con solo una delle sue oscene battute.
-Non tormentarti Claire, sono qui pronta ad ascoltarti-
Gli occhi cioccolato della mora erano velati a causa di una profonda malinconia, che ormai da tempo la stava tormentando per colpa del suo ragazzo Michael.
-Sono settimane che gli ribadisco di sentirmi messa da parte, trascurata e quasi.. dimenticata, ma a lui di questo sembra non importargli niente, perché dopo essersi scusato continua a comportarsi allo stesso identico modo, tutte le volte-
Eleonor in un primo momento rimase in silenzio, sapendo che la sorella aveva molto altro da dirle.
-Io non mi vergogno ad urlare al mondo che lo amo profondamente- una lacrima muta le solcò il viso e dovette alzare gli occhi al cielo per far sì che non ne scendessero altre
-Tranquilla, prenditi il tuo tempo..- la castana le afferrò la mano, accarezzandole il dorso con il suo pollice
-Lui è tutto per me El, sembra esagerato da dire a quasi vent’anni, ma è la verità. E’ stato il primo in tutto, il mio primo bacio, la mia prima vacanza da sola, la mia prima volta, il mio primo amore insomma-
Quelle parole così malinconiche, ma allo stesso tempo così dolci e soprattutto cariche d’amore, fecero sciogliere il cuore di Eleonor. Sapeva quanto i sentimenti di Claire per Michael fossero sinceri e puri, aveva vissuto in prima persona il percorso della propria sorella con il ragazzo, sognando un po’ da sempre di poter vivere qualcosa di simile sulla sua stessa pelle.
-Solo che nell’ultimo anno è diventato così freddo. A volte penso che neanche mi consideri più la sua ragazza, se non un’amica abitudinale che sa che potrà trovare sempre al suo fianco nel momento del bisogno-
-Non è una cosa carina da dire questa Claire-
-Lo so, ma è ciò che sento dentro e sono io per prima a soffrire terribilmente a causa di questi miei dubbi- la ragazza tirò su con il naso, continuando a girare il suo cappuccino a vuoto, facendo scomparire del tutto la schiuma
-Mi sento l’ultima persona in assoluto in grado di poterti dare dei consigli su questo..-
-Ma se provo ad immaginarmi nella tua situazione ciò che penso è che, forse, avete solamente bisogno di un momento tranquillo per parlare e chiarire questa brutta situazione. Sono tre anni di folle amore quelli che avete vissuto e non possono essere gettati al vento come niente fosse- cercò di farla riflettere
Un’altra lacrima, seguita da un’ulteriore, rigò la guancia di Claire, che in quel momento era persa nella nostalgia dei bei ricordi riguardanti il suo Michael.
-Ti è mai capitato di guardare qualcuno anche solo per un secondo come se fosse ciò che di più bello ti sia successo nella vita, El?- domandò di getto, lasciando la sorella senza parole all’impatto
Eleonor, più che sorpresa, dopo un breve silenzio, iniziò a boccheggiare.
-No Claire, come ti salta in mente di chiedermi una cosa simile? Non ho mai avuto storie serie, lo sai benissimo- le rispose ovvia
-Non devi per forza riferirti ad un fidanzato, ma ad una qualunque persona-
-Il gatto di nonna vale come risposta?- ridacchiò sarcastica Eleonor, strappando dopo vario tempo un piccolo, ma sincero, sorriso a Claire
-Oh Eleonor, spero per te che un giorno ti innamorerai così tanto da capire come mi sento in questo momento. Cioè non ti sto augurando di star male, ma di provare qualcosa di talmente forte che ti faccia sentire totalmente piena di vita, nonostante le difficoltà che incontrerai- si riprese alla fine, un po’ goffamente
-Io spero di no per me stessa, invece, se questi sono i risultati- continuò ad usare il sarcasmo la sorella
Claire la guardò comprensiva -non pensare sia sempre così, sono solamente dei giorni..-
-Dei giorni che ti fanno stare un gran di merda, però- precisò la castana, sorseggiando poi del cioccolato, stavolta direttamente dalla tazza
-Se ne vale la pena, si supera tutto- terminò Claire con un’alzata di spalle
Eleonor non proferì nessun’altra parola, bensì entrò su Instagram ed iniziò a mettere dei like random a varie pagine di moda e di musica che seguiva, lasciando sua sorella nuovamente immersa nei suoi pensieri, nonostante si fosse sfogata dopo quelle dichiarazioni così profonde.
Proprio quest’ultima, che nella sua visuale aveva l’entrata del bar, dopo aver distolto lo sguardo dalla vetrata alla sua destra, vide arrivare un ragazzo che le parve familiare, seguito da altri ragazzi sconosciuti.
-El- richiamò la sua attenzione, sussurrando
La castana alzò di scatto lo sguardo dal cellulare -che c’è?- imitò il suo tono di voce
-Non volarti, ma credo che sia appena entrato il ragazzo del negozio-
Eleonor corrugò la fronte, evidentemente confusa.
-Il ragazzo del negozio?- domandò non avendo capito a chi si stesse riferendo
-Il tizio del negozio di musica, il castano alto, lo pseudo fidanzato della bionda isterica, quello con il cappellino- le rinfrescò la memoria, chiamandolo in mille modi, non conoscendo il suo nome
Solo allora la ragazza collegò il tutto e con un’espressione schifata ripensò per l’ennesima volta alla litigata avvenuta con quella Dafne.
-E credo anche che ci abbia notate, merda- disse leggermente in imbarazzo la mora, portandosi il menù fin sopra al naso, guardando la sorella negli occhi
-Cosa?-
-Mi ha guardata e poi si è voltato un’altra volta, indicandomi ad un suo amico lì accanto-
Eleonor poggiò il telefono sul tavolo e portò entrambe le mani sul proprio volto, esasperata dalla solita goffaggine della sorella.
-Tu e il tuo maledetto vizio di fissare la gente!- la sgridò
-Non lo stavo fissando, è proprio di fronte a me, non potevo evitarlo- provò a difendersi in qualche maniera Claire
Eleonor pensò per un attimo al da farsi.
-Andiamocene- optò per questa decisione la castana prendendo la borsa, in ansia che il tizio potesse parlarle e magari attaccarla per la discussione avuta con la sua amica, o chiunque fosse per lui, non avendolo ben capito
Claire l’assecondò senza esitazione e le due, molto velocemente, si diressero a testa bassa verso l’uscita, coprendosi il più possibile i volti con i capelli, salutando cordialmente i baristi, che le risalutarono a loro volta con estrema solarità.
Si sentirono sollevate di aver evitato una qualsiasi discussione con il ragazzo, ma il tutto si rivelò un’illusione, dato che quest’ultimo le chiamò una volta averle notate mentre stavano per varcare la porta.
-Ehilà ragazze- disse lui senza il minimo accenno di timidezza
Le due sorelle per prima cosa si guardarono negli occhi, indecise se girarsi ed affrontarlo o ignorarlo completamente. L’idea migliore era sicuramente la seconda, ma il buonsenso di Eleonor, mischiato alla sua schiettezza nell’affrontare le avversità, le dettò di voltarsi, e così fece.
-Ce l’hai con noi?- si finse confusa, indicandosi
A quel punto anche Claire la imitò, affiancandola esattamente come il giorno precedente.
-Sì, non so se vi ricordate di me, sono il ragazzo che ieri si è scusato con voi per la discussione con..- venne interrotto ancor prima di terminare la frase
-Ah si, tu sei il ragazzo che era con la bionda tin..-
Eleonor colpì la sorella sullo stinco, per far sì che si riprendesse, evitando di farle fare qualche figuraccia.
-Con Dafne!- si riprese subito, capendo al volo
Il castano sorrise loro, questa volta timidamente, grattandosi i capelli, non coperti da alcun cappello.
-Esattamente e speravo vivamente di rivedervi, perché sono davvero ancora molto dispiaciuto da ciò che è accaduto con lei- gesticolò, evidentemente in difficoltà
Alle due il ragazzo parve sincero, così gli diedero la chance di parlare.
-E’ molto impulsiva e spesso si pone male con le persone, anzi malissimo, ma non lo fa con cattiveria dovete credermi-
-Per me non ha alcuna giustificazione ciò che lei ha detto a mia sorella- disse seria Claire a braccia conserte e con tutto il peso del corpo che poggiava su un fianco
-Infatti non sto in alcun modo cercando di giustificarla, voglio solo tentare di rimediare al suo stupido errore-
-Non sei tu in dovere di farlo- stavolta a parlare fu Eleonor
-Lo so ma.. a lei, nonostante tutto, io ci tengo-
-Ci tieni fino a prenderti queste responsabilità per lei, nonostante non sia nemmeno la tua ragazza?- gli chiese istintivamente la mora, facendo rimanere la sorella a bocca asciutta
-Si, perché in ogni caso è una persona veramente importante per me e se ci sto mettendo la faccia è solo perché so che nessuno merita certi trattamenti-
Eleonor a quelle parole sospirò, non sapendo veramente cosa rispondere al ragazzo. Le faceva davvero molta tenerezza, ma le sue scuse non sarebbero mai riuscite a cancellare l’errore di un’altra persona.
-Spero vivamente che ciò che ti ha detto non ti abbia segnata o ti abbia fatto troppo male-
-No, su questo puoi stare tranquillo..-
-Charlie- precisò lui, sorridendole, svelandole finalmente il proprio nome
-..Charlie, ma resta comunque il fatto che non dovresti essere tu a prenderti certe beghe per lei- sottolineò nuovamente il concetto la castana, leggermente stranita ripensando all’atteggiamento sfacciato e maleducato della bionda
Lui annuì, consapevole.
-Però se ci tieni così tanto posso dirti che per me è acqua passata ormai-
Charlie fece una smorfia, sentendo dentro di sé che quella non doveva essere propriamente la verità, ma per non infierire ulteriormente, lasciò scorrere.
-Meglio così allora-
Le sorelle si guardarono nuovamente e Claire fece cenno con il capo di andare via.
-Dobbiamo andare- si congedò educatamente Eleonor, porgendo la mano al ragazzo
Lui gliela strinse senza esitazione, esattamente come il giorno prima, perdendosi in quei due suoi brillanti occhioni verdi -spero di rivederti, cioè, di rivedervi un giorno- si corresse velocemente
-Mi farebbe molto piacere- lo assecondò, sentendo le gote andarle a fuoco
Non era abituata a conversare in modo così amichevole e quasi confidenziale con un ragazzo appena conosciuto.
-Posso chiedervi che scuola frequentate? Chissà, magari un giorno..-
-Io ho terminato il liceo un anno fa, invece Eleonor..- Claire rispose per sé, bloccandosi, non volendo parlare degli affari di sua sorella
-Io per problemi personali sono stata costretta a ritirarmi, perciò lavoro nella pasticceria dei miei genitori- raccontò velocemente, non perdendosi in scomodi particolari
Il ragazzo annuì non chiedendo spiegazioni ulteriori sull’argomento.
-Quindi ti chiami Eleonor- disse lui, facendo notare loro che non si erano ancora presentate
-Oh sì, Eleonor Cooper per l’esattezza e lei è mia sorella Claire-
Quest’ultima sorrise cordialmente, non scomponendosi.
-Spero di rivedervi presto allora, semmai mi farò un giretto di ricognizione per Londra e verrò ad assaggiare dei dolci nella vostra pasticceria- strizzò l’occhio lui soffermandosi proprio su Eleonor, per poi decidersi a raggiungere definitivamente i suoi amici
-Cerca Brian Cooper su internet e la pasticceria apparirà automaticamente, assieme alle indicazioni per raggiungerla- gli consigliò Claire prima di uscire, beccandosi un pestone sul piede da parte della sorella, divertendolo


-Ciò che stai dicendo è solo una grande, enorme, gigantesca assurdità Claire Cooper!- urlò Eleonor dal divano in soggiorno, intenta a parlare con la sorella che era in bagno, mentre la loro madre, che aveva anche quel  pomeriggio libero a causa di un brutto raffreddore, le stava ascoltando con molta curiosità fingendo di star leggendo un romanzo
-Assurdità?- la mora comparve nuovamente nella stanza, stavolta con i capelli raccolti in uno chignon
-Ti ha divorata con gli occhi tutto il tempo El e in più ha detto chiaramente che verrà a trovarti in pasticceria-
-Mi ha divorata con gli occhi? Per me hai seri problemi sorellina!- esclamò incredula udendo tali parole
-Semmai ciò che divorerà saranno i croissant di papà, dato che verrà solo per mangiare i dolci della pasticceria, sempre se verrà poi-
Claire si immobilizzò per alcuni attimi, esterrefatta.
-No no, qui non ci siamo per niente-
Le si parò davanti la sorella, piegata sulle ginocchia.
-O fai finta di non vedere la realtà da completa paracula o semplicemente sei cieca, è palese il fatto che gli piaci-
-Ma se neanche mi conosce Claire-
-Ma vuole, diamine se vuole!-
-E che mi dici di quella Dafne? A parte il fatto che quella mi ammazza, hai sentito, tiene particolarmente a lei e non credo che stia cercando altro, specie da una come me-
-Da quanto ne sappiamo potrebbe tranquillamente star cercando una scusa plausibile per scollarsela di dosso, è un’occasione d’oro Eleonor!-
-Tua sorella è ancora piccola per queste cose Claire- si intromise Laura dopo tutto quello che aveva sentito dire dalla figlia maggiore
Claire la guardò inarcando un sopracciglio.
-Mamma, devo ricordarti che io alla sua età avevo già consumato da un bel po’ con Michael?- disse più diretta che mai
-Oh Claire!-
-Mamma ho diciassette anni, non cinque- si difese Eleonor da ciò che sua madre aveva detto su di lei
-Ma a parte l’età, io non ho bisogno di un ragazzo al mio fianco, io ho altre ambizioni e voglio puntare tutto su quelle. Oltretutto ho avuto varie storielle, ma mi hanno fatto solo capire quanto il genere maschile sia vomitevole-
-E per raggiungere degli obbiettivi devo evitare ogni tipo di distrazione- aggiunse, crogiolandosi nei suoi pensieri più profondi, riguardanti il suo futuro, più incerto che mai dopo le sue ultime decisioni
-L’amore non è una distrazione- sottolinearono all’unisono la mora e Laura, la quale aveva ormai accantonato definitivamente il libro
-Per me sì, ora come ora, quindi per me il discorso può chiudersi qui-
Claire provò a controbattere in qualche modo, ma fu zittita all’istante.
-Come sei noiosa- disse allora in preda alla rassegnazione, buttandosi a peso morto sul puff bordeaux posto di fronte al divano
-Prima o poi dovrai pur innamorarti-
-Proprio non dai segni di cedimento eh!- alzò gli occhi al cielo Eleonor -tranquilla se accadrà te lo farò sapere al momento opportuno sis, contenta?-
-Almeno dimmi che stasera verrai con me alla festa di Angela Prenter!- Claire, ormai esasperata, tentò quest’ultima mossa
Stavolta, stranamente, Eleonor la guardò con curiosità, non sapendo minimamente a cosa si stesse riferendo.
-Che festa?-
Portò il suo sguardo anche a Laura in cerca di spiegazioni, la quale ne sapeva meno di lei, difatti la donna fece spallucce, incitando l’altra figlia a dire loro di più.
-Non sai della festa che Angela ha deciso di dare? Ci sono praticamente tutti i ragazzi più fighi di Londra, sarà pieno di gente!- le spiegò
-E non possiamo assolutamente permetterci di non andarci-
-E perché Angela avrebbe deciso di dare una tale festa, così rinomata oltretutto?-
-Compie diciotto anni e data la sua stravaganza, uguale a quella dei suoi genitori, ha deciso di organizzare il party del secolo. Si vocifera che anche degli artisti circensi saranno presenti-
-I Prenter non si smentiscono mai- commentò Laura divertita, conoscendo la famiglia in questione
-Non ne sapevo nulla, a dir la verità- unì gli indici Eleonor, guardando innocentemente la sorella
-Immaginavo, ma tranquilla, per tua fortuna hai una sorella speciale che ci pensa per te a queste cose- si pavoneggiò la mora, sollevando in modo più che fiero il capo
-Tanto questo ormai non fa alcuna differenza, sono le cinque e mezza passate- indicò l’orologio appeso al muro la castana
-E con questo?- la interrogò Claire
-Non è tardi tesoro, fai perfettamente in tempo a prepararti se vuoi- la incitò la madre, entusiasta più della figlia all’idea
La donna sapeva bene che, nonostante la loro estrema frivolezza, i Prenter sapevano alla perfezione come organizzare delle vere e proprie feste da urlo. Anche lei alla loro età aveva partecipato a molte di esse.
Eleonor le guardò come avesse a che fare con due pazze.
-Come posso lavarmi, vestirmi, truccarmi e sistemarmi i capelli in tempo per stasera?- si alzò di scatto sbottando, mettendosi poi in piedi sul divano
Claire roteò gli occhi, come di consueto faceva quando parlava con sua sorella.
-Non è un compleanno delle elementari, è un diciottesimo, roba per adolescenti, in più organizzata da una famosa famiglia di ricconi, ciò sta a significare che non inizia alle otto, bensì alle dieci, come minimo poi-
Eleonor non ne era ancora del tutto convinta, difatti la guardò mordendosi nervosamente l’interno guancia.
-Tu vai a farti una bella doccia calda, il resto lascialo fare a me-


Intorno alle dieci e mezza una Range Rover bianca con i finestrini posteriori oscurati e ben tirata a lucido giunse di fronte al cancello dell’enorme struttura di casa Prenter, quella sera completamente spalancato. Alla guida vi era Dylan, al suo fianco la moglie Laura, la quale era felice ma leggermente preoccupata nello stesso momento, mentre nei sedili posteriori sedevano Eleonor e Claire. La seconda in preda all’euforia, mentre la prima all’ansia più totale.
Non sapeva realmente cosa aspettarsi, per lo più avrebbe dovuto camminare sui tacchi che sua sorella l’aveva costretta ad indossare e ciò rendeva il tutto, già complicato, più difficile. E se fosse caduta? E se avesse fatto qualche figuraccia con la gente più conosciuta di Londra, finendo sulla bocca di tutti?
Scosse la testa nel tentativo di scacciare quei brutti pensieri, focalizzandosi solo sull’idea di volersi divertire insieme a sua sorella.
-Allora, ripassiamo il tutto- disse Dylan serio, accostando l’auto vicino al marciapiede
-Il coprifuoco è all’una massimo, se non usciamo dalla villa entro quell’ora saremo in punizione perenne e se beviamo o tocchiamo della droga ci spedirai al Polo Nord dentro un grosso pacco regalo con un fiocco rosso sopra- rispose Claire, citando ciò che il padre aveva detto loro a cena, dato che l’uomo sapeva bene cosa si potesse trovare ad una festa di quel genere
-Perfetto- la promosse
-Mi raccomando Claire, sei tu la responsabile di Eleonor, come sempre, anche se sappiamo che non ha bisogno di essere controllata- ribadì Laura, soffiandosi il naso immediatamente dopo
La mora guardò la sorella, troppo presa a guardare verso l’entrata per starli a sentire.
-E’ in buone mani, tu pensa solo a riprenderti da questo brutto raffreddore-
I genitori le sorrisero, più che fiduciosi.


-Io già mi pento di questa decisione- ammise nervosamente Eleonor guardandosi intorno per la milionesima volta e notando vari sguardi, soprattutto maschili e davvero poco innocenti, su di lei
Ciò la fece stringere maggiormente nel suo cappotto, come se esso potesse in qualche modo nasconderla da occhi indiscreti.
-Ma dai, il divertimento inizia dentro- la tranquillizzò la sorella continuando a camminare tenendola sotto braccio
-Ignora i soggetti presenti qui fuori, sono i primi da evitare- l’avvertì poi
-Perché?- chiese la castana notando che un ragazzo le stava dedicando uno squallido occhiolino, mentre un altro di fronte a lui fischiò varie volte, nella loro direzione
-In quel modo ci attiri il tuo cane, idiota!- urlò Claire acida al ragazzo, che venne subito deriso dal suo gruppo di amici
-Credo di aver afferrato il concetto- parlò nuovamente non aspettando più alcuna risposta da parte della sorella, la quale sorrise in modo angelico
-Diciamo che la delicatezza non è propriamente nel nostro dna-
Eleonor annuì, confermando tali parole.
Le due con altri pochi passi giunsero finalmente dentro l’edificio e come prima cosa posarono le giacche nell’apposito reparto affidandole a dei buttafuori, per poi avviarsi alla Sala Grande, dove appunto si stava tenendo la festa vera e propria, con rinfresco, musica e molto altro. Per raggiungerla dovettero varcare un’enorme vetrata alla quale si giungeva salendo una scalinata non troppo fitta, la quale ai lati era delimitata da dei ghirigori in ferro battuto, ai quali Eleonor si resse nella speranza di non fare un volo assurdo.
La castana rimase a bocca aperta a causa della maestosità di casa Prenter. Si trattava di un vero e proprio castello, altro che di una semplice casa. Sapeva quanto Angela fosse ricca, ma non si aspettava veramente una cosa del genere.
-Eccoci qua- annunciò felice Claire notando la miriade di ragazzi intenti a ballare all’interno della sala
-Sei carica?-
-In realtà sto per vomitare se proprio devo essere sincera- confessò la castana, ancora con il fiatone, notando tutte le persone presenti
-Ci sono io con te, non può succederti niente, non permetterei mai a nessuno di farti del male- provò nuovamente a rassicurarla, accarezzandole uno dei due ciuffi che la ragazza aveva lasciato liberi ai lati della fronte
-Lo so, di questo non ho dubbi- sorrise spontaneamente -e poi sai che di solito mi piacciono le feste e le serate movimentate, ma sapendo quante persone ci sono stasera mi sento un pochino a disagio-
La sorella la scrutò attentamente, comprendendo a pieno le sue paure e i suoi disagi.
-Sei una ragazza sicura e questo lo sai meglio di me-
-Dipende dalle situazioni in cui mi trovo-
-E in questa circostanza mi sto realmente cagando addosso, dato che non ci tengo proprio a finire di nuovo sulla bocca di mezza Londra..- le sue labbra vennero improvvisamente coperte dalla mano sorella, che era stanca di sentirla blaterare
-La superiamo insieme questa paura, che dici?- Claire si mostrò decisa, porgendole subito la mano, usando un tono leggermente melodrammatico
La castana la fissò a lungo, per poi portare i suoi occhi in quelli della mora, annuendo, ancora un po’ incerta, con il capo.
-Ora andiamo madame!-
Eleonor rise e le strinse finalmente la mano, così che le due raggiungessero insieme il centro della pista, fortunatamente non troppo affollato, dato che molti ragazzi stavano mangiando, altri conversando in disparte e altri ancora amoreggiando su alcune sedie, poltroncine e vari divani in pelle nera.
-Certa gente non ha minimamente il senso del pudore- sussurrò la castana all’orecchio della sorella, scrutando varie coppie prese a baciarsi in modo molto spinto e non affatto sobrio
-Parli così perché non sei entrata nelle camere al piano superiore- Claire le fece intendere che al peggio non c’era fine
-Non farmelo nemmeno immaginare, ti prego-
-Fino a che una di quelle lingue non entra nella tua gola puoi continuare a goderti tranquillamente la serata con tua sorella- rise Claire facendole fare una piroetta, lasciandola nuovamente interdetta
-La delicatezza prima di tutto, eh Claire?-
-Io te l’ho detto che noi Cooper abbiamo un dna non compatibile con il resto di questa pacchiana e noiosa umanità-
Entrambe risero, facendosi trasportare per tutto il resto della serata dalla musica che risuonava potente in quelle quattro mura, non accorgendosi però di essere state adocchiate poco più in là da qualcuno. Quel qualcuno era Charlie, che sapendo della festa vi era accorso nella speranza che le due sorelle, specie Eleonor, sarebbero venute.
-Non mi sbagliavo- disse il ragazzo tra sé e sé, sentendo il cuore iniziare a battergli a tremila dentro al petto, il quale si era allontanato per un attimo dal suo gruppo di amici
-Non mi sbagliavo John, cazzo!- esultò attaccandosi al gilè nero in tessuto del suo amico in questione, il quale stava conversando con altri ragazzi
-Ehi, ehi calmati! Che succede compare?- lo bloccò per le spalle il ragazzo riccio, non capendo a cosa si stesse riferendo
-La ragazza di cui vi parlavo oggi, è qui- annunciò, esultando come avesse vinto un premio
-Oh, intendi quella.. Eleonor giusto?- chiese conferma
Il castano annuì con il capo guardando per l’ennesima volta verso la folla, notandola nuovamente mentre ballava e rideva insieme a sua sorella, non riuscendo a non pensare a quanto fosse bella con quella tuta intera color verde militare che indossava, la rendeva più donna nonostante la sua giovane età.
Un ragazzo biondo seduto accanto ai due, che li stava ascoltando in silenzio, portò curiosamente i suoi occhi azzurri a sua volta alla pista.
-Che stai aspettando? Buttati allora- lo intimò il riccio con una pacca dietro la schiena,  vedendolo imbambolato
-Non sarà certamente lei a raggiungerti dato che nemmeno sa che sei qui-
Charlie rifletté sul da farsi per qualche secondo, non staccandole gli occhi di dosso, nonostante si trovasse a metri di distanza.
-Sai che ti dico? Hai ragione-
Il castano si decise a prestargli ascolto e, dopo aver lasciato la sua bevuta su un tavolo là accanto, sparì buttandosi a capofitto tra l’orda di ragazzi, lasciando i suoi amici lì.
Il riccio scosse la testa, fissandolo mentre sgusciava tra i presenti.
-Che intenzioni ha?-
John si voltò, notando che a parlare era stato il ragazzo biondo, nonché suo migliore amico.
-Ha notato tra la folla la ragazza di cui ci parlava oggi, quindi deduco che stia andando a salutarla, da vero gentleman- il suo tono fu leggermente derisorio nei confronti del castano
Il biondo scosse la testa.
-Si diceva innamorato di Dafne fino a pochi giorni fa, quest’estate quasi faceva la proposta di matrimonio ad una ragazza austriaca di cui a malapena conosceva il cognome e ora ci prova con una diciassettenne di cui sa a malapena il nome?- domandò scettico
-L’unica cosa che so è che vuole chiudere con Dafne per la sua gelosia esagerata e per..-
-Per scoparsi la sua nuova preda?- fu diretto
-Questo non lo so-
- E detto sinceramente, nonostante la mia profonda amicizia con lui, tutto ciò non mi interessa nemmeno- si strinse nelle spalle il riccio, mantenendo il sorriso
L’amico, in tutta risposta, lo indicò dandogli ragione e successivamente si portò una sigaretta tra le labbra, sorridendogli beffardo a sua volta.
-Vado a fumare, vieni a farti due tiri?-
John inclinò innocentemente la testa -come se non mi conoscessi mio caro Roger-
-Allora vieni semplicemente a farmi compagnia, santarello- si corresse, sarcasticamente
Il riccio se la rise scuotendo la testa e lo seguì senza indugio verso l’uscita.


Eleonor e Claire, dopo aver ballato sulle note di varie canzoni e pubblicato manciate di video sulle storie di Instagram, avevano deciso di prendersi una piccola pausa per riprendere fiato, rimanendo comunque in mezzo alla pista, dato che non si era riempita più di tanto.
Claire stava sorseggiando un cocktail al gusto di menta, che sapeva benissimo di poter reggere, offrendolo di tanto in tanto ad Eleonor, che lo aveva rifiutato ogni volta, avendo paura di suo padre se fosse successo qualcosa, nonostante se lo avesse assaggiato, si sarebbe trattato di due sorsi. Aveva bevuto altre volte, fortunatamente non andando mai fuori, ma quella sera temeva suo padre e di perdere la propria dignità in modo esagerato.
-Ma guarda un po’ chi abbiamo qui!- Charlie si finse sorpreso intrufolandosi tra le due, cingendo loro le spalle con le sue braccia poco muscolose, come se le avesse conosciute da sempre
-Charlie! Che piacere vederti!- lo salutò contenta Claire con due baci sulla guancia, portando subito dopo gli occhi, pieni di contentezza nel vederlo lì, alla sorella
-Anche per me è un vero piacere, come va Eleonor?-
La castana, che era rimasta leggermente interdetta a causa dell’apparizione del ragazzo, titubò un po’ prima di rispondergli.
-Ehm, tutto bene, ma tu cosa ci fai qui?-
Non riusciva a capire, possibile che fosse veramente andato lì solo per vederla, dando così automaticamente ragione alle sensazioni di Claire?
-Sono con alcuni miei amici, uno di loro è molto amico con la famiglia Prenter, specie con Angela, così sapendo della festa avevamo l’escamotage giusto per fare qualcosa di nuovo stasera- il suo ragionamento non faceva una piega
-E poi detto sinceramente speravo di incontrarvi- sorrise smagliante, mettendo fine ad ogni dubbio
Questo intenerì molto Claire, mentre a differenza sua Eleonor provò un leggero disagio nel vederlo già così in confidenza con loro. Non che gli stesse antipatico, ma quelli che giocavano a fare i simpaticoni troppo presto le davano ai nervi spesso e volentieri.
-Non c’è Dafne con te?- domandò di getto la castana, che si beccò un’occhiataccia da parte della sorella
Quella era veramente la domanda più inopportuna che potesse fargli dopo che si era recato alla festa con la speranza di incontrarla, anche solo per scambiarci due chiacchiere.
-In realtà no..- si grattò nervosamente la nuca lui, non trovando un senso a tale domanda in quel momento
-Peccato mi sarebbe piaciuto chiarire le cose con lei- ammise innocentemente lei, cercando degli argomenti validi per evitare ogni sorta di situazione imbarazzante, nonostante non fossero nemmeno vere quelle parole
-Troveremo un’occasione, tranquilla, tanto so dove trovarti-
Quella frase inquietò ancor di più Eleonor, che a quel punto non aggiunse altro, ma dedicò al ragazzo un semplice sorriso forzato. Molto forzato.
La situazione divenne improvvisamente più che imbarazzante e Claire pensò ad un modo per poter rimediare. Non riusciva proprio a comprendere perché sua sorella, in ogni occasione, doveva sempre trovare un modo per rovinare qualcosa che di bello le sarebbe potuto accadere.
-Allora, che ne dite di bere qualcosa?- la mora fu preceduta dalla proposta di Charlie, che le scrutò speranzoso
-Sono minorenne- così Eleonor rispose alla domanda del ragazzo, annientando le sue ennesime aspettative
-Lo so, ma hai diciassette anni, non tredici, una birra la potrai pur bere-
-Io ho già bevuto quindi non sarebbe comunque possibile, poi per quanto riguarda mia sorella non mi sembra il caso..- si intromise subito Claire nel tentativo di tamponare quella situazione che stava divenendo davvero troppo pesante
-Lascia Claire- la bloccò la sorella, che stavolta sembrava sapere perfettamente cosa dire
-La birra non mi piace e poi sono consapevole di avere diciassette anni, ma non è bere che mi rende diversa da una tredicenne, bensì la testa- il suo tono non fu gentile come prima e questo lasciò Charlie di sasso, esattamente come sua sorella, che nonostante tutto si sentiva più che fiera di lei
-Ci sono tredicenni mille volte più mature di certe diciassettenni e non perché bevono-
-Non intendevo dire questo, ciò che in realtà stavo cercando di dire era..- il ragazzo si affrettò a cercare delle altre parole, pur di non perdere la sua occasione
-Forse è meglio che tu taccia ora Charlie, dico davvero- Claire gli posò una mano sul petto, facendogli capire che non avrebbe più dovuto proferire parola in quel momento, per il suo stesso bene
Lui si limitò ad annuire con il capo, avendo però molta voglia di sotterrarsi sotto tre metri di terra per la figuraccia fatta.
Eleonor dal canto suo, per evitare ogni contatto visivo con il ragazzo, controllò l’ora, notando che mancava già meno di un quarto d’ora all’una.
Avvertì subito Claire, che in fretta e furia si ricompose, così da poter raggiungere l’uscita, nonostante le dispiacesse un sacco piantare Charlie in quel modo così brusco.
-Dobbiamo andare- annunciò la mora, nuovamente mano nella mano con la propria sorella
-Coprifuoco?- chiese innocentemente lui, impaurito
-Semplicemente genitori molto esigenti e più che propensi a spedirci tra gli igloo se tardiamo- specificò Eleonor -ci si vede in giro- gli sorrise spontanea, come avesse già dimenticato la sua precedente battuta di cattivo gusto
Quel sorriso bastò a stendere Charlie, che si limitò a salutarle con un cenno della mano, indietreggiando di poco.
Intanto le due si diressero a recuperare i propri cappotti all’interno dell’apposito sgabuzzino nel quale li avevano lasciati.
-Nome?- chiese loro un omaccione di colore con un auricolare nell’orecchio sinistro, stile film americani, nonché buttafuori e controllore dei vari giubbotti lì presenti
-Claire Cooper, abbiamo due cappotti, uno rosso ed uno nero- parlò Claire
L’uomo li trovò dopo qualche attimo su uno degli attaccapanni là accanto e gentilmente glieli porse.
-Ecco a voi e grazie per aver partecipato alla festa di Angela- disse loro lui, come se avesse avuto un copione da seguire
-Arrivederci- salutarono all’unisono le due senza fare troppo caso alla frase, correndo poi verso l’uscita, dato che avevano già perso fin troppo tempo
-No, io non ce la faccio- Eleonor si bloccò di scatto, chinandosi poi leggermente così da potersi togliere le scarpe col tacco che indossava
Le mostrò alla sorella in modo fiero, sorridendo beffarda.
-Così va bene- disse sollevata riprendendo a correre, stavolta scalza, soffrendo un po’ il freddo sui suoi piedi
-Geniale- Claire la imitò senza indugio alcuno e le due raggiunsero finalmente la porta d’uscita, scorgendo alla fine del viale un’auto identica a quella del padre, intuendo fosse proprio la sua dato l’orario prestabilito
-Giusto in tempo!- la mora si sentì pienamente soddisfatta, nonostante mancasse ancora un breve tratto di strada, che pareva comunque infinito ai suoi occhi scuri
-Libertà!- esultò invece Eleonor, che presa dalla troppa euforia fece uno scatto felino, facendosi sfuggire di mano una delle due scarpe, la quale atterrò proprio accanto ad un vaso a lato della porta d’ingresso della villa
Lei non realizzò subito l’accaduto, per la troppa euforia, ma sua sorella sì, così quest’ultima tornò subito indietro notando che un ragazzo biondo si era appena chinato a prendere la scarpa e, tenendola tra le mani,  la stava scrutando curiosamente.
Non appena lui si accorse del ritorno della ragazza, la guardò intensamente per un breve attimo, porgendole successivamente la scarpa.
-E’ tua?-
-Di mia sorella in realtà- precisò lei, piegata sulle ginocchia con il fiatone, indicando la castana dietro di lei, immobile ad attenderla a braccia conserte, con le labbra leggermente schiuse, dalle quali volava fuori del fumo dovuto all’aria fredda di Settembre
-Cerca di starci più attenta la prossima volta, Cenerentola!- esclamò lui divertito alzando il tono della voce di qualche ottava, riferendosi però ad Eleonor, lasciando Claire senza parole, invece, ridandole contemporneamente la scarpa indietro
John, che se ne stava in silenzio a guardare la scena, seduto su uno scalino poco più in là, rise sotto i baffi a causa della sfacciataggine dell’amico.
-E tu fatti i fatti tuoi, che magari è vero che campi cento anni- gli rispose per le rime Eleonor, facendolo ridere come l’amico per quella buffa risposta
 Lei, che da lontano non riusciva a vedere altro che una sagoma, non aggiunse altro, bensì gli dedicò le spalle non aspettando neanche sua sorella e raggiunse l’automobile, nella quale salì immediatamente, stremata come non mai, e con i piedi congelati.
Claire la seguì a ruota, chiudendo lo sportello con un tonfo.
-Prova superata bambine mie, la prossima volta potrete permettervi di rientrare all’una e mezza- batté loro le mani Dylan, mettendo successivamente in moto l’auto, sfottendole
-Penso che non ci sarà una prossima volta papà, puoi stare tranquillo- annunciò la più piccola, assonnata e con i piedi più che doloranti
-Oh sì invece, Cenerentola- la sfotté la mora mostrandole la scarpa, ricevendo in risposta solamente un’occhiataccia e scaturendo delle risate generali all’interno dell’auto

   
 
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