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Autore: Rfdl    07/05/2019    0 recensioni
*La storia è incentrata esclusivamente sulla relazione tra Luca e Sara e parte dall'ultima puntata della prima stagione.
Dalla storia:
"Io voglio che trovi la tua felicità.”
“Sei tu la mia felicità” lo interruppe Sara. Luca non riuscì a fermarsi dal sorriderle. Era tornata la Sara testarda e tenace che aveva imparato ad amare.
“È proprio questo il punto, Sà. Io non devo essere la tua felicità, tu hai bisogno di staccarti da tutto questo, di trovare una felicità che non mi rappresenti e solo allora ti renderai conto che l’amore che provi per me deve completare la tua felicità, non rappresentarla.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2.

Ogni anno il clima del mese di Marzo rappresentava una tortura per tutti coloro che durante un giorno soleggiato, si ritrovavano a correre per le vie della città per trovare un riparo dalla pioggia. Anche quel giorno Marzo decise di non smentirsi e Sara si ritrovò a correre per le vie di Roma alla ricerca di un bar per restare al caldo. Decise di aspettare la fine di quel temporale prendendo un tè in un bar vicino la sua scuola, magari avrebbe potuto mettersi in un angolo a studiare oppure, perché no, a fissare un punto del muro per le successive due ore. In effetti da quando aveva messo piede a Roma, aveva avuto modo di guardare ogni centimetro del muro della sua stanza alla ricerca di un consiglio o di una spiegazione riguardo il comportamento dell’uomo che rappresentava un rebus da circa 3 anni. Si trovava a Roma da una settimana, aveva ripreso a frequentare le lezioni degli ultimi mesi di scuola, aveva incontrato tutte le sue amiche, era uscita un paio di volte con Tito ma, per quanto lo desiderasse, non aveva ricevuto ancora nessun segno da Luca. Anzi, negli ultimi giorni temeva addirittura che lui fosse un’illusione oppure che avesse preso un volo diretto per il Messico. Non sapeva bene quale fosse stato il suo destino ma di certo, da quel “Bentornata Saretta” non aveva più avuto modo di vederlo, neanche per sbaglio. Aveva ormai capito che non c’era più nulla da sperare, era come aveva pensato lei per tutti quei mesi: il viaggio a Dublino era stato un pretesto di Luca per allontanarla. Ogni volta che giungeva a quella conclusione, c’era una piccola parte di lei che continuava ad illudersi, a dire che non poteva essere così, Luca l’amava ancora, gliel’aveva promesso. Ma quella era solo una piccola parte di Sara, nascosta e soppressa, perché in quei mesi era riuscita a far emergere una nuova parte di sè, più serena, più matura e aveva deciso che Luca non avrebbe più rappresentato un motivo per star male. Aveva avuto modo di vedere quanto bene riuscisse a vivere anche senza di lui quindi se Luca avesse avuto l’intenzione di evitarla per sempre, a Sara sarebbe andata bene così. E mentre rimuginava fissando la parete gialla di fronte a lei, il tè ormai freddo tra le sue mani, notò che il temporale aveva lasciato spazio ad un bellissimo cielo azzurro.
 
Se quel giorno Marzo avesse deciso di tenere a bada il suo bipolarismo, Sara sarebbe tornata a casa verso le quattro del pomeriggio e avrebbe passato il tempo, molto probabilmente, a studiare, a guardare un film oppure a fissare la parete della sua stanza. Ma quel giorno Marzo decise di essere bipolare, per cui dopo la pausa al bar Sara tornò a casa a piedi, passeggiando per il lungomare e fermandosi a guardare distrattamente il sole che piano piano spariva oltre l’orizzonte. Per tutto il tragitto Sara si premurò di non pensare neanche per sbaglio a quella parte di lungomare che 6 mesi prima l’aveva vista abbracciata ad un uomo di trent’anni che prometteva di aspettarla.
Se Marzo fosse riuscito a controllare meglio le sue emozioni, molto probabilmente Luca non avrebbe deciso di cambiare strada per evitare il traffico causato da un incidente stradale e non si sarebbe trovato di fronte a un caso di suicidio, fortunatamente risolto senza troppi drammi. Nonostante avesse finito il suo turno qualche ora prima, era stato costretto a tornare in commissariato per mettere a verbale ciò che era successo e il motivo per cui quel ragazzo di 26 anni aveva cercato di togliersi la vita. Quando tutto fu risolto e Luca riuscì finalmente a svignarsela si erano già fatte le sei e mezza ed un bellissimo tramonto aveva colorato i muri delle case. Doveva passare da casa sua e di Giuliano per prendere della biancheria pulita, ormai quella che aveva preso una settimana prima era tutta da lavare. Fece due calcoli approssimativi ma si disse certo che a quell’ora sarebbe stato quasi impossibile trovare Sara in giro.
Quando Sara salì il primo scalino, Luca aveva appena chiuso la porta di casa sua e si avviava verso le scale con un borsone sulle spalle. Fino a sei mesi prima era successo mille volte di incontrarsi per sbaglio sul ballatoio di casa e approfittare di quel momento per chiacchierare o litigare. Grazie ai disturbi emotivi di Marzo, quella sera Luca e Sara ebbero di nuovo modo di scontrarsi all’angolo che unisce il pianerottolo e le scale.
“Ops, scusa, non ti avevo sentita arrivare” disse Luca, appuntandosi mentalmente di non fare più due calcoli approssimativi prima di fare una scelta importante.
“Non preoccuparti, buona serata”. Sara aveva il cuore in gola ma si era ripromessa di agire come se nulla fosse. Cercò di superare il ragazzo che aveva di fronte per tornare a casa ma una mano forte le afferrò il braccio e la fermò.
“Buona serata…Tutto qui?” chiese con sguardo deluso, quasi aspettandosi una reazione diversa dalla ragazza che lui stesso stava evitando da una settimana.
“Cosa ti aspetti, Luca? Due chiacchiere come due vecchi amici che si rivedono dopo 6 mesi? Cosa vorresti, che ti girassi ancora intorno per essere delusa nuovamente? Sono io che dal mio ritorno dovrei dirti “Tutto qui?” ma non ne ho più voglia, quel borsone che hai dietro la spalla parla per te ed io posso solo augurarti una buona serata.” Lo sguardo severo e le parole sprezzanti di Sara furono in grado di chiudere qualsiasi discorso, non lo guardò neanche un secondo in più prima di svincolarsi dalla presa di Luca sul suo braccio e lasciarlo lì, in silenzio, con lo sguardo basso e la consapevolezza di aver sbagliato tutto.
 
*
 
25/10/2009
Ciao Luca, finalmente posso scriverti la prima lettera e sentirti di nuovo vicino. Qui va tutto bene ma la prima settimana è stato difficile abituarsi ai nuovi orari, alle strade sconosciute e ai nuovi compagni. Però devo ammettere che mi piace tantissimo Dublino, nonostante sia fredda mi fa sentire come una bambina che scopre il mondo. Ogni giorno esco di casa e cerco di perdermi in questa città, cerco di scoprire quelle piccole cose che non sono considerate turistiche. C’è un pub tipicamente irlandese che molto probabilmente potresti apprezzare, ma più di tutto mi piacerebbe mostrarti un angolo nascosto che ho trovato l’altro giorno. Sono uscita per fare una passeggiata e senza rendermene conto mi sono ritrovata in un angolo deserto coperto da alberi enormi e con il Liffey a scorrere davanti a me. Avrei tanto voluto che tu ci fossi, sarebbe stato carino!
A scuola ho conosciuto dei ragazzi molto simpatici, abbiamo ormai un gruppo e tutti i giorni ci vediamo per studiare insieme. Mi sento davvero felice, se solo ci fossi anche tu… Ok niente lagne, come promesso. E lì come va? Come vanno le indagini in commissariato? Ti manco un pochino? Perché tu mi manchi tanto, non vedo l’ora di ricevere la tua lettera. A presto!
Tua, Sara.
 
 
25/11/2009
Ciao Luca, come stai? Il mese scorso non ho ricevuto una tua lettera, spero tu non abbia dimenticato la nostra promessa. Qui continua ad essere tutto bellissimo, ormai ho le mie abitudini e vorrei restare per sempre qui! Sai, Dublino mi fa sentire capita, accolta e soprattutto non mi giudica per l’uomo che amo. Ormai ho deciso che è il mio secondo posto preferito al mondo. Ho deciso anche che un giorno comprerò un mappamondo e segnerò tutti i luoghi che avrò la possibilità di visitare. Mi piacerebbe visitarne tanti, con te.
Due settimane fa mi è salita la febbre e sono stata male per almeno sei giorni… ti giuro, mi sono sentita così triste! Fortunatamente c’era la mia coinquilina che ogni sera prima di tornare a casa passava a prendere delle caramelle gommose o qualche barretta di cioccolata per tirarmi su il morale. È molto dolce, mi piacerebbe presentartela! Per il resto le lezioni continuano ad andare bene, ormai il mio inglese è migliorato tantissimo e continuo a divertirmi tanto con il mio gruppo di amici. È un po’ come in Friends, hai presente? Ci raduniamo in un bellissimo bar quando fa troppo freddo oppure organizziamo delle maratone di film per poi addormentarci sul divano! Ormai la cioccolata calda è diventata la nostra fonte di sopravvivenza…È divertente, credo che a mia madre verrebbero crisi isteriche se lo sapesse. Non ti ho mai parlato di loro…Siamo in 7, tre ragazzi e quattro ragazze di cui una è Sophia, la mia coinquilina francese. Sono delle persone bellissime, magari un giorno potresti venire qui e conoscerli!! E non essere geloso, nessuno potrebbe mai prendere il tuo posto :)
Per questo mese ho finito di riempirti la testa di chiacchiere, adesso aspetto le tue…Perché mi scriverai, vero? Aspetto di sapere come stai e se mi ami ancora. Mi manchi.
Per sempre tua, Sara.
 
 
25/12/2009
Ciao Luca, buon Natale! In questi giorni sono diventata una guida turistica perché, lo sai, mamma, papà e nonna sono venuti qui per passare le vacanze con me e ne sono molto felice. Papà sembra spaesato mentre mamma vorrebbe dispensare cibo a tutti i miei amici…i soliti insomma! Nonna mi ha chiesto di te, come andasse tra noi…le ho chiesto di cosa stesse parlando ma mi ha risposto che aveva formulato male la domanda, voleva solo sapere come stessi senza te. Abbastanza strano, non trovi?
Qui è tutto bellissimo, gli addobbi, i mercatini di Natale, andare in giro per i regali…insomma, è un Natale diverso ma meraviglioso. È il primo che non passerò anche con te… Ormai ho capito che non hai intenzione di scrivermi e va bene così. Io ho deciso che a prescindere da tutto continuerò a farlo perché una promessa è una promessa. Spero tu non ti sia pentito di tutto, spero che terrai fede alla tua di promessa e cioè che mi aspetterai. Tu e Giuliano avete fatto l’albero? Cosa farete in questi giorni senza mamma e papà? La speranza è l’ultima a morire, spero di ricevere una tua risposta. Nel frattempo, ti auguro un felice Natale e visto che non ho altre possibilità, anche un meraviglioso Capodanno. Mi piacerebbe poterti baciare sotto il vischio così da essere sicura di averti tutto l’anno.
Tua, Sara.
 
25/01/2010
Ciao Luca, ormai sono passati 4 mesi dalla mia partenza. Non so cosa mi aspettassi da questo viaggio ma di certo non mi aspettavo di stare così bene. Mi sento libera, sai? Mi sento amata. Forse è principalmente questo che mi mancava a Roma. Da quando i miei sono andati via, sento molto la vostra mancanza…è stato come avere un attimo indietro la mia vita. Però mi basta uscire di casa, andare nel mio angolo nascosto per stare meglio. I miei amici poi mi aiutano a non pensarci, mi diverto tanto con loro. La settimana scorsa abbiamo provato a fare una torta di mele ma non ti nego che era meglio passare il tempo a fare altro. Ti giuro che mi impegnerò per essere un’aspirante cuoca e preparare una torta di mele come piace a te, non l’ho dimenticato. Vorrei tanto vederti. A volte quando i brutti pensieri mi invadono la testa, cerco di calmarmi abbracciando forte la tua felpa e un po’ mi sento meglio. Il tuo odore è quasi sparito ma presto potrò sentirlo di nuovo. Mi manchi sempre.
Sara.
 
 
25/02/2010
Ciao Luca, il tempo è volato. Ormai mi sembra di non ricordare più il tuo viso, o forse un po’ spero di dimenticarlo. Tra una settimana tornerò a Roma e devo ammettere che temo abbastanza quel giorno. Ho paura di vedere ciò che sto cercando di negare da 5 mesi: il tuo pentimento. Cinque mesi sono tanti senza sapere nulla, senza avere la possibilità di scambiarsi un saluto. Però ci tenevo a ringraziarti per avermi convinta a partire. Ho scoperto una nuova me qui, ho scoperto di poter essere felice anche fuori da Roma…anzi, quasi non vorrei tornare. L’idea di separarmi dai miei amici mi fa star male ma poi penso che rivedrò te e mi sento meglio. Tanto c’è ancora tanto tempo, potrò tornare qui tutte le volte che vorrò, ormai Dublino è casa. A prescindere da tutto posso dire di essere felice e se tu lo vorrai ancora, mi piacerebbe essere felice con te.
Spero tu stia bene, ormai avrò modo di vederlo con i miei occhi tra 7 giorni.
Sara.
*
 
Quel giorno la presenza di Luca in commissariato fu pressoché inutile. Perfino durante l’interrogatorio, uno dei suoi momenti preferiti per mettere alle strette i colpevoli, mostrò di essere su un altro pianeta.
“Luca? Luca mi stai ascoltando? Luca ma che c’hai?” Bruno aveva appena terminato il suo discorso ma soltanto alla fine si era reso conto che il suo amico non gli aveva prestato neanche una minima attenzione. Soltanto dopo avergli schioccato due dita davanti agli occhi, il ragazzo sembrò tornare sulla Terra.
“Oi Brù scusa, è che ultimamente dormo male. Che mi dicevi?” In effetti era vero, erano circa cinque giorni che Luca non chiudeva occhio. Aveva un’intera schiera di personalità dentro di sé che gli consigliavano di agire, di lasciar perdere, di andare a riprendersela e dichiararle definitivamente il suo amore ma anche che no, Sara aveva iniziato a vivere anche senza di lui e questo era sufficiente per allontanarsi e lasciare che proseguisse la sua vita da adolescente. La cosa che più l’aveva turbato era sapere che ci fosse anche un altro nella sua vita. E se Sara si fosse innamorata della persona che l’aveva resa felice a Dublino? E se le avesse rovinato il futuro ritornando nella sua vita?
Doveva vederla. Doveva mettere a tacere tutte quelle voci nella sua testa.
“…e quindi volevo chiederti se ti andasse di accompagnare Giuliano.” Bruno aveva ripreso il suo discorso ignaro del fatto che a Luca bastasse poco per ritornare a viaggiare nei suoi pensieri.
“No Brù, lascia che vada da solo. Anzi, se non ti dispiace vorrei chiederti il pomeriggio libero…Mi sento poco bene.” Non era da lui lasciare il suo lavoro ad altri, eppure si avvicinavano le due del pomeriggio e lui aveva un posto in cui andare.
“Ok vai, però cerca di dormire che ultimamente sei totalmente assente!” Bruno non finì di pronunciare la sua frase che Luca era già pronto per uscire dal commissariato.
 
*
 
L’ultima volta che aveva visto il liceo scientifico di Roma era stato 6 mesi prima, quando aveva detto a Sara di volerla portare in un posto speciale. Dopo 6 mesi si trovava di nuovo lì, di fronte la sua scuola, con il cuore in gola e la speranza di poterle parlare in modo pacifico senza essere rifiutato. Ma proprio quando vide Sara attraverso il gran numero di studenti che uscivano da scuola, notò anche un ragazzo accanto a lei con il braccio poggiato sulle sue spalle. La prima reazione di Luca fu quella di scendere dalla macchina e spezzare il braccio del ragazzo ma non ebbe neanche il tempo di muovere un dito perché qualcos’altro attirò la sua attenzione. Il cuore gli sprofondò nel petto, il sorriso di Sara, quel sorriso che tanto amava, rivolto al ragazzo che adesso le stava toccando i capelli. L’aveva dimenticato, ormai era chiaro. Non sapeva quale emozione gli stesse attanagliando il petto, era un misto di sensazioni che lo stavano portando all’esasperazione. Rabbia, rabbia per non aver saputo mantenere nessuna delle loro promesse. Rabbia perché l’aveva illusa e delusa innumerevoli volte. Rabbia perché nonostante quel ragazzo rappresentasse la scelta giusta per Sara, non riusciva ad essere felice per lei. Come avrebbe potuto sopportare che quel sorriso non fosse più rivolto a lui? Chi avrebbe potuto difenderla dal mondo intero se non lui? Accecato dalla rabbia e dalla gelosia decise che era arrivato il momento di agire, sarebbe ritornato nella sua vita poco per volta e l’avrebbe riconquistata. Il primo passo da fare era tornare a vivere nell’appartamento che condivideva con Giuliano. In quelle due settimane aveva pensato bene di andare a vivere in un ostello, giusto il tempo di evitare Sara e far credere ai due amici di aver trovato una donna. In questo modo avrebbe allontanato definitivamente la ragazza e avrebbe rassicurato Bruno una volta per tutte. Ma quel pomeriggio si rese conto che non poteva più farlo, era stato un coglione a credere di poter rinunciare a lei per sempre.
 
L’occasione di tornare alla sua vita vera si presentò qualche sera dopo quando si ritrovò a cena a casa di Bruno in occasione del compleanno di Enza. Appena entrò in casa il suo sguardo cadde subito su Sara, intenta ad apparecchiare la tavola per tutti loro anche se in sala non c’era nessuno.
“Ciao! Scusami pensavo fosse alle 8.” Luca si grattò la testa imbarazzato, forse non era stato proprio il modo migliore per annunciarsi. Sara si voltò di scatto e gli sorrise, un sorriso diverso dai soliti che gli rivolgeva fino a qualche mese prima. Era bellissima, Luca non potette evitare di notarlo. I ricci sciolti ad incorniciarle il viso, un vestito leggero a coprirle il corpo.
“Si infatti era alle 8 ma papà e Giuliano hanno dimenticato di comprare la torta e sono usciti poco fa per rimediare. Mamma è da Katia perché pare che il regalo per la nonna si sia rotto. Tutto nella norma direi.” Sara fece un altro sorriso stanco prima di voltarsi per posizionare le posate sul tavolo. “Siediti pure” concluse.
Era stata la frase più lunga che sentiva da Sara da mesi, gli era mancata così tanto. Si sedette sul divano dopo essersi assicurato che non le servisse aiuto. L’aria iniziava a diventare decisamente pesante, erano soli in casa in un religioso silenzio per cui Luca decise che era arrivato il momento giusto per parlare con lei. Iniziò con un semplice “Come stai?” sperando di poter iniziare una conversazione. Si aspettava una risposta negativa oppure il silenzio ed invece Sara lo stupì, così come aveva sempre fatto.
“Bene, credo. È difficile riabituarsi alle vecchie abitudini, soprattutto se non c’è nulla di cui essere felice. E tu come stai?” la ragazza parlò con voce bassa, quasi come se fosse stanca di tutto. Però almeno gli aveva rivolto la parola ed era stata sincera, poteva ritenersi soddisfatto di questo ma doveva fare altrettanto.
“Bene, credo. Ultimamente non dormo molto bene la notte per cui sono sempre stanco e assente” Luca prese un respiro, non sapeva se dirlo o meno ma alla fine si decise: “Mi sei mancata così tanto.” Sara si voltò completamente a quelle parole. Lo scrutò per qualche secondo impedendosi mentalmente di scoppiare a piangere. Si sarebbe avvicinata a lui e l’avrebbe abbracciato se in quel preciso istante Rosy e Katia non fossero entrate dalla porta, cancellando il silenzio piacevole che si era creato tra di loro con urla e risate.
“Luca, meno male che sei qui. Potresti scendere ad aiutare Bruno? Pare che Giuliano si sia slogato una caviglia” fu Rosy a parlare, senza notare o forse si, di aver interrotto qualcosa.
Luca rivolse un ultimo sguardo carico di parole verso Sara prima di uscire di casa per aiutare Bruno e Giuliano.
Quella sera rimasero entrambi in silenzio mentre tutto intorno a loro faceva rumore. Luca rispose distrattamente a qualche domanda di Giuliano mentre Sara restò in silenzio per tutta la serata per poi sparire dopo cena nella sua camera. Fu una sera come tante altre, solo una cosa era diversa: entrambi non avevano fatto altro che guardarsi e comunicare pur restando in silenzio.
Quella notte, dopo tanto tempo, riuscirono a dormire tranquillamente perché forse, un macigno era sparito dal loro stomaco. Avevano capito entrambi che nulla era cambiato in quei mesi, che c’era ancora una speranza. Per una volta Luca non fu spaventato dall’idea di riaverla perché l’idea di averla persa era stata ben peggiore. Decise che avrebbe lasciato che il destino facesse il suo corso, senza ostacolarlo più, senza rifiutarlo, senza cercare di evitare ciò che lui aveva in serbo per loro.
   
 
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