In una fredda e ventosa mattina, un uomo, sospirando malinconicamente, scrutava fuori dalla finestra.
Quando il vento si placò, apparve un sole potente quanto fulgido che irradiò il giardino, rendendo l'esterno suggestivo e incantevole. Caterina era lì che passeggiava in quella paradisiaca area verde a godersi la piacevolissima giornata.
«Diego!» lo chiamò lei con dolcezza, allungando la mano per invitarlo a uscire e a raggiungerla.
La sfolgorante mattinata durò poco poiché iniziò a piovere copiosamente. Caterina, incurante, si mise a ballare leggiadra come una farfalla.
«Dai, vieni. Cosa stai aspettando?» lo esortò ancora con un maggiore coinvolgimento.
Diego sorrise, ma una straziante fitta al cuore e il gomito dolorante incatenato a un anello di metallo attaccato al muro, lo ripiombarono nell'amara realtà.
In un rapido flashback rivisse nuovamente gli eventi di quella tragica domenica: il rifiuto di Caterina, la cocente delusione, un grosso sasso con il quale le aveva fracassato la testa, il cui sangue colava lungo la camicetta viola, e il cadavere adagiato tra i fiori del parchetto della sfarzosa hacienda.
In una gelida e ventosa mattina, un uomo, sospirando malinconicamente, scrutava fuori dalla finestra sbarrata di una squallida cella sudamericana.