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Autore: AdhoMu    08/05/2019    5 recensioni
Non è per un motivo ininfluente che Oliver Baston è stato etichettato "Tiranno dei Campi Ovali".
Chiedetelo ai suoi giocatori: il Capitano Grifondoro, si sa, è un soggetto volitivo, energico, irriducibile.
Ma non quando c'è in ballo Katie Bell, evidentemente!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Il Signore degli Anelli e il suo Tesoro'
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Non quando c’è in ballo lei.
 
Tavoletta con gli schemi tracciati durante le ore di Storia della Magia.
Schiena dritta.
Voce impostata.
«L’allenamento di oggi» esordisci, stentoreo «Sarà un filino più intenso del solito».
Li vedi sbiancare, esitare, ingrugnirsi, occhieggiare con malcelata insofferenza verso il campo da Quidditch sferzato dalla bufera di neve.
Tu li ignori e vai avanti, dilungandoti in spiegazioni sempre più arzigogolate e irrorando il tutto con perle motivazionali che neanche il Presidente di Tutte le  Galassie.
«Tu sei fuori di testa» commenta a mezza voce Angelina, indecisa se farsi sentire o no. 
La prospettiva di due ore e quarantasei minuti di allenamento sfiancante sotto la neve l'ha resa audace, evidentemente.
«Becco chiuso e scopa in resta, Johnson» la redarguisci, impassibile.
«Io avevo 39°C di febbre, ieri» butta lì Fred, nel tentativo di fare breccia nel tuo buon cuore.
«Benissimo: ieri era ieri, oggi è oggi
» lo liquidi, imperturbabile. «E oggi, la febbre, non ce l’hai».
«Io ho tanto freddo» pigola allora la Spinnet, intabarrata in quel suo ridicolo poncho lanuginoso di pecora australiana.
«Muoviti più in fretta
» la esorti, burbero. «Così ti scaldi».
«Capitano
» tenta quindi Potter, facendosi piccolo piccolo. «Ci sono fiocchi di neve più grandi di un boccino, là fuori...»
«E tu acchiappali e analizzali tutti, Harry. Uno ad uno, se necessario».
«I Bolidi si rifiutano di uscire dalla scatola, Ol» argomenta infine George, scuotendo con vigore il ligneo feretro delle sferette malvagie, stranamente quiete.
Accozzaglia di mollaccioni, sempre pronti ad accampare chissà quali scuse.
«Non voglio sentire ragioni» bramisci irritatissimo, ergendoti in tutta la tua considerevole statura. «Scope alla mano. Tutti!»
Uno starnuto leggerissimo, quasi impercettibile, ti induce a voltarti; in quella, un soave aroma di erica rosa ti paralizza a mezzogiro. È l'unica a non aver proferito parola, eppure la sua presenza si fa sentire, eccome se si fa sentire. È più forte che mai.
La vedi che procede spedita verso il campo, la frangetta corvina che oscilla al ritmo deciso dei suoi passi.
Esiti per un attimo, poi raccimoli il coraggio e la chiami.
«Bell».
Si ferma. Ti guarda.
«Esonerata».
É stupefatta, non c’è che dire.
«Perché?!»
«Sei raffreddata...» strisci il piede sul pavimento, un po’intimidito. «Ti devi riguardare, mica puoi...».
Che diamine! Non vorrà mica mettere a rischio la sua preziosa vita per uno stupido allenamento...
Lei scoute la testa.
«Oh, ma non ce n’è bisogno... mi è solo entrato un pelo di sciarpa nel naso...»
«Insisto».
«Ma...»
«In infermeria, subito!» abbai, irremovibile. «È un ordine, Bell!»
La osservi mentre procede a ritroso, un po'perplessa.
Volitivo, energico, irriducibile.
Non quando c’è in ballo lei.
O forse soprattutto quando c’è in ballo lei, chissà.
 
***
 
«Quindi, ricapitolando...»
Una voce conosciuta si sovrappone alla tua.
«Senti» esordisce Percy, sopraggiunto di soppiatto alle vostre spalle. «Il ballo annuale di Capitani e Prefetti è settimana prossima».
Gli rivolgi un’occhiataccia, la lavagnetta levitante a mezz’aria; detesti quando ti interrompono in piena spiegazione di uno schema tattico.
«E quindi?» lo apostrofi, arcigno.
«Hai già invitato qualcuno, o devo chiedere aiuto a Penny?» ti risponde lui, nettandosi pazientemente le lenti già perfettamente lustre degli occhiali dall’antiquata montatura di corno.
«Invi...» borbotti, colto in contropiede.
I membri della squadra tossicchiano imbarazzati, facendo finta di concentrarsi su altro.
«Io... beh... oh» sprizzi disagio da tutti i pori, non c’è che dire. «Per dire il vero, non so...»
Sì che lo sai, invece.
Sai benissimo chi vorresti invitare ma, a dispetto della tua consueta personalità da Tiranno dei Campi Ovali, tutto il tuo coraggio sembra essere stato inghiottito da un Armadio Svanitore particolarmente vorace.
«Quindi?»
«Mah... beh... boh, fai tu...»
Pessima idea, stolto di un Oliver.
La vedi che si alza in piedi, molto discretamente.
«Capitano».
«Oh. Sì, sì, d-dimmi, B-Bell». (“Dimmi, dimmelo, chiedimelo tu di invitarti, dimmi che anche tu lo vuoi, ti prego!”, vorresti urlarle, e da un paio di ghignetti che percepisci con la coda dell’occhio, capisci che la tua esitazione non è passata inosservata).
«Ehm... posso andare?» ti domanda lei in un soffio, la frangetta corvina inclinata in avanti a nasconderle gli occhi. «Eloise e Leanne mi aspettano in Biblioteca: abbiamo molti compiti da fare».
Ti ammosci sullo sgabello come un Pluffa vecchia.
«Oh» biascichi, deluso. «Certo, certo, vai pure...»
Si allontana, portando via con sé il suo irresistibile aroma di sottobosco del Nord.
Gli altri temporeggiano; si vede che muoiono dalla voglia di lasciarsi andare ai commenti.
«Qualche problema?» grugnisci, deciso a ripristinare l’ordine fra le fila del tuo sparuto esercito.
«Dei tuoi schemi tattici, caro il mio Capitano, puoi anche fare un bel fascio da ardere nel caminetto» commenta Angelina con un certo astio.
Cotanta impudenza ti lascia a bocca aperta, altroché.
«Ma come ti...»
«Angelina ha ragione» si intromette la Spinnet, un filino meno pacata del solito. «Forse, invece di fare tanto lo stratega e ammorbarci per ore, ti converrebbe toglierti le fette di bacon dagli occhi, una volta per tutte».
«Si dice “di salame”» la correggi, puntiglioso.
«In Australia diciamo “di bacon”, va bene?» strepita lei, saltando su come un canguro particolarmente energico. «Il concetto di fondo non cambia!»
«Ah, e quale sarebbe, il concetto di fondo?»
Richiamato dal chiasso Cormac McLaggen si è a sua volta avvicinato al gruppetto; delicato come sempre, non si lascia certo sfuggire l’occasione di dire la sua.
«Che devi aprire gli occhi, babbeo!» esclama con quel suo inconfondibile accento scozzese, lasciandoti lì con un palmo di naso. E il fatto che costui sia uno dei più stretti amici d’infanzia di Katie Bell è solo un valore aggiunto, chiaramente.
Acuto, perspicace, avveduto.
O così ti sei sempre considerato.
Non quando c’è in ballo lei, forse.
 
***
 
«Capitano...»
I visi lentigginosi dei gemelli fanno capolino oltre l’uscio accostato.
Che scocciatura.
Tu alle prese con i grandi dilemmi della vita, e loro determinati ad importunarti impietosamente. Santa Pazienza, Merlino saggio.
Li osservi mentre entrano, apparentemente titubanti (e non è certo cosa da loro, si sa), scope alla mano e abbigliati di tutto punto con tanto di ginocchiere e gomitiere.
«L’allenamento di oggi...» cominciano, in baldo tono propositivo.
«Rimandato» decreti tu, col caratteristico tono del giudice che batte il martelletto sulla cattedra del tribunale.
George Weasley spalanca gli occhi, incredulo.
«Di nuovo?!»
Ti stringi nelle spalle, minimizzando la cosa con un gesto vago della mano.
«Oliver, è da due settimane che non ci alleniamo» ti fa notare Fred, la fronte aggrottata in un’espressione scandalizzata.
Tu sbuffi in preda ad un'insofferenza irrefrenabile.
Per qualche giorno gli ha fatto comodo, a loro due e al resto della cricca. Ora che, però, il tempo passa e di scendere in campo neppure se ne parla, eccoli che cominciano a fare i preoccupatini, benedetti loro.
«Sono stato impegnato» rispondi, secco.
«Certo» ribatte Fred, pronto. «A pomiciare con quell’irresponsabile della Bell, lo sappiamo».
Che palle: pure la ramanzina, adesso.
«Ma quanto siete grezzi» replichi, scuotendo la testa come a dire "non parlate di cose che non sapete" pur sapendo che quei due, certe cose, le sanno anche meglio di te.
E poi: i gemelli Weasley che accusano voi di irresponsabilità.
“Bella, questa” ridacchi fra te e te, pur sapendo che i due hanno perfettamente ragione.
Perché c’è poco da fare: dopo quel primo bacio che vi siete scambiati al termine del ballo dei Capitani e Prefetti (ancora non ci credi di averlo trovato, alla fine, il coraggio di invitarla), tu e Katie avete trascorso praticamente ogni secondo libero a baciarvi furiosamente in una qualche aula vuota.
E tu, per la prima volta nei tuoi venerabili diciassette anni di vita, hai finalmente trovato un qualcosa da anteporre (e vorresti ben vedere, per Godric!) all’onnipresente Quidditch.
Una fidanzata.
Una fidanzata sagace e graziosa, energica per natura, bravissima sulla scopa, affettuosa e simpatica e che soprattutto (è con un certo stupore che lo hai scoperto, ammettilo) stravede da sempre per te.
Che meraviglia.
Dalla fatidica sera in cui la verità è venuta a galla, hai preso l’abitudine di alzarti ogni giorno prima dell’alba e di trascorrere ore ed ore in bagno, a sbarbarti e a farti docce così lunghe ed elaborate da mettere potenzialmente a rischio di crisi idrica l'intero bacino idrografico del Lago Nero. Ma ogni singola goccia è ben spesa, ovviamente; ne sei più che convinto ogni volta che il suo sorriso radioso ti illumina il cuore.
Ti sembra di vivere in un soffice e ininterrotto volo pindarico, ecco la verità.
Le argomentazioni dei gemelli, esposte a raffica ad un volume ogni istante più alto, ti riportano velocemente a terra.

«Il Campionato...»
«Malfoy ha detto...»
«Dicono che i Tassorosso...»
«Madama Bumb ha dichiarato...»

«Secondo voi» li interrompi tu, deciso a coinvolgerli nel tuo dilemma esistenziale «Kitty preferisce le ortensie o le fresie?»
Segue una manciata di istanti intrisi di silenzio oscillante fra lo stupefatto e l’imbarazzato.
«Kitty?!»
George Weasley è talmente sconvolto da dimenticarsi di prenderti per il culo.
«Io ci rinuncio» sospira Fred.
«Sì, anch’io» concorda George, caustico. «Leviamo le tende, prima di rischiare il coma glicemico
».
Razionale, sottile, strategico.

Non quando c’è in ballo lei, ormai è assodato.
 
***
 
La partita è finita, il risultato schiacciante (a vostro favore, per fortuna) e lo stadio gialloblu percorso da onde anomale di puro tripudio.
I teloni disposti tutto intorno al campo lampeggiano sincronizzati; sulla loro superficie i best moments del match, con particolare enfasi su quellla tua sbalorditiva serie di calcioni che hanno letteralmente spedito in orbita la Pluffa nemica.
Te li vedi già i titoloni sui giornali di domani, magari corredati da tua gigantografia coi tatuaggi a vista.
Tuttoquidditch: Falcons Baston(ati).
La Gazetta del Profeta, sezione Sportiva: PuddleMORE spiuma i Falconi di Falmouth.
Il settimanale delle Streghe: Svenimenti a catena nel Baston FanClub.
Il Cavillo: Avvistato raro esemplare di Nargillo Piumato durante la partita Puddlemere-Falcons.
(E va beh).
Un acuto segnale sonoro richiama l’attenzione tua e dello stadio tutto.
È il momento: con una bassa planata ti avvicini ai cameramen riuniti e, con un gesto provato e riprovato all’infinito nei giorni scorsi, estrai la scatolina di velluto rossooro e ti affretti a pronunciare la domanda di rito.
Lo stadio sobbolle come un calderone prossimo all’eruzione: e v’è chi gioisce, chi sviene, chi scoppia in lacrime, chi acclama, chi applaude e chissenefrega.
Le telecamere la cercano, febbrili, e la scovano lassù sulla tribuna, sepolta dagli abbracci degli amici in delirio. I maxischermi la ritraggono semi-impietrita, a bocca aperta; il suo bel viso ha assunto una strabiliante colorazione papavero e tu non sapresti dire se la sorpresa le è piaciuta, ma ti auguri ardentemente di sì.
Sobrio, discreto, riservato.
Non quando c’è in ballo lei, evidentemente.
Perché per lei, c’è poco da fare, faresti – anzi, hai sempre fatto – follie!

Piccola nota:
Oliver e Katie sono una delle mie più solide OTP. Li ho immaginati così tante volte insieme che ormai non riesco proprio a non considerarli una coppia!
Quando scrivo di Oliver poi, chissà perché, devo sempre farlo alla seconda persona, come se il Capitano stesse parlando con se stesso all'interno della sua testa. È un po'strano, lo so, ma non riesco davvero a farne a meno...
   
 
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