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Autore: paige95    08/05/2019    8 recensioni
Una ricorrenza speciale oggi, 8 maggio, per grandi e piccini ... ammesso che i grandi la ricordino.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dolci fraintendimenti



 
Maggio per Ron era il mese peggiore dell’anno. Per la precisione, la primavera ad inizio del mese rischiava di ucciderlo, soffocandolo. Le maledette graminacee che svolazzavano nell’aria in quei giorni stavano diventando insostenibili. Entrò quella mattina nella camera da letto che condivideva con sua moglie, irritandosi quando notò che la finestra era completamente spalancata. Cosa non era chiaro ad Hermione, quando le chiedeva, più o meno gentilmente, di arieggiare le stanze solo in caso di necessità? Iniziava seriamente a sospettare che si stesse impegnando per restare precocemente vedova. Chiuse con irritazione le ante, ma non prima di starnutire, a prova che le sue richieste erano tutt'altro che capricci. Lei sminuiva la sua allergia, mentre lui era più simile al lenzuolo che ricopriva il letto.

Era rientrato in quella stanza per un motivo ben preciso, non trovava più la sua bacchetta e non ricordava dove l’avesse appoggiata l’ultima volta, quindi doveva farsi forza e cercarla in quell'aria ormai contaminata, rischiando di stare ancora peggio. Era frustrato, non sapeva più dove cercare e non gli restò che rovistare in ogni angolo della camera. Iniziò a spostare i pochi oggetti che si trovavano sul suo comodino: una lampada, a lui totalmente inutile visto che non era solito leggere prima di addormentarsi, in quel periodo una fornitura completa di fazzoletti e un paio di biglietti per alcune partite di Quidditch che aveva distrattamente dimenticato. Prese i biglietti, accertandosi di non essere visto, e li ripose nel primo cassetto per evitare che sua moglie gli facesse il terzo grado. Della sua bacchetta non c’era ancora nemmeno l’ombra. Si dedicò allora al contenuto dei cassetti, partendo da quello che aveva già aperto. Spostò le centinaia di riviste di Quidditch, sperando si fosse infilata per sbaglio tra quei fogli, invece non la trovò neppure lì. Probabilmente il disordine dei suoi effetti personali non gli agevolò quell’impresa, ma lui non voleva nel modo più assoluto che Hermione riordinasse, altrimenti non avrebbe più ritrovato niente. Inutile proseguire, nei cassetti non aveva riposto la bacchetta. Si inginocchiò per cercarla sotto il letto, ma c’era buio e ovviamente senza l’aiuto della magia era quasi impossibile vedere. Era fisicamente provato, a sua moglie sarebbe bastato un semplicissimo Incantesimo di Appello per trovarla e invece lo aveva abbandonato al duo destino. Sbuffò stufo e dolorante.
 
«Ma dove miseriaccia è?!»
 
Non sapeva più dove cercare, quando lo sguardo gli cadde sull’unico posto che non aveva ancora esaminato. Un po’ titubante si avvicinò al lato del letto dove era solita dormire sua moglie. Doveva essere davvero disperato senza la sua bacchetta, se azzardava un simile passo. Si sedette sul letto, accertandosi che lei non comparisse sulla porta. Il problema non era che lui mettesse tranquillamente le mani tra i suoi effetti personali, ma proprio perché con le sue manacce era capace di mettere in disordine ciò che lei tentava di mantenere impeccabilmente in ordine. Cercò di essere delicato e prudente, rispettando il volere di sua moglie. Spostò i libri con attenzione, provando a preservare la logica con cui erano stati impilati e stando ben attento a non perdere qualche eventuale segnalibro. Posò quei volumi accanto a lui sul letto, ma anche tolti quegli ostacoli non riusciva ancora ad intravedere la sua bacchetta. Disperato, aprì anche il primo cassetto, impiegando un po' troppa energia. Si bloccò spaventato, temendo che Hermione l'avesse sentito. Iniziò ad avere lui per primo paura a spostare quel contenuto riposto così accuratamente. Un centimetro fuori posto e lei sicuro se ne sarebbe accorta. Scrutò a distanza, cercando di intravedere la sua preziosa bacchetta, ma l'occhio gli cadde su un foglio che, conoscendo i gusti di sua moglie, era decisamente sfuggito all’ordine. Le sue intenzioni erano proprio quelle di riporlo con più ordine, magari all'interno di un libro. Aprì un altro cassetto alla ricerca di un volume diverso da quelli che Hermione stava leggendo in quel periodo, ma la sua attenzione venne catturata da un particolare: quel foglio era firmato e a pié pagina si trovava una semplice “H.”. Curioso, non ci rifletté molto e aprì con diffidenza quel foglio piegato. Lo lesse, tenendo poco in considerazione di violare la privacy di sua moglie.
 
Non ho parole per descriverti,
sei la più bella dell'universo, la più dolce e la più generosa.
 
Ron si bloccò perplesso senza capire cosa accidenti stesse leggendo, eppure il sincero nervoso che gli stava salendo dallo stomaco lo spinse a proseguire. Non sapeva ancora chi fosse così coraggioso da sfidare un Auror innamorato e, soprattutto in quel periodo, provato dall’allergia, quindi meno del solito incline alla comprensione.
 
L’amore nasce con te,
l’amore profuma di te,
tu sei per me l’amore eterno.
 
Non riuscì nemmeno a terminare quella nauseante poesia scritta probabilmente da qualche scellerato ammiratore, davanti alla quale a Ron stava per venire il voltastomaco.
 
«Ora è decisamente troppo»
 
Si alzò con uno scatto dimenticando tutto il resto, persino il malessere e la sua bacchetta, il che poteva solo essere un bene per quello sventurato. Scese in soggiorno a passo svelto, dove sapeva che sua moglie era impegnata a riordinare i volumi della libreria.
 
«Hermione»
 
«Hai trovato la bacchetta?»
 
Si rivolse a lui, continuando tranquilla a sfogliare i libri per categorizzarli. Era talmente concentrata che non aveva nemmeno notato il tono indagatore del marito. L’indifferenza di Hermione lo irritò, si impegnava serenamente a mettere ordine, quando lui da qualche ora ormai era alla disperata ricerca della sua bacchetta. Lo faceva innervosire e ciò peggiorava notevolmente il suo umore, già minato duramente dall’allergia. Si avvicinò a lei intenzionato a farle una bella ramanzina. E quando gli sarebbe capitato nuovamente di prenderla in fallo? Munito di lettera si apprestò a rinfrescarle la memoria.
 
«Non puoi richiamarla invece che farmi rovistare per tutta la casa? Comunque ho trovato qualcosa di meglio e la bacchetta è passata in secondo piano. Tu per me sei l’amore eterno. Ti dice niente?»
 
Hermione alzò finalmente lo sguardo su di lui, trattenendo un sorriso per la tenerezza che le fece l’evidente gelosia del marito, specie nelle condizioni in cui si trovava. Aveva il naso bordeaux e gli occhi lucidi, non poteva fare nulla per lui per migliorare la sua condizione se non offrirgli un fazzoletto. Dopodiché proseguì nel suo lavoro, evitando di assecondarlo, perché tanto a suo parere non c’era alcuna spiegazione da dare. Rifiutò irriconoscente il dono da parte della moglie e si irritò per le mancate risposte da parte sua.
 
«Non sei spiritosa, Hermione. Sei tu che mi fai stare male con le finestre aperte, ora non comportarti da premurosa con un fazzoletto. Ti fa ridere che qualche disgraziato ci provi con una donna sposata? E per la precisione con mia moglie?»
 
«Per la cronaca, le finestre al mattino si aprono a prescindere da tutto, anche se tu hai perso la bacchetta e per cercarla devi tornare in camera. Ron, per carità, non fare il melodrammatico»
 
«Come, scusa?? Io starei esagerando?? Ma vedi come sono conciato? E come se non bastasse mi devo imbattere anche in questo schifo
 
Raggiunse irritato il tavolo ricolmo di volumi e mise con energia la dedica trovata sulle pagine del libro aperto davanti ad Hermione, impedendole di leggere e di proseguire il suo lavoro. Lei non si spaventò, l’impulsività del marito le era nota. Dovette per forza prestargli attenzione, specie quando si appoggiò minaccioso al tavolo e se lo ritrovò severo a pochi centimetri di distanza.
 
«Mettiamo in chiaro un paio di cose. Nessuno può permettersi di scriverti una lettera simile e se scopro chi è, puoi star certa che fa una brutta fine, deve solo darmi il tempo di ritrovare la mia bacchetta»
 
«Metti questa lettera dove l’hai trovata, Ron. Posso garantirti che non gli farai proprio nulla»
 
Gli restituì il foglio con serenità, continuando a non assecondare quella scenata di gelosia, dopodiché prese il libro e si diresse verso la libreria per riporlo. Ron però non era affatto intenzionato a lasciar correre, anzi si diresse anch’egli verso i scaffali e vi appoggiò contro la schiena. A tratti la fissava con uno sguardo minaccioso, ma siccome l’autorità di suo marito era poco credibile, rischiò nuovamente di scoppiare a ridere.
 
«Chi è “H”? Fallo giudicare da me se non gli farò nulla»
 
Lo ignorava totalmente, sperando che prima o poi avrebbe smesso e sarebbe arrivato da solo alla verità. Infondo non era così complesso capirla, necessitava solo di un semplice collegamento e lui aveva tutti gli strumenti per poterlo fare. Ron invece era ancora lì, immobile, a fissare infuriato quel foglio che avrebbe volentieri incenerito se fosse stato in possesso della sua bacchetta, ma se non lo aveva ancora distrutto a mani nude, era solo ed esclusivamente per preservare quella prova.
 
«È un dipendente del Ministero? Bhe certo, in che altro posto puoi averlo conosciuto, se sei sempre al lavoro. Perché tu lo conosci solo, vero?»
 
Hermione alzò gli occhi al cielo, svariate volte fu intenzionata a gridargli in faccia a chi appartenesse quella lettera, ma riteneva davvero inconcepibile che non lo capisse da solo ed ancora più insensato che provasse quell’infondata gelosia. Ora però iniziava persino ad accusarla di tradimento ed era veramente troppo.
 
«Ronald, hai finito di mettere in dubbio la mia fedeltà?»
 
«Veramente no, visto che trovo queste cose sul fondo dei tuoi cassetti!»
 
Quella notizia fu davvero esagerata. Riuscì finalmente a distrarla dal suo lavoro, ma dovette fare i conti stavolta con lo sguardo fiammeggiante di sua moglie. A Ron doveva essere sfuggito qualche passaggio: quale fu il momento esatto in cui era passato dalla parte della parte della ragione a quella del torto? Un aspetto che non aveva tenuto minimamente in conto, ma che in quel frangente gli sorse, esattamente da quando aveva iniziato quella conversazione, era la presenza di numerosi libri, che aggiunta al fatto che lei, a differenza sua, fosse in possesso della bacchetta lo rendeva vulnerabile. Avrebbe potuto Schiantarlo o colpirlo con quale pesante volume senza troppi convenevoli. Aveva davvero pensato di sfidarla proprio quella mattina, in cui era già sufficientemente provato?
 
«Hai rovistato nel mio comodino?? Pensavo di averla lasciata in giro da qualche parte, non che tu fossi andato a ficcanasare tra le mie cose»
 
«Stavo cercando la mia bacchetta»
 
«E la cerchi proprio lì?? Cosa diavolo pensi possa farci lì dentro?!»
 
«Ehi, guarda che quello infastidito sono io e pensavo ingenuamente che io e te non avessimo segreti»
 
«Ed io che fossi più sveglio»
 
Aveva osato affrontarla ed ora non gli restava che far valere con tutte le armi che aveva le sue ragioni, ammesso che ancora ne avesse. Era troppo facile per sua moglie spostare l’attenzione su di lui solo per non affrontare il discorso. Gli passò accanto molto più irritata di Ron per ciò che aveva appena insinuato e per la poca fiducia che riponeva in lei. Era difficile per Rose non essere accolta la mattina dalle liti dei genitori, nella maggior parte dei casi per futili questioni, ma quella mattina specifica suo padre sembrava essere particolarmente arrabbiato ed era riuscito a far alzare la voce persino a sua madre, che di solito dopo un paio di occhiate riusciva a metterlo a tacere. Scese le scale ancora assonnata e fu per lei impossibile dedicarsi alla sua colazione e ignorarli.

«Perché state urlando?»
 
«Ora capisco perché apri le finestre, quando ti chiedo espressamente di non farlo: mi vuoi soffocare»
 
«Se volessi farti fuori, ti farei semplicemente affogare nel tuo stesso disordine, motivo per il quale non trovi la tua bacchetta»
 
Discutevano davanti alla ragazza senza nemmeno considerare la sua presenza, ammesso che oltre le loro grida, nel tentativo di sovrastare l’altro, avessero anche solo percepito la domanda della figlia. Ron sventolava con disprezzo un foglio sotto lo sguardo di Hermione e Rose si chiese seriamente come la carta non si fosse ancora strappata a causa dell’energia impiegata da suo padre.
 
«Non ho perso la bacchetta, sia chiaro. E non mi sembri nemmeno così tanto altruista come sostiene questo tizio, altrimenti mi faresti la cortesia di ritrovarla, ti basterebbe un secondo e un colpo di bacchetta»
 
«Troppo facile così, Ronald. Hai bisogno di una bella lezione e spero che alla fine tu impari ad essere meno disordinato»
 
«Mamma! Papà! Finitela! Che cos'è successo di così grave per urlare di prima mattina?»
 
I genitori rimasero per un istante scioccati dalla reazione di Rose, aveva urlato più forte di loro per attirare l’attenzione. Ron passò ancora arrabbiato la lettera a Rose, non aveva nemmeno la forza e il fiato per ricapitolare tutte le disavventure capitate fin dalle prime luci dell’alba.
 
«Per questo … e le spiegazioni chiedile a tua madre, ammesso che voglia farci la grazia di fornircele»
 
Rose lesse attentamente per poi rivolgersi entusiasta ad Hermione, ignorando l’espressione infastidita del padre.
 
«Mamma, hai un ammiratore?»
 
Ron le strappò offeso la lettera dalle mani. Tutto si sarebbe aspettato tranne di ricevere una simile considerazione da parte della sua adorata figlia.
 
«Ehi, io sarei ancora qui»
 
«Che c’è, papà? Tu non dedichi mai nulla alla mamma»
 
«Questo non la autorizza a ricevere dediche da altri, però»
 
«Ah no? Mamma è il Ministro della Magia, è normale che le riceva»
 
«Rose, si può sapere tu da che parte stai?»
 
«Dalla parte della felicità della mamma. E se la ami, dovresti sempre desiderare di dimostrarglielo»
 
La fissò perplesso, non era sicuro di aver capito cosa Rose intendesse, ma ora qualche dubbio di essere davvero nel torto gli sorse. Si rivolse verso la moglie per chiedere un chiarimento, ma lei per tutta risposta fece spallucce, probabilmente concordava con la ragazza. Rose aveva appena dieci anni, era troppo giovane per essere così esperta in affari di cuore. I casi potevano essere innumerevoli, la mente brillante della ragazza poteva essere una spiegazione, ma non escluse nemmeno che ci fosse lo zampino di Hermione.
 
«E questo dove l’avrebbe imparato?»
 
«La domanda giusta, Ron, è perché te lo deve insegnare tua figlia»
 
«Lo sapevo, Rose non mi ha insegnato proprio nulla, semmai è il contrario»
 
Provò a difendersi, anche se sapeva benissimo quanto avessero ragione. Incrociò persino le braccia al petto con orgoglio, non avrebbe mai ammesso quelle dimenticanze davanti a moglie e figlia. Hermione stette al suo gioco, era poco convinta di ciò che sosteneva, ma non aveva comunque voglia di proseguire quell’utile discussione.
 
«Se lo dici tu»
 
Riprese rassegnata il suo lavoro, tanto suo marito non avrebbe recepito e messo in pratica alcun consiglio. Ron seguì sovrappensiero gli spostamenti di Hermione e quando gli parve che fosse distratta, si avvicinò al volto della figlia e sussurrò per farsi sentire solo da lei.
 
«Rose, cos’altro sai che potrebbe tornarmi utile con tua madre?»
 
«Oh, papà!»
 
La ragazza alzò gli occhi al cielo, lasciandolo stupito, poiché non gli parve di aver detto qualcosa di sbagliato, almeno stavolta.
 
«Che c’è? Voglio solo evitare che qualcuno me la soffi da sotto il naso per colpa di una mia mancanza. Non lo faccio apposta, sono solo distratto e ti sto chiedendo aiuto»
 
«Papà, tu non hai bisogno del mio aiuto, perché mamma è innamorata di te e non consentirebbe mai a nessuno di intromettersi nel vostro rapporto»
 
«Guardate che io vi sento»
 
Non alzò lo sguardo su di loro, ma non perché non avesse gradito o non fosse d’accordo con le considerazioni della figlia, il problema era il leggero rossore che si era dipinto sul suo volto, sentendo parlare così apertamente dei suoi sentimenti. Tentò così di recuperare fermezza e Ron l’aiutò in questo, lei colse ben volentieri l’ulteriore domanda di chiarimento del marito.
 
«Non è la verità, Hermione?»
 
«Avete solo omesso una parte, non è così scontato il mio amore per te, inizia a guadagnartelo»
 
«Ora tua madre sta diventando inquietante»
 
«Confermo, papà»
 
Aveva impiegato un tono volontariamente apatico ed era riuscita senza troppe difficoltà ad assoggettarli. Si decise finalmente ad osservarli in volto. Avevano entrambi gli occhi puntati su di lei in attesa di una sua nuova imprevedibile mossa. Bastava solo un accenno di irritazione nella sua voce per intimorirli e questo Hermione lo aveva capito da tempo.
 
«Rose, vuoi aiutare tuo padre a mettere in ordine la montagna di vestiti che lascia sparsi ovunque in giro per casa? Magari lì sotto troverete da qualche parte la bacchetta perduta»
 
«Scusa, papà, ti aiuterei molto volentieri, ma … ho delle faccende importanti da sbrigare»
 
Si dileguò ben volentieri lontano dallo sguardo severo della madre, lasciando Ron nelle sue grinfie.
 
«Cos'ha di così urgente da sbrigare a dieci anni? Si è persino dimenticata della colazione»
 
«È un modo carino per dirti che te la devi sbrigare da solo e non ha tutti i torti, Ronald, anche io ti abbandonerei al tuo destino»
 
«Tu mi abbandoni già al mio triste destino. Se non trovo la bacchetta, dovrò raggiungere il Ministero a piedi o in auto e come faccio se incontro qualche delinquente senza un’arma di difesa? Vuoi davvero rischiare la vita di tuo marito per un tuo capriccio?»
 
«Allora ti consiglio di smetterla di parlare, non hai molto tempo a disposizione. Le lancette scorrono, signor Weasley»
 
L’orologio, molto simile a quello della Tana, in effetti continuava imperterrito la sua corsa. La lancetta dei minuti, proprio con il volto dei loro figli, stava spaccando le sette e mezza. Non riusciva a concentrarsi troppo però sull’orario e sul fatto che nel giro di un’ora avrebbe dovuto raggiungere il Ministero.
 
«Tu invece quando mi dimostri amore, sentiamo un po'. Perché da questa lettera non mi risulta»
 
Gli stava rispondendo, stavolta sembrava davvero intenzionata ad urlargli contro la verità e a farlo sentire finalmente in colpa per tutte quelle vuote insinuazioni. L’arrivo di Hugo disattese i piani di Hermione. L’entusiasmo del bambino travolse entrambi, lui ignorò totalmente la discussione in corso e raggiunse a passo svelto la donna per abbracciarla con enfasi.
 
«Auguri, mamma!»
 
A quelle due parole il cuore di Ron iniziò a battere all’impazzata. Il terrore di aver dimenticato qualche ricorrenza, commettendo un'ennesima distrazione, lo paralizzò. Doveva urgentemente pensare ad una qualche via di fuga se la situazione fosse rapidamente precipitata a sfavore della sua vita.
 
«Auguri? Oggi non è il tuo compleanno … o-o sì? Hermione, impossibile, tu compi gli anni a settembre, sono sicuro, il dicio … annove settembre»
 
«Farò finta di non aver sentito, Ron»
 
La festa che le aveva riservato suo figlio le aveva regalato una sufficiente dose di buon umore che non lasciava più spazio ad offese e rabbia. Strinse forte Hugo e gli porse un bacio tra i capelli rossicci.
 
«Grazie, amore mio, e grazie per la dolcissima lettera che mi hai scritto»
 
«Lettera?»
 
Bastò una semplice parola per insinuare a Ron il dubbio. Abbassò gli occhi sul foglio che teneva tra le mani, lo rilesse attentamente ed ora quelle frasi assunsero tutt’altro significato.
 
«Sì, Ron, “H” sta per Hugo, tuo figlio. È la festa della mamma»
 
«L-la festa della mamma?»
 
Rimase senza fiato, rilesse nuovamente la lettera incredulo per aver equivocato e capì tardi l’innocenza di quei termini. Non sapeva come scusarsi con Hermione, ma per fortuna pensò Hugo ad aiutarlo per uscire indenne da quel fraintendimento.
 
«Papà, ti sei arrabbiato perché alla 'festa del papà' non ti ho scritto una lettera? Ti prometto che l’anno prossimo penso anche a te»
 
«No, figliolo, non mi sono offeso, tranquillo, è molto bella e le parole che hai scritto sono molto vere»
 
Restituì la lettera spiegazzata alla moglie con un sorriso imbarazzato. Hermione la afferrò, ma non aggiunse nulla, le parve abbastanza mortificato. Non riuscì però a nascondere un sincero sorriso per l'amore che infondo, a modo suo, Ron le aveva dimostrato.
 
«Perdonami»
 
«Non preoccuparti, ma fossi in te correrei a scrivere un gufo a tua madre, ora non hai più scuse per dimenticarti di questa ricorrenza»
 
Si stava già avviando velocemente, quando Hermione lo richiamò nuovamente indietro.
 
«Ron. La tua bacchetta è sulla lavatrice»
 
«Intendi quell’aggeggio che non ho mai sopportato e mai sopporterò, che mi rompe i timpani ogni volta che gira veloce
 
«Esatto, quello che centrifuga. L’avevi dimenticata nei pantaloni. Mi è venuto in mente solo ora di averla lasciata lì»
 
Non riuscì a prevedere come suo marito avrebbe assimilato quell’informazione, dopo aver sprecato diverso tempo a cercarla inutilmente nei posti sbagliati. Eppure Hermione non lesse più rabbia sul suo volto, solo malessere per quella devastante allergia.
 
«Grazie, tesoro, l’hai salvata da quell’apparecchio malefico»
 
 
 

 

Ciao a tutti, cari lettori e care lettrici!
 
Dopo aver dedicato una fic a Ron per la Festa del Papà, non potevo non dedicare qualcosa anche ad Hermione per la Festa della Mamma 😊
Spero vi abbia fatto sorridere e vi abbia lasciato la giusta dose di sorpresa il finale 😊
 
Colgo l’occasione per fare gli auguri a tutte le mamme <3 E per chi è solito leggere le mie storie e ve lo state chiedendo, sì, ragazzi, confermo, anche questa è un delirio XD
 
Baci
-Vale




 
   
 
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