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Autore: Wolfgirl93    09/05/2019    1 recensioni
Il regno di Wayfind è un regno pacifico, il re che lo governa è buono e nonostante la giovane età è benvoluto dal suo popolo; un giorno però la siccità arriva portando con se la paura e l'ansia di non sopravvivere e il re Ventus sarà costretto a inoltrarsi in zone che non ha mai esplorato per far tornare la vita del suo popolo alla normalità.
VanVen Arabian AU
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Terra, Vanitas, Ventus, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun gioco
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Salve a tutti, come state? Spero tutto bene.
Il titolo di questo capitolo è uscito perchè mi era tornata alla mente la canzone di Lili e il Vagabondo quindi ritornate bambini come me e cantate la canzone degli spaghetti xD
Buona lettura!




 

The enchantment of the night

 

La notte passò lenta, la mente di Ventus era piena di pensieri e paure e ogni volta che provava a chiudere gli occhi vedeva l’immagine del suo regno arso dalle fiamme mentre tra di esse due occhi color ambra sembravano deriderlo; scartò l’idea di dormire e uscì dalla sua stanza, non si accorse neppure dei passi che lo seguivano tanto era immerso dai suoi pensieri; quando arrivò sulla grossa terrazza che dava sull’intera città il biondino non poté non accennare un sorriso, tutti dormivano placidamente e lui sentì che forse quel patto non era poi così male se era per salvare la vita della sua gente.

“Dovresti dormire...” Una voce profonda fece sussultare il re che subito si voltò incontrando gli occhi severi di Terra.

“Non riuscivo a riposare e poi un po’ d’aria fresca non ha mai ucciso nessuno, no?” Chiese Ven sorridendo all’amico mentre si sedeva su una delle sedie di legno intagliato per ammirare quel panorama.

La guardia lo imitò rimanendo al suo fianco e portò lo sguardo sull’orizzonte “Sai che non devi farlo per forza, troveremo altri modi per avere dell’acqua… Ci saranno sicuramente altri regni pronti ad aiutarci.” Propose Terra spostando lo sguardo sul suo sovrano.

Il biondo lasciò sfuggire una risata amara nel vento prima di voltarsi verso la guardia. “Le condizioni erano di accettare questo patto di mia spontanea volontà o con la forza e purtroppo sappiamo tutti che senza acqua vincere le guerre è quasi impossibile, soprattutto ora che l’estate è alle porte e porta con se questo caldo.”

La guardia del re strinse i pugni, quell’uomo era la perfidia in persona, perché aveva costretto Ventus ad accettare quel patto? Che cosa aveva in mente? Quali idee perverse offuscavano la sua mente? Le nocche del castano divennero pallide per la stretta ferrea che stava tenendo e solo quando sentì le unghie scavare nella carne qualcosa lo fece rilassare, il tocco fresco delle piccole mani di Ventus fu come un balsamo per le sue mani e per la sua mente, il re si limitò ad accarezzare quelle mani piene di calli per anni e anni di combattimenti con la spada e senza dire nulla posò il capo contro la spalla di Terra e rimase fermo così; La guardia era sempre stata un punto fermo per il biondino, era la persona che c’era sempre, quella che arrivava quando le cose si facevano più difficili e ora in quel momento di paura e rabbia era un velo fresco sul cuore di Ventus.

Rimasero così tutta la notte, la brezza fresca della sera li avvolse e il sonno li portò dolcemente fra le sue braccia cullandoli mentre i loro cuori ormai battevano allo stesso ritmo suonando una strana ninna nanna.

 

Quando il sole sorse i suoi raggi caldi sfiorarono lentamente il viso di Terra, il castano aprì lentamente gli occhi e si stiracchiò piano arrossendo nel vedere che Ventus era ancora lì appoggiato a lui mentre dormiva placidamente, dovette appellarsi a tutta la sua forza di volontà per non sfiorare quel viso ora sereno che nascondeva un lieve sorriso intrappolato fra le labbra fini del biondino; si limitò invece ad osservare l’altro, era così minuto, sembrava quasi fatto di vetro ma sapeva bene che dietro quel visino d’angelo vi era nascosta una tigre forte e coraggiosa, quante volte aveva visto Ventus cadere e rialzarsi più forte di prima? Quante volte aveva visto l’altro scoraggiarsi per un problema e poi combattere a spada tratta per risolverlo? Quante volte si era innamorato di quegli occhi che sapevano essere dolci e sicuri al tempo stesso? Terra non ricordava un momento della sua vita senza la presenza di Ventus, tutto ruotava attorno a lui e per la guardia era stato impossibile non perdere il cuore e la testa per quel biondino che ora dormiva facendo lievi versi.

La città si stava svegliando e Terra ascoltò i primi suoni dei suoi abitanti mentre uscivano di casa per lavorare o il vociare dei bambini che probabilmente non volevano iniziare i loro studi, una cosa però stonò tra tutti quei rumori, il cancello si aprì e il capo delle guardie osservò la scena cercando di allungare lo sguardo verso quel punto, si mosse verso il bordo del terrazzo e facendolo svegliò inavvertitamente Ventus che subito si guardò attorno ancora addormentato.

“Buongiorno, mi dispiace averti svegliato ma credo che le otri siano arrivate.” Annunciò la guardia reale mentre guardava il re svegliarsi del tutto e osservare l’entrata della città.

 

 


 
   
 
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