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Autore: Nikita Danaan    09/05/2019    0 recensioni
"La storia di due giovani che cambieranno le tradizioni di una tribù".
Una frase all'apparenza semplice ma che racchiude il succo della trama. Entrate a dare un'occhiata se ne siete incuriositi!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La radura era il luogo che Samira preferiva del suo villaggio.

Era un posto dal prato verde, vegetazione rigogliosa, piante esotiche ma anche semplici fiorellini di campo e che le metteva una pace infinita, perché le sembrava un luogo sconfinato in cui non veniva quasi mai nessuno, tranne i mandriani della tribù che portavano a pascolare il bestiame.

Per questo lo aveva scelto quando era bambina per potersi allenare nella danza in pace senza sentirsi giudicata dalla Majà o dalle sue compagne e perciò era anche il suo piccolo rifugio che celava il suo giardino segreto, in cui però ci si recava solo la notte dove trovava lucciole e certi tipi di fiori che emettevano luce. 

Samira si stiracchiò le braccia e iniziò poi a muoverle nell'aria, mentre batteva i piedi scalzi per darsi il ritmo: uno dei problemi dell'allenarsi da sola era che non aveva la musica ad accompagnarla, ma con il tempo si era adattata e ora la melodia la produceva lei stessa con il suo corpo in movimento.

Quindi, mosse una gamba e la alzò davanti al suo volto e fece una mezza piroetta posando poi la punta del piede per terra, in seguito mosse il bacino ancheggiando e portando le braccia ai lati messe in maniera tale da formare un angolo di novanta gradi. Muoveva i polsi per far sì che i bracciali suonassero e la aiutassero a sentire nella sua mente la musica. 

A un certo punto addirittura si mise a cantare. La Majà ne sarebbe stata scandalizzata, poiché erano solo gli uomini che cantavano quando si esibivano nella sacra danza, mentre le donne potevano cantare in altre occasioni; questa cosa per lei era priva di senso così come il fatto che non potessero danzare insieme. Non sarebbe stato più bello e divertente ballare tutti quanti insieme come una vera comunità unita?

Per lei sarebbe stato anche più semplice allenarsi; avrebbe potuto farlo con i ragazzi, invece doveva farlo da sola e nonostante dopo un po' ci avesse fatto l'abitudine le dispiaceva non divertirsi insieme alle sue coetanee durante le prove. L'unico momento in cui danzava insieme a loro era quando si esibivano tutte per le cerimonie e ricorrenze importanti e ogni volta lei veniva messa da parte e schernita dalle sue compagne che non la ritenevano un granché, ferendola nel profondo.

Chiuse gli occhi cercando di svuotare la testa da tutti quei pensieri che la tormentavano e che le impedivano di concentrarsi al meglio, abbandonandosi completamente alla musica e al ritmo dettati dal suo cuore.

Continuò a danzare però senza concentrarsi sui passi che compiva, senza badare alla rigida coreografia impostale in tutti quegli anni. 

Danzò per la prima volta in vita sua per il puro piacere di farlo, danzò sentendosi libera, assaporando l'odore della natura, la sensazione della terra sotto i piedi scalzi, la felicità e la frenesia di quella danza spasmodica, a tratti seducente, ammaliante ma anche pura, disinteressata e per questo bella come un'opera d'arte. 

Se qualcuno l'avesse vista danzare avrebbe trovato Samira irresistibile e meravigliosa.

Il rumore di un ramoscello spezzato interruppe la quiete che aveva raggiunto la ragazza che spalancò gli occhi e si mise sulla difensiva, poi si rese conto che era solo un cavallo che stava brucando l'erba fresca a due metri da lei. 

Emise un sospiro e si avvicinò con cautela all'animale per evitare di spaventarlo e mettendo le mani in avanti. Il cavallo era selvaggio senza dubbio poiché non aveva una sella, il suo manto era marrone dorato e la criniera marrone era pettinata dal vento. Un esemplare splendido, pensò Samira.

L'animale avvicinò il suo muso alla mano che gentilmente Samira gli stava porgendo e la annusò, per poi scontrarlo delicatamente sul dorso accettando di farsi accarezzare da lei. La ragazza iniziò ad accarezzarlo, muovendo il palmo della mano sul suo manto morbido mentre il cavallo nitriva soddisfatto.

Un altro rumore attirò stavolta l'attenzione di entrambi che si girarono nella direzione di una figura che non si trovava così distante da loro. Quando la mise a fuoco, Samira si irrigidì.

Era Aayan che stava camminando tranquillamente verso di loro, forse doveva solamente recuperare il cavallo e riportarlo insieme agli altri, ma per qualche strano motivo la presenza del ragazzo in quel luogo così importante per lei la metteva a disagio.

"Oh eccolo qua, il vecchio Spirit! Ma guarda te, ti ho cercato dappertutto, sai?" mentre lui si affiancava al cavallo per accarezzarlo a sua volta, Samira indietreggiò sentendosi all'improvviso fuori posto. Si morse l'interno guancia nel considerare che nemmeno nel suo posto più caro si sentisse protetta veramente.

Intanto Aayan aveva distolto lo sguardo da Spirit e lo stava indugiando su di lei "Grazie per averlo trovato. Spirit, come suggerisce il nome che gli ho dato, è uno spirito libero e scappa continuamente. Temevo di averlo perso sul serio stavolta" le si rivolse parlando con gentilezza e mettendo su il sorriso che Samira adorava, ma che in quel momento stava detestando.

Si sentiva turbata per via di quell'intrusione, se così si poteva definire, nel suo mondo e sentire il peso di quegli occhi scuri su di lei la faceva sentire estremamente vulnerabile.

"E' stato un piacere, ma devo dire che non l'ho trovato. Io me ne stavo qui ed è stato lui che è arrivato da solo" gli spiegò cercando di non lasciare trasparire dalla sua espressione e dal suo tono di voce l'agitazione. Purtroppo, temette, accadde comunque, visto che Aayan aveva leggermente aggrottato le sopracciglia.

"Okay" fortunatamente non aggiunse nient'altro e Samira sperò dal profondo del cuore che, terminata quella conversazione, se ne andasse insieme al cavallo lasciandola sola e libera di tornare a danzare.

Il ragazzo fece per girarsi e andarsene seguito da Spirit, ma poi sembrò cambiare idea e tornò a guardare Samira. "Comunque sapevo che saresti diventata la migliore. Balli davvero molto bene". 

A quel punto la ragazza desiderò nascondersi da quello sguardo intenso, da quella voce un po' roca, da quel sorriso e da quel complimento sinceri che sentiva di non meritare, però poi realizzò un'altra cosa.

Lui si ricordava!

"Ma quindi, tu..." provò a parlare ma uscì dalla sua gola solo un lieve sussurro.

Il sorriso di lui si allargò e sembrò quasi intenerito dalla sua aria smarrita e confusa "Pensavi non mi ricordassi, vero? Come avrei potuto dimenticarmene..." e con quella frase si allontanò definitivamente, lasciandola lì con il cuore che batteva come un tamburo nel petto e una sensazione di sconvolgimento nello stomaco. 

Angolo dell'autrice

Spirit: si, l'ho chiamato come il cavallo del cartone animato. Scusate, non avevo altre idee e infatti si capisce anche dal fatto che l'ho descritto pure uguale!

E qui abbiamo un vero e proprio dialogo tra i nostri due protagonisti: che ne pensate? Vi siete già fatti un'idea su Samira forse(per Aayan è ancora prestino secondo me).

Al prossimo capitolo! ^w^

Nikita :3

 
   
 
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