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Autore: Lady Brandon    12/05/2019    1 recensioni
L'ideale seguito della mia precedente ff "A second life", ambientata nel futuro ma con un occhio al passato, con una new generation che suo malgrado imparerà a guardare oltre i ruoli e comprendere l'animo umano.
La storia potrebbe non seguire fedelmente la narrazione dei libri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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"...e con questo è tutto. Ricordatevi che dovete consegnare le vostre ricerche la prossima volta. Potete andare" i ragazzi si alzarono rumorosamente dai banchi per guadagnare per primi l'uscita. "Kathryn tu resta" non era una richiesta ma un ordine, Hermione seduta alla cattedra non aveva neppure alzato lo sguardo. Kathryn alzò gli occhi al cielo e si buttò a sedere al primo banco in attesa. Sua madre finì di scrivere con tutta calma, con un movimento della bacchetta chiuse la porta, poi si levò gli occhiali che portava per leggere e si appoggiò allo schienale della sedia osservando sua figlia, erano passati dieci giorni da quella spiacevole serata e non avevano avuto più contatti tranne che vedersi in sala grande o nei corridoi. "Kathryn hai niente da dire dopo dieci giorni che non ci parliamo?". "No" disse scrollando le spalle la ragazzina, aveva uno sguardo apparentemente indifferente. Merlino come assomiglia a suo padre, quell'atteggiamento perennemente distaccato per far credere che non le importa nulla, per convincersi di essere abbastanza forte cosicché nulla e nessuno possa ferirla. Ma io so benissimo che sei piena di fragilità e che hai paura altrimenti non ti comporteresti in questo modo. "Non hai ancora chiesto scusa per l'altra sera" la incalzò. Kathryn girò la testa dall'altra parte. Hermione la osservò compiaciuta e continuò: "Sei troppo testarda per scusarti lo so bene ma guardandoti ora vedo che hai capito il tuo sbaglio e sei stata già abbastanza male con la tua coscienza per punirti. Tuttavia..." si appoggiò alla cattedra ed addolcì il tono: "...guardami". La giovane strega voltò la testa decidendosi ad avvicinarsi. "Tuttavia non ho intenzione di lasciar correre, è il terzo anno che ti giustifico in questi atteggiamenti ma mi rendo conto di aver sbagliato. Forse era meglio parlarti prima come sto facendo ora. Mi dici che succede? Non ti piace Hogwarts? Qualcuno ti dà fastidio?". "No. È tutto a posto". "E allora perché durante la scuola fai così? Ci deve essere un motivo". "Non ho niente". Hermione sospirò: "Kathryn se tu non parli con noi non possiamo aiutarti". Silenzio. C'era un muro insormontabile, in quel momento Hermione poteva solo arrendersi:"Come vuoi, puoi andare". La ragazzina non se lo fece ripetere due volte e si diresse verso la porta ma prima che la aprisse la raggiunsero parole che le si impiantarono nel cuore come spine. "Kathryn in ogni caso io e tuo padre siamo qui per te sempre e francamente spero che le tue parole siano state frutto di un momento di rabbia perché infondo al tuo cuore sai benissimo che non le meritiamo. Tu e tuo fratello siete le gioie della nostra vita". Kathryn raggiunse la porta senza voltarsi e riuscì a chiudersela alle spalle appena un attimo prima di scoppiare in lacrime. Quando giunsero le vacanze di Natale Hermione e Severus si erano già accordati per trascorrerle in famiglia e non partecipare al tradizionale pranzo natalizio che si teneva alla tana. Lo comunicarono ai ragazzi appena tornarono nella loro casa londinese e la notizia fu accolta di buon grado. Kathryn era tranquilla e di buon umore a casa sua per cui trascorsero i giorni che li separavano dal Natale addobbando casa, facendo shopping e i ragazzi andarono a pattinare accompagnati dai nonni. Il giorno di Natale lo trascorsero dai genitori di Hermione, in tranquillità come una comune famiglia babbana. Quella stessa sera Hermione e Severus si intrattennero in salotto a chiacchierare finché non apparve Jordan: "Buonanotte". "Buonanotte, non mi dai un bacio?" Hermione gli tese le braccia e lui non se lo fece ripetere due volte, si accoccolò in braccio alla mamma come quando era piccolo. Severus li guardava mal celando un sorriso. "Io vado a dormire. Buonanotte" disse Kathryn a sua volta restando sulla porta. Tutti e tre si voltarono a guardarla. Hermione le sorrise: "E tu non me lo dai un bacio?". Lei si avvicinò guardinga, la baciò e invece di andarsene si infilò sul divano mezzo a loro. "Mi sposto io, qui tutti non ci stiamo" Severus fece per alzarsi ma sua figlia lo trattenne stringendosi a lui e posandogli la testa sulla spalla. Mentre le posava un bacio fra i capelli stringendola a sua volta scambiò uno sguardo d'intesa con sua moglie. "Papà, ci racconti la storia dell'unicorno?" bisbigliò Jordan. Severus alzò il sopracciglio: "Ma non siete grandi?". "No papà raccontacela, ti prego" insistette. "Sì papà, come quando eravamo piccoli, per favore" lo pregò Kathryn. "Va ben..." non finì la frase che entrambi scattarono in piedi lo fecero spostare al centro del divano e gli si sdraiarono addosso, Hermione ridendo accettò lo sfratto esecutivo e si accomodò in poltrona. "Non so se me la ricordo tutta, è passato tanto tempo" precisò Severus. "Ti aiutiamo noi se dimentichi qualcosa" lo rassicurò Jordan. "Grazie...allora, tanto tanto..." "Mamma spegni la luce che è più bello" puntualizzò il bambino. Hermione obbedì , ed era bello veramente, loro quattro insieme e la voce di Severus che riscaldava la stanza e i loro cuori. "Tanto tanto tempo fa su una scogliera c'era un castello nero, completamente di ossidiana, il castello era freddo e cupo, neanche il sole riusciva ad illuminarlo e riscaldarlo. Fra quelle mura nere viveva solitario un principe, era un principe cupo e freddo come il suo castello; Non aveva amici ed era sempre triste. Un giorno al castello si presentò il re di un oscuro regno lontano, si fece ricevere dal principe e promettendogli ricchezza e potere conquistò la sua fiducia. Ma, ahimè, si trattava di un re malvagio che corrompeva gli infelici con false promesse per aumentare il suo potere, infatti appena il principe capì di essere stato sciocco ed ingenuo il re oscuro lo trasformò in un pipistrello e lo scacciò dal suo castello. La povera bestiola vagò per notti intere nell'oscurità finché una sera in cui imperversava un violento temporale venne colpito da un fulmine e precipitò in un bosco. Ormai morente il principe riprese sembianze umane e ritrovandosi solo e disperato nel bosco si augurò che la morte giungesse presto, infatti quando vide un bagliore pensò che le sue sofferenze terrene fossero finite ma aprendo gli occhi si ritrovò in un luogo di pura luce e accanto a lui c'era una bellissima fanciulla che gli sorrideva. Purtroppo le sue ferite erano talmente gravi da non lasciargli scampo ma la ragazza che altri non era che la principessa delle fate decise che avrebbe fatto di tutto per salvarlo perché si era innamorata di lui nell'istante in cui lo aveva visto, perciò supplicò il magico unicorno, custode di quel regno, di salvargli la vita in cambio lei gli avrebbe ceduto i suoi poteri ma l'unicorno colpito dall'amore sincero della fata salvò il principe e donò loro due bacchette magiche con le quali avrebbero sconfitto il re oscuro. Così fecero, l'oscurità fu sconfitta, il castello di ossidiana si illuminò di riflessi d'ambra, il principe sposò la fata e furono felici per sempre".
  
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