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Autore: CreepyLullaby    23/07/2009    1 recensioni
Scritta di getto, una vita che ho potuto a malapena sfiorare prima di morire. Definitivamente. Ho perso qualcosa in un posto che, forse , col tempo dimenticherò.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho perso qualcosa in un posto che, forse , col tempo dimenticherò

Ho perso qualcosa in un posto che, forse , col tempo dimenticherò.

 

 

La luna di quella notte è scomparsa portando via

gli ultimi sbuffi di vento della prima- ultima sera in cui

Delay era riuscita a respirare senza dover gridare.

Era comparsa davanti alla sua finestra

come un immenso punto interrogativo rovesciato

e così voleva essere ricordata per l’eternità.

Occhi insistenti, i suoi, occhi che la divoravano

e Delay non poteva desiderare altro se non lasciarsi arrendere

alla sua incommensurabile estraneità.

Voleva farne parte entrando in punta di piedi, come solo

un amante sa fare.

Lui profumava di libri di cucina, lei di decadenza.

E la sabbia volava, ed il vento le scompigliava i capelli

in una matassa informe davanti al viso, e Delay si

fidava, con passo malfermo poggiava sulla mano di lui.

Confidando in Lui.

Il cielo ero scuro, gli occhi di Delay ormai corrosi dal tempo

battevano lievi e chiedevano, arrancando, affanno in polvere.

“Tre anni” ed erano morte nelle sue orecchie le profetiche

parole di una vita che, lei, non aveva mai vissuto.

Disperso nell’aria vagava un bacio,sapeva di sale e di

cocktail alcolico alla fragola,Delay dal canto suo non si era

mai spinta oltre il Rum, che, attonito aveva riempito le sue sere

e notti in spiaggia.

E c’erano le scale, e c’era una casa, e c’era un letto semi aperto

e una chiave nella sua borsa.

Volavano i suoi pensieri verso un libro di cucina,

sogni proibiti, libertà violate.

Le avevano detto che quando camminava sembrava

spargere sangue tutto attorno, lanciava occhiate

fameliche e un pizzico di cuore ad ogni solco

provocato dalla sua fame.

“Muori Delay, non ci si tuffa in lei”

E forse aveva provato tempo addietro ad affogare

il tutto gettandosi dal pontile di quel posto senza tempo,

dove fuggiva di tanto in tanto per gettare biglietti al mare.

E l’aveva avuto.

Delay, faceva finta di dormire accanto alla persona

che poco fa aveva desiderato, correndo e donando i suoi capelli al vento

e agli scogli un po’ bagnati, notti e notti prima.

Poggiava di schiena, un pezzo di lei gli era rimasto

impigliato nel cuore. Non avrebbe mai potuto disfarsene.

Aveva visto l’alba arrancando a fatica, il trucco sfatto sotto gli occhi,

l’aria fredda del mare, l’alba gelida la straziava implacabile.

Ed era potuta andarsene, la strada di lì al mare.

Un amore impossibile, una fine iniziata.

Alcolica e decadente.

Muori Delay, trovi rifugio in lei.”

Una chiave che gira, la porta a vetri pesante poggia sui cardini

un tempo allestiti dalla pioggia stessa.

Salsedine nella borsa, una bottiglia non troppo piena dentro

al frigo abbandonato in un angolo.

Una doccia scrosciante che quella sera Delay aveva riversato sul suo corpo.

Ed era morta Delay, morta per sempre in quel briciolo

di sabbia che le aveva corroso la pelle e l’estate.

Non c’è tempo, non abbiamo clown a disposizione.

E le risate echeggiavano in lei, e le chiamate, e il sangue

coagulato sull’alabastro incideva l’alfabeto sulle sue

palpebre, Delay.

Quale era il suo scopo?

Tre anni.

 

 

 

Non c’era spazio per un clown.

 

 

 

* le frasi in corsivo sono riprese dalla canzone Muori Delay dei Verdena.

 

Note : Lucretia, grazie di leggere ogni mia storia e ogni mio grido,

arranco e affanno, muoio per rinascere, se potessi, se ne avessi ancora

ti donerei una parte di me ormai dissolta fra le onde di un tempo lontano.

 

   
 
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