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Autore: LorasWeasley    13/05/2019    2 recensioni
AU [Spamano|FrUK|PruCan| Accenni Gerita]
"-Va bene, sei ufficialmente il nostro nuovo coinquilino, finché non ci tiri brutti scherzi.
Antonio non poté fare a meno di sorridere –Ho 25 anni, direi che sono abbastanza grande per gli scherzi.
...
-Quindi sei uno spagnolo che sta andando ad abitare con un tedesco, un inglese e un italiano, sembra l’inizio di una barzelletta."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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12.Arthur

Arthur aveva gli occhi socchiusi, il sudore che gli colava lungo la fronte, il petto che si alzava e abbassava alla ricerca di aria.
Avevano appena concluso un round di 69 che aveva lasciato appagati entrambi più di quanto si sarebbero aspettati.
Sentì Francis alzarsi e raggiungerlo dall’altro lato del letto, si stese al suo fianco, ora avevano entrambi i piedi sul cuscino.
-Sei già stanco?- Domandò Francis con un sorrisetto divertito mentre gli artigliava un fianco e se lo spingeva contro, la pelle bollente di entrambi entrò in contatto.
Arthur mugugnò qualcosa di scomposto che fece sorridere nuovamente il francese.
-E dov’è finito il mio piccolo pervertito?
Arthur arrossì lievemente –Sei tu il pervertito.
-Può essere, ma ciò non implica che non possa esserlo anche tu.
Arthur sbuffò –Sono stanco, dammi un po' di tregua.
-Va bene, mon chéri, restiamo così per un po'.
Poi si avvicinò al suo collo non troppo candido e iniziò a lasciargli dei leggeri baci su quella pelle bollente e sudata, lentamente, solo per coccolarlo e perché non aveva nessuna intenzione di staccarsi da lui.
Arthur mugugnò versi scomposti e chiuse gli occhi limitandosi a godersi quel momento.
Non c’era mai stato nulla di tutto quello con Alfred o con qualsiasi altra persona, c’era stato sempre e solo il sesso.
Non che con Francis si vedessero per altro, però c’erano anche i momenti come quello e ad Arthur non dispiacevano per niente, nonostante non l’avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura.
-Angleterre, ci hai pensato?- ruppe quel momento idilliaco con quella domanda dopo diversi minuti, le labbra ancora premute sulla sua spalla nuda.
-A cosa?- Arthur si girò nella sua direzione aprendo gli occhi, le sopracciglia corrugate in un muto interrogativo.
-Al farmi da modello.
L’inglese strabuzzò gli occhi di un verde più intenso del normale –Pensavo che fosse solo un modo per provarci quella sera, che stessi scherzando.
-Ti sembro uno che scherza?- rispose piccato Francis.
-Bè, si.
Il francese sbuffò, poi con la mano che aveva ancora ferma sul suo fianco scese per afferrargli il culo sodo e nudo e stringerselo di più contro –Non potrei mai scherzare se c’è in mezzo un culo così, voglio davvero che tu mi faccia da modello.
Gli baciò una guancia mentre in un borbottio imbarazzato Arthur rispondeva –Vedremo…
-Da cosa?- domandò subito l’altro, eccitato da quella quasi risposta affermativa.
-Da come mi convinci- rispose trovando di nuovo la sua voce ferma –Per esempio, potresti iniziare preparandomi qualcosa da mangiare.
Francis fece un finto broncio –Pensavo volessi mangiare me.
Si beccò un pugno leggero nel fianco e un “pervertito” sussurrato tra i denti.
Francis rise, poi si alzò –Va bene, va bene, vediamo che ti trovo come spuntino.
Arthur arrossì mentre lo vide camminare nudo per casa –Ma copriti!- gli urlò contro.
-Perché?- Francis si girò, poggiando le mani sui fianchi e portando in avanti il bacino –Ti ricordo che io abito da solo, non come te.
Arthur affondò la testa nel materasso –Ma un po' di pudore.
Ovviamente il suo borbottio non fu ascoltato da nessuno.
Quando sentì Francis parlare si alzò a sua volta e infilandosi i boxer decise di raggiungere l’altro ragazzo, si poggiò allo stipite della cucina e lo guardò mentre completamente nudo e per nulla in imbarazzo con una mano parlava a telefono e con l’altra cercava qualcosa dentro il frigo.
Arthur lo vide corrugare la fronte e chiudere il frigo per dedicarsi completamente alla chiamata.
-Gil ma in che senso vuoi presentarci uno che ti sei fatto?
Ascoltò quello che gli veniva risposto e strabuzzò ancora di più gli occhi –Gil ma ti senti? NON TE LO SEI NEANCHE FATTO! MA CHI SEI? CHE È SUCCESSO AL MIO MIGLIORE AMICO?
Francis era sconvolto e Arthur decise di divertirti, gli si avvicinò e, considerando che il francese stava dando tutta la sua attenzione al cellulare, non perse tempo ad inginocchiarsi di fronte a lui e prendere in bocca il suo membro non ancora eretto.
-AH!- Francis quasi urlò e per poco non gli cadde il telefono dalle mani, poi lanciò un’occhiataccia ad Arthur per intimargli di stare fermo, provò anche a mettergli una mano sulla testa per allontanarlo.
Arthur allora lo mise di più in bocca e se lo spinse contro, usò anche la lingua e questo provocò un singulto nel francese.
-Gil…- e quel nome sembrava quasi un ansimo che fece innervosire Arthur e lo fece andare più veloce e più a fondo –Gil, ho capito, ci vediamo stasera, devo andare.
E senza aspettare una risposta gli chiuse la chiamata in faccia.
-Sei un demone- Francis era senza fiato, faticò a dire quelle poche parole –E un pervertito.
Arthur si staccò con un suono osceno solo per poter rispondere –Come se ti dispiacesse.
Poi riprese da dove si era interrotto.
 
-Quindi non ho ben capito, quali sono i nostri programmi di questa sera?
Arthur era nel posto del passeggere e Francis guidava diretto proprio a casa dell’inglese.
-Non è che ci abbia capito molto a telefono con Gilbert- rispose Francis con una frecciatina che Arthur ignorò elegantemente –Ma Gilbert voleva tipo uscire con noi per presentarci una persona.
L’inglese alzò un sopracciglio scettico –Noi: me e te?
-Noi: me e Antonio.
-Ah.
-Ma a quanto ho capito venivano anche suo fratello e Feliciano e Romano, quindi potresti venire- si affrettò a dire Francis lanciandogli una veloce occhiata prima di riportare lo sguardo sulla strada.
Arthur non rispose, pensando ai pro e i contro di quello che poteva portare quella serata.
Così Francis continuò a parlare –Inoltre, se vieni, mi togli la fatica di provarci con qualcuno per portarmelo o portarmela a letto.
Arthur alzò gli occhi al cielo sospirando –Ma non hai un limite? L’abbiamo fatto due volte e ho perso il conto per la quantità di preliminari.
Francis rise e la conversazione finì li.
Solo appena Francis spense la macchina dopo aver posteggiato Arthur rispose alla precedente domanda –Prima di uscire però devo farmi una doccia e cambiarmi.
Il francese sorrise –Certo, è per questo che siamo qui.
Una volta aperto il portone del condominio sentirono voci provenienti dalle scale e alzando lo sguardo mentre il portone si richiudeva alle loro spalle, Arthur si accorse che l’amico di Francis era già li.
-Oi Gilbert, sei già qui?- lo salutò così il francese e quando il tedesco si girò per rispondere e salutare a sua volta Arthur non sentì più nulla.
Tutto si perse e il cervello gli si spense quando mise a fuoco il ragazzo al suo fianco.
Alfred.
La sua mente registrò solo questa parola.
Non era abbastanza lucido per rendersi conto che la porta alle sua spalle era aperta, e quindi doveva abitare li, un piano sotto casa sua.
Non era abbastanza lucido per notare i suoi capelli più lunghi di come li aveva sempre portati.
Non era abbastanza lucido per scrutare quello sguardo dolce, triste e quasi malinconico che Alfred non aveva mai avuto.
Non era abbastanza lucido per unire tutte queste cose e rendersi conto che in realtà non era Alfred.
Semplicemente partì spedito, quasi di corsa, scostò malamente Gilbert e colpì il biondo dritto alla mandibola con un pugno che lo fece finire a terra, poi iniziò a urlargli contro.
-CHE CAZZO CI FAI QUI? MI PEDINI? E IL TUO RUSSO? LO SA CHE TE NE VAI IN GIRO A SCOPARTI ALTRE PERSONE? CHE POI NON CAPISCO, NON CAPISCO PROPRIO, PERCHE’ INIZI RELAZIONI CON CHIUNQUE E A ME SPUTI IN FACCIA? COSA…
Non riuscì a continuare perché Gilbert lo afferrò per il colletto della maglia che indossava e lo sbatté contro il muro, gli occhi erano oscurati dalla rabbia mentre diceva freddo –Non ti permettere mai più di toccarlo.
Ad Arthur mancò l’aria, boccheggiò e Francis venne in suo aiuto, costringendo il suo amico a lasciare la presa.
Quando fu libero Arthur tossì piegandosi su sé stesso, ma non demorse e questa volta si rivolse direttamente a Gilbert –Ma hai una minima idea di quanto sia troia?
Fu il diretto interessato a rispondere in un sussurro così flebile che venne sentito a stento –Io non sono mio fratello.
Tutti si girarono a fissarlo, soprattutto Arthur lo guardò con gli occhi spalancati e con quella semplice frase collegò tutti i pezzi che prima non aveva messo insieme.
Il ragazzo era ancora a terra, gli occhi lucidi di lacrime, una mano che si reggeva il punto colpito che era già diventato rosso e gonfio.
-Sono Matthew. Non sono mio fratello gemello Alfred. Mi dispiace per quello che ti ha fatto.
Poi si alzò e velocemente corse dentro casa sua chiudendosi dentro.
Arthur faceva fatica a respirare, cosa era diventato per una persona che non lo meritava? Quanto si poteva far schifo in quel momento?
Aveva preso a pugni un ragazzo che non c’entrava nulla, gli aveva urlato le peggiori cose e alla fine era stato sempre lui a ricevere delle scuse.
Gli veniva da vomitare.
Corse fuori dal palazzo e iniziò a correre.
Non fece molta strada, perché Francis l’aveva inseguito e continuava a ripetere il suo nome.
Arthur si girò a fronteggiarlo, gli occhi pieni di rabbia e di odio.
-Cosa vuoi anche tu? Smettila di seguirmi. Non capisci che voglio stare da solo? Non capisci che non sei tu la persona che voglio?
Si girò e tornò a correre così in fretta che non vide il mutamento nel volto di Francis, il volto di chi gli era appena stato spezzato il cuore.
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Ciao!
Prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo, ero in viaggio e sono tornata solo oggi.
Seconda cosa... si, stiamo iniziando con l'angst e ancora ce ne sarà per un pò di capitoli, ma nulla è detto sul finale!
Lasciatemi qualche recensione, mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate,
Un bacio, Deh
  
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