Anime & Manga > Psychic Detective Yakumo
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Autore: Rox008    13/05/2019    0 recensioni
Un nuovo caso vede Haruka in pericolo. Yakumo proverà a proteggerla, ma riusciranno a restare uniti anche questa volta?
Questa è un'ipotetica continuazione, la mia personale versione, ed (ovviamente) in quanto tale non è ufficiale, i personaggi base appartengono a Manabu Kaminaga, mentre gli altri sono di mia invenzione.
Se i personaggi risultano lievemente OOC è perché penso che, dopo la morte di Ishiin ed i fatti che ruotano attorno a questo fatto, avvenga un cambiamento importante in ognuno di loro, soprattutto in Yakumo.
Questa fanfiction è stata scritta tenendo conto del manga e delle light novel (o almeno i primi 4 numeri dato che non sono stati pubblicati gli altri qua in Italia), che ho preferito all'anime ,da cui prenderò in considerazione solo pochi fatti. In ogni caso, verrà specificato nelle note se verrà fatto riferimento all'anime o al manga.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Ozawa, Kazutoshi Gotou, Un po' tutti, Yakumo Saito
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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L'operazione di Haruka era andata bene, ma la ragazza aveva bisogno di assoluto riposo. 
Yakumo la guardò stesa tra le lenzuola bianche dell'ospedale, bianche quasi quanto il suo volto, e non poté fare a meno di notare che anche in quel momento restava bellissima.
Andò piano vicino al letto e allungò una mano verso il suo viso, per poi fermarsi a mezz'aria, indeciso sul da farsi.
Infine raccolse il suo coraggio e la accarezzò piano, come quel giorno a casa di Goto, se non con più delicatezza per la paura di ferirla o svegliarla. Si sedette su una sedia accanto a lei e rimase al suo capezzale a lungo, continuando ad accarezzarla con dolcezza mista al dolore di vederla così debole lì stesa.
Avvicinò piano il suo viso al suo, osservando quasi incantato i più piccoli particolari del suo volto, dalle ciglia scure lunghe che le accarezzavano le guance ora pallide ma di solito rosee, al piccolo naso lievemente a punta, alle labbra dall'aspetto così morbide ed invitanti.

<< Fermo lì! Rubare un bacio a chi dorme è un atto da vigliacchi!* >> disse la madre di Haruka entrando nella stanza.
<< Cosa?? No, non è come pensa!! >> si difese il ragazzo imbarazzato.
La donna lo guardò con un sorriso materno, e gli si avvicinò.
<< Dissi la stessa cosa ad Haruka, quando eri tu su un letto di ospedale, dopo essere stato salvato da quel rapimento. Anche lei aveva lo stesso sguardo che hai tu ora, serena di vederti finalmente salvo>> 
Lui guardò la ragazza sorridendo e sfiorandole una mano, per poi alzarsi per dare posto alla donna.
<< È più giusto che ci stia lei accanto, e sicuramente ne sarà più felice. >> 
Fece per andarsene, ma la donna lo bloccò dal polso.
<< Yakumo, resta qui. Lei è te che vorrebbe accanto. Io mi siederò in quell'altra sedia. >>
Così il ragazzo tornò a sedersi sulla sedia e a guardare Haruka.
<< Cos'è che ti tormenta? >> gli chiese d'un tratto la donna. << Sembri afflitto. >>
Lui si irrigidì, e non riuscendo a reggere lo sguardo della donna guardò fuori.
<< Lei non è adatta a me, o meglio, io non sono quello giusto per lei. Haruka ha bisogno di qualcuno che la riempia di attenzioni, di amore, qualcuno che la faccia sentire al sicuro, qualcuno che la renda felice. Lei ha bisogno di qualcuno che la faccia sentire speciale anche solo con uno sguardo, con un piccolo gesto. Ed io non sono tutto ciò, io non so neanche bene cosa sia l'amore, me l'ha insegnato lei restandomi accanto per tutto questo tempo. Non sono il tipo da grandi dimostrazioni d'affetto, non sono il tipo di ragazzo che si farà trovare sotto casa sua con un mazzo di fiori per portarla fuori a cena, non le dirò mai frasi del tipo "sei l'unica per me" perché non sarebbe da me, fingerei di essere un altro, e lei invece deve avere accanto una persona sincera, dolce, apprensiva, che a differenza mia la sappia proteggere e rendere felice. Io non sono tutto ciò, non potrò mai esserlo nemmeno se ci provassi, lei è come una stella, la più brillante, ed io sarei solo la nuvola che copre la sua luce. Mi sono innamorato di lei, mi sono innamorato della luce dei suoi occhi, così pieni di amore, di dolcezza, ed io non voglio veder spegnere quella luce, soprattutto a causa mia. Mi sono innamorato di lei, dei suoi sorrisi e del suo mettersi sempre in disparte per dar posto ad altri, mi sono innamorato della sua dolcezza e della sua gentilezza, e proprio per questo devo allontanarmi da lei, perché al mio fianco non avrebbe ciò che merita. Non sono neanche riuscito a proteggerla, ho rischiato di perderla. >>
<< Lascia a me decidere chi amare, lascia a me dire di cosa ho bisogno>>
Yakumo trasalì, sentendo la voce di Haruka così ferma e decisa nonostante fosse su un letto d'ospedale, debole e fragile.
<< Haruka-chan! Piccola mia!! >> disse la madre accarezzandola e abbracciandola con delicatezza per la paura di farle del male.
La ragazza le sorrise dolcemente, per poi tornare a guardare Yakumo che era rimasto a guardarla senza parole.
I due si guardarono negli occhi, mentre la madre di Haruka li lasciava soli nella stanza. 
<< Haruka... >> sussurrò Yakumo avvicinandosi piano a lei.
<< Ho sentito tutto >> disse lei.
Lui sgranò gli occhi, per poi guardare in basso e sospirare. 
Haruka provò a mettersi a sedere ma sentì una fitta al fianco che la fece impallidire ulteriormente. Yakumo scattò verso di lei e la fece ristendere.
<< I dottori hanno detto che devi stare ferma, hai bisogno di riposo >>
Lei annuì, per poi chiudere gli occhi e concentrarsi sul suo respiro aspettando che il dolore passasse.
Yakumo si sentì stringere il cuore a vederla sofferente senza poter fare niente.
Haruka aprì lievemente gli occhi e allungò una mano verso di lui, per farli avvicinare.
La mente gli disse di non farlo, di andarsene, ma il cuore lo portò a stringere la sua mano così piccola e debole.
<< Non è colpa tua ciò che mi è successo. Non è mai stata colpa tua, soprattutto stavolta tu non c'entri niente. Penso che tu abbia trovato i miei appunti e parlato con Rumiko Minohita e sappia quindi cosa è successo. >>
<< Si, ho letto. Ma non ho capito come ci sei arrivata. >>
<< Ho visto gli occhi di chi mi ha aggredita, e ho pensato subito a lui. Non ne ero sicura, ma il mio sesto senso mi diceva così, ed aveva ragione. C'è solo una cosa che non mi torna: mia madre ha detto anche che Keito Honto pronunciò delle parole davvero cattive contro mia sorella, eppure lui mi ha detto che ha sofferto molto quando l'ha vista morire. Non riesco a immaginare due reazioni così diverse in una persona, un cambio del genere in così breve tempo. >> 
<< Vedi Haruka, gli uomini sono egoisti, e Keito Honto non fa eccezione: avrà anche sofferto quando ha visto Ayaka morire, ma quando è stato arrestato, ha pensato solo a ciò che lui aveva perso. >> 
<< Eppure io non riesco a odiarlo completamente. Aveva una famiglia e degli amici a cui teneva, e li ha persi da un giorno all'altro per un errore, si è sentito il solo colpevole per aver causato la morte di una bambina, per poi scoprire che la colpa non era solo sua, e che l'altra persona colpevole era libera e continuava la sua vita, secondo lui, come se nulla fosse. >> 
<< Stai per caso dicendo che perdoni quell'uomo per ciò che ti ha fatto passare? >>
<< No, e soprattutto non lo perdono per il male che ha fatto ai suoi figli. Però lo capisco. Lo capisco perchè anche io, quando è morta Ayaka, per un attimo ho desiderato il peggio per la persona che l'aveva investita. >>
<< Tu non avresti mai osato fargli davvero del male, mentre lui l'ha fatto. >>
<< Ma io ho avuto il sostegno della mia famiglia prima e di te dopo, mentre lui no. >>
<< Non ti capisco comunque, però accetto il tuo pensiero. Al momento mi importa solo che tu sia qui. >>
<< E a me che tu sia qui. E riguardo a quello che hai detto a mia madre, sappi che non mi sono mai piaciuti i ragazzi troppo sdolcinati, che dicono in continuazione frasi dolci e smielate. Preferisco i ragazzi antipatici, scontrosi e un po' acidi, che però mi dimostrano con i piccoli gesti che ci tengono a me. In particolare ho di recente sviluppato una lieve ossessione verso gli occhi eterocromi, soprattutto se uno dei due è rosso. >> 
Yakumo ridacchiò e le scompigliò i capelli giocosamente.
<< Sei sempre la solita stupida. >> 
<< E tu il solito antipatico. E non ti camberei per niente al mondo. >>

Yakumo la accarezzò dolcemente, per poi guardare la finestra e tornare serio.
<< Haruka, devi sapere una cosa... >> 
<< Dimmi. >> 
<< Jeremiah è... >> 
<< Lo so, è morto. Con una ferita del genere non poteva sopravvivere. >> sussurrò lei. Poi chiuse gli occhi e lasciò scorrere una lacrima sul viso, asciugata da Yakumo. 
<< Mi dispiace, davvero. >> 
<< Era un buon amico ed un bravo ragazzo. >> 
<< L'ho capito anche io, seppur tardi. >> 
<< Prima che Keito gli sparasse, mi ha sorriso e mi ha chiesto di avere cura di me. Ora lo immagino accanto a mia sorella, magari sorridente. >> 
<< È esattamente come hai detto tu. Adesso sono accanto alla finestra, mano nella mano. >>

Haruka si voltò provando a vederli, ma a lei non era permesso. Sospirò sconfitta, prima che Yakumo le prendesse la mano. 
<< È passato tanto tempo da quella volta, ma penso tu ti ricorda come si faceva. >> le disse.
<< Cosa? >> 
Lui si avvicinò, fino a far sfiorare i loro nasi. 
<< Chiudi gli occhi. >>
 
Haruka obbedì, e dopo pochi istanti vide sua sorella Ayaka.
Era esattamente come la ricordava, con lo stesso sorriso gentile e gli occhi dolci.
Accanto a lei c'era Jeremiah, e si tenevano la mano. Lui era felice, sorrideva sereno e salutava Haruka con la mano. 
Sentì la sua voce nella testa dirle: "Adesso mi prenderò io cura di lei" poco prima di svanire.

Quando riaprì gli occhi, una lacrima scese sulla sua guancia ma Yakumo la asciugò con una carezza.
<< Grazie. >> 
   
 
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