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Autore: Mr Lavottino    14/05/2019    2 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Duncan sentì la canna della pistola poggiare contro la sua fronte e invece di esserne spaventato, o comunque intimorito, mantenne un sorriso sul volto, il tutto mentre Scott premeva l'arma con maggiore forza.
- Non c'è niente da ridere, punk da due soldi.- disse, leggermente irritato dal suo atteggiamento.
- Nemmeno per te. - rispose il moro, con uno sguardo sempre più soddisfatto in volto.
- Ah sì? Vuoi vedere?- lo intimò il rosso, pronto a premere il grilletto. Non ebbe tempo di dire altro, perché sentì un dolore fortissimo alla testa e poi cadde perdendo coscienza. Alle sue spalle c'era DJ che, con un pezzo di legno, lo aveva atterrato.
- Avete fatto in tempo.- disse il punk, con un sorriso spavaldo in volto. Il nero gli si avvicinò e lo colpì in volto con un pugno - Ma sei impazzito?- si lamentò il punk, toccandosi il punto dolente.
- Che ti è saltato in mente, fratello?- DJ lo prese per le spalle e lo scosse con violenza, quasi con le lacrime agli occhi - Se ti avesse ammazzato saremmo stati tutti nella merda! Ma ci pensi prima di fare le cose?- dopo avergli fatto quella rimpallata, lo abbracciò, stringendolo fortissimo.
- Sì, sì, ho capito, mi spiace, però adesso lasciami.- urlò Duncan, spingendolo via da se con uno sguardo piuttosto seccato.
- Ce l'avete fatta?- dalla porta fece capolino Zoey che, guardandosi con fare preoccupato intorno, si avvicinò ai due.
- E lei perché è qui? Ti avevo detto di riportarla a casa!- si lamentò il punk, gettando un'occhiataccia ad entrambi.
- Ero troppo impegnato a salvarti il culo. E di certo non potevo lasciarla da sola. - controbatté il nero, alzando le braccia al cielo, per ricordargli quanto fosse stato stupido il suo comportamento.
- Ah, che palle. La riporteremo indietro dopo, prima questo nerd deve darmi delle informazioni.- si batté una mano sulla fronte, cercando di riordinare nella sua testa gli eventi che si sarebbero susseguiti.
- Ehi, non offendere!- Harold provò a difendersi, ma venne ignorato.
- Quanto hai detto che manca?- domandò il moro, accompagnando quelle parole da uno sbadiglio.
- Un'ora al massimo.- replicò il rosso, lanciando un'occhiata verso lo schermo per essere sicuro.
Nel frattempo, DJ aveva legato Scott ad una sedia, portata lì da Zoey, e lo stava tenendo d'occhio. Il colpo che gli aveva inflitto alla testa sanguinava, ma non era nulla di grave, tanto che si limitò a coprirlo con un cerotto dopo averlo superficialmente disinfettato.
- Io vado a fumare.- dopo quasi una decina di minuti di silenzio, Duncan si alzò dal letto e si diresse verso il giardino, venendo però bloccato dal nero.
- Altolà, dove hai intenzione di andare?- chiese DJ, assottigliando lo sguardo.
- Te l'ho già detto, vado a fumare.- il punk roteò gli occhi, stanco di tutte quelle osservazioni.
- Non è che poi te la svigni? Sai, non mi fido molto di te ultimamente.- si portò le braccia al busto, guardandolo come sua madre quando le diceva che aveva fatto tutti i compiti anche se non era vero.
- Ma che diamine stai dicendo?- sospirò con forza, quasi stupito dalla premura dell'amico.
- Zoey, va con lui, sia mai che si perda.- ordinò poi, aumentando l'intensità del tono di voce nelle ultime parole. Il punk non poté far altro che alzare le spalle, per poi dirigersi di sotto senza aspettare la ragazza, che lentamente si stava alzando dalla sedia su cui era seduta.
- Aspettami!- disse, balbettando leggermente. Il ragazzo, ovviamente, non la ascoltò e si precipitò verso il giardino a gambe levate. Zoey lo raggiunse pochi secondi dopo e lo trovò con una sigaretta fra le dita, appoggiato ad una staccionata.
La casa di Harold era piccola, seppur avesse due piani, ed il giardino era in realtà poco spazio recintato da una recinzione alta poco più di un metro.
- Quando avrò ricevuto le informazioni da Harold, dirò a DJ di riportarti a casa. - iniziò il moro, per poi gettare fuori tutto il fumo - Dovrai dire alla polizia che eri un mio ostaggio, almeno non avrai problemi.-concluse, sbattendo la sigarette e facendo cadere la cenere per terra.
- Beh, io...- la rossa non riuscì a parlare, perché interrotta prima ancora di incominciare.
- Stai attenta anche agli uomini di MacLean, potrebbero rintracciarti. In quel caso, digli dove siamo diretti e festa finita.- a quelle parole Zoey rise, facendolo innervosire - Cos'hai da ridere?- gettò a terra il mozzicone, guardandola in modo sgarbato.
- Sei un bravo ragazzo, Duncan.- a quelle parole il volto del punk divenne tutto rosso.
- Ma che diavolo stai dicendo? Ho fatto più crimini io di tutta Montreal messa assieme!- scosse la testa, palesemente imbarazzato, dopodiché rientrò dentro seguito dalla ragazza.
 
Passarono due ore, durante le quali Harold ebbe completato il download delle informazioni, rendendogli quindi possibile passarle a Duncan, scalpitante di riceverle.
- Chris MacLean, nato il sedici novembre del millenovecentosettantotto a Blow Me Down Island, nella provincia di Terranova e Labrador. Da più di venti anni è nel giro mafioso ed è uno dei maggiori importatori di cocaina in Canada. Ho scoperto un sacco di altre informazioni interessanti, ma sono tutte sulla sua vita privata. Purtroppo il luogo dove si trova la sua base o la posizione precisa della sua banda non è cosa pubblica. Però il loro raggio d'azione è concentrato nel centro Canada.- spiegò Harold, cercando di riassumere tutto ciò che era apparso sullo schermo.
- Cazzo, per scovarlo dovrò utilizzare metodi alternativi.- concluse il punk, massaggiandosi le tempie con forza. Era molto stanco e sapeva che, se davvero avesse imboccato quel sentiero cercando vendetta, avrebbe dovuto fare sforzi immani.
- Potresti provare a chiedere nei bassifondi di Montreal, alla fin fine è piuttosto conosciuto.- provò il rosso, iniziando una discussione su come potesse fare.
- Sì, hai ragione, ma rischio di attirare troppa attenzione.- scosse la testa, conscio che così non poteva andare.
- Ehm... scusate...- Zoey provò ad intromettersi, ma i due non la calcolarono minimamente.
- Oppure posso provare a cercare qualche nome affiliato, ma ti costerà di più.- il nerd strusciò le dita fra loro, facendo innervosire non poco il punk, il tutto mentre la rossa stava provando a esporre la sua opinione, ma veniva continuamente sovrastata dalle loro voci.
- Sei proprio un pidocchio!- protestò il moro, portando un pugno verso la sua faccia.
- Ehi, dovrò campare pur io!- ribatté quello, facendogli la linguaccia.
- La verità è che io ti sto sulle palle e tu vuoi spennarmi.- Duncan lo prese per il colletto, portando le loro facce alla distanza di solo qualche centimetro.
- E se anche fosse?- Harold continuò con il suo atteggiamento strafottente, noncurante del pericolo.
- Chiediamo a lui!- l'urlo di Zoey fermò i due, vicini a fare una rissa il cui vincitore era già annunciato, portandoli a guardarla con sguardo confuso. La ragazza stava indicando Scott, appoggiato contro sulla sedia e ancora senza coscienza.
- Bell'idea, ma potevi anche dircelo prima.- si lamentò il punk. La rossa a quelle parole cercò di sopprimere i suoi istinti omicidi sbattendo gli occhi e stringendo i pugni.
- Sì, sarebbe bastato saperlo prima.- anche Harold, che nel frattempo si stava sistemando la maglietta stropicciata dal moro, ebbe da ridire, aumentando ancora di più il nervosismo nella ragazza. L'unico suo sostegno lo ricevette da DJ, che scosse la testa per farle capire che cose come quelle erano la norma.
- Allora, pel di carota, svegliati.- Duncan colpì Scott con una schicchera, seguita da altre pian piano sempre più forti. Solo alla decima si svegliò, ovviamente con un forte dolore alla testa, rea di essersi presa anche una forte bastonata.
- Eh... ma... dove sono?- domandò, guardandosi intorno tutto confuso. La prima cosa che vide fu il volto di Duncan, non molto rassicurante, che gli stava ghignando a pochi centimetri dal volto.
- Nella casa degli incubi.- disse poi, tanto per farlo spaventare ancora di più.
- Tu! Lo stupido punk da quattro soldi!- urlò il rosso, agitandosi.
- Ti ricordo che sei mio ostaggio, ergo se hai a cuore la pelle ti conviene rimanere in silenzio.- il moro lo afferrò con i capelli, per poi alzarlo di peso - Tu adesso mi dirai dov'è MacLean, chiaro?-
- E se non volessi?- subito Duncan lo colpì con un pugno sulle zigomo, cercando di essere il più chiaro possibile.
- Questo.- tagliò corto, aspettando una risposta.
- Si trova a Winnipeg.- il rosso abbassò la testa, conscio di non poter far altro se non quello che gli veniva richiesto dal punk.
- Eh? In quella provincia di sfigati? Non è che mi stai prendendo per il culo?- gli appoggiò il pugno sul mento, venendo bruscamente allontanato.
- Perché mai dovrei farlo?- protestò quello, sbuffando e poi portando la testa contro il muro, preda dell'esasperazione.
- Quanto ci vuole da qui a Winnipeg?- Duncan si rivolse verso Harold che, dopo una rapida ricerca, riuscì a calcolare la distanza effettiva.
- Più o meno... trenta ore di macchina. - si voltò verso il punk, indicandogli con una mano lo schermo del computer. C'era una leggera linea rossa che partiva da Montreal fino a Winnipeg, cittadina posta al centro-sud in cui lui non era mai stato.
- Perfetto, partiamo subito.- il moro schioccò le dita, per poi iniziare a prendere le sue cose. Il tutto sotto lo sguardo confuso di DJ, Scott, Harold e Zoey.
- Eh? Adesso?- protestò la rossa, notando l'orario. Erano le sei e, se davvero avessero dovuto fare quel lungo viaggio, sarebbero arrivati a destinazione due giorni dopo verso mezzogiorno.
- Certamente, tanto mi fermerò per strada, ho una persona da visitare.- rispose quello, prendendo la valigia con dentro i soldi ed aprendola.
- Vuoi andare da...- il nero provò a parlare, ma il punk gli rispose senza lasciarlo finire.
- Sì, devo per forza.- sul volto dei due si dipinse un espressione cupa e triste, che Zoey captò immediatamente - Ehi, nerd dei miei stivali, prendi.- estrasse una decina di mazzetti, contenenti banconote da cento e cinquecento dollari, e glieli lanciò uno per uno, osservandolo mentre, nel tentativo di prenderli tutti al volo, cadde per terra inesorabilmente.
- Potresti essere anche un po' più gentile, eh. - Harold non gli risparmiò qualche occhiatacce, che lui ignorò senza problemi.
I cinque uscirono di casa e si diressero verso la macchina di Duncan, facendo attenzione a non essere seguiti.
- Bene, è stato un onore. Spero di tornare tutto intero.- il punk prese Scott e, senza avere il minimo tatto, lo sbatté nei sedili posteriori ancora legato. Dopodiché si rivolse verso i tre rimasti in piedi ad osservarlo - Harold, non avrei mai pensato di dirlo, ma sei stato utile.- provò a metterci più sentimento possibile in quelle parole, ma il meglio che riuscì a fare fu assumere un tono mezzo ironico.
- Ovviamente, io lavoro sempre con efficienza!- rispose quello cercando fare il duro, seppur in realtà fosse felice di sentirsi dire quelle parole.
- DJ, se possibile fa sparire la macchina di pel di carota da qua.- indicò la vettura grigiastra parcheggiata, malissimo, a qualche metro dalla sua - Ci rivedremo, non preoccuparti.- promise, per poi portare il pugno in avanti.
- Ne sono sicuro, alla fine sei uno tosto, no?- DJ batté il pugno con quello dell'amico, per poi abbracciarlo con le lacrime agli occhi - Stai attento, eh!- lo colpì con delle pacche sulle spalle, rischiando di fratturargliele.
- Sì, sì, non preoccuparti.- si liberò della sua prese e si girò verso Zoey, ferma a pochi passi da lui con le braccia dietro la schiena ed un mezzo sorriso in volto - Per quanto riguarda te... beh, buona fortuna per tutto.- non sapeva precisamente cosa dire, tanto che arrancò qualche parola a casaccio per far credere di avere il pieno controllo della situazione.
- Anche a te. - detto ciò gli porse la mano, che il punk strinse con un sorriso in volto. Fatto ciò, Duncan entrò in macchina e, dopo aver abbassato il finestrino rivolse un ultimo saluto ai suoi amici.
- Bene, adesso parto. Ah, DJ, ti ho lasciato un po' di grana sotto al letto, vedi di usarla bene.- il nero provò a ribattere, ma il punk tirò su il vetro ridendo.
- Perfetto, partiamo.- quando Duncan sentì quelle parole si voltò di scatto e per poco non ebbe un sussulto. Zoey era entrata in macchina, nel sedile accanto al suo, e si era appena messa la cintura.
- E tu che diavolo ci fai qua? Scendi.- intimò, guardandola con un'espressione confusa.
- Eh? Io vengo con te, ovviamente.- la rossa alzò le spalle, mentre teneva le mani sulle ginocchia con la massima tranquillità.
- No, è troppo pericoloso.- scosse la testa, facendole cenno di scendere.
- Ne ho già parlato con DJ, mandarti da solo è praticamente un suicidio. Hai bisogno di qualcuno che ti controlli.- si indicò con l'indice, abbozzando a quel mezzo sorriso che era solita fare in quelle situazioni.
- Ma... ma... e che diavolo! Guarda che sarà pericoloso.-
- Lo so. -
- Potresti morire.-
- Lo so. -
- Te l'hanno mai detto che sei svampita?-
- Lo so. -
- Cazzo... beh, allora partiamo.-
- Ottimo.-
Dopo quella breve discussione Duncan non poté far altro che accendere l'auto e partire, venendo accompagnato da un sorriso soddisfatto della rossa che, in tutta sincerità, trovò veramente irritante.
 
 
ANGOLO AUTORE:
La storia inizia! La nostra combriccola, composta da Scott, Duncan e Zoey, si prepara all'avventura. A ringraziare è Harold, che ci ha messo su un bel gruzzoletto, mentre DJ, beh, fa il classico DJ.
Adesso inizia la parte più difficile da scrivere, ma allo stesso tempo quella più veloce e "romanzata". State pronti, martedì ne vedrete delle belle!
   
 
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