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Autore: thisisanerd    15/05/2019    0 recensioni
Primo libro di una trilogia scritta da Cassandra Clare (la conoscete forse in quanto autrice di Shadowhunters) e da me tradotta.
Incentrata sul personaggio di Draco Malfoy ma non solo, contiene una grande dose di avventura, imprevisti e, perché no, di amoreggiamenti.
Tratto dal primo capitolo:
«Non c'era ragione di insultare Malfoy.» intervenne Hermione «Penso che dovresti provare a essere dispiaciuto per lui, Harry - »
«Dispiaciuto per lui!» guaì «Perchè? È ricco, la sua famiglia è potente, è bello e le ragazze lo amano - »
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, I Malandrini | Coppie: Draco/Ginny, Draco/Harry, Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Da V libro alternativo
Capitoli:
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DISCLAIMER: l'opera originale non mi appartiene, mia è solo la traduzione italiana. Ho cercato di tradurre in maniera letterale, difatti alcune frasi possono sembrare forzate, ma ho pensato fosse opportuno cercare di non variare lo stile di scrittura dell'autrice. In altre parti invece, ho dovuto variare lo scritto, in quanto ci sono alcune espressioni inglesi che non hanno una corrispettiva italiana. Ora vi lascio alle parole di Cassandra Clare.




LUCIUS E I MANGIAMORTE

‹‹Salve, Padre.›› disse Draco.

Lucius aveva l'aspetto di qualcuno che era stato forzato ad ingerire un limone conficcato in un enorme mattone. ‹‹Draco?››

‹‹Somiglia davvero tanto a te, Lucius.›› disse Voldemort, dando a Draco un'occhiata superficiale. ‹‹Specialmente per gli occhi.›› Sollevò la sua bacchetta ‹‹Peccato che io debba bruciarli.››

‹‹Mio Signore›› disse Lucius disperatamente, rivolgendosi a Voldemort. ‹‹Vi prego di credermi-›› per un folle momento Draco credette che suo padre avesse intenzione di pregare per la sua vita. ‹‹Vi prego di credermi, non ero a conoscenza di nulla di tutto questo.››

‹‹Stranamente, ti credo, Lucius.›› disse Voldemort. ‹‹Sei sempre stato così profondamente stupido che non mi sorprende che tu non sia conoscenza delle attività di tuo figlio. Ma ciò non cambia il fatto che egli sia un traditore e, in quanto tale, debba morire.››

‹‹Posso darvi un suggerimento, Padrone?›› disse Lucius.

‹‹Padre›› intervenne Draco.

Lucius lo ignorò.

‹‹Fallo velocemente›› disse il Signore Oscuro.

‹‹ La Maledizione della Verità›› disse Lucius sottilmente, ‹‹È possibile, e alquanto verosimile, che Draco sia a conoscenza del nascondiglio del vero Harry Potter... se questo è frutto della Pozione Polisucco, egli aveva bisogno di averlo vicino...››

Voldemort sorrise freddamente. ‹‹Un'idea eccellente.›› Prese di nuovo la sua bacchetta e la puntò contro Draco.

‹‹Padre--›› disse di nuovo Draco.

‹‹Veritas›› sibilò il Signore Oscuro.

Così, per la seconda volta nella sua vita, i ganci affondarono nel petto di Draco e lo squarciarono, egli soffocò dal dolore e dalla paura di essere così esposto. E questa volta era anche peggio, forse perché questa volta stava cercando di resistere. Anche se non c'erano vie d'uscita. Qualsiasi cosa egli intendesse dire nel momento in cui egli avesse aperto la bocca, sapeva che la verità sarebbe venuta fuori.

Voldemort iniziò con domande semplici. ‹‹Qual è il tuo nome, ragazzo?››

‹‹Draco Thomas Malfoy.››

‹‹Dopo di me, Lucius?›› disse Voldemort, ‹‹Avevo quasi dimenticato. Che strano.››

Lucius fece una smorfia.

‹‹Dov'è Harry Potter?››

Draco si morse le labbra, ma non c'era modo. ‹‹Non lo so›› sentì sé stesso dire. Ad ogni modo, quello fu un sollievo. Il filo che l'aveva legato ad Harry si era dissolto insieme all'effetto della Pozione; non aveva neanche la più lontana idea di dove Harry potesse essere.

‹‹Perché hai assunto il suo aspetto ed hai finto di essere lui?››

‹‹Mio padre aveva intenzione di uccidere Hermione›› disse Draco ‹‹Non potevo lasciare che succedesse.››

Lucius sembrò sorpreso. ‹‹Era davvero la tua ragazza?››

‹‹No›› disse Draco, ‹‹È la migliore amica di Harry.››

‹‹E tu hai sentito il bisogno di mettere in pericolo la tua vita per quella della migliore amica di qualcun altro?›› chiese il Signore Oscuro ‹‹Perché?››

‹‹La amo›› disse Draco, e si sentì arrossire. Pensava che sarebbe stato più che umiliato, ma apparentemente non fu così.

‹Che imbarazzo›› disse Voldemort, ma sembrava leggermente divertito. ‹‹Perché non ci dici, giovane Malfoy, come sei arrivato ad essere in questa casa, con la migliore amica di Harry Potter, la quale tu... ami, e con Harry stesso, presumibilmente camuffato da te?››

‹‹No.›› disse Draco, lottando per alzarsi sulle mani e le ginocchia. C'era qualcosa di bagnato sul suo viso; quando lo raggiunse per strofinarlo, la sua mano si fece rossa. Sangue, si era morso il labbro. ‹‹No.››

Ma egli non poteva alzarsi. Il dolore nel suo petto era troppo intenso, la sensazione di essere squarciato troppo forte. Cadde a terra.

‹‹Padre.›› sentì sé stesso dire, e trasalì per quanto infantile suonasse, ‹‹Padre, per favore.››

Lucius si agitò a disagio. ‹‹Forse dovreste colpirlo di nuovo con l'incantesimo, Signore?›› disse.

‹‹Infatti›› disse Voldemort, e lo fece.


 

Erano quasi alla base delle scale che portavano fino al salotto quando Harry fece un urlo potente e cadde a terra. Hermione si voltò sorpresa.

‹‹Harry!›› lo chiamò. ‹‹Stai bene...?››

La sua risposta fu sommessa. Era piegato a terra dolorante, un infelice groviglio nero rannicchiato sul pavimento con le mani sulla faccia. Lo raggiunse e lui alzò la testa. ‹‹Hermione? Sei tu?››

Era in procinto di rispondergli impazientemente quando la luce proveniente dalla sua bacchetta cadde sulla sua faccia, e la sua replica si trasformò in un mezzo grido. Si tappò la bocca con la mano e lo fissò. ‹‹Harry...›› fiatò ‹‹Sei tu.››

‹‹Certo che sono io.›› disse con tono irritato ‹‹Stavi forse sperando che fossi Lucius? Non importa, non rispondermi.››

‹‹Zitto.›› disse, ‹‹Sono seria, Harry, sei veramente tu... sei tornato, capisci?››

E lo era. Capelli neri scompigliati, occhi verdi, la cicatrice a forma di saetta e tutto. Si tolse la mano dalla faccia e le regalò un mezzo sorriso. ‹‹L'avevo capito›› disse. ‹‹A causa dell'orribile dolore e dal fatto che non riesco a vedere nulla.››

Hermione non riusciva a smettere di fissarlo. Era così strano vedere la sua faccia come sua faccia di nuovo; i suoi lineamenti familiari ancora una volta animati dalla sua intelligenza che vi abitava e vi apparteneva. Ci fu un momento di silenzio imbarazzante mentre lei lo fissava, disse ‹‹Ti fa ancora male?››

Lui scosse la testa. ‹‹No, ma...›› biascicò. ‹‹Vorrei poter vedere.››

Lei si inginocchiò al suo fianco. ‹‹Posso aggiustare i tuoi occhi, Harry. Vuoi che lo faccia?››

Per un momento egli stette in silenzio, mordendosi il labbro. Poi, riluttante, disse, ‹‹Immagino che lo faresti bene.››

Sapeva il motivo per il quale Harry non aveva mai lasciato che lei o qualcun altro aggiustasse la sua vista con la magia prima: i suoi occhiali erano diventati il marchio di fabbrica di Harry Potter, che gli piacesse o no, e se lui se ne fosse liberato, Il Settimanale delle Streghe avrebbe avuto il suo momento di gloria. Avevano già fatto storie su quanto egli avesse tagliato i propri capelli (nel suo bagno, da solo, con un tagliaunghie) e su dove egli acquistasse i propri vestiti ("Ho lasciato che Hagrid li scegliesse per me"). Se si fosse liberato dei propri occhiali, avrebbe dato il via a titoli quali HARRY POTTER E' TROPPO VANITOSO PER GLI OCCHIALI; IL RAGAZZO CHE È SOPRAVVISSUTO SI STA MONTANDO LA TESTA? ed Harry odiava quel genere di cose.

‹‹Sarà solo temporaneo,›› gli disse gentilmente. ‹‹Un incantesimo di correzione. Solo finché non ritroveremo i tuoi occhiali.››

‹‹Va bene›› disse, e chiuse gli occhi.

Hermione prese la sua bacchetta e con l'estremità di essa toccò gentilmente ciascuna le sue palpebre. Poi si sporse in avanti e mise le sue dita sulle sue tempie. ‹‹Stai fermo.›› gli consigliò, e lui prese i suoi polsi per mantenersi. ‹‹Oculus›› disse.

Harry saltò come se fosse stato punto, e aprì gli occhi. Poi un sorriso riluttante si espanse sul suo viso. ‹‹Hey›› disse. ‹‹Grazie, Hermione.››
 

***
 

Furono solo quindici minuti, ma a Draco sembrarono passate parecchie ore prima che Voldemort la smettesse con lui. Era riuscito a distaccarsi, sentiva la sua voce parlare come se fosse ad una lunga distanza, raccontando a suo padre ed al Signore Oscuro ogni cosa, dal primo momento che aveva assunto le sembianze di Harry alla possibilità che Harry fosse nelle segrete, per liberare Sirius.

Infine, quando non ebbe più nulla da dire, il Signore Oscuro mise fine all'incantesimo della Verità. Il sollievo fu intenso, ma anche il senso di colpa lo fu.

‹‹Così,›› disse Voldemort, sembrando contento. ‹‹Dobbiamo solo aspettare. Harry Potter verrà da noi. Verrà per tuo figlio.››

Lucius Malfoy sembrò molto dubbioso. ‹‹Ma mio Signore... loro non sono amici, Draco ha detto così tanto...››

Voldemort scosse la testa. ‹‹Io conosco Harry Potter›› disse. ‹‹È proprio come suo padre. Verrà per tuo figlio, Lucius. Te lo garantisco.››

 

***

 

Quando si avvicinarono al salotto, Sirius li stava aspettando nella sua forma canina. Harry aprì la bocca per dire qualcosa, ma Sirius scosse la testa velocemente e fece loro cenno di seguirlo. Lo inseguirono lungo i corridoi fino allo studio di Lucius, Sirius aprì la porta con la zampa, e vi entrò.

Narcissa era seduta dietro la scrivania di Lucius, nella stessa posizione in cui era quando Sirius l'aveva trovata lì, sollo la sua testa era sulle sue braccia e stava piangendo.

Sirius tornò in un uomo così velocemente che ci fu un udibile pop a provare ciò che era successo. Indicò Narcissa con un cenno del mento. ‹‹Ho dovuto dirle tutto›› disse ad Harry ed Hermione in tono sommesso. ‹‹È davvero sconvolta.›› guardò brevemente Harry ‹‹Sei tornato in te, giusto? Avevo supposto che potesse succedere.››

Harry sembrò sorpreso. ‹‹Perché l'hai pensato?››

Sirius fissò il pavimento, sembrando profondamente infelice. ‹‹Voldemort è già arrivato›› disse, guardando ansiosamente Hermione ‹‹È andato a cercare Harry...›› Sirius sospirò ‹‹Beh, voglio dire, avrebbe capito subito che Draco non era te, no? Probabilmente ha messo fine all'incantesimo.››

Hermione sembrò scioccata e preoccupata; Harry, in ogni modo, non si mostrò sorpreso, solo rassegnato. ‹‹Avevo immaginato che fosse successo.›› disse tranquillamente. ‹‹La cicatrice mi sta bruciando da circa un'ora.››

Hermione era furiosa. ‹‹Perché non me l'hai detto?›› gli chiese.

Harry le scoccò un'occhiata irritata, e lei rammentò che, un'ora prima, lei ed Harry si stavano baciando nelle segrete, dopo di che lei lo aveva sgridato con veemenza. E probabilmente ad Harry non era sembrato il momento adatto per dirle che la cicatrice gli doleva. ‹‹Oh.›› disse, diventando rossa. ‹‹Scusa.››

Harry si girò verso Sirius ‹‹Credi che Draco stia bene?›› lanciò un'occhiata ansiosa a Narcissa e abbassò la voce ‹‹Credi sia vivo?››

Sirius scrollò le spalle ‹‹Non lo so. Il Signore Oscuro potrebbe averlo ucciso in un impeto di rabbia. Però, Draco è il figlio del Mangiamorte più potente e a lui più vicino. Se Draco riesce a convincerli che stava agendo sotto l'influenza della Pozione Polisucco... se fornisce informazione al Signore Oscuro su di te...››

‹‹Lui non lo farebbe.›› disse Hermione acutamente.

‹‹Forse no.›› disse Sirius cautamente. Ma né Sirius né Harry la guardavano.

‹‹Narcissa starà bene?›› chiese infine Harry, rompendo il silenzio.

‹‹Lo spero.›› disse Sirius guardingo ‹‹Lucius...›› disse il suo nome con un odio immenso ‹‹Lucius l'ha avuta per così tanto tempo sotto incantesimo: l'Incantesimo di Coercizione, l'Imperius alcune volte, le era proibito avere una bacchetta, proibito mentirgli, proibito pronunciare il nome completo di Lucius per paura che ella lo usasse in un incantesimo.››

Hermione scosse la testa. ‹‹Non sarebbe stato più semplice per Lucius sposare qualcuno a cui piaceva veramente?›› si chiese ad alta voce.

‹‹Gli uomini come Lucius non fanno le cose perché sono semplici.›› disse Sirius amaramente ‹‹Le fanno per mostrare quanto potenti sono. Lucius voleva sposare la ragazza più bella della scuola, e l'ha fatto.››

‹‹Dovrebbe essere ad Azkaban.›› disse Hermione irosamente.

‹‹E noi dovremmo essere a salvare Draco.›› disse Harry.

Hermione rabbrividì.

‹‹Ho intenzione di andare a cercarlo.›› disse Harry, sembrando indifferente.

‹‹Per fare cosa, Harry?››

‹‹Tratterò.›› disse Harry ‹‹Baratterò me stesso con Draco.››

‹‹Oh, certo ›› disse Hermione irosamente ‹‹Voldemort è conosciuto proprio per mantenere la propria parola.››

‹‹Ho capito cosa intende Hermione.›› disse Sirius ‹‹Ti ucciderà comunque. Infatti, sono sicuro che sta aspettando che tu faccia ciò che hai appena supposto di fare.››

‹‹Bene, ma non possiamo lasciarlo nelle mani di Lucius e di Voldemort.›› protestò Harry ‹‹E dei Mangiamorte.››

‹‹I Mangiamorte non sono con loro.›› disse una voce debole. Era Narcissa, ora seduta dritta mentre si asciugava gli occhi ‹‹Sono nella sala da ballo al piano di sotto, cercando di preparare la Maledizione Lacertus.››

Sirius raggiunse e prese posto accanto a Narcissa e le mise una mano sulla spalla. ‹‹Va tutto bene.›› disse ‹‹Starà bene.›› ma non ne sembrava particolarmente convinto.

Harry guardò Hermione in cerca di aiuto, ma sembrava estremamente pensierosa.

Si incamminò verso il lato opposto della stanza e prelevò un grosso libro verde: Elaborazioni Epicicliche di Stregoneria.

Sirius si voltò verso di lei e la guardò ‹‹Hermione, cosa stai facendo?››

‹‹Shh›› disse Harry, e porto un dito alle labbra ‹‹Lasciatela fare.››

Hermione iniziò a sfogliare velocemente le pagine ‹‹Ho pensato che... forse... potremmo farlo funzionare... potrebbe essere...››

Sirius sembrava confuso. Anche Narcissa appariva confusa. Ma Harry si fermo e la guardò leggere e cercò di stare tranquillo. Infine ella mise via il libro e si girò verso Sirius ‹‹Ho un'idea.›› disse.

Sirius sembrò dubbioso.

‹‹Questa è una buona cosa.›› lo rassicurò Harry. ‹‹Hermione ha delle idee grandiose.››

‹‹Ma necessito del Vostro aiuto, Narcissa.›› aggiunse Hermione.

Ora anche Harry sembrò dubbioso. Ma Narcissa si raddrizzò sulla sua sedia ‹‹Cosa posso fare?›› disse.

 

*** 

 

Voldemort ordinò a Lucius di fare da guardia a suo figlio, poi attraversò la stanza e si appoggiò alla finestra, guardando fuori. Ciò lasciò effettivamente Draco e suo padre da soli. Se Draco si fosse aspettato che Lucius si scusasse dell'orrore che aveva inflitto al proprio figlio, sarebbe stato deluso. Semplicemente squadrò Draco dall'alto al basso freddamente, e disse ‹‹Mi hai rattristato, ragazzo.››

Draco fu quasi impressionato dalla mancanza di rimorso che suo padre mostrava. Era senza fiato. ‹‹Forse dovresti mettermi in punizione.›› suggerì.

Lucius aggrottò le sopracciglia. ‹‹E il tuo senso dell'umorismo non sta aiutando il tuo caso.›› disse.

‹‹Se mostri la giusta dose di rimorso, il Signore Oscuro potrebbe perdonarti. Lui aveva grandi speranze per te, Draco. Egli può essere misericordioso. E se stavi veramente agendo sotto l'effetto di questa Pozione Polisucco...››

Draco scosse la testa. ‹‹Mi spiace doverti deludere ancora, padre.›› disse. ‹‹Non ho alcun desiderio di unirmi al Signore Oscuro. Sono spiacente di non riuscire a scorgere in lui ciò che ci vedi tu. Non l'individuo più stabile. Né il più bello.›› aggiunse come ripensamento.

‹‹Non so cosa speri di ottenere sfidandomi, Draco.›› disse Lucius, suonando addolorato tanto quanto un normale genitore che scopre che il proprio figlio adolescente ha preso in prestito l'auto e l'ha schiantata in un cumulo di neve.

‹‹Se non lo sai, padre.›› disse Draco freddamente, ‹‹Non ho alcuna intenzione di spiegartelo.››
 

Harry, Hermione e Sirius erano seduti nervosamente nello studio, non guardandosi l'uno con l'altro. Narcissa era stata via per circa cinque minuti. Quando infine la porta si aprì e Narcissa rientrò nella stanza, portando con sé un grande oggetto impacchettato, Sirius fu così contento che si trasformò in cane, poi tornò di nuovo alla forma umana, poi di nuovo in un cane in rapida successione.

‹‹Aspetta un attimo, Sirius.›› disse Harry, anche se ovviamente era sollevato ‹‹Troppa eccitazione non ti fa bene.››

Narcissa poggiò il pacco sulla scrivania e fece un passo indietro, Harry, Hermione e Sirius (tornato nuovamente alla forma umana) vi si affollarono intorno. ‹‹Ho detto loro che lo stavo portando a Lucius.›› disse, suonando quasi contenta ‹‹Più resisto, più è semplice.›› continuò. ‹‹Mi sento come se potessi dire il suo nome ora.››

Harry, Hermione e Sirius indietreggiarono velocemente.

‹‹Ma non lo farò.›› aggiunse.

Hermione si spostò verso la scrivania e scartò il pacco, poi trattenne il fiato. Un enorme braccio di metallo si allungò davanti a lei, brutto e spaventoso. Ognuna delle sette dita in metallo terminava con lame viziose e c'erano sculture grottesche di Magia Oscura lungo il corpo in metallo. Nonostante fosse cavo all'interno, sembrava estremamente solido e pesante.

Harry lo stava guardando ribellarsi. ‹‹È questo il braccio Lacertus?››

‹‹Non è orribile?›› disse, inclinando il capo.

‹‹Dopo tutto è una buona cosa che non abbia intenzione di usare quella cosa su Draco.›› disse Harry. ‹‹Non c'è modo che tu possa far indossare a Draco qualcosa che abbia questo aspetto.›› aggiunse, con il fantasma di un sorriso ‹‹A meno che tu non gli dica che è Armani.››

‹‹Oh, sta' zitto, Harry.›› disse Hermione distrattamente. ‹‹Abbiamo solo un paio di minuti prima che Narcissa debba portare questa cosa a Tu-Sai-Chi. Lasciami lavorarci su.››

 

*** 

 

‹‹Hai fatto tutto molto bene, molto bene.›› le disse. ‹‹Sappiamo che è dura per te-››

‹‹Lo sto facendo per Draco.›› disse, in tono leggermente acuto.

‹‹Lo so.›› disse Sirius.

‹‹E quando tutto questo sarà finito›› disse Narcissa, ‹‹Sai che devo restare qui, no? Non oserò partire. Non mentre il padre di Draco ha quel ciondolo.››

‹‹Ma Lucius non penserà che-››

Narcissa scosse la testa. ‹‹Non penserebbe mai che io possa agire contro di lui, non di mia iniziativa, non dopo diciassette anni. Ma se scappo con te-››

Sirius sembrò triste. ‹‹Capisco.››

Narcissa sorrise. Era la prima volta che vedeva i suo sorriso dopo diciotto anni. Lo riportò all'infanzia. ‹‹Andrà tutto bene, Sirius.›› disse.

‹‹Certo.›› disse lui. ‹‹Forse.››

 

*** 

 

Se non avesse sentito così tanto dolore lungo il suo corpo, Draco avrebbe potuto addormentarsi dove era disteso, sul pavimento della Sala di Scherma. Era esausto. Con fatica riuscì a percepire la porta che si apriva e Narcissa che entrava nella stanza.

Raggiunse Lucius. ‹‹Volevano che ti portassi questa. ›› disse, e senza tante cerimonie gli diede il braccio Lacertus.

Lucius sembrò stupito. ‹‹Cosa? Chi?››

‹‹Harry Potter è in casa.›› disse Narcissa, senza mentire. ‹‹Sta venendo qui, ora.››

Questo svegliò Draco. Si mise in posizione verticale e guardò sua madre, che non gli restituì lo sguardo. Qualcosa di strano stava succedendo, ne era abbastanza sicuro. Non era possibile che i Mangiamorte avessero chiesto a Narcissa di portare un oggetto magico così potente e importante a Lucius senza accompagnarla. A meno che non avessero una ragione che lei non aveva dichiarato.

Lucius era ovviamente sospettoso, ma non volle dire nulla di fronte a Voldemort. Quel giorno aveva già mostrato una volta che non era in grado di controllare la sua famiglia, e probabilmente non era desideroso di darlo a vedere ancora. Invece sollevò il braccio sinistro al viso e parlò al Marchio Nero: ‹‹Codaliscia. Macnair. Venite, portateli tutti.››

Immediatamente i Mangiamorte iniziarono ad apparire in tutta la stanza: Codaliscia, MacNair, Zabini, Rozier, Parkinson e molti altri. Persone che Draco conosceva sin da bambino, che aveva frequentato, con i figli dei quali aveva giocato. Nessuno di essi prestava attenzione a lui, miseramente seduto sul pavimento, tutto insanguinato.

Voldemort si allontanò dalla finestra. ‹‹Harry Potter è qui.›› disse, flettendo le sue lunghe dita ‹‹È fuori da questa stanza.››

La sua voce agitò i Mangiamorte come il colpo di una frusta. Si misero sull'attenti, guardandosi intorno. Draco vide Narcissa uscire dal gruppo con calma e lasciare la stanza dall'ingresso posteriore.

C'erano rumori di passi nei corridoi, chiaramente udibili. Le doppie porte si aprirono. Prima una, poi l'altra.

 

Draco si stava torturando le mani, senza volerlo.

Sirius entrò nella sua forma canina. C'era un silenzio totale. Hermione lo seguiva, sembrando molto triste e pallida. E dopo Hermione veniva Harry.

Harry era anche più pallido di Hermione, una sorta di color cenere, ma sembrava deciso. Non stava indossando i suoi occhiali, che avevano l'effetto di farlo sembrare più giovane di quanto non fosse in realtà. C'era del sangue secco sulla sua mano, ancora, e sui suoi vestiti: una parte era sua e una di Draco.

‹‹Sono qui.›› disse.

Voldemort stava in piedi al centro del cerchio formato dai Mangiamorte e rise. ‹‹Ed io ne conosco il motivo.›› disse. ‹‹Sei venuto per lui.›› e indicò Draco.

‹‹Sì.›› disse Harry.

‹‹Non ne vale la pena, Harry Potter.›› disse Voldemort. ‹‹Cosa credi che lui abbia fatto qui tutta la mattinata mentre tu eri impegnato a salvare il tuo amico cane? Ci ha raccontato tutto. Da quando ho messo fine all'incantesimo che vi legava- e devo scoprire come è stato fatto, è stato veramente ingegnoso- ci ha cantato una canzone molto interessante.››

‹‹Non ci credo!›› scattò Hermione. ‹‹Stai mentendo! Avresti potuto capire che Harry era qui senza che Draco dicesse nulla!››

Voldemort posò il suo sguardo velenoso su di lei. ‹‹Devi aver apprezzato molto il tuo interludio con il giovane Malfoy nell'armadio›› disse ‹‹per difenderlo così strenuamente.››

Il viso di Hermione s'imporporò. Draco cercò di catturare il suo sguardo, ma lei non voleva guardarlo. ‹‹Poi... poi tu l'hai torturato.›› disse più incertamente.

‹‹Non riesco ad immaginare perché mai io volessi torturarlo per estorcergli che ha passato una sordida mezz'ora nell'armadio con una stupida ragazzina.›› disse il Signore Oscuro. ‹‹No, lui mi ha detto tutto volentieri.››

Hermione non disse nulla, ma le lacrime presero a scorrerle silenziosamente sul viso.

‹‹In ogni caso, questo difficilmente importa.›› disse Voldemort rivolgendosi ad Harry ‹‹Io ho tutte le carte in mano, tu nessuna. Avrei creduto difficilmente che tu potessi essere così irrimediabilmente stupido da venire qui credendo di poter combattere con me. Conoscevo solo tuo padre... e questo è il genere di cosa che avrebbe fatto. Più stupidi che coraggiosi entrambi.››

Harry sollevò la sua bacchetta. ‹‹Io ho questa.›› disse, ‹‹Non oserai sfidarmi a duello fin mentre io ho questa.››

‹‹No.›› gli diede ragione Voldemort, e schioccò le sue dita. Le corde si sollevarono in aria e si avvolsero strettamente attorno ad Harry, legando la sua bacchetta al suo corpo.

Voldemort lo raggiunse, lanciando via la bacchetta dalla sua mano, facendola cadere sul pavimento. ‹‹E ora non ce l'hai più.›› si raddrizzò e guardò pensieroso Sirius ed Hermione ‹‹Potrei uccidere i tuoi amici.›› disse dolcemente nell'orecchio di Harry ‹‹Ma sarebbe molto più divertente lasciare che lo faccia tu.››

Harry non disse nulla, guardò solo con odio il Signore Oscuro.

Voldemort schioccò di nuovo le dita e la Lacertus sgusciò via dalla presa di Lucius e atterò sulla sua mano aperta. Fece ruotare la Lacertus nella sua mano come se fosse stato un bastone, poi sollevò il braccio di Harry, quello che non era legato al suo fianco, e vece scivolare la Lacertus giù per il suo polso, come se non fosse stato nulla di più di un guanto.

Harry gridò. Le corde che lo legavano caddero, ed Harry si accartocciò al pavimento, non urlava più ma si contorceva come se il braccio le stesse bruciando. Draco riusciva a vedere il metallo incresparsi e torcersi come se si stesse fondendo, adattandosi alla carne di Harry.

Draco colpì con la mano il suo braccio partecipe del dolore. Non sapeva che lo stesse facendo, ma lo fece lo stesso.

Infine Harry si sedette. E anche i Mangiamorte rimasero a bocca aperta. Il braccio di Harry era diventato un misto di metallo, lame e di morte. L'argento della Lacertus si era diffuso abbastanza lontano lungo il suo corpo da arrivare alla parte sinistra del petto. C'era una sorta di alone di una luce nera intorno a lui, scintillante e oscura. La sua pelle bianca scintillava sotto la sua luce negativa; i suoi occhi brillarono come smeraldi. Non sembrava umano.

Draco sentì Hermione soffocare un singhiozzo.

‹‹Harry›› disse il Signore Oscuro, con una voce tale da sembrare che stesse facendo le fusa ‹‹Cosa sei?››

‹‹Io non sono niente.›› disse Harry, con una strana, distaccata voce ‹‹Io sono tuo.››

Il Signore Oscuro sorrise e si rivolse a Lucius ‹‹Non sono sicuro di aver bisogno della Maledizione Imperius qui.›› disse ‹‹Ma meglio prevenire che curare.››

Sollevò la sua bacchetta, puntandola verso Harry ‹‹Imperio!››

Harry piegò la sua testa come se il getto di una luce verde l'avesse colpito. Quando la sollevò di nuovo, i suo occhi sembravano più sfocati.

‹‹Ora.›› disse Voldemort. ‹‹Ora. Harry, gira il braccio verso... lei›› indicò Hermione. ‹‹La tua piccola ragazza. Avanti. Fallo.››

Harry si girò. Sollevò il braccio, le cui lame metalliche che formavano le dita erano chiuse a pugno, e lo puntò verso Hermione, che lo guardava con gli occhi sbarrati. Poi disse: ‹‹E tu dì Io sono stato stupido.››

Si girò di nuovo, e questa volta la Lacertus stava indicando Voldemort e il piccolo gruppetto di Mangiamorte che lo accerchiavano. Egli iniziò a camminare verso di loro, lentamente, come se richiedesse un grande sforzo. Restarono a bocca aperta.

‹‹Tu sai che la Maledizione Imperius non funziona su di me.›› disse Harry ‹‹E dovresti saperlo bene che non è saggio dare al tuo nemico un'arma mortale.››

‹‹Difficilmente è mortale per me.›› disse Voldemort acutamente ‹‹Ragazzo idiota.››

‹‹Forse.›› disse Harry. ‹‹O forse no.››

Ed aprì la sua mano.

Le lame d'argento ronzarono, e una luce azzurrognola scaturì dal suo palmo. La sua potenza era talmente tanta che Harry scivolò all'indietro. Draco si gettò al suolo quando una lingua di fuoco blu ronzò sopra la sua testa, colpendo la parete lontana e schiantandosi su una vetrina di antiquariato, che si frantumò.

Harry cadde sulle ginocchia, ma stava ancora dirigendo la luce contro Lucius e i Mangiamorte. Draco vide la luce colpire il primo, poi i restanti Mangiamorte e li sentì gridare come se la luce li stesse frustando come le corde di Voldemort avevano in precedenza fatto con Harry.

Uno ad uno non riuscirono più a restare in equilibri sui propri piedi, Lucius incluso, urlarono e scomparirono.

Voldemort fu l'ultimo ad andare. Sembrava appendersi all'odio che provava per Harry. Ma Harry sollevò il suo braccio e puntò di nuovo al Signore Oscuro, ed anche lui sparì.

La luce blu sparì con lui. Ed Harry si accartocciò sul pavimento come se fosse stato sparato.

Draco lottò per rialzarsi e iniziò a correre verso Harry. Hermione lo raggiunse prima che potesse riuscirci e si scagliò contro di lui. Sembrava essere ubriaco. Afferò il brutto metallo del braccio e prese ad agitare freneticamente la sua bacchetta.

Draco la raggiunse per aiutarla e sistemare il braccio di Harry, ma Hermione, sembrando bianca e disperata, scattò ‹‹Non toccarlo!››

Draco ritirò la mano.

Ci fu un lampo di luce bianca proveniente dalla punta della bacchetta di Hermione, e il metallo della Lacertus sparì. Harry prese ad agitarsi.

Le spalle di Hermione si afflosciarono dal sollievo. ‹‹Mi dispiace.›› disse calmamente, senza guardare Draco ‹‹E' solo che... il braccio stava aumentando la sua forza, l'avrebbe ucciso in un minuto. Dovevo toglierglielo.››

‹‹Quella non era la maledizione Lacertus.›› disse Draco, senza emozioni. Perché non lo guardava?

‹‹No.›› disse Hermione, ancora con lo sguardo rivolto verso Harry ‹‹No. L'abbiamo cambiata. Ma il braccio era ancora un oggetto molto pericoloso Trasfigurato, e usarlo avrebbe potuto facilmente ucciderlo.››

Una grande lacrima colò dal suo naso e cadde sul viso di Harry. Harry aprì gli occhi.

‹‹Mollatela.›› disse con voce rauca.

Hermione sorrise, Harry lo fece di rimando.

Sirius, il quale aveva iniziato a camminare a grandi passi, si sedette vicino ad Harry e gli afferrò la mano. ‹‹È stato fantastico.›› disse. ‹‹Veramente fantastico, Harry, congratulazioni.››

Harry si rialzò rapidamente. Era ancora molto pallido, ma i colori stavano iniziando a tornare sulla sua faccia. ‹‹Dobbiamo ancora uscire di qui.›› disse praticamente. ‹‹Hermione, hai detto che la maledizione non è permanente?››

Lei scosse la testa ‹‹Era una Maledizione Tornado veramente potente al posto della Maledizione Lacertus solitamente usata.›› disse. ‹‹Non ucciderà del tutto, ma li terrà lontano per un bel po'. E nel caso li scaricherà in un posto casuale. Spero che scarichi Voldemort in una teca di piranha allo zoom›› aggiunse irosamente.

Draco pensò che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma non era sicuro di cosa. Probabilmente avrebbe dovuto ringraziare Harry per avergli salvato la vita. Ma Harry ed Hermione erano troppo impegnati a sorridersi l'un l'altro come degli idioti, e poi c'era Sirius, tutto intento a dare pacche sulle spalle ad Harry e a trattarlo come se fosse una sorta di eroe. Ok, ammise Draco, Harry era una sorta di eroe. Anche se, ovviamente, non avrebbe avuto bisogno che qualcuno venisse a salvargli la vita se non si fosse finto Harry, per salvare la vita di Hermione. E lei non aveva detto nulla per ringraziarlo. Infatti, lei non gliel'aveva riconosciuto.

Le sensazioni che pensava di aver dimenticato, di essersi lasciato dietro, si riversarono. Gelosia, paura e paura della paura. Né Harry né Hermione lo avevano guardato, credevano che li avesse traditi, erano disgustati da lui.

‹‹Potter.›› disse poco dopo. Frugò nella sua tasca, ne cacciò fuori gli occhiali di Harry e li abbandonò sul grembo di Harry ‹‹Le tue lenti.››

Harry lo guardò. ‹‹Grazie, Malfoy.›› disse. Ma i suoi occhi erano cauti.

Ciò aumentò solo la rabbia di Draco. ‹‹Vai.›› disse. ‹‹Chiedimi.››

‹‹Chiederti cosa?›› disse Harry, guardandolo ancora più cautamente.

‹‹Se Voldemort mi ha torturato per farmi dire dove tu fossi.›› disse Draco ‹‹Te lo stavi domandando, quindi chiedimelo.››

‹‹No.›› disse Hermione brusca. Ma nessuno la stava ascoltando. Si stavano guardando l'un l'altro, gli occhi verdi che guardavo i grigi.

‹‹Bene.›› disse Harry ‹‹L'ha fatto?››

‹‹No.›› disse Draco.

Ci fu un lungo silenzio.

Draco disse ‹‹Hai salvato la mia vita, Potter.›› scosse il mento ‹‹Ma io ho salvato la sua. Ciò nella mia testa ci rende pari.››

Ci fu un altro silenzio.

‹‹Bene.›› disse Harry infine ‹‹Siamo apposto.››

Hermione li guardò dall'uno all'altro. Harry era ancora pallido e agitato, ma Draco sembrava calmo e controllato come se non avesse attraversato niente di peggio che un brutto taglio di capelli; anche se il suo viso e i suoi vestiti erano ancora molto insanguinati.

‹‹Draco...›› iniziò lei, ma lui non la guardò.

‹‹Non voglio ascoltarti, Granger.›› disse brevemente.

Draco si chinò e raccolse la bacchetta dal pavimento su cui era caduta. Poi si raddrizzò e la mise in tasca, stava ancora indossando i vestiti di Harry, sfilacciati e tutto. Non guardò Hermione mentre faceva tutto questo, non vide il suo viso infelice. ‹‹Ci vediamo a scuola.›› disse e se ne andò.

Hermione prese il braccio di Harry ‹‹Harry, non può andare.››

Harry sembrava molto stanco. ‹‹Lascialo andare, Hermione, se lo vuole.››

Lei scosse violentemente la testa ‹‹Non riusciremo mai ad uscire di qui senza lui, ci sono diciassette esagoni sulla porta d'ingresso e solo lui sa quale prendere...››

Harry si rivolse a Sirius. ‹‹Raggiungilo.›› disse.

Sirius si trasformò in un cane e saltò dopo Draco. Gli si buttò addosso e lo fece cadere sul pavimento. Draco rotolò, urlò, e Sirius si sedette sul suo petto. Harry si alzò e, seguito da Hermione, li raggiunse.

‹‹Chiami il tuo cane, vero Potter?›› disse Draco, guardando Sirius con enorme antipatia ‹‹Io odio i cani.››

‹‹Potresti essere un po' più carino con colui che ti ha appena salvato la vita.›› disse Harry.

‹‹Pensavo fossimo pari.›› replicò Draco.

‹‹Non intendevo me.›› disse Harry. ‹‹Intendevo Sirius.››

‹‹Oh, state zitti entrambi.›› Hermione li interruppe con grande agitazione ‹‹Abbiamo bisogno di andare. Draco tu devi venire con noi, non riusciremo mai ad uscire senza di te.››

‹‹E questo è un mio problema perché...?››

Era tornato Draco. Il Draco che Hermione ricordava, quello che detestava.

Sirius riprese improvvisamente la sua forma umana, si alzò e tirò Draco per i piedi. ‹‹Ti dirò perché è un tuo problema, ragazzo mio.›› disse, e schioccò le dita. Corde stretta apparvero dal nulla come era successo prima con Voldemort e si strinsero attorno al braccio sinistro di Draco, legandolo strettamente a Sirius.

Prima che Draco potesse reagire, Sirius raggiunse la bacchetta nella tasca di Draco e se ne appropriò. ‹‹Perché lo sto rendendo un tuo problema.››

Draco sembrava così arrabbiato che i suoi occhi erano quasi neri dalla furia. Poi sogghignò in direzione di Harry ed Hermione. Era un sorriso senza allegria ‹‹Se questo è il modo in cui volete giocare.›› disse. ‹‹Bene.››

‹‹Perché non vieni semplicemente con noi perché lo vuoi?›› domandò Hermione, con la voce incrinata ‹‹Non abbiamo fatto nient'altro che cercare di aiutarti...››

‹‹Mi padre ha detto che non è più mio padre,›› disse Draco ‹‹Il Signore Oscuro vuole mio padre, e quando io tornerò a scuola, probabilmente verrò espulso. Se lo scopo di tutto questo era per mostrarmi quanto miserabile fosse essere te, Potter, beh ci sei riuscito.››

Gli occhi di Harry furono attraversati da un lampo di astio ‹‹Nulla di tutto questo era per te, Malfoy, in primo luogo.››

Draco sembrava stesse sperando che Harry dicesse questo ‹‹Ovviamente no.›› sogghignò ‹‹Perché è tutto per te, no, Potter? Nessuna delle nostre vite sarebbe stata in pericolo se non fosse stato per te.››

‹‹Harry non può evitare di essere chi è.›› disse Hermione con la voce tremolante.

‹‹Forse no.›› disse Draco ‹‹Ma può fare a meno di trascinare i suoi amici nei suoi problemi ancora e ancora. Cosa hai intenzione di fare, Potter, quando sbaglierai e uno di loro morirà? È solo una questione di tempo, l'unica domanda è se sarà Weasley o l'Uomo Cane, o forse la Granger...››

‹‹Zitto Malfoy.›› disse Harry con una voce mortale.

‹‹In ogni caso non credo che la Granger abbia bisogno di molto incoraggiamento per morire per te.›› continuò Draco, i suoi occhi luccicavano ‹‹Vi ho sentiti giù nel tunnel, voi due: dillo, Harry, dillo...››

‹‹Zitto!›› urlò Hermione e Draco rise.

‹‹Sta solo cercando di farci arrabbiare abbastanza, così lo lasceremo andare senza di noim›› disse Harry nella stessa voce mortale ‹‹Beh, non funzionerà.››

E se ne andò. A metà strada dalla porta si fermò, si chinò e raccolse una delle spade che erano cadute fuori dalla vetrinetta rotta. La fece scivolare attraverso la cintura e si voltò a guardare gli altri tre. ‹‹Andiamocene.›› disse. ‹‹Ora.››

 

 

***

 

 

Era quasi mezzanotte, e il cielo su Malfoy Manor era nero. I giardini erano neri, argentati e mortali. Ovviamente, se non avessero avuto Draco con loro, sarebbero finiti uccisi. Per quanto potesse essere acido e vendicativo, era sempre un Malfoy, e sapeva come uscire fuori.

Sirius si avvicinò, spingendo Draco leggermente davanti a lui. Harry ed Hermione li seguivano. Harry stava esaurendo la calma. Avevano superato un numero di ostacoli considerevole, incluso il nido di un ragno gigante di cui Draco li aveva avvertiti e che Sirius aveva prontamente stordito con la bacchetta.

Hermione si sentiva infelice. Non era solo il fatto che si trovassero nel territorio della famiglia Malfoy, che era terrificante, o il fatto che Harry sembrasse ancora bianco e malaticcio e lei temeva che la Maledizione Lacertus, anche nella sua forma alterata, gli avesse causato qualche sorta di lesione duratura... era il fatto che Draco non le parlava.

Lei aveva voluto ringraziarlo per averle salvato la vita, ma non poteva poiché lui non le parlava. Quando provava ad approcciarsi a lui la ignorava. Infatti Draco aveva parlato solo una volta, per chiedere se Narcissa stesse bene. Nessuno ebbe il coraggio di dirgli della Maledizione Epiciclica, Sirius non era riuscito a dirgli nulla oltre al fatto che Narcissa stesse bene. Questo, ovviamente, non aveva fatto altro che far arrabbiare ancora di più Draco.

Hermione guardava Draco con la coda dell'occhio. Come poteva essersi sbagliata così tanto su qualcuno? Era sicura che non potesse essere tutto frutto della Pozione Polisucco, non poteva essere così... ma il modo in cui lui l'aveva guardata, le aveva parlato, nella sala di scherma, era come se le settimane precedenti non fossero mai esistite e lui la odiasse ancora.

Erano arrivati ad un ponte basso su un ruscello stretto. Draco si fermò. Harry, che non gli stava prestando attenzione, stava per attraversare il ponte quando Draco gli afferò la manica con una mano.

‹‹Non lo attraverserei se fossi in te, Potter.›› disse con la sua voce strascicata.

Harry fece un passo indietro rapidamente e guardò Draco con sospetto. ‹‹Perché? Cosa accade?››

‹‹La procedura standard.›› disse Draco ‹‹Ti fa saltare per cinquanta metri nell'aria e disperdere in una vasta aria, mentre urli con tutta l'aria che hai nei polmoni.››

Harry lo guardò e Draco sorrise del suo solito sorriso. Per un momento sembrò che Harry volesse colpirlo in un occhio. Draco sperava che l'avrebbe fatto, ma fu deluso.

‹‹Bene.›› disse Harry, prendendo un respiro profondo ‹‹Quindi è una bomba.››

‹‹Non so come tu lo chiami.›› replicò Draco, sembrando annoiato ‹‹Non parlo il Babbano.››

‹‹È una sorta di esplosivo, andiamo a cercarlo, Harry.›› disse Hermione sembrando terribilmente triste.

‹‹No.›› disse Harry, guardando ancora il ponte. ‹‹Dagli la sua bacchetta, Sirius.››

Sirius sembrò dubbioso. ‹‹Harry...››

‹‹Dagliela.›› disse Harry. Si girò verso Draco ‹‹Togli la maledizione, Malfoy.››

‹‹E se non lo facessi?››

‹‹In quel caso lo attraverseremo e tentiamo la fortuna.›› disse Harry. ‹‹Tu puoi andare per primo.››

Draco aggrottò la fronte. Sirius prese la sua bacchetta e la premette approssimativamente sulla presa di Draco, tenendogli saldamente la mano sul polso.

‹Draco puntò la sua bacchetta verso il ponte ‹‹Raptus regaliter.›› disse.

Ci fu un forte lampo di luce. Sirius si riprese la bacchetta e attraversarono il ponte, Sirius spingeva Draco davanti a lui. Non successe nulla, quindi Harry ed Hermione li seguirono.

Sirius non aveva detto quasi più nulla a Draco da quando gli aveva detto che andare via era ora anche un suo problema. Si girò verso di lui e disse ‹‹Cosa hanno usato su di te, ragazzo? Veritaserum?››

Colto alla sprovvista, Draco inciampò ‹‹Cosa?››

‹‹Ho visto la tua faccia quando siamo entrati nella stanza, e di nuovo ora quando Harry stava quasi per attraversare il ponte.›› disse Sirius ‹‹Tu non avresti detto a Lucius un bel niente, sei troppo orgoglioso per iniziare. Dimentichi che c'ero anche io i giorni in cui Voldemort usava il Veritaserum per torturare le persone come se fosse Pozione Urticante. So cosa si prova a resistere alla Magia Oscura.›› Afferrò il mento di Draco e fece forza per fargli alzare la testa ‹‹Ti sei morso il labbro, no?›› aggiunse, sembrando approvare ‹‹Molto bene.››

Draco tirò indietro la testa ‹‹Cosa ti importa?››

‹‹A me non importa molto.›› ammise Sirius ‹‹Ma forse a loro sì.›› ed indicò Harry ed Hermione dietro di loro.

‹‹Loro non mi crederanno.››

‹‹Provaci.›› gli suggerì Sirius.

‹‹No›› disse Draco ‹‹Erano così pronti a credere che non appena l'incantesimo fosse finito, avrei girato i tacchi e li avrei pugnalati alle spalle.›› aggiunse con un'amarezza intensa ‹‹Hermione sembrava volermi sputare addosso. Non hanno neanche chiesto.››

‹‹Neanche tu ti sei offerto.››

‹‹Se fossi stato Harry›› scattò Draco ‹‹Lei non avrebbe chiesto, l'avrebbe saputo.››

‹‹Tu non sei Harry.›› disse Sirius con un'onestà brutale. ‹‹Non più.››

Draco scosse la testa in modo che Sirius non potesse vedere la sua faccia ‹‹Harry l'eroe.›› disse a voce stretta. ‹‹Ottiene di tornare a casa con Hermione, e io finisco incatenato all'Uomo-Cane.››

‹‹Accetta un consiglio dall'Uomo-Cane.›› disse Sirius ‹‹Non stai facendo molto per estendere la tua causa al momento. Di' loro la verità, Malfoy.››

‹‹Non sono sicuro di essere ancora un Malfoy.›› disse Draco ‹‹E non sono neanche Harry. Non so cosa sono.››

 

 

***

 

 

Hermione aveva iniziato a perdere tempo quando sentì Harry fare un fischio dallo stupore. Guardò in alto e vide quello che stava guardando, un'enorme voragine che divideva in due il terreno. Era stretta, forse non più di trenta piedi, ma sembrava molto, molto profonda. Si piegava avanti e indietro nel terreno sterile come un serpente sfilacciato. Ovviamente non c'era modo di aggirarlo.

‹‹È un buco senza fondo.›› disse Draco, guardandolo con sconcerto ‹‹Oppure potrebbe essere un'abbisso profondo, non ne sono certo. No... sono abbastanza certo che mio padre non abbia chiesto al giardiniere un buco senza fondo.›› Draco si strinse nelle spalle ‹‹In ogni caso non vi consiglierei di caderci dentro. Potrebbe non avere un fondo, ma potreste caderci per molto tempo.››

‹‹Fidati della tua famiglia per avere un pozzo senza fondo in giardino, Malfoy.›› disse Harry scuro in volto ‹‹Gli altri hanno arbusti in giardino, tu hai un fossato senza fine.››

‹‹Più inusuale degli arbusti.›› disse Draco ‹‹Ma anche più pratico.››

‹‹Basta discutere.›› disse Sirius bruscamente ‹‹Come lo attraversiamo?››

‹‹Non puoi.›› disse Draco ‹‹Se tu fossi un Malfoy, potresti attraversarlo senza un ponte. Ma tu no.›› Alzò la testa verso Harry ‹‹Beh tu forse, Potter, vuoi provare?››

Harry scosse energicamente la testa. ‹‹Non ci tengo.››

‹‹Ovviamente.›› aggiunse Draco ‹‹Se avessi la mia bacchetta...››

Sirius gliela porse e gli tenne il polso mentre eseguiva l'incantesimo. Non ci fu nessun lampo di luce, ma apparve un ponte, sembrava più una stretta passerella, che abbracciava il fianco del burrone. Era abbastanza largo da permettere a due persone di camminare una affianco all'altra.

‹‹Non mi piace molto il suo aspetto.›› disse Sirius. Draco si strinse nelle spalle ‹‹È quello che usiamo quando dobbiamo far attraversare qualcuno che non è un Malfoy.›› disse. ‹‹È abbastanza sicuro. Attraversa il burrone.››

‹‹Prima tu.›› disse Harry a Draco, e andarono.

Erano circa a metà percorso, camminavano due a due lungo il sentiero stretto, quando lo sentirono. Una sorta di rumore. Hermione alzò gli occhi, cercando di vedere oltre i dieci piedi di una scogliera che si stendeva sopra di loro e si rese conto che anche gli altri facevano lo stesso.

‹‹Cos'è stato?›› disse.

Guardarono tutti Draco, che sembrava sconcertato. ‹‹Non ne ho idea.›› disse poco dopo.

‹‹Tornate contro la parete della scogliera, tutti.›› disse Sirius bruscamente, e si precipitarono nell'ombra della roccia. Dopo qualche minuto il rumore morì e ripresero a camminare, anche se lentamente.

‹‹Sembrava... un elicottero.›› disse Harry a bassa voce ad Hermione ‹‹Ma non può essere, non qui.››

‹‹Non avrebbe funzionato.›› gli diede ragione la ragazza ‹‹Troppa magia nell'aria.››

‹‹Una sorta di mostro volante?›› disse Harry preoccupato.

‹‹Non sembrava fosse un animale...››

Si fermò quando udì un fruscio, il rumore grintoso tornò di nuovo, questa volta accompagnato da un lampo di luce intensamente brillante. Qualunque cosa fosse aveva fatto il giro ed era tornata. Tornarono nuovamente indietro verso la scogliera. Poi qualcosa improvvisamente salì sulle loro teste, qualcosa di grande, e se Hermione non ne fosse stata certa, avrebbe di certo pensato che si trattasse di un aereo, ma non poteva essere.

‹‹Torna qui.›› disse Sirius con voce grossa, e Hermione si rese conto che stava parlando con Draco, che si era spostato in avanti e stava sul sentiero, fuori dalle ombre. Il bagliore luminoso colorò i suoi capelli della stessa tonalità senza colore del fulmine. Stava facendo qualcosa con le mani... ma la sua mano sinistra era legata... o forse no?››

‹‹Sirius.›› disse Harry con forza ‹‹Ha la bacchetta...››

Sirius si girò intorno. Draco saltò indietro, tirando furiosamente i polsi. In qualche modo, nella confusione, aveva sottratto la bacchetta dalla tasca di Sirius e si liberò. Tirò via l'ultima delle funi magiche dai polsi e l'abbandonò per terra. Aveva una strana espressione sul suo viso: mezzo trionfante, mezzo disperato.

‹‹Da qui potete continuare senza di me.›› disse, si voltò e tornò indietro nel modo in cui erano venuti.

Sirius cadde a quattro zampe nella sua forma canina e gli si avvicinò.

Molte cose accaddero contemporaneamente.

Draco, udendo Sirius dietro di sé, si fermò, si girò e si diresse lateralmente fuori dalla passerella con aria sottile.

Non aveva mentito, poteva camminare sopra l'aria. I suoi piedi emanavano lampi d'argento brillanti mentre correva.

Sirius, ovviamente sorpreso, lanciò un grido scioccato e si arrestò.

Harry, vedendo l'angoscia di Sirius, cominciò a correre in avanti. Ed improvvisamente inciampò, rotolò, e scivolò via dal bordo della passerella, fuori dalla loro vista.

Il cuore di Hermione si fermò.

‹‹Harry!›› urlò, correndo lungo la passerella e guardandosi in giro ‹‹Harry!››

‹‹Sono qui!›› disse una voce debole, sotto di lei ‹‹Ma credo che il mio braccio sia rotto.››

Hermione cadde in ginocchio, strisciò fino al bordo della passerella e guardò giù. All'inizio vide solo oscurità che si dissolveva lentamente lasciando motivi creati dalle ombre. Vide il viso bianco di Harry, rivolto verso il suo. Si stava stringendo ad una roccia con un braccio. L'altro era appoggiato al fianco e formava uno strano angolo.

‹‹Harry.›› ansimò. Si distese di pancia e si spinse in avanti, fino a raggiungere la mano che si stava stringendo alla roccia. Lo afferrò per il polso e lo tenne stretto.

‹‹Stai bene.›› disse freneticamente ‹‹Dai, Harry...›› girò la testa, guardando disperatamente Sirius, che si trovava a trenta metri di distanza, guardando Draco che correva nell'aria verso il lato opposto dell'abisso ‹‹Sirius!›› urlò. ‹‹Sirius, corri qui.››

Ci fu un rumore assordante, un pezzo della roccia a cui Harry era aggrappato si sbriciolò. Lo trascinò circa due metri più in basso, e con lui anche Hermione. Gettò il braccio che non stava tenendo Harry intorno ad una roccia e si inginocchiò. La ghiaia le strappò la pelle, ma lei smise di scivolare in avanti.

Guardò Harry di nuovo. Non c'era nient'altro oltre che la sua forza che permetteva ad Harry di non cadere e lei gli stava stringendo il polso così forte da poter vedere le sue unghie scavare nella carne ‹‹Tieniti.›› disse lei, con voce allarmata ‹‹Dai, Harry. Sirius sta arrivando...››

Riusciva a vedere Sirius che si avvicinava a loro a massima velocità, correndo con tutte e quattro le zampe, eppure non sembrava essere più vicino.

‹‹Non ce la faccio.›› disse la voce di Harry sotto la sua.

Guardò nuovamente Harry. Era molto pallido, la sporcizia e le macchie riempivano il suo viso bianco, ma sembrava stranamente calmo. ‹‹Non ce la faccio.›› ripeté ancora, e vide che aveva ragione, la sua mano stava scivolando via dalla sua, lei si avventò in avanti, ormai si trovava appesa a mezza via dal sentiero, e gli prese la manica con una presa forte.

‹‹Harry.›› disse ‹‹Harry, per favore.››

Ma sapeva che era inutile. Non poteva tirarsi su col braccio rotto e la sua spalla era in agonia. Lei era consapevole del rumore di rottura, ma non osava guardare.

‹‹Hermione.›› disse Harry.

Stava sorridendo. Come poteva sorridere in un momento come quello?

‹‹Ti amo, sai.›› disse.

O almeno era quello che sembrava lui avesse detto, il rumore delle vibrazioni era forte nelle orecchie e non poteva esserne sicura.

‹‹Cosa?›› ansimò Hermione, sconvolta ‹‹Cosa hai detto?››

Harry aprì la bocca per rispondere. Ci fu un suono di panno strappato e la manica si sfilò dalla presa di Hermione. Vide gli occhi di Harry sbarrarsi dall'orrore... e poi cadde, fuggendo da lei, perdendosi nell'oscurità impenetrabile sotto di lei.

  
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