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Autore: La_Sakura    15/05/2019    7 recensioni
Genzo Wakabayashi non è solo il portiere più acclamato e titolato del momento: è anche l’erede dell’impero della Wakabayashi Corp., una delle multinazionali più importanti sul mercato.
Non se n’è mai preoccupato troppo: con suo padre fisso al comando, e i fratelli già ampiamente attivi in varie filiali, non ha mai dovuto prendere le redini, riuscendo così a posticipare costantemente il suo completo inserimento in azienda. Forte della collaborazione della Personal Assistant di suo padre, ha continuato a concentrarsi sulla sua carriera di portiere paratutto del FC Bayern München, riuscendo pienamente a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
O, per lo meno, così è stato fino ad ora.
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Serie "Im Sturm des Lebens"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Im Sturm des Lebens'
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ET - Capitolo 1

 

La sala riunioni era stata adibita a set fotografico: il reporter capo stava dando istruzioni ai suoi assistenti su come muoversi, dato che avrebbero scattato foto anche durante l’intervista.

Julia stava parlando col caporedattore, quando Martha li raggiunse.

«Genzo si scusa per il ritardo, sarà qui a momenti.»

«Nessun problema. – l’uomo sorrise – Capiamo quanto sia difficile far conciliare i vari impegni che ha.»

«Si sta occupando della fisioterapia, sa, dopo l’infortunio al Mondiale.»

«Ah, sì, brutto affare: però non è stato così grave come appariva in un primo momento.»

«Per fortuna no, ma parliamo comunque di un fermo di circa due mesi, e lei sa quanto sia importante per i calciatori recuperare la forma fisica nel più breve tempo possibile.»

«Assolutamente, Fräulein Wagner. Vuole che intanto iniziamo con lei?»

«Nessun problema.»

Si accomodarono nelle sedie predisposte per le interviste, non prima che una premurosa make-up artist ritoccasse il volto di Julia con della cipria, per evitare che il lucido uscisse nelle foto.

«Allora, Fräulein Wagner, lei lavora alla Wakabayashi Corp. Deutschlands da otto anni, se non sbaglio.»

«Proprio così, sono approdata qui a diciannove anni, e ho iniziato la carriera occupandomi dei piccoli impegni di Herr Wakabayashi, fino a diventare praticamente la sua agenda umana.»

Il reporter rise della definizione.

«Beh, immagino che il famoso tycoon debba aver riposto molta fiducia in lei, per arrivare a proporle addirittura il posto di General Manager.»

«Credo di essermi meritata tutto quello che ho guadagnato, ho sempre lavorato con umiltà e dedizione, e considero questa azienda come una seconda casa.»

«Abbiamo saputo del recente lutto che l’ha colpita.»

«Sì, purtroppo ho subito una grossa perdita, di cui preferirei non parlare. Vorrei solo ringraziare ancora la Proprietà per avermi permesso di affrontare il dolore, dandomi tutto il tempo di cui avevo bisogno.»

«Quindi si può quasi dire che lei sia una figlia, per Ikemoto Wakabayashi.»

Julia sussultò: fortunatamente in quel momento Genzo entrò nella sala, e il reporter parve non accorgersi della sua défaillance. Si ricompose e cercò mentalmente le parole più adatte da usare.

«Chiedo scusa per il ritardo.»

«Non si preoccupi, Manager e Assistente hanno svolto il loro compito in maniera eccelsa.»

Genzo si accomodò accanto a Julia, dopo aver appoggiato le stampelle al muro, fuori dalla portata degli obiettivi; Martha si posizionò alla sua destra.

«Stavamo appunto dicendo che, per Julia Wagner, voi siete come una famiglia.»

«Beh, è un onore sentire queste parole. – si voltò verso di lei e le sorrise teatralmente – Noi siamo molto felici di avere sia lei che Fräulein Gomez nel nostro team, sono figure importante di cui ormai non possiamo più fare a meno.»

«Ecco, le va di raccontarci com’è cambiato l’assetto finanziario dopo il malore che ha colpito suo padre?»

«Come è naturale che sia, ho preso il suo posto, anche se ovviamente tutti speriamo che lui possa presto tornare qui, la sua scrivania lo attende. – ammiccò – Del resto, una grossa azienda come la nostra ha bisogno di essere guidata, di conseguenza non potevamo più aspettare ad affidare il ruolo di General Manager che, come saprà, era vacante da una decina di anni. Una volta ripresosi, è stato mio padre a proporre Julia per ricoprire quella posizione, mentre mia madre ha caldamente sponsorizzato Martha come Personal Assistant. Possiamo affermare che entrambi i ruoli sono stati dati dalla Direzione, a persone fidate che, nel corso degli anni, ci hanno dimostrato affidabilità e competenza.»

«Fräulein Gomez, la promozione è stata un po’ una sorpresa per lei.»

«Non mi aspettavo di ricevere un tale riconoscimento da parte dei signori Wakabayashi. È stato un vero onore ma, come può ben immaginare, anche un notevole carico di responsabilità. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco la persona che aveva precedentemente ricoperto la posizione, che ha potuto fornirmi tanti spunti su come migliorare, ha decisamente aiutato la mia crescita professionale.»

«Ecco, Genzo, io ora mi concentrerei su come si muove lei per conciliare la Sua brillante carriera di portiere, con la gestione di un’impresa così importante. Immagino che ci siano pro e contro.»

«Altroché. Devo però ammettere che Herr Bauer e tutta la dirigenza, sono stati molto comprensivi, permettendomi di tener fede agli impegni che ho qui alla Wakacorp.; riesco a conciliare allenamenti e riunioni, però devo davvero ammettere che il grosso del lavoro lo svolgono le mie collaboratrici. Sono perfette nel tenere conto dei vari andamenti che mi servono per rimanere aggiornato col mercato.»

«E come si gestisce con le trasferte?»

«Allo stesso modo: Julia e Martha hanno piena autonomia nella gestione delle dinamiche giornaliere, mentre per quelle un po’ più complesse, ci consultiamo. Resta comunque il fatto che possono sempre avvalersi delle consulenze speciali di mio padre, che nonostante stia affrontando il periodo di convalescenza, non riesce a stare lontano dagli affari.»

«Beh, credo sia normale, in fondo questa azienda l’ha fondata lui.»

«Non solo questa: tutte le sedi principali che abbiamo in giro per il globo, sono state minuziosamente scelte da lui e mia madre, che ne ha curato l’aspetto architettonico. Dopodiché si sono premurati di affidarne la gestione a persone di grande fiducia.»

«Compite comunque viaggi nelle varie sedi, se non ricordo male lei e Fräulein Wagner vi siete recati in Giappone, poco dopo il malore di Herr Wakabayashi.»

«Esattamente. Si temeva una leggera inflessione del titolo nipponico, di conseguenza ci siamo recati là per controllare gli sviluppi. Herr Watanabe ha comunque la situazione sotto controllo, quindi non temiamo nulla.»

Il reporter scorse il foglio che aveva davanti, sul quale evidentemente si era appuntato le varie domande da porre.

«Vorrei… sì, vorrei sottolineare come il team direttivo di questa azienda sia composto sì da un membro della famiglia Wakabayashi, ma anche da due donne. Non teme che questo possa influenzare la visione che viene data all’esterno?»

Julia si irrigidì: non aveva avuto spesso a che fare con il sessismo, e non ne era preparata. Anche Martha non la prese bene, ma mascherò meno della Manager, e Genzo, che aveva notato la sua reazione, si affrettò a rispondere.

«Spero che non voglia cadere nel banale cliché delle donne al comando: noi siamo per le pari opportunità. A costo di ripetermi, vorrei ribadire come queste due ragazze siano state selezionate per i loro meriti lavorativi, e non per altro.»

«Beh, ricordo che la Bild, ai tempi, pubblicò un articolo in cui insinuò che…»

«La Bild, con tutto il rispetto, è un tabloid, che fa degli articoli scandalistici uno dei suoi punti di forza. – intervenne Julia, sorridendo – Se non avessi assistito al match, avrebbero trovato altre occasioni per creare un articolo di quel livello.»

«Vero è che, nelle foto, sembravate molto intimi. Come vive il rapporto con la sua Manager?»

Genzo aderì allo schienale della sedia, e un sorriso sghembo gli incurvò le labbra.

«Non vede quanto sono fortunato? Oltre ad essere molto competenti, sono anche due bellissime donne.»

Il giornalista rise, mentre le due prese in causa lo fulminarono.

«Capisco, capisco. In fondo la fama di sciupafemmine la perseguita da anni, ormai.»

«Dal mio debutto in prima squadra con l’Amburgo. – annuì il portiere – Anche se ho sempre cercato di mantenere i miei rapporti nella privacy più assoluta.»

«C’è una donna, adesso, nella vita del SGGK?»

Un altro sorriso sghembo.

«Chi può dirlo.»

«La proverbiale saracinesca nipponica che scende anche quando si parla della sfera privata, non solo quando si tratta di proteggere la porta del Bayern, o della Nazionale Giapponese.»

«Se già prima avevo difficoltà a gestire vita privata e carriera professionale, ora che ho aggiunto anche il lavoro qui, capisce che diventa quasi una missione impossibile.»

«Nulla è impossibile, per la famiglia Wakabayashi.» lo incalzò il reporter.

«Quasi.» ammiccò Genzo, voltandosi verso Julia.

 

«Possibile che tu debba sempre buttare tutto sul doppio senso?»

Julia colpì il calciatore con una cartellina, non appena furono soli nell’ufficio di lui.

«Andiamo, che male c’è. Lascia che si sfoghino e che parlino. Bene o male, purché se ne parli, o sbaglio?»

«Doveva essere un’intervista per rilanciare la Wakacorp., e tu l’hai trasformata in una farsa.»

«Perché ti arrabbi tanto? Perché hanno insinuato che una donna non può ricoprire una carica così importante?»

«Ci mancava solo che mi chiedesse se ho intenzione di sposarmi e avere figli.»

«Ne vorresti?»

La ragazza si voltò di scatto verso il portiere, che ora la fissava con aria seria.

«Tranquillo, non mi metterò in maternità a breve, se è questo che temi.»

Due passi, e le fu davanti. Continuava a fissarla con quegli occhi scuri, nei quali Julia rischiava di perdersi nuovamente. No, doveva mantenere la sua posizione, non poteva scordare quella telefonata. Distolse lo sguardo per evitare di cedere.

«Julia…»

«Non mi sembra il caso, Genzo. Ci sono ancora molte cose in sospeso, di cui non abbiamo parlato, e che vorrei chiarire, in primis…»

«Ho prenotato un tavolo al Schwarzreiter(1). Per domani sera. E non accetto un no come risposta.»

«Tu… cosa?»

«Hai capito bene. Passo a prenderti alle 19.»

«Ma… e ora dove vai?»

«A fare fisioterapia. Ho un campionato a cui partecipare, e vorrei rientrare il prima possibile. A domani.»

Martha intercettò la frase di Genzo mentre lui usciva dall’ufficio in cui lei stava entrando.

«Domani? Di che parla? Ehi, ci sei?»

Le mosse una mano davanti al viso, dato che la Manager sembrava completamente imbambolata.

«Ah… sì. Domani. Ecco, lui ha… mi ha… – si voltò verso l’Assistente – Mi ha invitato a cena.»

Sentendo il nome del ristorante, la donna emise un gridolino.

«Che sia la volta buona che parlate, vi confrontate… e magari anche altro?» ammiccò.

«Martha! – Julia avvampò – Ci sono troppe cose in sospeso, non ho  intenzione di cadere nel tranello. Hai sentito, no, la fama da Frauenheld.»

«E tu non farti salvare(2)

 

 

1Schwarzreiter ristorante da una stella Michelin, che si trova in Maximilianstraße (in centro città) 

2Frauenheld – non farti salvare si gioca tutto sul gioco di parole. Frauenheld (donnaiolo), si traduce letteralmente con “eroe delle donne”, e gli eroi, di solito, che fanno, se non salvare le protagoniste?




Colpo di scena, e non da poco: forse rinvigorito dalle parole del giornalista sul suo essere un play boy, ecco che il buon Genzo parte all'attacco e invita Julia a cena. Ma non una cena qualsiasi: qui parliamo di cibo stellato, da Guida Michelin! 

Vedremo se Julia accetterà l'invito (Maria, apri la busta!) o se declinerà, anche se il portiere non le ha lasciato molta scelta... 

Intanto aspettiamo che il giornale che ha intervistato i ragazzi prepari l'articolo, quando uscirà ci sarà una sorpresina per voi ^^ 

Vi abbraccio forte

Sakura 

   
 
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