Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: StarCrossedAyu    15/05/2019    0 recensioni
L'essere umano si è sempre spinto oltre i propri limiti: ha modificato la natura, valicato confini inaspettati, seguito il progresso incessantemente.
Eppure per Hanji Zoë nulla è più interessante delle radici che hanno dato origine alla civiltà odierna e, quando Historia Reiss le offre su un piatto d'argento la possibilità di mostrare al mondo la veridicità delle sue teorie, si butta a capofitto nell'impresa.
Levi Ackerman è un uomo dai saldi principi, dotato di un carattere ruvido e scostante che nasconde innumerevoli ferite e spaccature profonde nel suo animo martoriato.
Insieme, affronteranno uno sconvolgente e pericoloso viaggio all'altro capo dell'universo, dove un antico nemico li attende minacciando ciò che hanno di più prezioso.


|EreRiren||Storia liberamente ispirata al film "Stargate" (1994)|


|¦🏆 Vincitrice del contest Instagram - La Grande Sfida - nella categoria "Undiscovered Gems" indetto dal profilo @AmbassadorsITA¦|
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stargate

 

 

 

 


- Capitolo 6 -


La carovana attraversò il deserto, diretta alle rovine di ciò che una volta erano delle mura, recinzione di una gabbia a cielo aperto.

Il Capitano Ackerman contò le unità a sua disposizione: una ventina di persone, delle quali solo quattro erano propriamente addestrate al combattimento. Se le cose avessero preso una brutta piega, sarebbero stati spacciati. Il profilo di E'ren era duro, la sua espressione severa; la tenera passione nei suoi occhi completamente svanita, appannaggio di una fiera determinazione e un indomito coraggio.

Ore di cammino e, finalmente, giunsero nei pressi dell'enorme duna, dietro la quale il pericolo li attendeva. Si fermarono il tempo necessario a distribuire le poche armi in loro possesso: alcuni fucili, un paio di pistole e due lance, una trafugata durante la loro fuga e l'altra alla shifter dai capelli biondi; Sa'sha portava con sé il suo prezioso arco.

«Yin, Schultz, Bossard e Ral: voi, insieme ai nativi, farete da retroguardia. Mi affido a voi.»

L'uomo scrutò i propri sottoposti, uno per uno, cercando nei loro sguardi una qualunque esitazione. Con profondo orgoglio, non ve ne trovò alcuna. Si voltò quindi verso il piccolo gruppo, col quale avrebbe sfidato la sorte.

«La Dottoressa Zoë verrà con me, con il compito di attivare lo Stargate e rimandarvi a casa nella malaugurata evenienza che tutto, qui, sia perduto. Io disinnescherò la bomba.» Si voltò verso il compagno, il quale lo fissava in attesa di un ordine. Impaziente di fare la propria parte. Il corvino sospirò. «E'ɾҽɳ, Mιƙąʂα ҽ ιʅ ƈαʋαʅʅσ ƈι ϝαɾαɳɳσ ԃα ʂƈσɾƚα» disse, in quella lingua appresa tanto brevemente cotanta era la facilità con cui la padroneggiava.

«Cσʂ'è υɳ ƈαʋαʅʅσ...?» bisbigliò Jeañ all'indirizzo di Connî.

«Nσɳ ʅσ ʂσ, ϝσɾʂҽ è υɳ ɠυҽɾɾιҽɾσ...?» rispose l'amico con una scrollata di spalle, e il ragazzo sorrise gonfiando il petto. Se la situazione fosse stata diversa, Levi avrebbe riso.

Purtroppo per tutti loro, non lo era.

Il suo mondo rischiava un attacco a cui non era minimamente pronto, sferrato dall'altro capo dell'universo, con un ordigno potente come nulla che avesse mai visto prima di allora. Avrebbero affrontato il fantasma dalla lunga falce nel mero tentativo di salvarlo e, probabilmente, sarebbero periti in quell'impresa suicida.

Per la Squadra Speciale, per il Capitano, era normale routine. Ma per Hanji e quei giovani che della vita non avevano saggiato nulla, se non l'amaro della prigionia, era un salto nel vuoto.

Levi aveva visto la morte in faccia, l'aveva fissata e le aveva intimato di prenderlo; eppure, ora si scopriva incapace di vederla ghermire E'ren, di avvicinarsi a lui quanto bastava per alitargli sul collo e fargli sentire il peso della sua ingombrante presenza. Mentre i suoi soldati mettevano a punto le ultime cose, aiutando i ribelli a nascondere le armi, si pose di fronte a colui che era divenuto il suo amante, complice, compagno.

«Pυσι αɳƈσɾα ƚιɾαɾƚι ιɳԃιҽƚɾσ. Pɾҽɳԃι υɳσ ԃҽɠʅι αɳιɱαʅι, ƚσɾɳα ԃα ƚυσ ραԃɾҽ, αιυƚαʅσ α ɠυιԃαɾҽ ιʅ ƚυσ ρσρσʅσ.»

E'ren lo fissò, dapprima sorpreso e poi adirato.

«Cɾҽԃι ԃαʋʋҽɾσ ƈԋҽ ʅσ ϝαɾҽι? Cԋҽ ʋι ʅαʂƈҽɾҽι ʅσƚƚαɾҽ ԃα ʂσʅι ƈσɳƚɾσ Yɱιɾ?» ruggí, la voce bassa e ferale, prima che il suo tono si addolcisse nel sussurrargli «Mι ɾҽρυƚι ƈαραƈҽ ԃι αႦႦαɳԃσɳαɾƚι, ρɾσρɾισ αԃҽʂʂσ ƈԋҽ ԋαι ριù Ⴆιʂσɠɳσ ԃι ɱҽ? Cԋҽ ισ ԋσ ριù Ⴆιʂσɠɳσ ԃι ƚҽ...?»

Levi serrò la mascella, nell'udire quelle parole. Se le aspettava. Eppure, per un misero istante, aveva sperato che accettasse la sua proposta. Saperlo vivo, anche se in catene, era certamente meglio del doverlo seppellire insieme ai tanti cadaveri che il falso Dio si era lasciato alle spalle.

«Nσ» gli rispose, indeciso su cosa dire. Infine, giocò l'unica carta che gli restava, la sola che forse avrebbe potuto smuovere l'animo cocciuto del castano. «Hσ ραυɾα ԃι ρҽɾԃҽɾƚι.»

Le iridi plumbee del viaggiatore giunto dalle stelle si incatenarono a quelle smeraldine del ragazzo, pure e limpide come acqua sorgiva, le quali si sgranarono sensibilmente. La sua mano scura andò a cercare il dorso pallido del marito, stringendolo al fine di trasmettergli la profonda fiducia che riponeva in lui.

«Nσɳ αƈƈαԃɾà. Hσ ʋσɠʅια ԃι ʋιʋҽɾƚι.»

Il cuore di Levi si strinse, mentre E'ren carezzava le sue labbra con le proprie.

Si guardarono un'ultima volta, prima che il Capitano volgesse la propria attenzione al piccolo esercito che avrebbe guidato verso un destino ignoto.

«In marcia! Aɳԃιαɱσ!»

La Squadra Speciale portò il pugno destro al cuore in segno di saluto e, con immensa sorpresa del corvino, anche Hanji e il resto dei nativi li imitarono.

La bruna si coprí il capo con la stoffa lisa, ascoltando le ultime parole che E'ren e Levi si sarebbero scambiati prima di addentrarsi nella tana del lupo.

«IႦι ƚυ ɠαιҽ, ιႦι ҽɠσ ɠαια.»


Dove tu sei, lí io sarò.


-


Ymir, abbigliata in preziosi tessuti trasparenti e monili scintillanti, intravide il gruppo di schiavi che trasportava il minerale richiesto. Sorrise, trionfante. Gli esseri umani, sul pianeta natale, ora conoscevano cosa volesse dire "civiltà" e, inappagati ed avidi, tentavano di conquistare nuovi mondi su cui posare le loro sudice mani. L'alieno, innalzatosi a divinità, non avrebbe permesso loro di metter piede su ciò che considerava suo di diritto: era sopravvissuto alla caduta della propria specie, e non aveva alcuna intenzione di soccombere per mano di quegli stupidi insetti.

«Pσɾƚαƚҽʅα αʅ ʋαɾƈσ» ordinò a due shifter, accarezzando l'acciaio dell'ordigno, lucente e letale. Con un movimento aggraziato, armò la bomba e il display si illuminò di rosso, la stessa tinta del sangue che di lì a poco avrebbe versato. Dieci minuti all'apocalisse. «Nҽʂʂυɳσ ρυò σʂαɾҽ ʂϝιԃαɾɱι ʂҽɳȥα ҽʂʂҽɾҽ ρυɳιƚσ.»

La coppia di servi, ignari schiavi del dittatore dalle origini intergalattiche, sollevò la portantina su cui giaceva il pericoloso oggetto, posizionandosi sulla pedana del teletrasporto. Giunsero così ai piedi dello Stargate, dove posero il gentile dono che il Dio aveva in serbo per l'umanità intera.

 

-


I piedi affondavano nella sabbia cocente, mentre avanzavano verso il cunicolo alla base del muro ormai decadente. Sopra di esso, brillante e minacciosa, svettava la navicella all'interno della quale Ymir avrebbe gioito della ripugnante quanto abominevole crudeltà di cui era capace.

Hanji era spaventata. Sudava in maniera spropositata, sentendo la tensione crescere ad ogni passo che compiva e secondo che passava. Quando la carovana si divise in due - il gruppo di coda ad attendere fuori, quello di testa che si addentrava nel corridoio buio -, persino le lenti degli occhiali erano bagnate.

All'interno, l'aria era più fresca ma non per questo respirabile. La donna, attraverso un piccolo spiraglio al di sotto del cappuccio, vide due degli adepti del Dio: il primo, minuto e dal corpo scattante, il volto solido come marmo e i denti aguzzi come quelli di uno squalo; il secondo, curvo a quattro zampe sul pavimento, bocca prominente e sguardo attento.

Quello dai capelli rossi grugní qualcosa, avvicinandosi a loro. La studiosa pregò che la spessa tunica celasse il suo tremore. Con un gesto brusco, lo shifter artigliò il panno che copriva Mikąsa, rivelandone i tratti indigeni. Subito dopo, fu il turno del ragazzo di nome Jeañ. L'altro mostro li osservava, vigile.

Le iridi di E'ren, splendide e coraggiose, vennero alla luce e, con espressione altezzosa, vide lo strano essere strattonare l'ennesimo lembo di stoffa. Stavolta, però, quest'ultimo trovò una brutta sorpresa ad attenderlo.

«Come va, stronzo.»

Levi gli fece l'occhiolino, sollevando il mitra e sparando decine di proiettili che lo trapassarono da parte a parte.

Non c'era tempo per gli indugi o la pietà. La verità, per quanto spietata fosse, era una sola: la loro morte per la propria vita.

Lo shifter dall'enorme mascella cadde al suolo, inerme, e il compagno scattò in avanti a una velocità sorprendente data la sua posizione china. I ribelli si liberarono dei mantelli, estraendo le armi pronti a difendersi.

«Sραɾαƚҽ!» ordinò il Capitano, e i giovani aprirono il fuoco.

Il mostro corse lungo la parete laterale, evitando i colpi, andando a schiantarsi accanto l'arco che delimitava l'ingresso.

I rumori dello scontro e l'enorme fragore dovuto all'impatto dello shifter allertarono Schultz e gli altri che, pronti ad accorrere in soccorso dei compagni, si affrettarono verso la base del muro.

Non fecero in tempo ad entrare.

Grossi massi, in un tripudio di polvere e detriti, crollarono un istante prima che varcassero la soglia. Auruo tirò a sé Petra, facendole da scudo, ed Erd prese a tossire. Sa'sha, arco alla mano, rilasciò la corda già tesa a scoccare una freccia. La nube di sabbia si posò al suolo, e tutti sgranarono gli occhi.

Connî fu il primo a farsi avanti.

«Jҽαñ! E'ɾҽɳ! Mι ʂҽɳƚιƚҽ?!»

«Capitano!» gridò Gunther, poggiando i palmi sulle rocce che, beffarde, si frapponevano tra loro e il resto della squadra.

Il cunicolo era bloccato.

 

-


La frana li colse di sorpresa.

Levi cercò freneticamente E'ren, la preoccupazione ad attanagliargli lo stomaco. Quando lo scorse, lo fissò, completamente incapace di distogliere lo sguardo: il giovane nativo, ginocchio a terra e braccio proteso in avanti, puntava la pistola contro il nemico; alle sue spalle, Hanji stava raggomitolata con le mani a proteggere il capo. Così concentrato, persino selvaggio, era bello da togliere il fiato.

Trascorsero solo pochi secondi prima che l'uomo spostasse nuovamente la propria attenzione sullo shifter rimasto, il quale non faceva altro che girare loro intorno alla ricerca di un punto in cui fare breccia. Fortunatamente, non ne ebbe il tempo.

Un colpo esplose, centrandolo in piena fronte. La creatura si accasciò pesantemente al suolo con un ultimo rantolo sofferente.

Mikąsa, poco distante, richiuse la punta della lancia laser che aveva imbracciato. I suoi occhi incrociarono quelli di Levi, che le rivolse un cenno del capo. Ben fatto, sembrava dirle.

Il pericolo, però, non era cessato.

Jeañ raggiunse l'ingresso oramai inagibile, tentando di rimuovere le pietre che li tenevano intrappolati, aiutato dalla corvina.

Il Capitano si avvicinò al compagno, il quale nel frattempo si era rimesso in piedi.

«Sƚαι Ⴆҽɳҽ? Sҽι ϝҽɾιƚσ?» gli chiese, accarezzandogli col pollice una guancia tinta di sangue.

«Sí, ɳσɳ è ɳυʅʅα. È ʂσʅσ υɳ ɠɾαϝϝισ» lo rassicurò, posando un palmo scuro su quello pallido dell'altro. L'uomo si concentrò quindi sulla missione. «Qυαƚƚɾσƈƈԋι, ʂҽι ʋιʋα? Quattrocchi!» la richiamó, tornando alla propria lingua.

Hanji alzò la testa guardandosi attorno, piena di sabbia dalla punta dei capelli a quella degli stivali.

«Abbiamo un lavoro da fare, sbrighiamoci.»

Levi, la bruna e il figlio del capo villaggio si addentrarono lungo il corridoio buio, giungendo ai piedi dello Stargate. La bomba era lì, il conto alla rovescia che avanzava inesorabile. Meno di sette minuti all'esplosione.

Il soldato si chinò accanto all'ordigno, muovendo alcune leve e sganciando il detonatore. Il ticchettio, però, non cessò. Levi ripeté l'operazione un'altra volta, perplesso. Non funzionò.

«Maledetta troia...!»

«Che succede? Perché non si ferma?» chiese Hanji, visibilmente in ansia.

«Quella puttana ha manomesso la bomba!»

«Oh mio Dio, fai qualcosa, smontala!!»

«Cosa cazzo credi che stia facendo, imbecille?!»

I due erano così presi dalla questione, urlandosi contro a vicenda, da non accorgersi del pericolo: lo shifter dai capelli rossi, morente, si era trascinato fin lì e, con le ultime forze rimaste, mirò al Capitano Ackerman.

E'ren, nell'udire la punta della lancia aprirsi, pronta a far fuoco, si girò nella direzione da cui proveniva il rumore. Il terrore, bestia feroce, lo assalí prepotentemente nell'attimo stesso in cui realizzò che il marito era in pericolo.

Non pensò un singolo istante a una soluzione diversa, non ne ebbe il tempo.

«Lҽʋι!»

Si frappose tra il nemico e l'amato mentre il colpo partiva, inesorabile, fendendo l'aria fino a che non giunse a lacerare gli abiti e la carne del ragazzo.

Il corvino, impotente, assistette alla scena vivendola al rallentatore: vide il suo torace assorbire un'energia che era incapace di contenere, le sue braccia aprirsi, il respiro spezzarsi; ogni dettaglio della tragedia in atto vivido come una fotografia in alta definizione.

Levi conosceva quella sensazione avvilente che si era annidata nel suo petto, scendendo fino alle viscere le quali avevano preso a contrarsi senza sosta.

Perdita: della ragione, di ogni scopo e significato, di qualunque prospettiva; defraudato, ancora una volta, del futuro, qualunque cosa gli riservasse.

Le pupille inghiottorono l'iride argentea, la bocca si spalancò in un grido muto mentre il corpo di E'ren cadeva nel terreno polveroso, e in un attimo tutto intorno a lui mutò forma e sostanza: la bomba, Hanji, lo stesso Stargate svanirono, e fu di nuovo a Marley sul campo di battaglia, ferito ed esausto; dinanzi a lui, soltanto Farlan e Isabel, gli unici ad essersi rifiutati di battere il ritirata pur di non abbandonarlo.

«Tranquillo, ci pensiamo noi!» disse Farlan, la voce attutita dagli spari dei fucili.

«Andrà tutto bene, fratellone, i soccorsi stanno arrivan-»

Le parole di Isabel si persero nel vento, gli occhi improvvisamente vitrei mentre crollava nel fango con una pallottola piantata nel petto.

«Isab-»

Farlan la seguí un secondo più tardi, la tempia perforata dal colpo di un cecchino nascosto chissà dove. E, mentre l'elicottero addetto al loro recupero si portava a bassa quota, Levi urlò con quanto fiato aveva in gola la propria sofferenza.

 

-


Ymir sorrise, osservando i propri nemici ai piedi delle mura disperarsi nel tentativo di liberare i compagni. Guardò gli shifter da sopra la spalla, soddisfatta.

«Aɳԃαƚҽ, ҽ ɳσɳ ԃҽʅυԃҽƚҽɱι.»

 

-


Petra alzò lo sguardo al cielo, quando un fulmine lo squarciò con un tuono assordante.

La figura, che dall'astronave si era lanciata nel vuoto, sparí lasciando il posto all'enorme gigante dall'aspetto spaventoso. Gli indigeni conoscevano bene quel mostro, ciò di cui era capace, e si strinsero tra loro in preda alla paura. Per la Squadra Speciale, invece, era la prima volta che fronteggiava il colosso e, probabilmente, sarebbe stata anche l'ultima.

«Cosa diamine è quel coso?!»

«Non lo so, ma dobbiamo distrarlo se vogliamo che i nativi presenti abbiano almeno una speranza!»

«E il Capitano? Lo Stargate, la bomba...?»

Gunther sorrise ai commilitoni, portando un pugno al cuore in segno di rispettoso saluto.

«Se proprio dobbiamo morire, facciamolo da eroi...!»

 

-


«NO! No no no, E'ren!!»

Gli occhi di Hanji si riempirono di lacrime, mentre Levi correva dal castano. Si lasciò cadere, trascinandolo sul proprio grembo e portandoselo al petto.

Gli avessero strappato il cuore, piuttosto che subire un tale supplizio, il soldato avrebbe persino ringraziato. Com'era possibile provare tanta angoscia? Sapeva che il sentimento che sentiva verso E'ren era irrazionale, che non avrebbe dovuto esistere e, soprattutto, lo privava del buonsenso che da sempre lo aveva contraddistinto; eppure non riusciva a non sentirsi devastato.

Coi lineamenti fini deformati dal dolore, lo cullò avanti e indietro, sussurrandogli all'orecchio in quella lingua antica: «Sʋҽɠʅιαƚι, ɳσɳ ʅαʂƈιαɾɱι αɳƈԋҽ ƚυ, ƚι ρɾҽɠσ...». Aveva già perso così tanto. Aveva perso troppo.

Ma E'ren non rispose.

Restò muto, immobile. Le palpebre serrate, il battito assente.

Il corvino passò le dita tra i suoi capelli d'ebano, scostando le treccine dal viso sporco. Aveva il torace profondamente ustionato, la carne viva esposta, a causa del raggio laser destinato a colpire lui e non il ragazzo.

Si era sacrificato per salvargli la vita che non desiderava vivere. Non senza E'ren al proprio fianco.

«Levi...» Quello di Hanji fu poco più di un sussurro, disturbato dal costante bip emesso dalla bomba poco distante.

Al Capitano non importava. L'ordigno sarebbe esploso, lo Stargate andato distrutto, e tutti loro sarebbero crepati in un battito di ciglia. Tanto meglio, non avrebbe neanche dovuto sprecare una pallottola. Che senso aveva resistere? Non gli era rimasto niente, sia in un mondo che nell'altro. Le persone a lui più care lo avevano lasciato indietro e desiderava soltanto seguirle, ovunque fossero.

Poi, la pedana del teletrasporto si illuminò, accecandoli per un momento. La Dott.ssa Zoë si riparò, portando un braccio a coprire il viso, mentre Levi tornava rapidamente lucido. Forse, non tutto era perduto. In quell'istante, seppe con incrollabile certezza cosa fare.

Sollevò E'ren tra le proprie braccia e si gettò nel fascio di luce.

«Aspettami» disse solamente all'indirizzo della bruna, prima di sparire chissà dove.

La donna restò basita, sola e senza alcuna idea su cosa fare, prima che il sangue le si ghiacciasse nelle vene quando le figure dei due amici vennero sostituite da una nuova, possente e pericolosa.

Lo shifter corazzato ghignò, fissando la propria preda.

   
 
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