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Autore: ONLYKORINE    15/05/2019    0 recensioni
Contest ad introduzione comune. Mi è stato dato l'incipit (parte verde del prologo) e io continuerò la storia.
Nicole ha iniziato ad avere dei Flashback di cui non si ricorda. Sta diventando pazza? La sua miglior amica la crederà pazza? Cosa succederà? E poi, perché ha questi flashback?
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il telefono di Celeste - pt. 1


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Leo mi sta ancora baciando quando il suo telefono inizia a suonare. Borbotta qualcosa mentre si stacca da me e lo prende in mano, per guardare lo schermo. “Luca” dice mentre risponde. Lo guardo mentre parla al telefono con mio cugino e intanto la sua mano, quella che è ancora su di me, si muove, accarezzandomi.

Per un attimo sono persa nei miei pensieri, ma poi mi ricordo di tutto quello di cui mi sono dimenticata quando ci siamo baciati: Stefano, Celeste, il coma, il telefono…

Mi ricordo anche del mio telefono e rimetto la mano in tasca per cercarlo. Si sarà acceso? Lo guardo. Si è acceso. Possibile? Possibile! Sorrido mentre digito il pin e si sblocca lo schermo. In quel preciso momento ricevo tutte le notifiche che mi sono persa in quelle ore: i social, il gruppo della classe, gli amici del bar, le altre chat. Cerco di dare un’occhiata veloce a tutto, intanto che Leo parla con Luca, finché non becco proprio il messaggio di Leo di ieri sera. Quello che non ho finito di leggere.

                                                                                          

Mi dispiace per ieri. Penso di aver fatto una cazzata.

Dimmi che anche tu avresti voluto che finisse diversamente.

Vorrei averti baciato, vorrei non essere stato così stupido.

 

Dopo venti minuti mi ha mandato la buonanotte e due cuoricini subito dopo la parola. Forse pensava che non gli stessi rispondendo perché ero arrabbiata o stupida o me la stessi tirando. E invece no, sono solo maldestra e ho fatto cadere il telefono nella vasca. Scrivo anche a Sabina, spiegandole in poche parole quello che è successo. Poi le mando lo screen del messaggio di Leo e le scrivo che ho delle cose da raccontarle oggi pomeriggio, quando ci vedremo.

Sorrido senza un buon motivo. O forse sì? Ha scritto che voleva baciarmi e mi ha mandato due cuoricini. Sì, e mi ha baciato. E io ho baciato lui. Ci siamo baciati. Mi sto ancora crogiolando in quel pensiero, mentre Leo si stacca da me per voltarsi e dire: “Dove sei? Noi siamo dai pali della staccionata del reparto nuovo”.

Si sta guardando intorno e seguo anch’io il suo sguardo. Quando vedo Luca venire verso di noi, con il telefono all’orecchio e una mano in alto in segno di saluto, glielo indico. Tutti e due chiudono la telefonata e aspettiamo che Luca ci raggiunga mentre Leo si infila, finalmente, il giubbotto.

“Quindi? Che faceva Stefano alla camera mortuaria?” chiede a Luca, dopo che ci siamo salutati. Luca ci spiega che ha scoperto che Stefano conosce un medico legale e che gli ha fatto un sacco di domande sui lividi e le botte. Sembra che il nostro bravo Stefano si sia informato su quanto avessero potuto scoprire i medici sul corpo di Celeste nel caso fosse morta e si fosse effettuata un’autopsia. Non è un’ammissione di colpa? Giuro che ho i brividi lungo la schiena mentre Luca spiega questi particolari. Probabilmente sto tremando, perché Leo se ne accorge e inizia ad accarezzarmi la schiena facendo su e giù con la mano.

Annuisco quando mi chiede se sto bene e chiedo se possiamo andare in un bar. Vorrei qualcosa di caldo. Anche solo una tazza da tenere in mano per ricordarmi che da qualche parte c’è ancora un po’ di calore e il mondo non fa tutto schifo. Come se mi leggesse nella mente, Leo mi prende la mano e la stringe. Sorrido come una bambina e ricambio la stretta.

 Luca annuisce e dice che possiamo andare al bar lì di fronte, ma Leo gli spiega che abbiamo visto Stefano e preferirebbe uscire dalla zona dell’ospedale.

Ci dirigiamo tutti verso il cancello e usciamo dal cortile dell’ospedale, imboccando poi una via laterale. Quando incontriamo il primo bar, ci fiondiamo dentro e occupiamo un tavolo.

“Allora, hai detto di conoscere il pin di Celeste?” mi dice Leo, allungandomi il telefono della sorella. Annuisco. Lo accendo proprio mentre il cameriere ci porta le ordinazioni. Oggi niente tè. Ho preso un cappuccino bollente, per scaldarmi e per svegliarmi del tutto.

Quando il cameriere se ne va, tutti e tre rivolgiamo la nostra attenzione al cellulare che, posato lì sul tavolo, si illumina e torna buio più volte, nella sua fase di accensione.

Quando digito i quattro numeri del mio flashback non succede niente. Cavolo. Ho sbagliato a digitare? Quattro Quattro Otto Tre. Me lo ricordo benissimo, ho guardato Celeste digitarlo nel ricordo in cui ho visto Luca. No, non ho sbagliato. L’ho digitato giusto, ma il telefono vibra negativo e ci proibisce l’accesso. Merda. Alzo gli occhi sbarrati sui ragazzi, che mi guardano pieni di aspettativa. No. Non può essere.

“Non è quello giusto, mi sa” dice Luca, forse un po’ deluso, ma senza accuse. “L’ho visto in un flashback. C’eri anche tu, eravate a mangiare in un bar, per pranzo”.

Per un attimo mi sembra di vedere arrossire mio cugino, ma poi lui annuisce serio e penso di essermelo solo immaginato. “Potrebbe averlo cambiato” dice lui.

“Perché avrebbe dovuto?” chiede Leo, guardando il ragazzo. Luca alza le spalle. “Non saprei”.

Beh, ora siamo punto a capo. Non abbiamo niente. “Magari alla polizia riescono ad accedervi anche senza il pin. Avranno modo di hackerarlo, no?” chiede Leo a nessuno in particolare, senza troppa convinzione. Sì, possono farlo senz’altro, ma quanto tempo ci metteranno prima di scoprire qualcosa?

Oh, Celeste, cavolo, perché mi hai mostrato la cosa sbagliata? Perché? Sento il formicolio e inizio a sorridere da sola. Sono riuscita a comunicare con Celeste. Sono riuscita a chiederle di mostrarmi qualcosa. Sto ancora sorridendo a Leo. Il suo sguardo si fa strano mentre mi guarda e lo vedo scomparire…

Sono in casa di Celeste. Qualcuno sta bussando alla porta e lo fa violentemente. Prendo il telefono da sopra il tavolino e inizio a schiacciare i numeri per sbloccarlo. Cavolo cavolo. Celeste è velocissima. Non riesco a starle dietro. Ma poi noto i particolari: le tremano le mani, i numeri che schiaccia sono sempre diversi e il telefono non si sblocca.

Vorrei prenderla per le spalle e riuscire a calmarla. È agitatissima, lo sento da dentro. Celeste, Celeste, qual è il problema, adesso? Mi volto verso la porta quando un colpo più forte è accompagnato da un grido: “Celeste!”

Ora ho capito: È Stefano. Lo sguardo di Celeste torna al telefono, ma le sue mani restano ferme. La sento sospirare e prendersi un attimo per calmarsi. Brava. Così, dai. Mostrami quello che devo vedere. Digita il pin. È diverso da prima. Aveva ragione Luca. Due sette uno due. Sì! Il telefono apre la pagina centrale. È quello giusto. La vedo scorrere le icone frettolosamente, senza trovare quello che le serve. Che cerca? Poi apre la pagina di ricerca e inizia a digitare una parola: ‘Reg’…

Un altro forte tonfo contro la porta ci distrae di nuovo e la sento sobbalzare. Ok, ho capito: lì fuori c’è Stefano e sta cercando l’app per registrare le conversazioni. Brava Celeste, reagisci!

Piano piano il telefono scompare davanti ai miei occhi mentre sento ancora Stefano urlare…

 

“L’ho visto! L’ho visto!” sono così eccitata che salto sulla sedia quando torno mentalmente al bar. Leo sorride mentre mi sussurra: “Bene” e mi accarezza la mano. Sono un po’ imbarazzata mentre guardo le sue dita muoversi sulle mie, ma quando alzo gli occhi su di lui, il suo sguardo è così intenso che l’imbarazzo svanisce lasciandomi a ben altri pensieri.

“Quindi?” chiede Luca, osservandomi accigliato. Cavolo! Mi ero scordata di Luca. “Due, sette, uno e due” dico di fretta, come per scusarmi. Luca diventa rosso e ammutolisce di colpo, spalancando la bocca. Oh. Oh? Perché? “Lo sapevi? Hai riconosciuto il pin?” gli chiedo. Lui scuote le spalle con fare noncurante ma si vede che fa finta. “È una data” spiega. In che senso? Poi vedo Leo scrivere i numeri su un tovagliolo di carta, di quelli che non servono a niente da tanto sono rigidi.

27 – 12

Oh, giusto, ventisette dicembre. Poi capisco. Quel giorno deve essere successo qualcosa di importante. “Cos’è successo il ventisette dicembre?” gli chiedo, mentre lui si imbarazza molto più di me prima.

“Sono abbastanza sicuro di non volerlo sapere, se è quello che penso…” dice Leo, prendendo il telefono di Celeste e digitando il pin. Guardo Luca che mi sorride senza dire niente e fa spallucce. Oh. Ma che carino. Chissà cosa è successo davvero. Un bacio? Si saranno baciati? Qualcosa di più? Mio cugino è un gentiluomo perché non si lascia sfuggire niente, ma io quasi ridacchio, sorridendogli. Mi piace che Celeste consideri importante qualcosa con Luca. Mi piace che consideri lui importante.

“Ecco!” dice Leo, ignorandoci e guardando il telefono di Celeste. Fa scorrere la chat con Stefano e possiamo vedere tutti i messaggi che lui le ha mandato. Loro rimangono basiti e vedo la mano di Leo più volte stringersi convulsamente. Anche Luca si irrigidisce e vedo la sua mascella muoversi mentre digrigna i denti. Oddio, pensavo che non avesse più quel tic. Povero Luca. Lo vedo abbassare lo sguardo e so che si sente in colpa. Perché mi sento in colpa io, che Celeste non la conoscevo, quindi posso solo immaginare come possano sentirsi loro.

Così prendo il telefono dalle mani di Leo e cerco l’app per le registrazioni. Quando la trovo, noto che ci sono una decina di file, così infilo il jack delle mie cuffiette nel buco e faccio partire il primo audio in ordine di data. La registrazione è molto rumorosa, probabilmente perché Celeste muoveva il telefono velocemente, è una cosa che anch’io ho imparato a non fare, dopo, e quindi non si sente molto, ma la voce di Stefano che grida è chiara e si sente anche Celeste rispondergli.

Ascolto anche gli altri, ma alcuni durano pochissimo, come se fossero delle prove che Celeste ha fatto e poi non sono stati cancellati. Ce n’è un altro, in cui c’è Stefano, ma anche quello, non si sente molto bene. Allungo gli auricolari ai ragazzi e glieli faccio sentire. Non è molto, ma è più di prima. I messaggi e le registrazioni. Ce li faremo bastare. Dobbiamo.

“Andiamo alla polizia” dice Leo, alzandosi. Ci alziamo anche io e Luca e lo seguiamo alla cassa. Sì, andiamo alla polizia. Ma… Bo… mi sembra tutto così strano. Non sono delle gran registrazioni, potranno bastare? Mmm, non sono così sicura, io, ma è tutto ciò che abbiamo.

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***Eccoci qui con l'ultimo capitolo! Ho dovuto dividerlo in due, ma pubblico presto anche l'altra parte. Buona lettura a tutti!

   
 
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