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Autore: taisa    16/05/2019    3 recensioni
Bulma ha le potenzialità per realizzare tutti i suoi sogni, ma può riuscirci mantenendo un segreto chiamato Vegeta?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una scomoda posizione

All’inizio del suo ottavo mese di gravidanza, Bulma scoprì suo malgrado che non esisteva una posizione nella quale stare comoda. Che fosse in piedi, seduta o sdraiata, di schiena o sul fianco, una o più parti del suo corpo avrebbe sofferto acciacchi e dolori.
Le sue gambe, i suoi glutei o la sua schiena qualcuno era destinato a patire un agonizzante tormento. Le era stato suggerito di muoversi spesso e con attenzione, ma era più facile a dirsi che a farsi. Al di là del fatto che la sua pancia e il suo intero corpo erano di proporzioni gigantesche a questo punto, facendola sentire una balena arenata qualunque posa assumesse, ma se a ciò si aggiungeva il torrido caldo di inizio agosto le cose non facevano che peggiorare.
Senza contare che non aveva energie. Ultimamente stava dormendo poco e male, il piccoletto aveva la brutta abitudine di svegliarsi in piena notte e muoversi come se avesse deciso di esibirsi nelle più complesse acrobazie, incurante dello stato di sua madre.
In una particolare giornata afosa e rovente, il suddetto cetaceo si era spiaggiato nel giardino sul retro della casa. Bulma aveva preso possesso di uno sdraio e si era sdraiata su di esso incurante del dolore alla schiena.
L’intenzione era quella di abbronzarsi almeno un po', tanto non aveva la forza di fare molto altro. Certo, l’intento si rivelò presto un’impresa, poiché sua madre l’aveva ricoperta con l’ombrellone, assicurandosi di non esporsi al sole diretto. Di norma avrebbe protestato, ma la mancanza di vitalità la costrinse ad arrendersi ben presto.
Altrettanto preoccupato per la salute della figlia, e del nipote, suo padre aveva trascinato fuori casa un ventilatore e, tramite prolunghe e cavi, glielo aveva posto accanto per tenerla al fresco.
Per un po' riuscì a sentirsi a suo agio.
Il campanello della porta suonò, Bulma udì sua madre andare ad aprire. Non molto tempo più tardi Crilin ed i gemelli la raggiunsero sul retro. Tutti e tre indossavano abbigliamenti da mare, con tanto di occhiali da sole e costume da bagno.
“Dove state andando?” domandò la ragazza, dopo aver notato il vestiario dei suoi amici, “In piscina!” esclamò Crilin con un sorriso entusiasta. “Vogliamo andare in quella con gli scivoli in centro” aggiunse Lazuli.
Bulma cercò di mettersi seduta, ma l’operazione fu lenta e complicata, “E come pensate di arrivarci? È lontana da qui” puntualizzò dopo essere riuscita nell’impresa. Lapis le mostrò un mazzo di chiavi appartenente ad un’automobile “In macchina” le disse senza nascondere una certa soddisfazione.
Nel mese di maggio i gemelli erano diventati maggiorenni. Al termine della scuola avevano studiato per ottenere la patente, per la felicità del ragazzo. Ora del gruppo di amici Bulma e Crilin erano rimasti gli unici minorenni, ma a differenza di quest’ultimo, la ragazza avrebbe dovuto attendere solo un paio di settimane prima di raggiungere la maggiore età. Crilin era costretto ad aspettare per altri tre mesi.
“Vostro padre vi ha dato la macchina?” volle sapere Bulma, un po' perplessa. I gemelli si scambiarono uno sguardo d’intesa “Certo” rispose Lapis, ma non fu difficile immaginare che la verità fosse tutt’altra.
Nessuno dei due aveva un buon rapporto con il padre adottivo e non sarebbe certo stata una sorpresa se l’auto fosse magicamente sparita dal garage a discapito di permessi che con ogni probabilità non erano stati concessi.
“Siamo venuti a chiederti se vuoi venire anche tu” cambiò argomento Lazuli, “Credi che mi lasceranno andare sugli scivoli?” ci pensò “Anche volendo, dici che riesco a passare su uno scivolo” ironizzò. “Non preoccuparti! Ci sono anche le piscine basse o senza scivoli” la rassicurò Crilin “Davvero?” “Sì, Crilin ha controllato sul sito” rincarò la dose Lazuli, sorridendo al ragazzo che arrossì.
Bulma lo fissò a sua volta, “Grazie Crilin! In questo caso vengo volentieri” esclamò, dopotutto non era una cattiva idea. “E Yamcha? Ci aspetta lì?” chiese cominciando ad alzarsi. I tre amici si guardarono reciprocamente “Yamcha non viene” la informò Lazuli “Ha detto che aveva delle cose da fare” aggiunse Crilin. Bulma si fermò e si voltò verso di lui “Quali cose?” “Non me l’ha detto” rispose il ragazzo.
Bulma si sentì afflitta. Dalla loro ultima conversazione le cose tra loro erano rimaste piuttosto tese. Si erano visti da allora, certo, ma sempre e solo in presenza degli altri e anche in quelle occasioni i dialoghi erano brevi e freddi. Non le fu difficile intuire che le cose che aveva da fare erano quelle di evitarla. Si tenne il pensiero per sé, essendo il resto del gruppo all’oscuro di ciò che si erano detti quel giorno. “Capisco” mormorò mestamente.
“D'accordo, basta che vi muovete” li esortò Lapis, la sorella si voltò verso di lui, “A te interessa solo guidare fino a lì” notò. Il gemello alzò le spalle “E allora?” ammise.
Bulma riuscì ad alzarsi, “Dammi il tempo di prepararmi” disse.
Non aveva fatto che pochi passi, prima di fermarsi all’improvviso “Ehi ragazzi… vi dispiace se invito anche qualcun altro?” domandò.

***

“Ehilà! Io sono Goku!” si presentò il giovane appena li raggiunse alla piscina. “Ciao Goku, hai avuto problemi ad arrivare?” lo accolse Bulma appena li raggiunse.
Lui sorrise trasmettendole ancora una volta quell'immancabile simpatica che lo contraddistingueva. “No è stato facile” le rispose.
All’improvviso sembrò che gli balzasse alla mente un’idea “Oh! Ti saluta la mamma, dice di chiamarla così possiamo andare a trovare Radish e Vegeta” “Grazie, lo terrò presente. Siete andati a visitare tuo fratello di recente?” s’informò Bulma. Goku annuì “Sì siamo passati due giorni fa” le riferì.
“Ottimo! Vieni, ti presento i miei amici, loro sono Crilin, Lazuli e Lap… dov’è Lapis?” chiese rivolta alla sorella del ragazzo. Lei alzò lo sguardo al cielo “Ha visto qualche ragazza carina ed è andato a provarci… è convinto di essere irresistibile ora che può guidare” spiegò un po' indignata. Bulma si limitò a ridere.
“Ehi… ehm, Goku, giusto? Pratichi le arti marziali?” gli domandò Crilin, indicando la maglietta che l’altro indossava. Così come il giorno in cui Bulma l’aveva conosciuto, Goku portava un indumento del suo team. Evidentemente trovava quegli abiti molto comodi. “Sicuro! L’anno prossimo vincerò le nazionali giovanili” gli rispose. “Wow, allora devi essere bravo” esclamò l’altro ragazzo. Goku gli mostrò due dita in segno di vittoria, accompagnate dal solito sorriso.
“Anch’io ho praticato le arti marziali sai?” gli disse Crilin, “E da quando?” commentò Lazuli al suo fianco “Q… quando ero piccolo. Però non ero molto bravo e ho smesso” “Davvero? Devi farmi vedere cosa sai fare allora” esultò Goku, sfilandosi la maglietta e gettandola sul suo zaino che aveva adagiato assieme a quelli dei suoi nuovi amici.
Il ragazzino si guardò attorno, adocchiando uno spiazzo libero nella quale andare ad esercitarsi, “Andiamo Crilin!” esclamò additando il luogo che aveva individuato. “Eh? Ah certo” mormorò l'altro.
Nonostante Goku fosse più giovane e dall’aspetto gracile, Crilin era comunque molto più basso di lui.
Tuttavia, contagiato dal naturale entusiasmo del ragazzo, Crilin decise di seguirlo, ma prima di farlo si fermò per baciare Lazuli su una guancia. I due si allontanarono tra la folla senza più voltarsi indietro.
“Beh, ci hanno lasciato tutti da sole” notò Bulma vedendo i due amici sparire. Era sicura che Goku non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad inserirsi nel gruppo. Se c’era una cosa che aveva capito di lui dal primo momento in cui lo aveva visto era che la sua energia era inesauribile. “Spero che Crilin non si faccia male” si preoccupò Lazuli.
Bulma si poggiò entrambe le mani dietro la schiena, per sostenere il peso del grembo gravido, poi si guardò attorno notando la piscina per i bambini. Non se la sentì più di stare in piedi, “Senti Lazuli, ti va di accompagnarmi?” le domandò indicando la vasca. L’altra ragazza annuì.
Per entrare in acqua fu costretta ad usare l’apposita scaletta e dovette fare bene attenzione a dove metteva i piedi, cosa assai complicata in sé poiché erano mesi che non riusciva neanche più a vederseli. Una volta dentro tuttavia, le parve di essere rinata all’improvviso.
All'inizio del suo ottavo mese di gravidanza scoprì che l’unico posto in cui una donna in stato interessante potesse dimenticarsi dei chili di troppo che il suo corpo doveva sostenere era a mollo nell’acqua… proprio come una balena. Si domandò perché non avesse pensato prima a questa scoperta, poiché avrebbe voluto passare lì tutti i suoi giorni. “Venitemi a pescare dopo il parto, vi prego” commentò avendo la possibilità di rilassarsi per un po'.
Lazuli preferì sedersi sul bordo della vasca, lasciando penzolare in acqua solo le lunghe gambe.
L’urlo di un bambino attirò l’attenzione dell’intera vasca, incluse le due ragazze. A bordo piscina, una madre stava cercando di tranquillizzare il suo bambino di pochi mesi. La donna sembrava esasperata, era evidente che si trovava in questa situazione molto spesso.
Bulma poggiò le spalle sul limitare della vasca, accanto all’amica, e come tutti osservò la scena. Sovrappensiero si accarezzò il pancione e si domandò se anche il suo piccolo amore sarebbe stato altrettanto turbolento o se invece sarebbe stato un angioletto. Sarebbe riuscita ad essere una buona madre per lui?
Negli ultimi tempi la parola parto veniva fuori sempre più spesso durante varie conversazioni. Non era tanto lontano, si rese conto, e questo le mise un po' di paura. Doveva ammettere che non solo sentiva di non essere pronta a dare alla luce il suo bambino, tra sangue e dolore, ma l’idea di doversi assumere così tante responsabilità nei confronti di un altro essere umano la terrorizzava.
Era troppo giovane per diventare madre e sebbene in molti la definissero matura per la sua età, lei non si sentiva all’altezza.
Al pensiero ebbe un fremito di paura e cercò di scacciare il pensiero in un angolo della sua mente, ripetendosi che sarebbe andato tutto bene. Anche se non ne era completamente convinta.


CONTINUA…

  
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