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Autore: InsertACasualUsernameHere    17/05/2019    1 recensioni
-- AVENGERS ENDGAME!SPOILER --
[Peter Parker!Centric][Accenni!Stony & IronStrange][Multiverse]
“non posso sapere con esattezza dove ci porterà – incertezza ne macchia l’intonazione seriosa, cede, sapeva che sarebbe successo, e le mani disegnano forme d’astratta precisione - potrebbe non piacerci quello che vedremo”
“va bene, va bene, okay, va bene – un mesto sorriso ne rischiare le ombre nelle iridi nocciola - grazie”
“non ringraziarmi ragazzino – inspira, le ciglia trattengono lo straripamento degli oceani, dagli occhi patinati d’acqua salmastra, c'è voluto così poco a convincerlo, la disperazione porta a pessime decisioni  - me ne sto già pentendo”
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Doctor Stephen Strange, Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
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{ wake, from your sleep
the drying of your tears
today we escape
}

“che significa?”

“Peter…”

“che significa? Perché c’è-c’è il suo…no-non è possibile”



L’aveva detto, l’aveva avvertito.

- Potrebbe non piacerti quel che vedremo -

Aveva ragione, non gli piace, lo detesta.

Non può sopportarlo, non ancora, non anche qui.

Non ha deglutito conati di vomito e trattenuto il biologico istinto di svenire, sovrastato da capogiri e vista annebbiata, da spossatezza fisica e tachicardia, per trovare una Terra, una dimensione, troppo simile a quella lasciata.

Non ha resistito alla sgradevole sensazione d’avere ogni singolo organo capovolto bruscamente per poi, altrettanto bruscamente, tornare al naturale ordine, non appena varcato il dorato portale, per ritrovarsi dinnanzi ad una schiera di lapidi insopportabilmente, intollerabilmente, ricolme di nomi e cognomi.


“Peter, ascoltarmi-”


È un eco distante, ovattato, non riesce a sentirlo, non vuole; non può crederlo possibile.

Perché?

Perché l’ha portato qui, tra tante dimensioni, tra le tante Terra esistenti, perché proprio qui?

È uno scherzo, dev’essere uno scherzo, un pessimo scherzo.

Deve esserlo.


“no, n-no…questo non…non è possibile, non è…non è giusto”


Trema.

La voce, il corpo, le lacrime che ne rigano il volto, gli zigomi arrossati nel testardo tentativo di trattenere singulti, le spalle infossate e le dita serrate in pugni stretti lungo i fianchi.

È solamente un’illusione, non è la realtà, non può esserlo; è un incubo, un incubo a cui non può credere, né cedere.


“lui è vivo, è…dobbiamo andare…lui è là…”


Là dove?

Dov’è?

Non lo sa neppure lui dove può essere.

Alla Stark Industries? Nella casa a Malibù? A New York?

Ci sono così tanti, troppi, luoghi in cui poter controllare, ma deve esserci, in uno, uno qualsiasi, dev’esser lì ad armeggiare con qualche congegno informatico, a creare e modificare, a migliorare ed inventare, a trovare un modo per salvarli, tutti, come ha fatto; come ha già fatto, nella realtà da cui è scappato, da cui scappa ancora.


“Peter, non lo troveremo da nessuna parte, non possiamo”


È un soffio così distante la voce di Stephen, non sembra neppure possibile gli sia così vicino, oltre le spalle incurvatesi, a trattenere singhiozzi di rabbia e dolore.

Non lo accetta, non ancora, non di nuovo, non può accettarlo.

È fuggito dalla verità, per cercarne un’altra, una sua, personale, una capace di placare la sofferenza che dilania il mondo, il suo mondo.

Non può lasciarsi vincere, non può concedere ad una stupida lapide ricolma di nomi, di schiacciarlo nuovamente e lasciarlo lì, al suolo, con l’amaro sapore dell’infranta speranza a bagnargli le labbra d’acqua salata.

Gli eroi combattono, fino alla fine.

Gli eroi insistono, perseverano.

Gli eroi non cadono al primo ostacolo, si rialzano ed avanzano; gli eroi terminano le missioni, ad ogni costo.


“lui è qui – sentenzia, drizzando la schiena – è vivo e…noi lo troveremo e…e…”

E cosa? 

Neppure lui riescerce a credere alle proprie parole, sono suoni distanti, lontani.

Non lo troveranno, Stephen ha ragione; non lo troveranno, non qui. 

Deglutisce l’ultimo grumo di sofferenza rimastogli incastrato in gola, il dorso della manica sfrega contro le palpebre arrossate, gesticola e s’agita, volgendo le spalle a quella lapide fastidiosamente imponente, mastodontica come l’intollerabile verità impressavi.

Negli occhi di Stephen trova la medesima patina offuscata, di lacrime testardamente respinte, a far risaltare le iridi acquamarina ed inspira, Peter, provando a sembrare l’adulto che ancora non sa come essere; 
delle maledette gemme colorate l'hanno insensibilmente privato dell’unico uomo che poteva insegnarglielo.


“devo trovarlo, capisci? Devo!”

“lui è... – fanno fatica, quelle poche parole d'innegabile verità, a scivolare dalle labbra del Dottore e fanno ancor più fatica, i giovani timpani, ad udirle e, alla fine, restano incastrate tra le corde vocali, sostituite da altre sillabe che, le orecchie, riescono ad ascoltare – non lo troveremo, non qui”

“ma, ma in un altro posto...in uno diverso...lì, lo trovermo lì”


Sembra un bambino, capriccioso e cocciuto, incapace di rinunciare a qualcosa che, infondo, non gli era stato promesso di poter avere.

E Stephen inspira, nuovamente, ed espira tutta la malinconia che l’impassibile serietà stenta a lasciar trapelare, forse neppure lui può crederlo possibile che qui, in questa Terra, in questa dimensione, Tony Stark è un nome, tra i tanti, troppi, scomparsi in una manciata di polvere; svaniti come se mai fossero esistiti, nessun corpo da seppellire, solamente memorie su memorie da piangere per l’eternità.

Senza Iron Man, senza Tony Stark, che possibilità hanno gli eroi, gli Avenger rimasti?

Che speranza ha il mondo di salvarsi, di riemergere dalle ceneri trascinate via dal vento d’uno schiocco di dita?

Senza Tony Stark, senza Iron Man, non v’è possibilità alcuna.

Questa realtà è destinata all’eterno grigio d’una vita frammentata, un cinquanta per cento costretto ad andare avanti, confuso e smarrito; come Peter, che non può crederlo possibile.

Non c’è riuscito nella sua dimensione, non ci riuscirà neppure in questa.

È solamente la prima, d’una lista infinita.

Dev’essercene un’altra, una diversa, una in cui esiste il finale, il suo finale, quello perfetto; l’unico che desidera, l’unico che vuole rubare e portare con sé, tenerselo stretto al petto e viverlo nei giorni dei giorni.


“dobbiamo andare in un’altra...un'altra dimensione – sentenzia, deciso come forse mai è stato prima d’ora – una…una dove…ti prego, dobbiamo andarci, dobbiamo farlo, dobbiamo”


Lo ripete così tante volte, la voce è un sospiro sempre più flebile, sempre più spezzato, le lacrime bruciano nelle palpebre socchiuse, serra i pugni, stringendo il bordo inferiore della felpa, e sguardi pregni di tristezza s’incastrano in un tacito tentativo di convincersi, reciprocamente, delle differenti volontà; e a cedere, ancora una volta, è Stephen.


“non so come sarà – è difficile, persino per lui, parlare – e non posso garantirti che sarà...migliore”

“lo so, lo so e-va bene, okay – balbetta, ingollando l’angoscia d’un ignoto che, mai come ora, spaventa – okay”


Dietro quel portale dorato, apertosi dinnanzi a loro, potrebbe esservi qualsiasi cosa e Peter prega vi sia l’unica che conta, l’unica che vuole, che desidera trovare; s’appiglia alla speranza, a quel che ancora, tenacemente, ne resta e chiude gli occhi resistendo, nuovamente, alla sensazione di totale stravolgimento sensoriale e corporale.

Questa volta sarà diverso, questa volta troverà Tony e lo porterà con sé, perché non è mai morto, non se n’è mai andato, è vivo, è sempre stato vivo; non è mai morto, era solo un incubo.

Quando riaprirà gli occhi, si risveglierà e tutto sarà finito, tutto tornerà com'è sempre stato, come dev’essere.

 
{ breathe, keep breathing
don't loose your nerve
breathe, keep breathing
i can't do this alone
 }

 
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦
 
Innazittuto ringrazio tutti i silenziosi lettori e tutti coloro che hanno aggiunto tra seguite/ricordate/preferite; grazie mille
Poi mi scuso per eventuali errori, ma nella rilettura qualcosa sfugge sempre, e mi scuso anche per l'ooc, purtroppo trovo sia sempre impossibile mantenere ic un personaggio uscito dalla penna e dalla mente d'altri; scusatemi tanto. 
Detto questo, spero che vi sia comunque piaciuto, almeno un pochino.
Grazie ancora.

 
  
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