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Autore: Darlene_    17/05/2019    2 recensioni
Quando Sherlock incontra Irene, seduta sul suo divano, completamente nuda, crede che quello sia loro primo incontro, eppure loro si sono già visti in una strana notte in un night club. Questa è la storia della prima volta in cui la Donna e il Detective dal buffo cappello di sono conosciuti.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The first time we met



Storia nata grazie al prompt di Alexa sul sito We are out of prompt






 




 
“Adler!” 
Il suo cognome viene pronunciato ad alta voce, ma è difficile udirlo con la musica che rimbomba nelle orecchie e le urla di piacere che la circondano. Irene sta ballando la lap dance, incantando gli avventori che già pregustano una notte di passione con lei, ma il grande capo ha altre idee. Le posa una mano sulla spalla nuda e le intima di scendere dal palco. 
La ragazza lancia un’occhiata alla vestaglia di lino poggiata su una sedia, ma sarebbe inutile indossarla, sicuramente dovrà recarsi in qualche camera. 
“Al pubblico ci pensa Martha, tu occupati di quel drogato seduto laggiù.” 
Le parole fluiscono in tono autoritario e Irene vorrebbe sputargli in faccia perché Marcus la disgusta. Detesta il suo modo di trattare le sue ragazze, di usarle per i suoi luridi scopi solo perché hanno dei sogni nel cassetto che non riescono a realizzare. Sì, perché in quel night club ognuna di loro ha un passato di miseria e disperazione e una voglia di riscatto o di denaro e come loro anche la bella Irene, che conserva gelosamente il suo desiderio di diventare qualcuno.
“Di chi si tratta?” Domanda senza troppi giri di parole, sarebbe inutile tergiversare. 
Il capo si aggiusta un ciuffo ribelle di capelli e si umetta le labbra con la lingua prima di ribattere. 
“Oh, lo riconoscerai, è completamente fatto, portalo in camera, riuscirai a convincerlo a sborsare molti soldi, ne sono certo.”
Si dirige a passo deciso verso il divanetto, sicura che si tratti di qualche rozzo “gentiluomo” che non aspetta altro di mettere le sue grasse mani sul suo seno, invece quello che vede è un ragazzo, non può avere più di vent’anni, la testa poggiata al muro e i ricci neri che gli ricadono sulla fronte. Indossa un paio di pantaloni di jeans e una camicia bianca, ma qualcosa il lui emana eleganza. I suoi occhi di ghiaccio la scrutano per qualche istante per poi richiudersi. 
“I tuoi genitori sono morti. Non hai amici e vivi in una piccola casa che condividi con un’altra ragazza, spesso vi scambiate i vestiti e questa è una di quelle occasioni. Hai fame di denaro e potere, ma la tua vita non ti permette di averli e quindi cerchi riscatto in questo posto.”
Le parole escono impastate, quasi sussurrate e ad ognuna di esse Irene trasale. Come può sapere tutto di lei, forse la segue? Quando glielo chiede lui risponde: “In qualche modo il mio cervello l’ha dedotto, ma non so dirti come, in questo momento non riesco a stare dietro ai miei pensieri.”
Nelle sue condizioni potrebbe rubargli il portafoglio senza nemmeno doverlo toccare, ma qualcosa la induce ad aiutarlo ad alzarsi per portarlo in una delle camere. Nonostante la sua altezza è talmente magro che è facile posarsi un braccio sulle spalle e sorreggerlo durante il breve tragitto. 
Irene inspira il suo profumo: un misto di sudore e dopobarba. 
“Coricati qui.” Gli intima e lui obbedisce come un cagnolino con il padrone. Solitamente Irene ama sentirsi superiore ai suoi clienti, essere desiderata e poter domare quegli uomini che fuori da lì sono importanti membri della società, ma in questo caso prova un senso di tenerezza. Invece di spogliarsi si corica accanto al ragazzo, la testa poggiata sul braccio.
“Chi sei, uomo dagli occhi di ghiaccio?”
“Mi chiamo Sherlock Holmes.” Risponde lui senza esitazione, anche se prova una sensazione nuova stando così vicino ad una donna. 
Irene gli accarezza la guancia, seguendone il profilo. “Hai degli zigomi così affilati che potrei tagliarmi prendendoti a schiaffi.” 
Il ragazzo non risponde, completamente in balia della droga, o forse di quella donna?
“Cosa ti porta da queste parti, Sherlock?” Pronuncia il suo nome come se si trattasse di un gioiello raro e prezioso. 
“Un caso. Io inseguivo qualcuno, poi non mi ricordo! La mia mente è così confusa!” Il tono è arrabbiato, probabilmente si odia per non essere riuscito a risolvere il suo mistero ed ora è impotente di fronte ad Irene che si mostra completamente padrona della situazione. 
Lei gli percorse il torace con un dito, sussurandogli parole rassicuranti. 
“Adler!” La voce di Marcus li interrompe. “Vieni qui, Adler!” 
Irene si alza dal letto.
“Sherlock riposa, appena posso tonerò da te.” 
Lui annuisce stancamente e con un sorriso sbilenco risponde: “Vai. Realizza i tuoi sogni, so che puoi farlo, sei nata per essere una dominatrice, anzi non una, ma La Dominatrice.”

Quando il suo turno di lavoro giunge al fine corre nella camera, ha una voglia pazzesca di ritornare dal suo Sherlock, hanno così tante cose da dirsi e poi è sicura che insieme potranno realizzare enormi progetti, lui ha una mente così brillante!
I suoi sogni vengono infranti non appena vede il letto vuoto, il lenzuolo stropicciato e nemmeno un biglietto con un numero di telefono. 
Sherlock se ne è andato e lei pensa di averlo perso per sempre, ancora non sa che un giorno si incontreranno di nuovo. Nel frattempo lei serberà il suo ricordo di lui, ma il ragazzo dagli occhi di ghiaccio l’ha cancellata dal suo mind palace perché Irene, in fondo, è un mistero che non è riuscito a risolvere. 

















Ciao a tutti! Torno dopo tempo immemore a ripopolare questo fandom con una storia scritta di getto. Spero che possa piacervi almeno tanto quanto a me è piaciuta scriverla. 
  
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