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Autore: _M4h_    18/05/2019    6 recensioni
Questa è una storia che parla di amore, di speranza e del tempo che passa inesorabile a volte troppo lentamente ed altre davvero troppo in fretta.
Non é stata pensata come seguito della ff “Per Sempre” ma potrebbe benissimo esserlo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wow... chi non muore si rivede !!! ehehehe!!! come promesso la storia avrà il suo finale e ci siamo quasi fanciulle, siamo alla fine. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo!
Ma bando alle ciance e Enjoy…

 
Rin si gettò sul letto stanca morta.
Da quando aveva incontrato i suoi nuovi amici andava a letto sempre all’alba. Dormiva poco, ed in quelle poche ore non riusciva a riposare a causa dei sogni. Avrebbe voluto dormire per un mese intero, purtroppo il suo cervello non era d’accordo infatti non appena Rin chiuse gli occhi si mise nuovamente a sognare.
 
Era in una radura coperta di fiori immersa in un silenzio innaturale interrota solamente dalle risate ed il vociare di alcune donne intente a lavare i panni poco distanti.
Rin si avvicinό al ruscello e disse loro “Buongiorno” le donne si girarono stupite ed una di esse disse “Signorina Rin! Ci.. ci dispiace non volevamo disturbarla.. sappiamo che non dobbiamo avvicinarci alla dimora al di fuori degli orari stabiliti ma stasera c’è la festa del villaggio e volevamo finire in fretta di svolgere le faccende domestiche per poterci preparare in tempo... davvero ci dispiace.. non volevamo causarle disturbo”.
“non preoccupatevi non mi date alcun fastidio. Parlavate di una festa? Cosa festeggiate?” chiese curiosa Rin
“il ritrono dei nostri uomini” disse felice la più giovane delle quattro
“ah! giusto, la guerra, é finita.” esclamό sovrappensiero Rin
“per ora” disse la donna più anziana.
“ma lui non c’é?” chiese indiscreta la più giovane ricevendo uno sguardo di profonda disapprovazione da parte delle altre tre
“Lui? Lui chi?” chiese sinceramente curiosa Rin
“il bellissimo ma crudele demone bianco” rispose timorosa una delle altre donne.
“Ah il Signor Sesshomaru volete dire?” chiese Rin ridendo
“S-Si” dissero in coro le quattro donne
“si, lui é..”
“Qui!” disse una voce profonda alle spalle di Rin, la ragazza si voltò, anche se sapeva perfettamente a chi apparteneva quella voce.
Le donne, dopo un primo mometo d’incertezza, si alzarono in piedi e corsero via a perdifiato, lasciando sul posto i loro vestiti ancora bagnati.
“Sesshomaru, perché le hai spaventate? Ora mi toccherà tornare da loro per scusarmi e rendere loro i vestiti..” disse Rin guardando il suo demone con cipiglio.
Non appena però lui le si avvicinò e la prese tra le sue possenti braccia, fissandola come se fosse la cosa più prezziosa, unica e importante al mondo, uno sguardo che dedicava solo a lei, un enorme sorriso di gioia ed amore illumiunò il viso della ragazza.
 
Tutto scomparve e Rin si ritrovò subito immersa in un buio pesto, poi una luce improvvisa l’accecό. Rin d’istinto chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovό catapultata in un’altra epoca, in un passato ancora più remoto del precedente.
 
Questa volta era in una grotta, era nel corpo di una bambina, non doveva aver più di otto o forse nove anni, era circondata da altri bimbi come lei, dovevano essere più o meno una decina.
Un demone blu con dei grossi occhi rossi e due piccole corna li teneva prigionieri, li voleva sicuramente vendere ad altri demoni. I bambini piangevano impauriti, ma lei non aveva paura, Rin era fiduciosa, sapeva che Lui sarebbe venuto a riprenderla. Quindi si sedette ed aspettò.
Effettivamente qualcuno arrivό a salvarli, ma contrariamente a ciò che la bambina aveva previsto, fu un gruppo di monaci a venire in loro soccorso e a liberarli dalle grifie del demone.
Rin era indispettita, non si sentiva a suo agio con gli umani, cercό di farsi il più piccola e discreta possibile, sperando che i monaci si allontanassero senza notarla e lasciandola al suo destino, ma non fu così.
Volevano portarla via e farla crescere in un villagio, tra gli umani.
No! Lei non voleva, lei voleva stare con il Signor Sesshomaru quindi fece la sola cosa che poteva fare, si dimenό e gridò, gridò con tutte le sue forze, disperata. Sperando che lui la sentisse, sperando che lui venisse a salvarla, ed infine il demone apparve in tutto il suo splendore.
La bambina si sentì sollevata, ma il solievo fu di breve durata, quegli stupidi monaci osarono attaccare il Signor Sesshomaru.
Rin ebbe paura, non per se stessa ma per lui. La bambina era cosciente del fatto che il demone era troppo forte per dei semplici umani e che i loro mantra non avrebbero avuto alcun effetto su di lui, ma sapeva anche che il Signor Sesshomaru non avrebbe mai volontariamente ucciso degli umani, non davanti ai suoi occhi.
Il monaco più anziano, che la teneva tra le braccia, la lasciό andare per la sorpresa. Rin era finalmente libera quindi corse da lui, e il demone parlo “Rin”.
“Dite” disse la bambina, “decidi tu che cosa fare” le disse Sesshomaru e Rin rispose con un grand sorriso “Si!”
Inizio a camminare al fianco del demone ma qualcosa le afferro una mano, lei si girό, era il monaco, il quale le disse “no, aspetta. Sesshomaru é un demone, é un demone, capisci? Una bambina umana non puό stare con uno cosi”
“lasciami andare” gli disse Rin
“No fermati, gli esseri umani e i demoni sono diversi non possono vivere insieme, é cosi. Vieni torniamo indietro!” la suppllicò il monaco, ma Rin aveva ormai preso da tempo la sua decisione, quindi si girò, gli sorrise felice e raggiunse il Signor Sesshomaru lasciando sconvolto e interdetto il vecchio monaco.*
 
Rin si sentì transportare via, si ritrovò nuovamente immersa nel buio più nero, ma fu stupita di scorgere una flebile luce alla fine di quello che sembrava un lungo corridoio. La ragazza si diresse verso la luce ed alla fine del corridoio si ritrovό in una stanza completamente candida e del tutto spoglia, se si eccettuava per quattro foto su tela che decoravano una delle quattro pareti, completamente bianche anch’esse.
Rin si avvicinò e vide che ognuna delle quattro fotografie rapprentava sempre la stessa persona, una ragazza sorridente vestita in yukata colorati, uno più bello e pregiato dell’altro.
E sotto ogni foto vi era una targhetta, ognuna riportava un’annotazione diversa:
“Rin – 1518”, “Rin – 1650”, “Rin – 1775”, “Rin – 1900”.
Rin capì, era lei. La ragazza rappresentata nelle foto era sempre lei in epoche diverse. Com’era possibile?
Passό delicatamente la punta delle dita delicamente sulla prima foto e vide, come in un flashback mentale, la sua morte o meglio, le sue morti. La prima, per colpa dei lupi di Koga, la seconda per colpa del segugio dell'aldilà, la terza per mano di quell’uomo.. come si chiamava? Non lo sapeva.. uno sconosciuto che la segui nella foresta e la uccise un giorno di cinquecento anni prima.
Indietreggiό spaventata e rimase immobile per qualche minuto, poi, prese il coraggio a due mani ed avanzό nuovamente.
Si ritrovo di nuovo davanti alle fotografie e le sfioro una ad una ed ogni volta rivedeva il macabro film della sua morte, corrispondente all’anno indicato sulla fotografia. Quando ebbe finito un nuovo quadro apparve, vuoto questa volta, ma sulla targhetta c’era scritto : “Rin – 2025”.
Tocco il quadro ma non successe nulla, dopotutto quello era il suo futuro, non poteva vederlo, ma era chiaro ciò che l’aspettava. La maledizione senza fine non perdonava. Ed ora ricordava tutto.
 

Rin si svegliό in un sussulto con un fortissimo mal di testa ed una goccia di sangue macchiò le coperte.
Perfetto ora perdeva anche sangue dal naso, ci mancava solo più quello, fece per alzarsi ma un potente capogiro la fece ricadere sul letto.
Riaprì gli occhi qualche minuto più tardi e uscì dalla sua stanza come una furia.
Kohaku nell’altra stanza, svegliato dal rumore causato dalla sua coinquilina, le chiese inquieto “Rin tutto ok? Sei di nuovo caduta dal letto? ma che fai? Che succede? Dove stai andando? Rin rispondi. Rin!” ma la ragazza infilo in fretta e furia il cappotto, le scarpe ed usci di casa sbattendo la porta, senza degnare il suo amico di uno sguardo.
Kohaku provo a chiamarla al cellulare, ma la ragazza non rispose, probabilmente lo aveva lasciato in camera sua. Il ragazzo decise quindi di chiamare sua sorella e la sterminatrice, a suo rischio e pericolo, decise di svegliare Sesshomaru per informarlo dell’accaduto.
Dieci minuti dopo il demone era già pronto per uscire a cercarla, quando senti qualcuno bussare debolmente alla porta. Andò ad aprire e la trovo là, in pigiama, spettinata e con del sangue sul volto. Che diavolo le era capitato?
Rin continuava a guardarlo senza muoversi e senza dire una parola, lo guardava come se lo vedesse per la prima volta e piangendo gli si gettò al collo dicendo :
“Signor Sesshomaru..” 

Continua...
 
* questa parte è un chiaro riferimento all’episodio 32 della sesta stagione di Inuyasha “Sesshomaru per sempre”
 
   
 
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