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Autore: esserre93    19/05/2019    0 recensioni
Jo è una ragazza superstiziosa, Mark il suo amico d'infanzia, ma una nuova conoscenza si abbatterà sul loro equilibrio.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Jo girò la chiave nella serratura ed entrò nel suo appartamento. Dopo la giornata trascorsa in ufficio aveva deciso di tornare a casa per poi andare al parco per una corsa. Non era solita fare jogging, ma aver conosciuto Sasha le aveva insinuato nella testa non pochi pensieri, così si cambiò, infilò gli auricolari e una volta raggiunto il parco poco distante da casa sua, iniziò la sua attività. Mentre correva ripensò a quello che era accaduto quella mattina e alle emozioni che aveva provato. Non le era mai successa una cosa del genere, se non per il suo ex e pochi altri ragazzi. Possibile che all’età di 27 anni potesse accaderle tutto quello?
La suoneria del telefono la distrasse da quei pensieri, Mark la stava chiamando. Non le aveva più raccontato di Sasha, non per vergogna, ma perché non sapeva cosa dirgli realmente.
Ciao Mark”
“Disturbo?”
“No affatto, sono a fare jogging”
“Tu che corri? Ma cosa ti succede oggi?”
“Nulla, avevo bisogno di distrarmi”
“Distrarti da quello che è successo stamattina? Ancora non mi hai raccontato niente e non ho intenzione di desistere”
La ragazza sapeva quanto fosse testardo il suo amico e sapeva anche che prima o poi gli avrebbe dovuto dire tutto.
Posso richiamarti più tardi? Così ne parliamo più tranquillamente”
“Va bene, a dopo”
 Jo riagganciò e ricominciò la sua corsa. Il parco era semi deserto, a quell’ora non ci era mai stata e si stava bene.
Circa mezz’ora dopo tornò a casa e dopo una lunga doccia decise di richiamare Mark, gli avrebbe spiegato tutto.
Sono tutt’orecchi”
“Prometti che non mi prenderai in giro?”
“Lo prometto”
“Stamattina al bar ho incontrato una ragazza, Sasha e mi piace molto. In realtà non so bene cosa mi stia accadendo, ma da quando l’ho conosciuta non riesco a smettere di pensare a lei”
“Wow non l’ho mai sentita nominare però”
“Ieri è stato il suo primo giorno, è una giornalista sportiva”
“E come mai sei andata a correre?”
“Perché sono confusa, non mi è mai successa una cosa del genere e non so cosa pensare”
“Non pensare a nulla, prendi ciò che ti viene dato. Non stai uccidendo nessuno e se questa ragazza ti piacerà davvero saprà dirtelo solo il tempo”
“Non so neanche se lei pensa le stesse cose di me. Forse sto montando solo un castello di sabbia”

“Domani non appena arrivi cercala e se sarà solo un castello di sabbia lo capirai immediatamente”
I due rimasero al telefono ancora qualche minuto prima di salutarsi. Jo avrebbe seguito il consiglio di Mark, d’altronde non le rimaneva molto altro da fare.
 
Il giorno dopo, non appena Jo entrò nell’atrio della redazione, si incamminò verso l’ascensore e si guardò intorno alla ricerca della ragazza bionda. Quando si rese conto che non ci fosse, decise di andare agli uffici adiacenti al suo per capire se fosse arrivata. In ascensore si guardò alla parete specchiata e decise che non era tanto male, i suoi lisci capelli castani erano in ordine, agli occhi portava un filo di matita e per quel giorno aveva optato per una camicia e un gilet. Si sistemò la tracolla sulla spalla destra e non appena le porte dell’ascensore si aprirono si incamminò nel corridoio. La ragazza superò il suo ufficio e non appena girò l’angolo, in lontananza vide proprio Sasha; la vide portare, con la mano destra, un ciuffo biondo dietro l’orecchio. La bionda stava parlando con un ragazzo, probabilmente suo collega. Non appena però quest’ultimo poggiò una mano sul braccio della ragazza, Jo si diede della stupida e decise di tornare nel suo ufficio “Stupida, stupida, stupida, cos’avevi in mente di fare?”
Ehi, Jo!”
La ragazza si sentì chiamare, ma decise di non voltarsi, non aveva nessuna intenzione di fare la figura della quindicenne.
“Jo”, Sasha riuscì a raggiungere la ragazza e la prese per un braccio
Dimmi”
“Perché scappi?”
“Devo andare a lavorare”
“Però eri venuta da me, avevi bisogno di qualcosa?”
“No, ero venuta solo a salutarti, ma eri già impegnata”
“Thomas mi stava raccontando come fosse andato il suo viaggio di nozze”
In quel momento Jo diventò rossa dall’imbarazzo e non riuscì a nasconderlo
Dimmi la verità, pensavi stessimo flirtando eh?
“Si”
“Per questo hai fatto finta di non sentirmi?”
A quella domanda Jo ripose semplicemente annuendo, l’imbarazzo era troppo per poter dire qualsiasi altra parola.
Sciocchina” Sasha le strofinò una mano sulla testa e Jo riuscì ad abbozzare un sorriso “Ora devo andare, però ci vediamo alla stessa ora di ieri al bar?”
“Va bene, a dopo”
Jo diede le spalle alla bionda e si avvicinò al suo ufficio dove la stava già aspettando Mark.
Lasciamo perdere, vorrei sprofondare, mi avrà presa per una cretina”
“Perché? Non le piaci?”
“Non è questo, mi ha invitata al bar più tardi, ma ho fatto una semi scenata di gelosia”
A quelle parole Mark scoppiò in una risata e Jo, con lo sguardo rivolto verso il basso, si diresse verso la sua scrivania. Quella mattina avrebbe dovuto fare una ricerca riguardo una partita di Hockey disputata la sera prima. Iniziò e scoprì che la squadra di casa aveva vinto. “Sasha saprebbe sicuramente cosa scrivere”, la ragazza si ritrovò a ripensare alla bionda ed alle sue doti di scrittura. Non aveva mai letto un suo articolo, non sapeva se prima di allora avesse lavorato e per quale giornale.
“Ehi Mark, puoi darmi la copia del giornale di stamattina per favore?”
Il suo amico spuntò da dietro il monitor del suo computer e le porse il giornale
“Cosa devi farci?”
“Sasha ha iniziato ieri a lavorare, quindi penso che un suo articolo possa essere uscito stamattina”
“Quando hai fatto passalo anche a me”
La ragazza iniziò a sfogliare e quando arrivò alle notizie sportive il suo sguardo venne catturato proprio dal nome di Sasha; McQueen era il suo cognome, le avevano affidato un articolo sul golf.
Eccolo Mark, caspita, è riuscita a far sembrare bello anche uno sport noioso come il golf”
“Allora è davvero brava, chissà dove ha studiato”
“Più tardi glielo chiedo”
Jo passò il giornale al suo amico e si rimise al lavoro, decise di finire prima della pausa pranzo, così avrebbe potuto invitare la bionda per il pranzo.      
 
L’ora dell’appuntamento arrivò e Jo decise di incamminarsi verso il bar. Era terribilmente agitata, non si era ancora ripresa dalla brutta figura di quella mattina e sperava che Sasha l’avesse rimossa dalla sua mente.
Non appena arrivò a destinazione, trovò la bionda ad aspettarla ad un tavolo in fondo alla stanza, era tra quelli più appartati
“Ti da fastidio metterci qua? Non mi va di parlare davanti le altre persone”
“No va benissimo. Cosa prendi? Così vado ad ordinare”
“Ho già fatto io”
“Grazie”
Jo si sedette di fronte alla ragazza, ma non riuscì a guardarla negli occhi
“Ho già dimenticato quello che è successo stamattina, ma forse io al tuo posto avrei fatto la stessa cosa”
“Ne dubito, ma grazie per il conforto”
“Mi parli un po' di te?”
“Cosa vorresti sapere?”
“Qualsiasi cosa, sono curiosa”
“Sono di qui, sono cresciuta in una famiglia in cui non mi hanno mai fatto mancare nulla e mi sento molto fortunata per questo, sono figlia unica e scrivere è tutto ciò che amo, tu invece?”
“Io mi sono trasferita da poco, sono di Philadelphia, sono cresciuta con i miei nonni, i miei genitori non li ho mai conosciuti e anche io amo scrivere, non farei nient’altro nella vita”
“Mi dispiace, cosa è successo ai tuoi?”
“Se la sono data a gambe, ma non preoccuparti, sto bene così”
Nel frattempo il cameriere portò i loro ordini e Jo sorseggiò il suo the verde. Sasha fece la stessa cosa, per poi riposare il bicchiere sul tavolo.
“Perché mi guardi?”
“Perché stavo ripensando al tuo viso imbarazzato di stamattina, era tenerissima”
“Non avevi detto di averlo dimenticato?”
“Piccola bugia, penso di non poterlo mai dimenticare”
“Ho fatto la figura della patetica”
“Invece no, sai che ieri non ho fatto altro che pensarti? Sei indubbiamente bella e penso che sia impossibile che a qualcuno tu non piaccia”
“Grazie, ma non sono così perfetta”
“E chi lo è?

“Comunque anche io ti ho pensata e questo mi ha mandata in confusione, non mi era mai successo”
“Davvero?”
“Si”
“Io non ti chiedo nulla, solo di passare del tempo insieme, poi il tempo ci farà capire di più”
“Il mio amico ha detto la stessa cosa”
“Vedi? Allora ci stai?”
“Ci sto, ti va di pranzare insieme? Io ho finito di lavorare e dovrò tornare direttamente dopo la pausa pranzo”
“Io devo finire un articolo, mi dispiace, se l’avessi saputo avrei fatto più in fretta anche io”
“Non preoccuparti, faremo per un’altra volta. Comunque ho letto il tuo articolo e sei bravissima”
“Grazie, pensavo non ti piacesse lo sport”
“Infatti è così, ma ero curiosa di leggerti”
“Anche io ti ho letta”
“Non sono brava come te, penso che il mio odio per lo sport si veda nei miei articoli”
“Non è vero, devi solo metterci più convinzione in quello che fai e non devi pensare al fatto che vorresti scrivere tutt’altro”
“Lo so, ci provo da tre anni ormai e penso che sia questo il motivo per cui il capo non mi faccia fare ciò che vorrei”
“Lo penso anche io, se vuoi qualche sera andiamo a vedere una partita, non è così male come credi”

“Ci proverò. Ora vai, altrimenti farai tardi”
“Mi prometti che ci rivedremo?”
“Te lo prometto”
Jo rimase seduta al tavolo e vide Sasha scomparire dietro la porta dell’ascensore.
Quella ragazza le avrebbe fatto perdere la testa.
 
   
 
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