Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: EdelSky    19/05/2019    3 recensioni
Lucy è una studentessa che vive nella città di Fiore, dove frequenta l’università.
Si è appena trasferita in nuovo condominio, nel quale avrà modo di conoscere un vicino di casa davvero interessante che le scombussolerà la vita.
Spero vogliate scoprire insieme a me cosa succederà!
Il pairing principale sarà NaLu, ma ci saranno anche di contorno le altre coppie.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gajeel/Levy, Gerard/Erza, Gray/Juvia, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 3 - Pessima idea

 

 

 

- Sting ti prego esci da questo cavolo di bagno che serve a me! - urlai da dietro la porta del bagno picchiando forte con la mano; gli ospiti stavano per arrivare e quel deficiente del mio ragazzo era chiuso in bagno da quello che per me era già decisamente troppo tempo

 

- scusa amore adesso esco -

 

- Sarà meglio se non vuoi che ti ammazzi definitivamente oggi -

 

- ma non mi avevi perdonato? - mi domandò sbucando con il viso dalla porta scorrevole e guardandomi con fare esageratamente afflitto

 

- sono sempre in tempo a cambiare idea - sbuffai - sopratutto se non ti levi dalle scatole - 

 

Sting fece un'espressione fintamente impaurita e dopo avermi scoccato un bacio sulle labbra si allontanò dal bagno con le mani in alto in segno di resa, se non altro aveva fatto la mossa giusta.

 

Mi catapultai dentro a lavarmi i denti e a cercare di sistemare i capelli che avevo inutilmente tentato di fare mossi e che invece ricadevano piegati in modo bizzarro e angolato sulle mie spalle.

Potevo essere più negata di così? Avevo cercato di sfruttare la tecnica che aveva provato ad insegnarmi Juvia, ma era stato tutto inutile, i boccoli perfetti che uscivano a lei dopo una veloce passata di ferro caldo per me erano solo un miraggio lontano.

Li tirai di nuovo dritti con il phon e la spazzola, o almeno ci provai, e quando vidi che non c'era verso di sistemare il disastro che avevo combinato con l'arricciacapelli optai per una bella coda  alta e mi arresi al loro volere.

 

Uscita dal bagno trovai Levy intenta a preparare lo spritz in una grande caraffa di vetro con Gajille che le forniva assistenza indicandole le quantità, a suo parere, più adatte per ottenere un'ottima riuscita.

Mi soffermai sulla figura asciutta e soda della mia amica, fasciata da un bellissimo vestito blu notte, quando lo sguardo mi cadde sulle scarpe; quella maledetta si era anche messa i tacchi! 

Io rispetto a lei ero vestita totalmente casual, scarpe da ginnastica bianche con Jeans grigio fumo a vita alta e una canotta bianca scollata, con l’obiettivo di dare un po' di luce mi ero messa una collana dorata come gli orecchini che portavo da quella mattina.

 

Feci per aprire bocca per insultarla, avevamo detto serata tranquilla e lei si era messa tutta in tiro, quando il campanello suonò decretando ufficialmente la fine dei miei dubbi su vestiario e capelli; il tempo era finito, pazienza.

 

- vado io - avvisai gli altri accertandomi di guardare Levy in cagnesco mentre mi dirigevo alla porta - chi è? - domandai al citofono 

 

- Erza! -

 

Aprii il portone premendo a caso sui vari tasti dell'apparecchio e abbassai la maniglia della porta spalancandola in trepidante attesa.

Non poteva essere che lei, tra tutte le miei amiche era l'unica ad essere puntuale sempre e comunque.

Saltellai sul posto aspettando di vederla comparire; ogni volta che invitavamo gente a casa io andavo sempre in agitazione, un'agitazione buona e positiva si intende, che mi lasciava sempre su di giri.

 

Tuttavia la mia euforia si spense quando vidi la mia amica salire le scale accompagnata da due ragazzi: uno non avevo nemmeno idea di chi fosse, ma l'altro lo conoscevo fin troppo bene e tutto mi sarei aspettata fuorché vederlo lì.

Lo sguardo di Erza puntato nel mio era preoccupato, aveva già capito che avrebbe avuto diverse cose da spiegarmi, e avrebbe fatto bene a farlo alla svelta.

Io dal canto mio ero semplicemente sconvolta, sperai vivamente che non riuscissero a leggere lo stupore sul mio viso. 

 

- Ciao! prego accomodatevi - li invitai ad entrare con cordialità, ma con tono più freddo di quanto volessi, facendomi da parte per farli passare. Le presentazioni era meglio farle dentro casa. Cercai di tenere lo sguardo il più lontano possibile dal ragazzo con i capelli blu, ma mi riuscì molto difficile.

 

- Erza!!! Ciao! - la salutò Levy felice abbracciandola, scostandosi poi leggermente per dare un'occhiata incuriosita agli altri due ragazzi.

 

Gajille come me invece era rimasto a dir poco sconvolto dal loro ingresso, impietrito si voltò a guardarmi sgranando gli occhi, e capii che era sorpreso quanto me e probabilmente si era posto la mia stessa esatta domanda: che cazzo ci faceva un nostro professore del liceo lì?

 

La tensione si spezzò quando arrivò anche Sting che fino a poco prima era rimasto in stanza, portava una camicia Oxford azzurra con qualche bottone slacciato, gli donava molto.

 

- Erza! Eri tu quindi! Dovevo aspettarmelo in effetti - la salutò sorridente 

 

- Solo perché solo l'unica puntuale di tutto il gruppo! - gli rispose lei con un sorriso appena accennato dandogli due baci sulle guance, si notava che era ancora molto agitata

 

- pensi di presentarci i tuoi amici adesso? Ci fai passare tutti per dei maleducati se no! - mi intromisi impaziente nel tentativo di salvare l'apparenza.

 

Strinsi la mano ai due ragazzi in sua compagnia, il castano che non avevo mai visto si chiamava Erik, soprannominato a suo dire da tutti quanti "Cobra", pare che avesse una passione per i serpenti e ne possedesse addirittura uno.

Non avevo idea se fosse facile addomesticare un serpente, o se si potesse proprio fare, ma finché non mi parlava di ragni tutto andava bene.

 

Viceversa il ragazzo con i capelli blu e il particolare tatuaggio rosso sul viso a contornargli l'occhio si presentò come Gerard, e benché sia io che Gajille già lo conoscessimo decidemmo comunque di far finta di nulla, sopratutto visto che la rossa lo aveva annunciato come il suo ragazzo; non volevamo metterli in difficoltà.

 

La mia vecchia scuola era un istituto privato piuttosto grande che aveva al suo interno le medie, e i tre indirizzi di liceo.

Io e Gajille eravamo nella stessa classe allo scientifico, Erza era anche lei nella nostra stessa scuola, ad un corridoio di distanza da noi, al linguistico.

Levy da brava bastian contraria era proprio in una scuola diversa.

Il ragazzo dai capelli blu che avevamo davanti, era il famosissimo professore di Francese arrivato quando noi eravamo ormai a metà del quarto anno.

Benché non insegnasse al nostro indirizzo, dato che ovviamente non studiavamo francese, era comunque famoso per essere molto giovane, in particolare modo se paragonato agli altri docenti, e molto attraente. Il fatto che avesse quello strano tatuaggio poi era stato più volte argomento di dibattiti e discussioni tra i vari studenti; alcuni lo definivano un semplice tatuaggio, altri dicevano che fosse un marchio di qualche potente club mafioso, altri una voglia che aveva dalla nascita, qualcuno sosteneva l'avesse fatto da ubriaco e altri ancora dicevano che fosse un segno di una famosa dinastia dal nome sconosciuto.

Se ne parlò tanto, ma nessuno effettivamente seppe mai la verità dietro quelle storie più disparate.

 

In ogni caso il suo arrivo in quella scuola aveva fatto andare gli studenti in fermento, un sacco di ragazzine si erano innamorate di lui e giravano tanti pettegolezzi tante quante erano state le storie sul suo tatuaggio, alcuni davvero esagerati.

Mi era giunta addirittura voce che avesse una relazione segreta con una studentessa della sua classe, ma onestamente non avevo dato molto adito al vociare molesto della gente. A pensarci ora almeno il dubbio me lo sarei dovuto far venire.

 

Lo sguardo di Erza solitamente tagliente e affilato adesso era addolcito e ci guardava con riconoscenza, probabilmente non avrebbe voluto affrontare davanti a troppe persone la situazione spinosa del " il mio fidanzato è il mio ex professore del liceo" e onestamente questo lo capivo.

 

Ero rimasta in silenzio a riflettere tra me e me sistemando prima delle patatine nelle ciotole, poi delle bottiglie sul tavolo, mentre ascoltavo distrattamente i racconti sul serpente di Erik quando il campanello suonò nuovamente salvandomi dal sapere che tipo di topolino avesse mangiato quella mattina il suo amico rettile.

 

Il trillare continuo del campanello in una copia del motivetto "copa la vecia col flit" mi fece ridere e capire immediatamente chi sarebbe stata la prossima ospite.

Solo Juvia citofonava sempre in quel modo, quindi andai ad aprire senza nemmeno chiedere chi fosse e mi appostai alla porta in attesa che salisse.

 

La vidi comparire sulle scale insieme a Lisanna, e le accolsi con uno dei miei migliori sorrisi.

Abbracciai Lisanna come ero solita fare e dondolammo insieme sul posto felici di vederci, poi provai ad abbracciare Juvia, ma come sempre lei mi respinse con un'espressione disgustata che mi fece ridere.

Allora mi battei sul petto con la mano per poi fare il nostro tipico segno di saluto con le dita a formare una V di vittoria: era il nostro modo di salutarci dato che Juvia, diversamente da me, odiava il contatto fisico.

Questo suo cruccio era il divertimento principale mio e di Lisanna, che ci deliziavamo nel romperle le scatole nelle maniere più disparate, sicuramente Juvia non aveva un carattere facile, era timida, introversa e all'apparenza molto scontrosa, ma una volta conosciuta bene era semplice rendersi conto di che persona splendida fosse in realtà.

 

- allora dov'è la birra? - mi domandò la blu ancora ferma sull'uscio della porta 

 

- pronta sul tavolo per essere bevuta da lei signorina - le risposi con finta reverenza spostandomi per farle passare e lei ridacchiando replicò con un - molto bene - prima di entrare

 

- sempre la solita - sbuffò sconsolata Lisanna entrando subito dopo di lei raggiungendo gli altri in salotto e unendosi ai vari saluti e presentazioni.

 

 

 

 

Pessima idea, dare una festa era stata una grande pessima idea.

Il campanello era suonato tante altre volte, facendo sì che la nostra casa venisse letteralmente invasa da uno sciame di persone, qualcuna a me anche sconosciuta.

Come memo per il futuro avrei dovuto smettere di dire agli amici che erano liberi di portare i loro +1, +2 o più +3 che fosse.

Saremo state più di una ventina di persone, che per carità, non saranno tantissime, ma in una casa di neanche 60 metri quadri ( contando bagni e camere da letto quindi non agibili ) erano più che sufficienti a creare il caos.

 

Mi guardai intorno con la sensazione che tutto si muovesse a rallentatore, posai lo sguardo sulla piantana bianca, solitamente posizionata a fianco del divano; era appena stata urtata dal “ ragazzo serpente”  mezzo ubriaco e ora stava lentamente scivolando verso il suolo.

Destata dall'avvenimento mi mossi rapida scattando in avanti nella speranza di afferrarla in tempo, immaginandomi già il paralume schiacciato e deformato a terra.

Quando mi resi conto che non ce l'avrei mai fatta, chiusi gli occhi restando con i muscoli tesi, arrendendomi in attesa di sentire il tonfo.

A volte era meglio non vedere.

 

- salvata in extremis - una voce mi costrinse a riaprire gli occhi, e vidi un ragazzo con i capelli corvini di una bellezza disarmante fissarmi con la lampada in mano per poi gentilmente posizionarla al suo posto.

 

Ero certa di non averlo mai visto prima, anche perché me ne sarei sicuramente ricordata, ma aveva qualcosa di familiare che non riuscivo a collocare in nessun modo.

Rimasi interdetta ad osservarlo, catturata dal suo sguardo senza riuscire a dire niente.

 

- a questo punto mi sarei aspettato un grazie - commentò sollevando un sopracciglio 

 

- oh mio dio, scusami! Mi ero imbambolata, grazie mille! La mia lampada è salva solo grazie a te! - congiunsi le mani in segno di preghiera cercando di fargli capire quanto avessi apprezzato il gesto e lo vidi ridere, e anche il suo sorriso mi ricordava qualcosa di già visto.

 

- yo lucy! - un braccio mi circondò le spalle mentre la voce di Natsu, che ormai ero in grado di riconoscere senza alcun problema, mi risuonava nell'orecchio.

 

Mi voltai a guardarlo con le labbra automaticamente schiuse in un grande sorriso, e finalmente capii chi mi ricordava il ragazzo che avevo di fronte: mi ricordava proprio Natsu.

 

- Natsu! Ciao! Sei arrivato quindi - mi strinsi leggermente e involontariamente a lui sotto il suo braccio - c'è talmente tanto casino che ormai il campanello non si sente più! - 

 

- ci ha aperto una ragazza con i capelli argentati e corti! - fece spallucce - comunque vedo che hai incontrato mio fratello - mi disse lasciandomi la spalla per mettere la mano su quella del fratello.

Sentii una parvenza di freddo quando si allontanò da me. 

 

Scorsi con lo sguardo la figura del rosato elettrizzata, per poi voltarmi sorridente verso il corvino  - si, mi sarei anche presentata se non ci avessi interrotti - lo stuzzicai, oltretutto non volevo certo che suo fratello pensasse che fossi una cafona senza un minimo di educazione.

 

- Mi chiamo Zeref, Zeref Dragneel - mi tese la mano che strinsi con vigore - Lucy Heartphilia -

 

Chiacchierammo un po' tutti e tre e scoprii che Zeref oltre ad essere il fratello di Natsu era anche il suo coinquilino e compagno di stanza, era più grande di due anni rispetto al rosato e me, che a quanto pare avevamo la stessa età. Era laureato in filosofia e in quel periodo era impegnato in un dottorato all'università sulla storia della filosofia morale.

Evitai accuratamente di fare troppe domande visto che la mia conoscenza di filosofia risaliva a più di sei anni prima con i filosofi malamente studiati tra i banchi di scuola.

 

Finalmente ebbi anche la fortuna di scoprire cosa faceva Natsu, era uno studente di veterinaria, sempre alla fairy tail University di Fiore, ed entro marzo o giugno al più tardi si sarebbe laureato. 

Mi raccontò che al liceo aveva perso il suo Akita per un problema medico a causa di un veterinario totalmente incompetente e allora avevo dedotto che probabilmente quella fosse una delle ragioni che l'aveva portato a scegliere veterinaria. Mi ero rattristata un momento e lui mi aveva fatto un gentile buffetto sulla testa.

Avevamo continuato poi a ridere e scherzare ed ero talmente presa da lui, da Zeref, dalla conversazione, dal suo sorriso, i suoi occhi, che non mi accorsi nemmeno che Sting ci aveva raggiunti finché non mi ritrovai la schiena poggiata al suo petto e le sue braccia attorno al collo che mi cingevano da dietro.

 

In quel momento quel contatto mi diede fastidio, e mi scostai imbarazzata senza neanche rendermene conto, ritrovandomi poi senza volere a guardare con ansia il rosato che fece passare lo sguardo su di me e poi su Sting con un espressione indecifrabile in volto.

 

- amore - marcò bene la parola - non mi presenti i tuoi amici? - mi chiese Sting con una vena di irritazione nella voce

 

Dovevo ripigliarmi. Sting era il mio ragazzo, la reazione che avevo avuto non aveva alcun senso ne spiegazione.

Sorrisi incerta guardando il biondino di sottecchi, gli leggevo in faccia il nervosismo.

Era sempre stato un ragazzo incredibilmente geloso.

 

- certo, Ragazzi questo è Sting - iniziai la presentazione scostandomi un po' di lato in modo lasciare più spazio tra tutti noi - Sting, loro sono Natsu e suo fratello Zeref - continuai indicandoglieli con un gesto della mano - i miei vicini di casa -

 

Zeref si mosse per primo rompendo la tensione e porgendo la mano come aveva fatto in precedenza con me - abitiamo al piano di sopra - gli spiegò poi mentre Sting gliela stringeva 

 

- non mi avevi mai parlato di loro - si rivolse a me Sting con tono lievemente accusatore mentre stringeva la mano anche a Natsu 

 

- Zeref l'ho conosciuto sta sera - cercai di giustificarmi in qualche modo - e comunque non ti devo mica dire ogni singola e minima cosa che mi succede - continuai cercando di coprire il moto di irritazione che stava prendendo la mia voce 

 

- posso sapere per quale ragione ti stai agitando? - mi fulminò di rimando con lo sguardo 

 

- non mi sto agitando - replicai secca

 

- comunque noi andiamo a prenderci qualcosa da bere - si intromise il rosato leggermente a disagio per la situazione che si era venuta a creare lanciandomi un'occhiata che nuovamente non riuscii a capire - poi magari ti presentiamo anche Gray, che è l'altro nostro coinquilino, è stato un piacere Sting - e detto ciò con un lieve cenno della mano si allontanò afferrando il fratello per il polso trascinandoselo dietro e io non feci neanche a tempo a rispondergli.

 

- complimenti, bella figura di merda abbiamo fatto - sbottai incazzata 

 

- ma chissene frega di quelli lì -

 

- a me frega - dissi guardandolo truce - sono i miei vicini di casa, sono gentili e simpatici, non capisco perché tu debba sempre reagire in quel modo - 

 

- forse se tu non avessi fatto per tutto il tempo la civetta con quel deficiente dai capelli rosa non mi avrebbe dato così fastidio -

 

- sono semplicemente stata gentile! GENTILE, conosci il significato del termine? - alzai leggermente la voce senza volerlo 

 

- ah adesso flirtare si chiama essere gentili, capisco -

 

- per te parlare con qualsiasi figura maschile che non sia te stesso è flirtare -

 

- dio quanto mi fai incazzare - disse prima di tirare un pugno al muro.

 

Scena vista e rivista tante di quelle volte che ormai avevo perso il conto.

Tutte le volte che Sting si arrabbiava per qualcosa la sua reazione era sempre la stessa: tirare un pugno.

Poteva essere il muro, il letto, un tavolo, ma colpiva sempre qualcosa cercando di scaricare la tensione.

Per fortuna non aveva ancora mai colpito nessun essere umano!

 

Lo guardai scocciata - bravo continua pure a fare scenate per niente, come sempre! Vado a prendermi qualcosa da bere anche io, intanto vedi di darti una calmata. -  gli dissi a denti stretti prima di andarmene.

 

Mi allontanai senza aspettare di sentire una risposta, grazie a dio la musica di sottofondo era abbastanza alta da esser riuscita a far passare quasi inosservata la patetica scenetta tra me e Sting.

Lo vidi con la coda dell'occhio fare un'espressione affranta e dirigersi nella mia camera da letto, dedussi che aveva bisogno di tempo da solo per sbollire; in ogni caso non avevo nessuna intenzione di seguirlo.

 

- tutto ok lucy? - mi sentii prendere per il braccio mentre cercavo di raggiungere il cucinotto per versarmi qualcosa da bere

 

- più o meno si - sorrisi a Lisanna cercando di rassicurarla senza volerne però parlare - Juvia? -

 

Lei mi guardò sorniona e mi fece segno con la testa di guardare in una certa direzione, seguii con gli occhi il suo sguardo e vidi Juvia messe alle strette da un ragazzo dai capelli scuri che non avevo mai visto.

Scoppiai a ridere.

Juvia era la persona meno indicata con cui provarci a una festa, l'avevo vista rifiutare malamente tanti di quei ragazzi che ormai era diventata routine.

Alcuni, quando si andava a ballare non li faceva nemmeno avvicinare, li fermava con un semplice gesto della mano e un'occhiata di ghiaccio. A quanto pare erano gesti davvero efficaci dato che quasi nessuno aveva avuto il coraggio di svalicare quel muro invisibile che lei alzava.

Mi ero spesso chiesta se avesse mai avuto un ragazzo, perché da quando ci conoscevamo non era mai uscita con nessuno, mai, ed eravamo amiche da almeno cinque anni.

Non avevo comunque avuto modo di chiederglielo, era come se con lei questo fosse un argomento totalmente tabù.

 

- chi è il malcapitato ? - domandai all'Argentea che se la rideva sommessamente di fronte a me 

 

- l'abbiamo conosciuto prima, un certo Gray, è arrivato insieme a due ragazzi bellissimi! - 

 

- ah deve essere il terzo coinquilino di Natsu - ragionai ad alta voce 

 

- si credo! Non è il tipo con i capelli rosa con cui stavi parlando prima? Come l'hai conosciuto? -

 

- abita in questo palazzo - risposi velocemente 

 

- sai se è impegnato? - mi domandò con espressione furba 

 

Il suo interesse verso Natsu non mi piacque per niente. Feci vagare rapidamente i miei occhi per la stanza cercandolo e lo vidi chiacchierare con Gajille e Levy mentre ogni tanto sorseggiava da un bicchiere di vino.

 

- non ne ho idea. - le risposi con tono non volutamente seccato

 

- capisco.. -  lisanna chinò la testa leggermente dispiaciuta, dovevo essere stata più brusca di quanto avevo pensato in quella risposta 

 

- scusami - mi affrettai a dire - ho litigato con Sting e ho le scatole girate! Perché non provi a scoprirlo? - le proposi mentre una parte nascosta di me si auto malediceva.

 

- perché no! Ho il tuo supporto amica mia? -

 

- certo, guarda che Figo che è! - mi sforzai in un sorriso incoraggiante, dopotutto ero fidanzata e amavo il mio ragazzo, quelle pretese assurde che la mia testa aveva messo in moto nei confronti di un ragazzo quasi sconosciuto dovevano avere fine, e anche nell'immediato. 

 

- andiamo allora! Presentamelo come si deve! - 

 

Lisanna totalmente entusiasta mi prese a braccetto e mi trascinò verso di lui, ingoiai il rospo e mi preparai mentalmente a dare man forte alla mia amica, non vi erano ragioni per fare altrimenti.

Lei era una delle mie più care amiche, era single, lui era un bravo ragazzo ( per di più molto carino ), io ero fidanzata; non c'era altro da aggiungere.

 

 

 

 

 

Espirai profondamente, era stata una serata alquanto difficile per la mia persona.

Buttai un'altra bottiglia di vino vuota dentro al sacco nero della spazzatura che andò a posarsi sul fondo con il classico rumore del vetro che si scontra con altro vetro.

Strinsi gli occhi, quel suono fastidioso non aiutava il mal di testa che mi era venuto. 

Gajille e Levy erano già andati a letto, mi ero offerta di pulire anche per loro dato che la festa era in loro onore, sembrava un gesto totalmente altruista, ma la realtà era che in quel momento non avevo gran voglia di chiacchierare.

 

Continuai la rassegna delle bottiglie vuote in modo distratto, Sting era nel cucinotto che lavava silenziosamente i banconi già sgomberati, si erano fatti tutti appiccicosi a causa dell'alcool e del cibo cadutoticisi sopra.

Avevamo già fatto pace, se così volevamo chiamarla; lui si era scusato per la sua reazione, io per la mia, poi gli avevo detto che non aveva nulla di cui preoccuparsi visto che avevo passato metà serata a fare da supporto a Lisanna nella sua conquista per il rosato.

Notizia alla quale l'avevo visto decisamente sollevato.

 

Eravamo rimasti d'accordo con i fratelli Dragneel e gli altri per andare tutti al cinema insieme la settimana che sarebbe venuta a vedere l’ultimo film degli avengers appena uscito e quindi ci eravamo reciprocamente scambiati tutti quanti i numeri in modo da tenerci aggiornati e riuscire ad organizzarci.

 

Quando avevo scambiato il mio telefono con quello di Natsu ( per scriverci i numeri a vicenda ) e le nostre dita si erano sfiorate mi aveva assalita una strana malinconia, per la quale avevo dato colpa all'alcool.

Lui mi aveva fissata per un momento che a me era parso di indecifrabile lunghezza, ma che probabilmente era durato mezza frazione di secondo, e come sempre non ero riuscita a cogliere cosa stesse pensando.

 

Ero brava a capire le persone, o almeno credevo di esserlo, con Sting era sempre stato così facile capire cosa pensasse e provasse che non riuscirci minimamente con Natsu mi irritava e attirava al tempo stesso.

 

Chiusi i fiocchetti gialli del sacco della spazzatura e lo poggiai vicino alla porta, raggiunsi Sting e gli rubai una pezza dal lavandino per pulire anche il tavolo del salotto e terminare così il rito di pulizia.

Mancava solo l'aspirapolvere, ma almeno quello l'avrei fatto fare a Levy il giorno dopo.

 

Una volta finito, mi struccai, misi il pigiama e infilai sotto le coperte, Sting era ancora in bagno, quindi ne approfittai per cazzeggiare un po' al cellulare.

 

Trovai il messaggio di Mavis 

 

- Lucy! Spero la festa sia andata bene, mi è dispiaciuto tantissimo non esserci sta sera, domani chiamami che voglio gli aggiornamenti! 😏  notte 🌙

 

Le risposi rapidamente che l'avrei chiamata l'indomani e che mi era mancata, e mi apprestai a scrivere anche un messaggio ad Erza, quella maledetta mi era sfuggita ed era andata via con Gerard piuttosto presto ( lasciando qui quel pazzo di Erik ) quindi non avevamo avuto modo di parlare minimamente.

 

- Erza. Non pensare di sfuggirmi ancora a lungo, domani vedi di chiamarmi che mi devi giusto spiegare una o due cosette! Tanti baci 😇

 

Risi da sola per la mia cretinaggine e mandai il messaggio.

Il sonno e la stanchezza iniziarono a farsi sentire, sbadigliai poggiando distrattamente il telefono sul comodino e presi sonno prima che Sting mi raggiungesse.

Quella notte sognai Natsu.

 

 

~L'angolino di Edel ~ 

Buonasera!

Eccomi con il nuovo capitolo, sono successe un po' di cose.

Erza si è presentata con il suo ex professore del liceo, Lucy ha conosciuto e scoperto chi sono i coinquilini di Natsu, si è scontrata con Sting e ora si ritrova a dover supportare l'interesse di Lisanna per il rosato ( che non può ancora ammettere, ma dai, è palese che un po' la stuzzichi!!!!).

Beh beh beh, mi diverte tantissimo commentare con voi, mi piace leggere che idee avete e cosa pensate che succederà in futuro! Anche perché avete opinioni sempre diverse 😂

Cosa pensate che accadrà? Che ne pensate di questa benedetta serata?

Attendo come sempre le vostre opinioni, a cui tengo molto!

Purtroppo ancora non può succedere chissà che cosa, siamo all'inzio quindi serve tempo al tempo!

A presto!

Con amore.

Edel ❣️

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: EdelSky