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Autore: EleWar    22/05/2019    5 recensioni
"No Sugar, non ne ho mai avuto uno anche perché per me i tatuaggi sono un po’ come i legami…sanno di ‘per sempre’"
Che significato può avere un tatuaggio?
Ecco un'altra storiella per voi, spero che vi piaccia ^_^
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ed eccoci al 2° capitolo di questa sciocca storia ^_^
Come sempre grazie alle mie fedelissime e alle lettrici nuove.
Buona lettura!!
Vi lovvo
Eleonora



Cap. 2 Risoluzioni
 
Nel frattempo Kaori era arrivata a casa, e strada facendo la sua rabbia e il suo imbarazzo erano sbolliti totalmente, ora per fortuna era più calma.
Ci mancava solo che Miki tirasse fuori la storia del tatuaggio davanti a Ryo.
Ad essere sincera si era davvero dimenticata di averlo, non ci faceva più caso, e se gliene aveva parlato era solo perché Miki le aveva confidato di volersene fare uno, che rappresentasse la sua unione con Umi…
Sospirò…
I suoi amici avevano fatto il grande passo ed erano felici, lei invece rimaneva sempre lì, ferma ai blocchi di partenza, con Ryo che non si decideva, lei che non riusciva a fare la prima mossa….
Uffa le solite cose.
Per quel giorno non voleva pensarci.
 
Ryo, dal canto suo, dopo quelle rivelazioni da parte della bella ex-mercenaria, era più che mai deciso a scoprire dove fosse questo famoso tatuaggio e aveva preso la via di casa, con sguardo allupato e risoluto.
Avrebbe spiato la sua socia ogni volta che ne avrebbe avuta l’occasione.
Quindi, appena giunto al palazzo dai mattoni rossi, non entrò subito, ma anzi si trasformò nell’uomo-geco e s’inerpicò su su sulla parete a sbirciare dalle finestre.
Avrebbe dovuto nascondere la sua aura, perché Kaori era diventata brava a riconoscerlo, a percepire la sua presenza, quindi doveva assolutamente passare inosservato.
Salendo a quattro zampe arrivò al limitare della finestra della sua amata socia, fu fortunato perché lei era dentro, e sembrava che volesse cambiarsi.
Stava per sfilarsi la maglietta, quando sentì squillare il telefono al piano di sotto.
A metà del gesto, Kaori lasciò ricadere l’indumento e se lo risistemò addosso.
Ryo schioccò le dita in un gesto di stizza, dicendosi:
“C’ero quasi, mannaggia al telefono”.
Kaori corse di sotto a rispondere.
Era Miki.
“Miki, come mai mi hai chiamato? Qualcosa non va?”
“Ryo è in casa?”
“No, non è ancora tornato. Perché me lo chiedi?”
“Senti, dopo che te ne sei andata, Ryo mi ha fatto un sacco di domande sul tuo tatuaggio”
E per fortuna che Miki non poteva vedere la faccia dell’amica all’altro lato del telefono, perché in confronto un pomodoro maturo pronto da cogliere sarebbe stato di un rosa pastello.
Con una vocina stridula riuscì a dire:
“E tu che gli hai detto?”
“Ma, poco in realtà, solo quelle pochissime cose che mi hai raccontato tu. Però non è questo il punto…. Ryo è deciso a scoprire dove lo nascondi!” e ridacchiò.
Kaori si sentì morire.
 
Così Miki le riferì tutti i ragionamenti di Ryo, con relativo mokkori finale.
Non omise nemmeno la reazione di suo marito, alle descrizioni dettagliate che aveva fatto lo sweeper.
Kaori era sull’orlo dello svenimento, era in iper-ventilazione.
Da un lato, era lusingata di sapere che il suo amato, in realtà, la notasse così tanto, si ricordasse di tutte le volte che l’aveva vista mezza nuda, e che ne avesse apprezzato lo spettacolo - anche se l’aveva sempre sminuita e fatto credere il contrario.
Dall’altro lato, il suo pudore e la sua vergogna la stavano facendo venir meno.
Pensare di essere passata sotto la lente d’ingrandimento di quel grandissimo maniaco, nonché pervertito, qual era il suo socio, l’imbarazzava tantissimo.
Sapere inoltre che si era messo in testa di scoprire dove fosse il suo tatuaggio, era ancora peggio.
D’ora in poi avrebbe dovuto aspettarsi di tutto da lui, lo conosceva bene.
Ma di una cosa era certa, lui non avrebbe MAI dovuto vedere il suo tatuaggio o sarebbe stata la fine.
 
Dopo aver riferito a Kaori, per filo e per segno, tutta la lunga sequela di aneddoti sexy raccontategli da Saeba, Miki, quindi, concluse dicendo:
“Secondo me dovresti approfittare della situazione”
“Come? Cosa?” chiese Kaori stupita e allarmata insieme.
“Ma certo!! Lo sai che Ryo quando ci sono di mezzo le belle donne, non capisce più niente, perde il lume della ragione e che poi di fronte a loro diventa un cagnolino scodinzolante e sbavante, da poter rigirare a proprio piacere. Pur di riuscire a mettere le mani sulla bella di turno, farebbe di tutto… e stavolta, in un certo senso, è te che vuole, o piuttosto il tuo tatuaggio, o entrambi. Non so se mi spiego.”
E ridacchiò, poi riprese,
“Visto che pur essendo innamorato di te, non si decide a fare il grande passo, potresti sfruttare questo vantaggio e metterlo alle strette. Penso che questa sarebbe la volta buona”.
Kaori tacque un attimo, quello che le stava dicendo Miki non era del tutto campato in aria, il punto debole del grande sweeper erano le donne, e forse quella era l’occasione che stava aspettando per sfoderare tutto il suo fascino e farlo capitolare.
In ogni caso avrebbe giocato d’astuzia.
Se Ryo voleva vedere il suo tatuaggio, avrebbe dovuto guadagnarsi quel privilegio.
Il pensiero l’intrigava e la faceva arrossire di vergogna contemporaneamente, però…alla fine rispose all’amica:
“Ci penserò”
“Non fare la sciocca, mi raccomando. In battaglia, per vincere, si usano tutte le armi a disposizione, te lo dice una che se ne intende, quindi non farti scrupoli, potrebbe non ricapitarti più un’occasione con i fiocchi come questa!”
 
Quando si salutarono, con un profondo sospiro, Kaori tornò di sopra.
Ryo, che si era stancato di aspettare e stare attaccato alla parete, era risalito sul tetto a fumarsi una sigaretta, era improbabile che la socia si spogliasse in salotto quindi preferiva restare a portata di mano della sua camera da letto.
Era appoggiato svogliatamente alla ringhiera quando vide uscire dal bocchettone del bagno un leggero vapore.
Caspita la sua socia aveva deciso di farsi un bagno o una doccia!!!
Che fortuna, non poteva crederci.
Tornò in modalità geco e si calò in verticale lungo la parete.
Il bocchettone aveva le alette messe in diagonale e doveva fare non poche contorsioni per vedere attraverso gli spiragli.
Già pregustava la scena, la sua amata completamente nuda, avvolta da una nuvola profumata di vapore.
Il geco si agitava intorno alla stretta apertura rettangolare e gongolava, si girava, rigirava, ma vedeva sempre a strisce e solo un pezzo per volta, gli si stavano incrociando gli occhi, e non smetteva di sbavare anche se…vedeva comunque sempre troppo poco.
Ormai era un geco con 5 zampe!
Durante tutte queste acrobazie, Kaori si era infilata nella vasca piena di schiuma e ancora Ryo non aveva visto granché, la ragazza si lasciò scivolare nella calda acqua profumata e con un sospiro disse “Ryo, ma cosa stai combinando?”
Lo sweeper si sentì gelare il sangue nelle vene e si bloccò all’istante.
Iniziò a sudare freddo.
Che l’avesse infine scoperto, nonostante tutte le sue precauzioni?
Aveva nascosto la sua aura, non emetteva un suono…come aveva fatto?
Con aria colpevole e trattenendo il fiato rimase in ascolto, gli avrebbe scagliato uno dei suoi martelli con precisione chirurgica e come sempre l’avrebbe spiaccicato?
Un secondo dopo però, Kaori aggiunse con aria sconsolata:
“Come vorrei che fossi qui con me…” e si lasciò sommergere sotto quel mare di bolle, scomparendo totalmente alla vista di Ryo.
Questi si riscosse all’istante.
Era come se Kaori lo avesse schiaffeggiato.
Lei stava parlando fra sé e sé, non sapeva che lui era lì di fuori a spiarla, non l’aveva di certo visto, però lui si sentì improvvisamente stupido.
Già, cosa stava combinando?
Si comportava come il perfetto maniaco che era, con la sua Kaori?
Proprio con Kaori??
Ma non solo…desiderava qualcosa che avrebbe potuto avere facilmente, se solo si fosse comportato diversamente.
Bastava così poco.
Perché desiderare di vedere nuda Kaori, di nascosto, quando se si fosse lasciato andare ai suoi sentimenti, avrebbe potuto essere con lei anche il quel momento, fare il bagno nella vasca?
Avrebbe potuto stringerla fra le braccia e fare l’amore con lei mille volte, condividere quello ed altri momenti d’intimità insieme, invece di spiarla come uno scemo qualsiasi.
 
Fu una folgorazione.
 
Perse la presa e precipitò giù sfracellandosi sopra i bidoni della spazzatura.
Ma gli andava bene così, era la giusta punizione, al posto del solito martello della socia, che lo rimetteva sempre in riga.
Riemerse dall’immondizia con una lisca di pesce marcia tra i capelli, e un limone ammuffito in bocca che subito sputò.
Una gran confusione regnava nella sua testa, e non era per effetto della caduta.
Ma di una cosa era certo.
Doveva cambiare tattica, per tutto.
Ci avrebbe pensato.



 
   
 
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