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Autore: Miss Halfway    23/05/2019    0 recensioni
REVISIONATA FINO AL CAPITOLO 5
«All'improvviso sentii un soffio gelido spirarmi sul collo, mentre una mano, altrettanto gelida, mi accarezzava i capelli e coi polpastrelli mi sfiorava la pelle. O forse no: quella mano dal tocco glaciale in realtà non mi stava affatto accarezzando i capelli ma me li stava semplicemente spostando delicatamente dal collo per scoprirmi la carotide, sfiorandomi appena. Continuavo a percepire un venticello fresco, nonostante ricordassi chiaramente di aver chiuso la finestra quella notte per via dei lupi che ululavano alla luna e gli spifferi di corrente andavano diffondendo nell'aria un profumo che avevo già sentito e che ormai conoscevo bene.» (cap. 11)
Streghe, vampiri, licantropi... Saranno solo vecchie leggende e sciocche superstizioni? O la realtà, in fondo, cela qualcosa di sovrannaturale? Cosa nasconde la biblioteca scolastica? Chi è il ragazzo misterioso e qual è il suo segreto?
In seguito alla morte della nonna materna, la quale lascia in eredità l'antica Villa dei Morgan, Meredith insieme alla sua famiglia allargata farà ritorno a Salem, sua città natale. Lì comincerà per lei una nuova vita alle prese con un potere sovrannaturale, sogni premonitori, bizzarre amicizie e il coinvolgimento in uno strano triangolo amoroso...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo
Capitoli:
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16) Come un Lupo Solitario.


    Se essere venuta a conoscenza del fatto che il ragazzo con cui mi frequentavo fosse un vampiro non mi aveva sconvolta più di tanto, vedere invece il mio fratellastro che si stava trasformando in un lupo mannaro mi aveva letteralmente lasciata di stucco. Ora potevo aspettarmi qualunque cosa, niente mi avrebbe più sorpresa o fatta fuggire dall'altra parte. Ad esempio Ashley poteva benissimo essere un demone malvagio, Alexis una strega malefica, George un elfo maligno.
    A Jeremy spuntarono coda e orecchie e in pochi minuti il suo corpo si ricoprì di una pelliccia grigia e folta: si era trasformato davvero in un lupo mannaro. Aveva la testa come un lupo e il corpo simile a quello di una scimmia, questo gli permetteva di stare in piedi in posizione eretta. Non credevo ai miei occhi, ero sbalordita, scioccata, stupefatta!
    Mi avvicinai lentamente a lui per paura che potesse scappare nel bosco dietro casa o che mi potesse mordere, volevo accarezzarlo come se fosse un cucciolo, anche se quella creatura mostruosa in cui si era trasformato non suscitava alcuna tenerezza.
    Mi guardava con un’espressione dolce ma impaurita, i suoi occhi brillanti come pietre d'ambra sembravano volermi dirmi qualcosa. Poi corse via a quattro zampe addentrandosi nella foresta, fermandosi di tanto in tanto e voltandosi verso di me in attesa che lo raggiungessi. Non era come con i vampiri: con i licantropi non si poteva comunicare facilmente, bisognava avere una certa intesa. Presi i suoi vestiti (in caso si fosse ritrasformato!) e lo seguii nel bosco.
    Correva troppo veloce, non riuscivo a stare al suo passo, si fermava spesso per aspettarmi osservandomi con quegli occhi dorati che scintillavano nel buio della foresta.
    Arrivammo al centro del bosco dopo circa dieci minuti di corsa. Quella non era la prima volta che mi ci addentravo,anzi che ci addentravamo. Raggiungemmo uno spiazzo vuoto circondato da alcuni alberi,
 era lì che, presumo, fosse avvenuta la sua trasformazione la notte che scomparve e allarmammo la polizia. Attraverso il fogliame degli alberi e i loro rami, si poteva scorgere la luna piena. Jeremy si mise ad osservarla e ad ululare ed io mi sdraiai sull'erba umida e fredda. Ero stanchissima e dopo quella corsa non mi sentivo più le gambe.
    Si accucciò accanto a me e non sentii più freddo, la sua pelliccia era così morbida e calda come la pietra del ciondolo.
    Continuò ad ululare alla luna fino a che non ci crollammo in un sonno profondo.
    Trascorremmo un'intera notte così, nel bosco, l'uno accanto all'altra.    
    Non credo di essermio mai svegliata all’alba con il canto degli uccellini, nemmeno quando da bambina andavo al campo estivo. 
    Quando aprii gli occhi, ci misi un po’ per mettere a fuoco la situazione e ricordarmi cosa fosse successo. Mi guardai attorno spaesata e ancora assonnata: ero in pigiama nel bel mezzo di un bosco all'alba, mentre di fianco a me Jeremy dormiva ancora rannicchiato nell'erba e completamente nudo. Aveva nuovamente le fattezze di un essere umano.
    «Jeremy, svegliati!
» gli diedi dei piccoli colpi sulla schiena e lui sobbalzò dallo spavento. «Su, vestiti! Per fortuna ho avuto la brillante idea di portarti i vestiti che avevi lasciato in giardino!»
    «Buongiorno Meredith» mi rispose lui con tutta calma mentre gli passavo la sua roba che avevo usato per poggiare la testa sull'erba.
    «Buongiorno?! Io ancora non credo ai miei occhi. Sono stupefatta! Ma come è possibile che tu ti sia trasformato in un...licantropo? Ti era successo già prima di venire qui a Salem?!»
    Jeremy scosse la testa e dopo essersi rivestito ci avviammo verso casa. Erano le cinque e mezza del mattino e presto i nostri genitori si sarebbero svegliati per andare a lavoro. Nel mentre che si faceva la doccia, preparai la colazione. Jeremy rimase in silenzio per un momento facendo roteare la tazza di caffè fra le mani prima di cominciare a raccontarmi come, secondo lui, era avvenuta la sua trasformazione in licantropo.
    «Ricordi circa un mese fa quando, a colazione, avessi chiesto se qualcuno di noi avesse sentito degli ululati?»
    Annuii. Quella notte avevo sognato che Madeline voleva uccidermi nutrendosi del mio sangue ancor prima di conoscere la sua vera natura di vampira. Mi svegliai alle tre del mattino proprio per via degli ululati provenienti dalla foresta.
    «Da quando ci siamo trasferiti qui a Salem, sento sempre i lupi ululare, tutte le notti, non mi fanno dormire. Ululano anche per ore e ore ininterrottamente come se volessero in qualche modo richiamarmi a loro così quella notte scesi in giardino ma non ebbi il coraggio di avvicinarmi al branco. Un'altra notte invece, la volta che tentasti di aggredirmi con un coltello da cucina, ero riuscito a vedere uno dei lupi da vicino ma questo scappò nel bosco. Ed infine, un mese fa esatto, durante la notte di luna piena, mi decisi a seguirli addentrandomi fin dentro la radura della foresta, esattamente qui. Fu il giorno in cui tu e i nostri genitori avvertiste la polizia perché ero scomparso per un'intera nottata.
    
«Ricordo che ci fossero tre lupi ma quella volta non erano lupi veri, erano licantropi. Uno di questi, credo la femmina, mi venne incontro e poi miazzannò il fianco. Subito dopo scapparono fra gli alberi. Involontariamente ho iniziato ad ululare dal dolore camminando a fatica cercando di inseguirli. Sanguinavo ma dopo un po' il dolore si placò e mi trasformai continuando a vagare nella tetra foresta guidato dalla luce lunare. La mattina dopo ero tornato normale e lo squarcio si era magicamente cicatrizzato. Continuai però a sentirmi strano per tutto il giorno e per i giorni a seguire e cominciai a pensare che forse lo avevo solo immaginato anche se ricordavo fin troppo bene quanto male mi avesse fatto quella lupa. Durante quest'ultimo mese ho continuato ad andare nel bosco di notte nella speranza di rivedere quegli altri licantropi ma di loro non vi era neanche l'ombra.»
    «Quindi, come la trasformazione in vampiro, anche la trasformazione in licantropo avviene piuttosto velocemente.»
    Non rispose alla mia affermazione. Solo sentirmi pronunciare la parola vampiro e qualunque altra cosa riguardasse Heric lo infastidivano.
    «Hai dei ricordi di quando sei trasformato?» 
volevo saperne di più, e cambiare discorso soprattutto, stava già cambiando umore.
    «Solo qualche dettaglio. Meredith...non so cosa fare. E se facessi del male a qualcuno? O se mi dovessero catturare?» mi disse disperato.
    Lo abbracciai forte per fargli capire che poteva contare su di me, nonostante fossimo sempre in contrasto e sul punto di bisticciare.
    «Tu non sei pericoloso Jeremy, io lo so, ne sono sicura» gli sorrisi cercando di rassicurarlo.
    «Ma quando mi trasformo non so se riuscirò a controllarmi. Non sono in grado di ragionare. Non so quanto durerà questa cosa e se ogni notte di luna piena dovrò trasformarmi. Perché proprio a me?» era davvero preoccupato, e anche io lo ero per lui.
    «Questo posto è davvero un covo di stranezze.»
    «Se tu discendi da una strega significa che in parte lo sei anche tu, non puoi trovare un modo per farmi ritornare normale? Per non essere ciò che sono diventato?» mi chiese fiducioso.
    «Io non so, posso controllare nel grimorio. Ma ho letto in un altro libro che solo una strega molto potente sia in grado di fare tornare un licantropo alla propria condizione umana. Ma ci sono delle controindicazioni pericolose che non vengono neanche esplicitate» gli risposi augurandomi di non aver distrutto le sue speranze.
    Inoltre, il fatto che fossi la discendente di una strega non rendeva le cose più semplici, ero sola ed inesperta, non sapevo da dove cominciare per iniziare a praticare la magia considerato anche il mio tentativo fallimentare di far bere proprio a Jeremy la mia prima pozione e poi comunque rimanevo umana e debole. In quel momento avrei tanto voluto che la nonna fosse stata qui. Lei avrebbe senz'altro saputo cosa fare.
    «Hai detto che nel bosco c'erano sia dei lupi sia altri licantropi. Che poi non hai mai visto un licantropo vero magari non li hai saputi riconoscere, magari erano solo dei lupi. Però non avrebbe comunque senso la tua trasformazione ad opera di semplici lupi.»
    «No, Meredith. Quelli erano veri licantropi.»
    «Dunque, mi stai dicendo che un essere sovrannaturale ti ha trasformato in una bestia a quattro zampe mordendoti in una notte di luna piena?» insistevo.
    «Ah, sarei una bestia?»
    «Volevo dire lupo mannaro. Scusami. Quindi secondo te un comunissimo licantropo ti ha trasformato in un lupo mannaro?»
    «Sì. Esattamente.
» 
    «Sarebbe come dire che se un gatto dovesse graffiarti ti trasformeresti in cat woman! Oh mio Dio! È tutto vero. È fantastico, assolutamente fantastico! Devi andare a cercare quei lupi anzi licantropi, magari quando sono normali e umani, loro sapranno senz'altro come aiutarti o almeno a vivere più serenamente questa tua nuova condizione. Io vedrò se riesco a trovare un antidoto almeno per placare in qualche modo la tua trasformazione. Proprio ieri notte ho letto qualcosa a riguardo: bisogna distinguere tra licantropi (coloro che hanno ereditato il gene e dunque nascono così) e lupi mannari (coloro che vengono morsi o subiscono un incantesimo). Riesci a trasformati anche senza luna piena?»
    
«Perché mai dovrei o vorrei trasformarmi in un lupo mannaro anche senza luna piena?» rispose con tono seccato. 
    Feci spallucce. Ero ancora incredula: perché proprio lui era stato trasformato? E chi erano quei licantropi che aveva visto?
    Sicuramente Jeremy aveva più domande di me. Forse avrei potuto chiedere anche a Heric, lui probabilmente si intendeva di queste cose molto più di noi e data la sua atura di vampiro senz'altro sapeva chi fossero questi licantropi. Se solo accendesse quel dannato cellulare!
    Eravamo a Salem da neanche due mesi e ce ne erano successe di cose strane e assurde, ma una positiva c'era: dopo anni io e Jeremy stavano legando, tra litigi e discussioni ovvio, ma lo sentivo comunque più vicino a me come un vero fratello.
    Aveva ragione Heric quando, raccontandomi della propria trasformazione, mi disse che in momenti come questi avere qualcuno che riesca a capirti e con cui condividere questo fardello aiuti ad andare avanti. Io avevo Jeremy, e lui aveva me. 
    C'era inoltre un'altra persona che avrebbe potuto aiutarmi in queste strane faccende e non mi importava dei suoi avvertimenti, anzi delle sue minacce, per tenermi alla larga da queste questioni sovrannaturali: George.





    Facendo finta che non fosse successo nulla e che Jeremy non si fosse trasformato e fosse ancora un normale adolescente, andammo a scuola. Io, per le prime due ore, avevo il corso di spagnolo insieme a George e, tentando un approccio amichevole e naturale mi sedetti accanto a lui che comunque sembrava abbastanza di buon umore.  
    Al termine della lezione, prima di dirigerci insieme verso l'aula di biologia, materia che entrambi seguivamo
 insieme a Jeremy ed Heric, gli bisbiglia di dovergli parlare, nuovamente, di alcune questioni. Avevo il cuore in gola e George aveva chiaramente capito di cosa volessi discutere. Arrivati agli armadietti e assicurati che non ci fosse nessuno nei dintorni, il mio eccentrico e scontroso compagno di scuola mi intimò seccato di vuotare il sacco.
    «Credo di aver visto un lupo nel mio giardino ieri. Ma non era un vero lupo, era...un lupo mannaro. Così, rovistando fra le vecchie cose di mia nonna, ho trovato in un libro qualcosa a riguardo. Tipo come si trasformano e cosa li può uccidere. So che mi hai avvertita di tenermi fuori da queste questioni non convenzionali, ma so per certo che tu sappia molto di più di quel che vuoi rivelarmi ma io ho bisogno di sapere.»
    «La licantropia è una malattia psichiatrica, sai? Ma non ho capito, ora cosa vuoi sapere? Quale sarebbe la tua domanda?»

    
Non sapevo che rispondere. In effetti come potevo spiegargli tutte le stranezze che mi erano successe? Come potevo dirgli che mio fratello era un licantropo, il ragazzo con cui mi vedevo era un vampiro ed io una strega?
    «Voglio sapere se sono l'unica a credere che questa città sia popolata non solo da esseri umani ma anche da altre creature. Voglio sapere come sono morte realmente le nostre nonne, voglio sapere cosa si nasconde dentro la nostra biblioteca e per quale motivo tu non voglia che io lo scopra» sbottai.
    George esitò un attimo come se stesse guadagnando del tempo per formulare una qualche risposta esauriente ma vaga. Notai che il suo sguardo si fece intimorito, come se fosse stato messo spalle al muro.
  «Ti avevo giò risposto settimane fa: ci sono cose a cui credo ed altre a cui non credo. Diciamo che mi affascina il sovrannaturale ma non per questo scambio un coyote nel mio cortile con un licantropo. E se proprio vuoi saperlo, mia nonna è morta d'infarto diversi mesi fa.»
  «Anche mia nonna è morta di infarto, o così ci è stato detto, circa due mesi fa. Non ti sembra strano che sia mia nonna sia tua nonna sia altre donne anziane siano morte per lo stesso medesimo male? Non ti fa pensare il fatto che ci sono state diverse uccisioni di altre donne azzannate da strani animali?»
    Non rispose. Sbuffò e andammo in classe. Quando varcai la porta dell'aula gli occhi mi si riempirono di gioia: Heric era tornato a scuola finalmente. Gli andai incontro sorridendo per sedermi accanto a lui poi però mi ricordai che per tre giorni non si era fatto vivo ma non riuscivo comunque a tenergli il broncio. Lui mi diede il buongiorno e disse solo che più tardi avremo parlato. Poco dopo il suono della campana entrò in classe anche Jeremy e si sedette accanto a me: aveva l'aria stanca e preoccupata.

    P
rima della pausa pranzo, riferii innanzitutto a Jeremy la conversazione che avevo avuto con George.  
    «Dice di non sapere nulla e di non crederci neanche a certe cose. A parer mio, sa più di quel che racconta. Secondo me dovremo chiedere a Heric per averne conferma. Ricordi che ti avevo parlato di quel capitolo sui vampiri e sui lupi mannari? Quello in cui è scritto che, secondo la leggenda, dove ci sono i vampiri ci sono senz’altro anche i licantropi?- Jeremy annuì concentrato -Ecco. Forse, visto che queste creature sono antagoniste e considerato che ti aveva subito riconosciuto, magari Heric saprà indicarci chi siano quegli altri licantropi e loro potranno aiutarti perché come ti ho detto ci vuole una strega molto potente per annullare la maledizione. Ed io non lo sono. L'unica cosa che potrei fare è cercare una sorta di palliativo.»
    Fece un'espressione cupa. Questa per lui era come una sentenza di morte: significava che avrebbe vissuto così, nella condizione di lupo mannaro sino alla fine dei suoi giorni. 
    In quel momento ci raggiunse Heric interrompendo i nostri discorsi: Jeremy si allontanò subito andando incontro ad Alexis baciandola in corridoio senza pudore come se fossero due animali dagli istinti incontrollabili. Quando si staccarono lei mi guardò con aria un po' imbarazzata e subito girò la faccia dalla vergogna. 
    
«Mer? Mer? Mererith! Non hai fame oggi?» mi chiese Heric poggiandomi la mano sulla spalla come a voler richiamare ulteriormente la mi attenzione.
    Pranzammo insieme io e Heric, senza dire una parola. Io ero arrabbiata e in attesa di una spiegazione ed in più avevo la testa da tutt'altra parte. Ero ancora incredula che mio fratello fosse un lupo mannaro. La mia attenzione e il mio sguardo volgevano spesso al tavolto dove sedevano Alexis e Jeremy, sebbene non fosse per niente cortese nei confronti di Heric che finalmente, dopo un lungo silenzio imbarazzante si decise almeno a spiccicare parola.  

    «So che sei arrabbiata. Ma nelle notti di luna piena non è sicuro per me e Maddie rimanere nei dintorni considerato che Salem ospita diversi licantropi che diventano aggressivi e possono essere per noi mortali già dalle notti che precedono il plenilunio.»
    «Quindi tu...tu lo sapevi?»
    Silenzio. Heric non rispose continuando a fissarmi con aria colpevole.
    «Rispondimi Heric. Devo sapere chi sono gli altri licantropi che probabilmente hanno trasformato mio fratello.»
    «Meredith- sospirò abbassando lo sguardo -sebbene vampiri e licantropi siano nemici per natura, esiste fra noi un patto. Non possiamo rivelare la loro identità e loro non possono rivelare la nostra. È lo stesso patto che sancisce che noi vampiri non siamo ammessi nella riserva e loro non sono ammessi nella nostra zona in periferia. Ciò serve a garantire, soprattutto a vampiri come, Madeline, Arya ed altri, una coesistenza pacifica e normale nella nostra città. Perché Salem è anche la mia città dove voglio poter tornare ogni qualvolta ne senta la mancanza. Lo capisci questo?»
    «Sì, lo capisco ma non lo condivido. Ammiro la tua lealtà ma qui stanno succedendo tutta una serie di disgrazie e non voglio che Jeremy ne sia coinvolto.»        
    A quel punto mi alzai di scatto, pronta ad andarmene ma Heric mi trattenne afferrandomi il braccio. Dall'altro lato vidi che Jeremy era in procinto di alzarsi per venirmi incontro ma Alexis lo trattenne, lo fissò per un nanosecondo facendogli cenno di non raggiungermi. Lui le obbedì come un cagnolino fedele.
    «Io tengo molto a te. Prova del fatto che sebbene sia pericolo per noi stare insieme, a me non importa» sentenziò Heric e in quel momento non potei far altro che abbracciarlo forte e comprendere le sue ragioni, e perdonarlo.
    
«Domani si celebra la Notte di Valpurga ed è stata organizzata una festa a Willows Park*. Magari potremo andarci insieme.»    
    «Va bene- risposi stringendolo più forte -Sappi però che sono ancora arrabbiata per il fatto che sei sparito per giorni!»       
    Heric rise e mi diede un bacio sulla fronte spiegandomi che aveva approfittato della luna piena per andare in campeggio, ossia a procacciare, insieme a Madeline al parco vicino a Ipswich River*, non molto distante da Salem.
    Ormai era inutile, non potevo resistergli o tenergli il muso. Ero cotta. Ma dovevo concentrarmi e aiutare Jeremy: la mia priorità era 
trovare un antidoto alla licantropia così, non appena arrivammo a casa, iniziammo a setacciare il libro degli incantesimi su in soffitta.
    «Forse questo può aiutarti- indicai a Jeremy una formula scritta nel grimorio della nonna -è una pozione che annulla le fatture
» aggiunsi.
    «Tentare non nuoce ma so che le fatture sono tipo degli incantesimi innocui» disse scettico.
    «E tu che ne sai di cosa sia una fattura

   «Beh, da ragazzino avevo una cotta per Phoebe Halliwell di Streghe, sai?» rise. Ero felice nel sentirlo così sereno finalmente.
    «Genziana, eucalipto e, oddio, sangue di...vampiro? Questa deve essere senz'altro una pozione potente.»
    «Ne conosci ben due fortunatamente di vampiri. Ma io non voglio il loro aiuto. Poi scusa, essendo per principio nemici, il sangue di vampiro non dovrebbe essermi letale?»
    «Hai ragione, chissà se poi i vampiri hanno sangue che gli circola nelle vene? Anzi, hanno vene? Un apparato circolatorio?» mi domandai ad alta voce meravigliata.
    «Non ne ho idea so solo che non voglio il loro aiuto.»
    «Beh hai appena detto che fortunatamente io conosco ben due vampiri. Heric però mi ha detto chiaramente che, in base a uno strano patto fra le due specie, non può rivelarmi chi siano gli altri licantropi che si aggirano qui a Salem.»
    
«Non mi importa. E poi quella pozione non funzionerebbe, ne sono certo.»
    Probabilmente Jeremy aveva ragione, quella pozione era fin troppo semplice ed inoltre avevo letto che l'incantesimo per annullare la licantropia (o il vampirismo) doveva esser compiuto da una strega molto potente e non osavo immaginare quale sarebbe stato il prezzo da pagare.
    Di una cosa ero però certa: avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarlo.




Angolo autrice.
*Willows Park e Ipswich River sono due luoghi realmente esistenti.
Ho deciso dunque di allegare qui sotto una mappa di Salem in modo che vi siano un po' più chiari i luoghi citati nella storia. Alcuni sono reali, altri sono puramente inventati e altri ancora pur esistendo sono stati geograficamente spostati con il fine di rispettare la topografia descritta nella storia. My Maps di Google Maps non permette di avere mappe che siano pulite senza nomi di vie, luoghi d'interesse ecc e così ho cercato di ometterli in maniera mooolto rudimentale.

    - Villa dei Morgan: è la casa in cui tornano a vivere Meredith e la sua famiglia dopo la scomparsa della nonna, Elizabeth Morgan. La villa è "una grande casa grigia con le finestre dagli infissi scuri al numero 13 di Gemstone Avenue [...] un po’ tetra nelle vicinanze di un piccolo bosco" (cap. 2) appartenuta alla famiglia Morgan da generazioni.
    - Cimitero: è il cimitero comunale della città di Salem dove è sepolta la nonna di Meredith.
    - Scuola: ossia la Salem High School. Questa scuola con questo stesso nome esiste realmente a Salem ma ho deciso di spostarla dove è invece situata l'Università di Salem (Salem State University) poiché è situata vicino ad un parco (quello che nella storia è identificato come il Cimitero Monumentale di Salem (vedi sotto). "La struttura era piuttosto grande e di color rosso mattone, con un piccolo prato verde che spartiva il corpo principale dal parcheggio. Il tutto era delimitato da delle mura abbastanza alte che terminavano con un enorme cancello in ferro che dava accesso anche alle auto. [...] C'era inoltre un altro giardino interno dove si poteva mangiare all'aperto nei giorni di sole ed infine i campi sportivi nel retro. [...] Il giardino dietro l’edificio era diviso in due e delimitato da una rete: lì si trovavano il campo di basket e di football con delle piccole tribune per gli spettatori. [...] Il giardino interno dove ci trovavamo poco prima a mangiare era, invece, adibito a zona ricreativa: c'erano delle panchine e dei tavoli al coperto dove mangiare ed infatti vi si accedeva attraverso la mensa. Dai campi sportivi, rientrammo nuovamente nell'edificio accanto agli spogliatoi e ai bagni con le docce. Salimmo ai piani superiori dove stavano le varie aule e i laboratori e poi di nuovo al piano terra in cui stavano la segreteria, gli uffici dei professori, la sede della redazione del giornalino della scuola e la biblioteca. Quella sì che era grande e maestosa, e profumava di antico." (cap. 3). Prima l'edificio era utilizzato come manicomio e venne chiuso circa 150 anni fa per poi essere adibito a scuola pubblica.
    - Peabody Essex Museum: è un museo realmente esistente in cui lavora la madre di Meredith, Anna Morgan Spencer Stanley.
    - Cimitero Monumentale: "«Il cimitero si trova dall'altra parte della città. Mentre oltre queste mura si trova quello vecchio, il cimitero monumentale di Salem dove sono sepolte alcune delle grandi personalità del passato della città e non solo [...] ma lo hanno chiuso circa centocinquant'anni fa, quando, al posto del manicomio, hanno costruito la scuola. C'era un passaggio che li univa attraverso il quale portavano i pazzi direttamente al cimitero nella fossa comune dedicata ai malati mentali. Adesso è diventato un cimitero monumentale, ma alcune antiche o potenti famiglie della città si fanno ancora seppellire lì. [...] L’ingresso era proprio qui, dietro queste piante- asserì spostando un ciuffo d'edera -lo puoi vedere chiaramente perché i mattoni sono di colore diverso. Se scavalcassi il muro, ci arriveresti in circa mezzora a piedi ma troveresti solo il recintato. Altrimenti puoi arrivarci dalla strada principale passando dal centro città.»" (Heric, cap. 7). In questo cimitero monumentale è eretta una cripta di marmo che apparve a Meredith in uno dei suoi sogni premonitori. Nel suo sogno, vi era riportata l'incisione: "Dal 1578 al 1692, qui giace in eterno riposo la famiglia Cavendish" (cap 5), nella realtà invece: "Dal 1692, qui giace in eterno riposo la famiglia Thompson, cacciatori, guerrieri, difensori della patria e della pace»." (cap. 7).
    - Luna Park: dove è ambientato il capitolo in cui Meredith nota che Heric porta al collo il suo stesso ciondolo. Lì era stata organizzata una festa per celebrare la vittoria della squadra di basket della scuola (cap. 10).
    - Villa dei Browning-Francis: è la villa in cui vivolo Heric e Madeline, appertenuta alla famiglia di quest'ultima da secoli. La villa, situata nei pressi di un bosco al 17 di Laswell Street, "[...] era gigantesca e imponente: una villa enorme e bianca, con un portone in stile gotico ed ampie e numerose finestre. Era piuttosto antica ma ancora in perfette condizioni e ben nascosta dalla penombra della foresta. Si trovava al di là di una schiera di alberi che circondava una piccola radura la quale separava la strada alberata dalla villa, come se quella fitta boscaglia avesse il compito di nasconderla da occhi indiscreti e...dalla luce del sole. Nelle vicinanze non c’erano altre abitazioni. Solo alberi di una grande foresta rabbuiata." (cap. 11) e "All’interno la casa era ancora più bella: sembrava un palazzo reale, un po' insolito considerando che l'esterno fosse più sobrio. Forse era una sorta di copertura per dimostrare, anzi camuffare, che la villa non era poi così recente. Varcato l’ingresso mi ritrovai in un gigantesco atrio con al centro un’enorme rampa di scale che si faceva strada verso sinistra, con i gradini molto larghi e la ringhiera in ferro battuto. Lo spazio che mi circondava era immenso, quasi quanto una sala da ballo. Probabilmente secoli fa ci organizzavano feste e ricevimenti. I muri, così come le scale in granito, erano bianchi e tutti decorati e rifiniti. C'erano delle enormi finestre che rendevano quella stanza luminosissima (insolito per essere la casa di alcuni vampiri!), nelle pareti libere erano invece appesi diversi quadri e ritratti di dame e cavalieri e sul soffitto era ancorato un enorme lampadario di cristalli. Sembrava una reggia. Ai lati dell'atrio c’erano diverse porte in legno di mogano altrettanto sfarzose. Heric discendeva senz’altro da una nobile famiglia aristocratica e piuttosto rispettata in passato. Aprì una di quelle porte nell'atrio e mi invitò ad accomodarmi in un piccolo salotto." (cap. 12).
    - Bosco: è un piccolo bosco dietro la Villa dei Morgan da cui può accedere direttamente dal giardino dalla villa stessa. La sua particolarità è la radura situata nel mezzo e circondata da alberi dove avvenne la trasformazione di Jeremy in licantropo. Questo bosco è attaccato alla Riserva dei Lupi Mannari (vedi sotto).
    - Riserva dei Lupi Mannari: è appunto, una riserva di licantropi dove i vampiri non sono ammessi. Il suo nome è in realtà Forest River Conservation Area.
    - Shenyang Shop: è la drogheria gestita dalla Signora cinese Mei-Lin Xiang cui Meredith fece visita per sapere dove abitasse la prozia Sarah e dove acquistò gli ingredienti per la sua pozione. La bottega della Signora Xiang, con "due lanterne rosse con degli ideogrammi posti al lato dell'ingresso (cap. 2) [...] era situata in fondo ad un vicolo cieco, nascosta da occhi indiscreti e isolata dalle varie catene di negozi del circondario cui nome, Shenyang Shop, risaltava in contrasto ai vari H&M, Forever21 ed altri della zona. Varcai l'ingresso e una sensazione di pace e tranquillità mi pervase: musica zen e incenso rendevano l'atmosfera di quel negozio di magia una vera magia." (cap. 14).
    - Shadow Creek: è l'area periferica di Salem frequentata da diversi vampiri del paese in cui i licantropi non sono ammessi. Non ho ancora menzionato il nome all'interno della storia.
    - The Shadow's: è il pub gestito dall'anziana vampira Arya dove vi lavora anche Madeline come cameriera. "Non molto distante dal centro e situato in una zona non particolarmente raccomandabile della periferia [...] Sebbene dall'esterno, per via della zona appartata in periferia in cui era ubicato, sembrasse un luogo sconsigliabile e di dubbia fama frequentato da loschi individui, all'interno in realtà si nascondeva una vera perla arredata con gusto e, nonostante fosse venerdì sera e fuori in centro quasi regnasse il caos del fine settimana, l'atmosfera lì era piuttosto tranquilla e rilassata, con musica da lounge bar non troppo alta e luci soffuse." (cap. 15).
    - Willow Park: parco realmente esistente dove sarà ambientato il prossimo capitolo sulla celebrazione della Notte di Valpurga.
    - Fort Pickering: mi piaceva il nome di questo posto. Ancora non ho pensato a una vicenda da ambientarci.

A questi luoghi vanno aggiunti inoltre, poiché omessi o non inclusi nell'area di Salem:

    - La casa di Sarah Morgan: non essendo questo luogo particolarmente importante ai fini della trama, non l'ho segnata nella mappa qui sotto. Si trova al numero 38 di Port Drive Avenue "[...] quasi dalla parte opposta della città rispetto alla villa dove abitava la nonna" (cap. 2).
    - North Shore Hospital: è l'ospedale in cui lavora come cardiologo Joseph Stanley, padre di Jeremy e Ashley e patrigno di Meredith. Non ho mai menzionato il nome all'interno della storia, ma è un ospedale realmente non molto lontano da Salem.
    - Ipswich River: è un fiume realmente esistente che attraversa diversi parchi piuttosto lontani da Salem e in cui vi si è recato Heric per procacciare durante la luna piena.


   
 
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