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Autore: paige95    23/05/2019    3 recensioni
Quante volte è necessario toccare il fondo per poter rialzarsi più forti di prima? E quante volte è necessario attraversare il buio per raggiungere una luce che nemmeno si sapeva potesse esistere?
Riscoprire l’amore nei momenti più delicati può essere il miglior modo per affrontare le difficoltà e le incomprensioni.
In questo clima nascerà, inaspettatamente anche per loro, l'amore tra Pan e Trunks, proprio quando entrambi avranno bisogno di dare una svolta alla loro vita e di comprendere meglio se stessi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Pan, Trunks, Un po' tutti, Videl | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primavera-Un doloroso tuffo nel passato


 

Fu uno shock per Chichi rivedere l’uomo che l’aveva aggredita e le aveva strappato dalle braccia il suo bambino. Goku lo stava aiutando come se in passato tra loro non fosse successo nulla, ma Chichi non poteva dimenticare, perché farlo avrebbe significato abbassare la guardia e loro non potevano proprio permettersi di rischiare un attacco a tradimento da parte di un uomo che aveva dimostrato di essere sleale con il suo stesso fratello. Lasciò che Goku affidasse Radish alle cure reticenti di Bulma, per poi afferrarlo con arroganza per un braccio e trascinarlo in disparte senza che lui opponesse alcuna resistenza. Sembrava essere piuttosto severa, lo sguardo di sua moglie non ammetteva replica e presagiva rimproveri.
 
«Mi spieghi che diamine stai combinato?!»
 
Non si prese nemmeno il disturbo di abbassare la voce, dopo l’ultima notizia che aveva ricevuto, non aveva motivo di restare calma e pretendeva una risposta plausibile. Non era sicura però che lui, come sempre accadeva, gliel’avrebbe fornita.
 
«Riguardo a cosa?»
 
«Goku, ti prego, non è davvero il caso di non capire»
 
Era sul punto di supplicarlo sfinita, non era né il momento né il luogo per esaurire l’ultimo grammo di pazienza che ancora aveva. Per sua fortuna ebbe un’illuminazione in tempo utile per non vedersi costretto a contenere anche la rabbia di sua moglie.
 
«Ah, ti riferisce a mio fratello?»
 
«Tuo fratello? Dopo che ha rapito tuo figlio e tentato di ucciderti, lo chiami ancora fratello?»
 
Goku non riusciva a capire come ciò potesse incidere sul fatto che lui e Radish fossero parenti, dopotutto l’affinità di sangue era innegabile e nemmeno il passato, per quanto potesse essere discutibile, non avrebbe mai potuto influire.
 
«Gli ho concesso solo ventiquattr’ore, lo abbiamo già sconfitto, Chichi. Senti, Inazuma è suo figlio, non sapevo cos'altro fare, Radish lo conosce meglio di noi»
 
Con una parola era riuscito a zittirla, non ricordava fosse mai successo in tutta la loro vita insieme. Chichi impiegò qualche istante a realizzare ciò che Goku le aveva appena comunicato. Lo aveva davanti a lei, i suoi occhi erano fissi su di lui, ma la sua mente era già altrove, alla ricerca di qualche indizio che in passato potesse esserle sfuggito. Sapeva che Inazuma era un essere spietato, tante volte aveva messo in guardia Goku soprattutto per salvaguardare l’incolumità del piccolo Gohan e come sempre l'unica ad aver capito veramente la gravità della situazione sembrava essere lei. Lo avrebbe preso a pugni, se solo avesse avuto la certezza di fargli male, suo marito aveva consentito ad un assassino – perché Chichi non aveva alcun dubbio che Inazuma avesse la stessa crudele natura del padre – di avvicinarsi a suo figlio e non le venne più così difficile credere che qualche tempo dopo Radish fosse riuscito a rapirlo. Si stava davvero trattenendo, lo  avrebbe preso volentieri a schiaffi, iniziava davvero ad irritarla l'espressione serena con cui la fissava.
 
«Cosa?? P-Puoi ripetere, scusa? Ora si spiega perché è così … sì, insomma, non è una bella persona. Mi è sufficiente conoscere le sue origini per sapere con chi abbiamo a che fare ora e con chi abbiamo avuto a che fare in passato»
 
«Inazuma si vuole vendicare di me e di suo padre, perché crede che gli abbiamo rovinato la vita. Sostiene che per colpa di Radish la madre sia morta e per colpa mia non sia riuscito a portare a termine il piano che gli aveva affidato mio fratello. La Terra non c'entra nulla, tu e i ragazzi non c'entrate nulla. Se colpisce voi, lo fa solo per colpire me, ma cerco di evitarlo»
 
«Perché non mi viene difficile credere che Radish abbia rovinato la vita a qualcuno? Se non ho fatto male i conti, quel ragazzo è tuo nipote e tu non lo ucciderai nemmeno per salvare i tuoi figli»
 
«Chichi, ho bisogno che ti fidi di me»
 
Tentò di catturare la mano della moglie, ma lei la scostò diffidente. Era rimasta scioccata dal comportamento del cognato, anche se forse non avrebbe dovuto, ma il fatto che suo marito lo stesse difendendo non la tranquillizzava affatto. Non si era mai fidata del buonsenso di Goku e di certo non avrebbe iniziato dopo tutte quelle prove di irresponsabilità.
 
«Di cosa dovrei fidarmi? Della clemenza che ti ha fatto sempre e solo ammazzare?! Dello spirito eroico che per anni ti ha tenuto lontano da me e ti ha impedito di vedere crescere i tuoi figli?! L’ultima volta che l’ho fatto mi hai lasciata sola e incinta con una promessa che non hai mai mantenuto, non sei tornato da me per l’ennesima volta. Quindi, se permetti, delle tue parole me ne faccio poco. Baba ha ragione, tu non sei capace di essere un buon marito, non è parte della tua natura esserlo, ma in realtà lo avrei già dovuto capire da anni, non so di cosa mi stupisca ora. Aiuto Radish solo perché, a differenza sua, ho un cuore»
 
Se ne stava andando, probabilmente avrebbe davvero affiancato Bulma nelle cure di quello sgradito ospite, ma Goku desiderava che lei non si limitasse a quello, necessitava più che mai della sua umanità. Convincerla però non sarebbe stato semplice, era troppo arrabbiata e in quello stato emotivo avrebbe sicuramente rifiutato di aiutarlo.
 
«Chichi»
 
Non sapeva cosa dirle, però il fatto che fosse riuscito a bloccare i suoi passi decisi fu per lui un grande traguardo. Difficilmente riusciva a farsi ascoltare da lei e la maggior parte delle volte Chichi accettava la volontà del marito per obbligo e non per volontà.
 
«Non ti sforzare, Goku, non sei mai stato afferrato con le parole ed ora io ho bisogno di fatti più che di promesse»
 
«Volevo ringraziarti dell’aiuto e della … comprensione? Forse per quella è troppo presto. Non sono nella posizione giusta per chiederti altro, ma Inazuma vuole vendicare la morte della madre e ...»
 
«Ed hai qualche dubbio sul fatto che Radish non sia il colpevole?»
 
«Non lo so, ma ho intenzione di parlarne con mio fratello, dovrà dirmi la verità. Chichi, non è un argomento facile d’affrontare, sai cosa potrei dirgli per non essere indelicato?»
 
Continuava a non sapere cosa suo marito volesse da lei, ma iniziava seriamente ad infastidirla, i discorsi di Goku facevano riemergere vecchi rancori e sgradevoli ricordi, per non parlare del rancore che provava ormai da anni  nei suoi confronti.
 
«Indelicato?? Goku, ti fai problemi a non essere indelicato con un assassino? Ma sei serio? Avresti dovuto essere meno indelicato in altre occasioni»
 
Era persino inutile discutere con lui, non le concedeva nemmeno la gioia di affrontare argomenti seri, riusciva ad uscirne sempre con la sua solita ingenuità, che lo rendeva immensamente adorabile, ma anche molto irritante in simili circostanze. Lei era decisamente più perspicace e, a differenza di lui, aveva capito perfettamente le intenzioni del marito prima ancora che lui le esplicitasse.
 
«Chichi …»
 
«Non osare chiedermelo»
 
«Tu sei molto più brava di me»
 
Sospirò per quella inopportuna richiesta, era già in preda all’ansia al solo pensiero di doversi confrontare di nuovo con quel sayan. Chichi non era affatto certa che, almeno quella volta, sarebbe stato un incontro pacifico. Come credeva che una terrestre potesse catturare la fiducia di un sayan simile, Radish non dava alcun valore agli abitanti della Terra, se avesse avuto all'occasione avrebbe sterminato tutto il genere umano da parecchi anni, ma per sua sfortuna aveva miseramente fallito ed era stato spedito all’inferno. Di lei poi aveva sicuro un’opinione peggiore, infondo per colpa sua Goku aveva macchiato la purezza del sangue sayan mettendo al mondo due ibridi.
 
«Goku, ho un brutto ricordo di Radish, ti prego, non …»
 
«Non ti accadrà niente, ti sarò accanto»
 
La stava supplicando con i suoi grandi occhi color pece e, dannazione, quando la fissava in quel modo lei si convinceva davvero che lui ci sarebbe stato. Anche tante promesse però erano andate in fumo, quando credeva nel suo sincero amore. Mandò giù un rospo amaro e per l’ennesima volta cercò di essere la moglie perfetta di un sayan del calibro di Goku.
 
«Vuoi che gli chieda del suo passato e cosa sia accaduto a quella donna?»
 
«Sì, mi sarebbe d’aiuto per capire meglio se l’astio di Inazuma verso suo padre sia fondato»
 
Si stava già avviando freddamente verso il cognato, rompendo prudentemente il contatto visivo che si era creato tra loro. Non si allontanò di molti passi però, decise di tornare indietro, ma rimase a debita distanza.
 
«Ti chiedo in cambio qualcosa stavolta, Goku»
 
«Che cosa?»
 
«Parlerò con Radish a patto che tu tenga i ragazzi lontano da questa storia, sia i nostri figli che nostra nipote»
 
«Ma, Chichi, come faccio a tenerli lontani? Siamo d'accordo sul fatto Inazuma non abbia nulla contro di loro e che, se per vendetta dovesse attaccarli, io li proteggerò, ma non posso garantirti che non vorranno prendere parte allo scontro. Soprattutto Pan, lei …»
 
«Già, è vero, dimenticavo che sei riuscito a rovinare anche mia nipote. Non capisco come Gohan possa aver permesso una cosa simile, un ragazzo coscienzioso come nostro figlio avrebbe dovuto impedirlo»
 
Era stanca di sentire le medesime motivazioni che era solito portare lui per convincerla che quella fosse l’unica strada praticabile per un sayan. Non erano così fondate dopotutto se Chichi non se ne era mai stata convinta, ma aveva solo sopportato con sofferenza il rischio che correva la maggior parte del tempo la sua famiglia.
 
«Non ho rovinato nessuno, Pan è semplicemente forte e non può sopprimere la sua natura. Chichi, avresti dovuto vederla in azione, se non l'avessi fermata, avrebbe sicuramente dato una bella lezione ad Inzuma»
 
La stava disgustando l’entusiasmo del marito. Stava cercando di risvegliare l'animo battagliero di Chichi, affinché lei potesse comprendere, ma dopo tutto quello che aveva passato per colpa delle origini di Goku era un’impresa a dir poco impossibile.
 
«Non voglio nemmeno più ascoltare i tuoi soliti deliri. Stai parlando di una ragazza appena maggiorenne, di tua nipote, non di una macchina da guerra. Se tieni veramente a me, come dubito fortemente tu faccia, non lasciare che combattano»
 
«Chichi, ne possiamo riparlare in un altro momento, ora non abbiamo tempo, dobbiamo …»
 
«No, Goku, ne parliamo ora. Promettimi che non li farai combattere contro Inazuma o Radish ed io mi farò coraggio e gli parlerò come se quell’uomo non mi spaventasse. Non ti ho mai chiesto niente, hai sempre fatto tutto di testa tua. Indipendentemente da quanto io sia importante per te, desidero solo che ascolti le preghiere di una madre spaventata per le sorti dei propri figli. Credi di potercela fare? Proprio tu che salvi tutti, riusciresti per una volta a salvare anche il mio cuore?»
 
Stavolta fu lei a penetrarlo con uno sguardo tagliente, ma era ben lontano dall’essere arrabbiata, gli parve di leggere nello sguardo della moglie solo tanta frustrazione. Lo metteva in soggezione, era talmente intensa quella richiesta che non fu grado di negargliela.
 
«T-te lo prometto, Chichi. Parola di sayan»
 
«No, voglio che me lo prometta l’uomo che è in te, non il sayan, voglio che per una volta sola tu sia un buon marito e un padre responsabile. E voglio anche che qualunque cosa accada ritorni da me. Ti chiedo solo quello che hai promesso di fare tanti anni fa, nulla di più, non pretendo nulla di strano o di eccessivo da te»
 
«Chichi, sul fatto che ritornerò da te, non posso garantirtelo, ma i ragazzi non rischieranno»
 
Gli rivolse un sorriso sarcastico, avrebbe dovuto immaginarlo, sperare una vita intera in un miracolo le aveva fatto guadagnare solo delusioni. Ciò che però la spaventava di più in quel momento erano le sorti del marito, non che lui per l’ennesima volta facesse retrocedere la sua famiglia nella classifica delle sue priorità.
 
«Goku, se muori non puoi più … sul fatto che non ti possiamo più riportare in vita con le Sfere arrivo anche io»
 
«Ehi, ma è questa la fiducia che riponi nelle potenzialità di tuo marito? Mi risulta di essere il guerriero più forte dell’universo»
 
Le stava per sfiorare d’istinto le labbra con un sorriso, ma lei si tirò indietro mortificata, non era pronta ad un nuovo addio.
 
«Non rifiuti mai un mio bacio»
 
«Da quando ci fai caso?»
 
Non fece in tempo a risponderle, un’aura attirò l’attenzione di Goku, facendolo diventare molto serio.
 
«Non c’è più tempo, Chichi. Devi parlare con Radish subito. Non ti lascio sola, questo posso prometterlo, sarò nei paraggi e ti proteggerò se dovesse essere necessario che io intervenga»
 

∞∞∞

 
Bulma curava professionalmente le ferite di Radish. Goku le aveva chiesto di aiutarlo e, per quanto fosse contraria ad ogni idea che l'amico aveva avuto nelle ultime ore, non se la sentì di abbandonarlo nelle difficoltà, indipendentemente dal fatto che le avesse create lui, come Chichi continuava a ripeterle. Per quanto il sayan che Goku aveva affidato alle sue cure non fosse da sottovalutare, nonostante in quel momento fosse particolarmente mansueto, la scienziata non riusciva a smettere di gettare occhiate truci a Vegeta, che si trovava poco lontano da lei e fissava pensieroso le mani della moglie mentre lavoravano. A differenza di lei, lui non osava alzare lo sguardo sui suoi occhi celesti, era evidente che fosse già informata del suo coinvolgimento e temeva un confronto su quell’argomento spinoso per entrambi. Si alzò all’improvviso senza che lui riuscisse ad accorgersi dello scatto, i pensieri non gli avevano consentito di seguire prontamente gli spostamenti di Bulma. Stavolta Vegeta non poté proprio evitare di incrociare i suoi occhi. Gli parve di leggervi tanto rimprovero o forse era solo quello che si sarebbe aspettato da lei. La donna invece gli afferrò dolcemente un braccio ed esaminò una delle tante ferite che il marito si era procurato in un palese scontro e dal quale fuoriusciva ancora il sangue, anche se più lentamente. I gesti contrastavano con l’espressione crucciata, tanto che Vegeta non osò fiatare.
 
«Sei uno stupido scimmione. Hai bisogno anche tu di cure»
 
Fece scivolare le dita dal braccio al palmo del marito e lo invito a seguirla. Non oppose alcuna resistenza, si sedette su una sedia a pochi metri di distanza e lasciò che lei si occupasse di lui. Vegeta, piuttosto di affrontare un dialogo con Bulma, preferì concentrarsi sulle condizioni di Radish, senza il reale interesse. Quel sayan di terza classe sembrava stare relativamente bene, era solo stranamente quieto a dispetto della sua irascibilità. Tornò a concentrarsi sulle dita di sua moglie che amorevolmente fasciavano la più profonda delle ferite che si era procurato durante lo scontro con Inazuma.
 
«Bulma»
 
«Lascia perdere, non mi devi alcuna spiegazione»
 
Probabilmente temeva di ricevere qualche conferma e così preferiva restare nel dubbio. Vegeta si voltò ancora una volta verso Radish, avrebbe voluto dirle tante cose, ma non erano soli. Si stupì quando lo vide alzarsi e uscire, non credeva certo di aver fatto trapelare i suoi desideri, ma trovò che quella fosse finalmente l’occasione giusta per rischiare un’inevitabile lite con sua moglie.
 
«E invece te le devo»
 
«Mi è sufficiente sapere che stai bene»
 
«Bul …»
 
Gli mise prontamente una mano sulla bocca per zittirlo e lo fulminò con lo sguardo, sperando di essere il più convincente possibile.
 
«Ho detto che non voglio»
 
Vegeta attese solo qualche istante prima di togliere quell’ostacolo dalle sue labbra.
 
«Senti …»
 
«Ma sei diventato sordo? Non voglio sapere cosa tu abbia fatto in passato. Se me lo consenti, vorrei mantenere un buon ricordo di te»
 
«Volevo solo dirti che ho rimediato come potevo»
 
«Ne sono felice»
 
Tentava in tutti i modi di non prestargli attenzione, ma lui imperterrito aveva riscoperto un’insolita eloquenza che iniziava ad infastidirla, soprattutto quando si ostinava a volerle fornire informazioni non richieste.
 
«Comunque non è colpa mia, è stato Radish a non voler rivelare ad Inazuma le sue origini. Non è mio figlio, quindi ho rispettato la sua opinione»
 
«Inazuma è il figlio di Radish? E tu non glielo hai detto??»
 
«Era un problema di Radish, non mio»
 
«Vegeta, ti ho detto che non voglio sapere niente! Potresti, per favore, rispettare la mia volontà?»
 
Non sapeva cosa fosse più conveniente, eppure era evidente che Bulma fosse arrabbiata con lui, il suo rifiuto a parlarne era una prova inconfutabile.
 
«Era solo per dirti che …»
 
«Che cosa? Che sei innocente? Tu non lo sei mai, Vegeta»
 
«È per quello infatti che …»
 
«Cosa?»
 
«Quando hai finito di interrompermi, provo a spiegarti con la poca calma che ho che …»
 
Il risultato era che Vegeta stava perdendo la pazienza, nonostante sapesse perfettamente quanto quello fosse l’atteggiamento peggiore da assumere con sua moglie, perché avrebbe solo alimentato il carattere irascibile di Bulma.
 
«Non ti ho chiesto alcuna spiegazione e la pazienza dovrei perderla io, visto che me lo fai ripetere. Curati da solo»
 
Si alzò con uno scatto, lasciandogli addosso la garza con cui stava fasciando le ferite del marito. Non aveva intenzione di restare un secondo più ad ascoltare l’arroganza di Vegeta.

 

∞∞∞

 
Non fu affatto facile per Radish ritornare dagli Inferi, perché sulla Terra aveva trovato un incubo peggiore: qualcuno che facesse riemergere il più grande dolore che lui avesse mai provato. Non era in grado di spiegare ad Inazuma cosa avesse sempre provato nel cuore per quella donna e probabilmente non era mai riuscito ad ammetterlo a nessuno, neppure a lei che era la diretta interessata. Rivolse uno sguardo al cielo, la sofferenza che provava per le ferite che quella terrestre gli aveva curato era nulla rispetto alla cicatrice che suo figlio aveva riaperto all’altezza del cuore. Cos’era l’inferno infondo se la sua anima non aveva mai smesso di bruciare in un fuoco eterno che solo lei riusciva a spegnere e che la sua morte aveva alimentato. Sentì dei passi in avvicinamento e l’istinto gli suggerì di attaccare la minaccia che sentiva essere sopraggiunta al suo fianco. Si rese conto solo dopo di non avere davanti alcun pericolo per se stesso, anzi era un’altra insulsa terrestre di sua conoscenza. Chichi lo fissò spaventata, sorprendendosi quando Radish si fermò in tempo prima di colpirla con un potente pugno.
 
«Sono qui solo perché me lo ha chiesto Goku. Se avessi potuto scegliere, non avrei disturbato la tua meditazione»
 
«Si potrebbe fare gli affari suoi. Sei sua moglie, vero? Puoi anche respirare, ucciderti ora non è la mia priorità»
 
«Strano da parte tua, l'ultima volta che ci siamo incontrati non eri dello stesso avviso»
 
«L'ultima volta non ero morto, non mi rimanevano meno di ventiquattr’ore per tornare negli Inferi e non avevo rivisto mio figlio»
 
Chichi sfruttò l'occasione per affrontare l’argomento, quando lui per primo lo sfiorò.
 
«Chi è la madre?»
 
Radish indugiò, non era certo la conversazione che avrebbe scelto di affrontare con quella terrestre, eppure il cuore che aveva sempre battuto per Serleena non riusciva più a sostenere il peso che Inazuma aveva risvegliato. Chichi non aveva mai visto sofferenza negli occhi del cognato e quasi lo preferiva in quella nuova versione, piuttosto che nei panni dell’essere spietato che l’aveva aggredita.
 
«Appartiene al passato, ero solo un ragazzo»
 
«Era una sayan?»
 
Sorrise con malinconia, non gli importò nemmeno più l’identità della sua interlocutrice, si perse semplicemente nei ricordi, mostrandole quella parte proibita di anima.
 
«Magari lo fosse stata»
 

Era un loro ennesimo incontro, ma quello in particolare aveva un'atmosfera diversa, Radish la percepiva in quella stanza ed era sicuro fosse stato lui a provocarla. Era pensieroso e non riusciva a godersi quel loro dolce momento rubato allo scorrere di un tempo così diverso dal pianeta su cui viveva.
 
«Radish, si può sapere cos'hai oggi?»
 
Si era alzata puntando i gomiti sulle lenzuola del suo letto per poterlo guardare meglio in volto e aveva così allontanato le braccia del sayan che la stringevano contro il suo petto. Era bellissima, apparteneva ad una razza di guerriere dai lineamenti fini e dalla carnagione chiara. Quello di Serleena era un pianeta che non aveva conosciuto fino ad un viaggio intrapreso in compagnia di altri guerrieri appartenenti alle file dell'esercito di Freezer. Le scostò pensieroso i lunghi capelli biondi, che solitamente portava raccolti, dietro l'orecchio provocandole un nuovo brivido. Il suo viso, benché fossero originari di due pianeti diversi, era molto simile al suo. Sarebbe rimasto sdraiato su quel letto in sua compagnia per sempre, ma non era possibile.
 
«Radish, stai tremando»
 
Evitò che lui scostasse la mano dalla sua guancia e la accostò poco dopo al suo cuore. Non oppose alcuna resistenza, si lasciò guidare da lei, anche quando le loro labbra si congiunsero nuovamente in un dolce bacio. Serleena non si scostò dal suo viso, gli diede solo la possibilità di incontrare i suoi occhi.
 
«Saresti piaciuta a mia madre, sai?»
 
«Oggi sei particolarmente malinconico, come mai?»
 
Non le rispose, si limitò a sospirare afflitto e a sedersi, voltandole le spalle e sciogliendo il loro contatto visivo. Il giovanissimo soldato recuperò lo scouter che aveva tolto per godersi quelle poche ore di pace tra le braccia della sua amata. Ora però era tempo di ritornare ai suoi doveri e alla realtà. Serleena aveva seguito attentamente i gesti del sayan e aveva intuito facilmente le sue intenzioni vedendolo riappropriarsi subito dopo anche della divisa.
 
«Radish. Vai già? Resta ancora un po’, dai, non abbiamo fretta»
 
Si avvicinò a lui cercando il suo sguardo, ma era già concentrato su altro. Aveva azionato il suo scouter e lo scrutava severo, probabilmente alla ricerca di qualche comunicazione dai suoi superiori. Era un aggeggio infernale per la ragazza, lo distoglieva perennemente da lei. Cercò di ignorare il fatto che lui fosse distratto e provò a catturare ugualmente la sua attenzione.
 
«Non te ne puoi andare proprio ora»
 
Lo fissava cercando di riscoprire l’emozione che la notizia che gli stava per comunicare aveva provocato a lei per prima, ma anche davanti a tanta concitazione non aveva il coraggio di ricambiare lo sguardo di Serleena.
 
«Radish, vorrei tanto condividere con te …»
 
«Se ti chiedessi di andartene da questo pianeta, tu lo faresti?»
 
La interruppe, sorprendendola, con una voce fredda e profonda. Stavolta non evitò più le iridi marroni della donna, ma lei non si lasciò intimorire dallo sguardo penetrante e sembrò particolarmente sicura di sé.
 
«Certo che no. È casa mia»
 
«Risposta sbagliata, Serleena. Qui non sei più al sicuro ed io non posso garantirti alcuna protezione»
 
«Non mi sembra di aver mai chiesto la tua protezione. Conosciamo entrambi i rischi e non mi hanno mai spaventata»
 
«Serleena, conoscono questo pianeta per colpa mia! Li ho portati qui io la prima volta che ho messo piede su questo suolo, è così che ti ho conosciuta. Non potevo immaginare di incontrare te … di innamorarmi di te. Il pianeta che chiami casa non ti appartiene, è di Freezer e lui si stanca facilmente dei suoi giocattoli. Non sei più al sicuro ed io non ho la facoltà di chiedere a Freezer di risparmiare te e la tua gente»
 
Aveva alzato la voce convinto di ciò che sosteneva e per qualche secondo l’aveva ammutolita. Quando la ragazza trovò la forza di replicare, lo fece pacatamente.
 
«Appunto … è così che mi hai conosciuta e non tornerei mai indietro. Non ho paura, Radish. Ora però voglio che tu sappia che …»
 
Si era alzato con uno scatto senza concederle la possibilità di terminare, non lo avrebbe mai convinto a rischiare la sua vita solo per portare avanti la loro relazione, per quanto importante fosse entrambi. Le parve in molte occasioni di non rivedere in Radish un sayan, stava rinunciando a lei provando a salvarla, era un atteggiamento che non riscontrava in nessuno di quegli aguzzini.
 
«Io però sì e se potessi tornerei indietro anche subito»
 
«Mi stai …»
 
«… lasciando. Sì, ti sto lasciando, perché non voglio nel modo più assoluto che ti capiti qualcosa a causa mia. Allontanarmi da te è l’unico modo che ho per evitarlo»
 
Nel tragitto per raggiungere la porta non aveva più sentito la voce di Serleena, sperava che si fosse convinta, ma era solo un ingenuo, non era nell’indole di quella ragazza arrendersi all’evidenza. Lei, una guerriera, non aveva versato una sola lacrima, era rimasta in silenzio con il suo bambino, del quale solo lei sapeva l’esistenza.

 
Ricordava di aver indugiato ad allontanarsi da quella casa dopo aver chiuso la porta alle spalle, ricordava perfettamente di aver avuto la tentazione di rientrare da lei, non gli piaceva affatto il modo in cui si erano lasciati quel giorno, ma temeva di rendere più doloroso il loro addio.
 
«Stava cercando di dirmi che aspettava nostro figlio, ma le ho fatto scappare la voglia lasciandola. Dopo un anno, durante il quale speravo si dimenticasse di me ed io riuscissi a proteggerla, sono tornato, ma per lei era troppo tardi e aveva lasciato orfano Inazuma. Ho capito che era mio figlio grazie allo scouter che rilevava la presenza di un piccolo sayan in quella stanza. La potenza di quel bambino era enorme, anche lei era una guerriera, lo sono bene e l’elettricità era la sua carta vincente. Ho allevato quel bambino come uno schiavo, ho pensato solo a sfruttare le sue potenzialità, ma mai l’ho trattato come un figlio. Se ora è così rancoroso è solo colpa mia, infondo sua madre è morta perché l'ho fatta innamorare di me. Ero giovane, ingenuo e non pronto a diventare padre, o forse sono stato per lui solo un tipico padre sayan senza cuore, chi può dirlo, vedo solo vagamente in lui il buon animo di Serleena. Ha dovuto lasciare troppo presto Inazuma per riuscire a trasformarlo in qualcosa di diverso da me. Credo sia in paradiso, anzi ne sono sicuro, è per quello che in tutti questi anni non l’ho mai incontrata»
 
Chichi si era commossa. Quando aveva accettato di parlare con quello spietato sayan, non aveva di certo pensato che avrebbe potuto provocarle una reazione simile.
 
«N-non ci si dimentica di qualcuno solo perché non lo si vede da un anno, lo so bene e non mi risulta sia colpa tua se è morta. L'amavi Radish, questo è evidente. Forse se parlassi con Inazuma e gli dicessi la verità, risparmieresti molti problemi alla Terra»
 
«Credi non ci abbia già provato?! Per poco mi mandava di nuovo all'altro mondo. È più forte di me, è l’esatta combinazione tra Serleena e me, ha troppi assi nella manica. Non mi sono mai scontrato con lei per riuscire a studiare tutti i suoi attacchi, non era di certo quello il nostro passatempo preferito»
 
Chichi non si interessava da anni di combattimenti, non sapeva come avrebbe potuto essere d’aiuto, credeva che Goku in quello fosse molto più competente di lei.
 
«Non è colpa tua, Inazuma dovrebbe capire che non è per questo motivo che sei negli Inferi. Quella di Serleena è l’unica morte che non dovrebbe pesare sulla tua coscienza»
 
«Sei consolante. Eppure è l’unica morte di cui mi pento veramente»
 
Divenne sarcastico, lui non era della stessa opinione. Era assurdo per Chichi, sentiva il desiderio di rincuorarlo, nonostante avesse riservato a loro solo tanta sofferenza.
 
«Sono sicura che lei ti abbia perdonato e abbia capito quanto tieni a lei»
 
«È un destino crudele, magari se fossi cambiato in passato avrei avuto la possibilità di rivederla, invece sono riuscito a precludermi anche quella opportunità dopo la morte»
 
Gli faceva male ripensare a quei momenti, erano proprio quelli i casi in cui si ricordava di avere un cuore e che anche lui provava dei sentimenti.
 

L’aveva trovata esanime sul pavimento della sua stanza nell’evidente intenzione di proteggere il figlio. Grazie allo scouter riuscì a capire che nelle vene di quel bambino scorreva sangue sayan, ma Radish non poteva mostrare alcun sentimento verso quella donna davanti ai compari, dovette limitarsi con sofferenza all’indifferenza. Quando finalmente rimase solo, poté manifestare senza restrizioni le sue emozioni. La raggiunse, ma notò subito che non c’era più nulla da fare per lei. La sua amata guerriera aveva lottato, ma non era riuscita a difendersi dall’ultimo colpo mortale.
 
«Serleena»
 
Versò lacrime che non aveva mai versato per nessuno, gli occhi gli bruciavano, mai aveva pianto che lui ricordasse. Sussurrò appena il suo nome accanto al viso della ragazza e le sollevò la testa. Il suo corpo fremeva ancora, segno che aveva appena chiuso gli occhi e lui non era arrivato nemmeno in tempo per un ultimo addio. Le strinse la mano e un leggero movimento delle dita lo sorprese.
 
«R-Radish»
 
Non aveva nemmeno sollevato le palpebre e lo aveva riconosciuto oppure era solo morta con il desiderio di sentirlo nuovamente accanto.
 
«Non mi lasciare, Serleena, so che io l’ho fatto, ma, ti prego, tu non farlo»
 
Non sentì più quel flebile respiro con cui aveva pronunciato il suo nome. Si avvicinò al suo orecchio, ma non era sicuro che lei potesse sentirlo.
 
«Amore, torna da me»
 
Adagiò delicatamente la testa di Serleena sul pavimento, quando si accorse che in quella stanza non era più da solo. Si asciugò con il braccio gli occhi, cercando di mostrare indifferenza.
 
«Potevi dirmi che avevi una relazione con questa donna»
 
«Nulla di serio»
 
«… e che avevi un figlio»
 
Radish si limitò a fulminare Vegeta con lo sguardo, sperando che bastasse a farlo tacere.
 
«Puoi fare ciò che vuoi di quel bambino, non mi importa nulla di lui»
 
«Freezer sarà felice di avere un nuovo membro in squadra»
 
Il compagno si alzò in silenzio, lasciando quella donna riversa al pavimento. Dovette sforzarsi di non mostrare i propri sentimenti davanti a quel principe, così decise di avviarsi prudentemente verso la porta.
 
«Coraggio, Radish, una donna è sostituibile»
 
Lo prendeva quasi in giro, convinto che avesse perso il suo orgoglio, ma Radish non lo accettò e lo aggredì, ottenendo però l’effetto contrario. Il principe si stava solo divertendo davanti alla sua debolezza.
 
«Ti sei innamorato. Patetico»
 
«Chiudi quella bocca, prendi il moccioso e portalo sulla navicella»
 
«Tu non mi dai ordini, terza classe»

 
I racconti di quel sayan la commossero più di quanto avrebbe voluto, si immedesimò in lui quando perse Goku, rivisse il dolore che lei stessa aveva provato, ma non poté evitare di sentire anche molta rabbia nei confronti di Radish.
 
«Mi dispiace, Radish, che tu abbia dovuto vivere tutto questo, ma ti interesserà sapere che anche io ho dovuto vivere per colpa tua senza Goku per un anno. Se non gli avessi rivelato le sue origini, la nostra vita sarebbe stata diversa e quell'anno probabilmente non si sarebbe trasformato in altri sette in cui mi ha lasciata vedova e con due figli da crescere»
 
«Lo hai rivisto, quindi non ti lamentare»
 
Chichi aveva raggiunto il suo obiettivo, ma quella conversazione aveva forse fatto più male a lei che a lui e in un modo del tutto inaspettato.
 

∞∞∞

 
In realtà, contro ogni previsione, Goku stava facendo tutt’altro che vegliare sulla moglie o almeno così sembrava. Stava cercando di respingere una potente onda della nipote che aumentava sempre di più ogni volta che lei incrementava la forza fino a raggiungere la trasformazione. Se Goku non avesse dato rapidamente una svolta a quello scontro, Pan sarebbe senza dubbio riuscita a ccolpiro, così decise di teletrasportarsi prudentemente alle spalle della ragazza, vanificando così il suo attacco.
 
«Nonno, così non vale»
 
«Avrei dovuto lasciarmi colpire?»
 
Lo fissò e nella sua mente riemerse il volto severo di Gohan, quando da piccola le insegnava a combattere.
 
«Mi ricordi tanto, papà»
 
«Perché tuo padre?»
 
«Forse perché è tuo figlio, non lo so»
 
«Strano, mi hanno sempre detto quanto Gohan somigli a Chichi, a parte qualcuno»
 
Sorrise malinconica alla perplessità di Goku. Le mancava quel periodo della sua vita, quando bastava poco per trascorrere qualche ora con suo padre e persino gli allenamenti diventano un piacevole pretesto per Gohan.
 
«Nonno, non mi farete combattere, vero?»
 
«Avrei promesso a tua nonna che …»
 
«… e tu vuoi mantenere la promessa. Lo capisco, ma anche se la situazione fosse disperata e voi avreste bisogno di un aiuto fondamentale per vincere la battaglia rimarrei in panchina
 
Goku ci rifletté, era davvero molto tentato di accettare la proposta della nipote, infondo la situazione che si era creata era già piuttosto complicata e aveva potuto testare in prima persona la nuova forza di quella giovane.
 
«Tua nonna mi sbatte davvero fuori di casa stavolta»
 
«Non ti preoccupare, ti ospitiamo noi»
 
Lo tranquillizzò con un sorriso, quello non sarebbe di certo stato un problema.
 
«Rincuorante»
 
«Allora accetti? Solo se veramente necessario, altrimenti non mi intrometto e rispetto il volere della nonna»
 
Goku fu distratto da una familiare aura che gli impedì di concentrarsi sulle parole della nipote.
 
«Non siamo soli, Pan»
 
Riuscì solo a spaventarla, almeno fino a quando anche lei non percepì la presenza di Trunks a pochi metri da loro. Era nascosto all’ombra di una pianta e ingenuamente credeva che non potessero notare la sua presenza. Il ragazzo era orgoglioso di Pan per il modo in cui teneva testa a Goku e non pensava al rischio di essere scoperto. Lo videro smascherare il suo nascondiglio, ma non aveva perso un grande sorriso che ora rivolse direttamente a lei.
 
«Trunks. Perché sei rimasto lì dietro, potevi prendere parte all’allenamento. Avresti potuto aiutarmi a battere il nonno»
 
«Te la sei cavata egregiamente, Pan. Non avevi bisogno del mio aiuto»
 
I due giovani si scambiarono uno sguardo complice. Goku non colse affatto la complicità tra Trunks e Pan, ma, senza volerlo realmente, riuscì ad imbarazzare la nipote.
 
«Ah, quasi dimenticavo, Baba mi ha detto che ti stai innamorando, Pan, ma mi sembra strano, tu cosa dici?»
 
«Cosa??»
 
I due giovani mezzisayan risposero in coro a disagio e stavolta l’occhiata che si lanciarono fu di puro imbarazzo. Trunks fu il primo a riprendersi e d’istinto cercò qualche informazione in più da parte della diretta interessata. Ciò che avrebbe voluto che lei gli rispondesse era evidente.
 
«Davvero, Pan?»
 
«Tu sai di chi?»
 
«No, non lo sa»
 
Ignorò il tono curioso del nonno e non discostò lo sguardo imbarazzato da quello del ragazzo. Sapeva perfettamente cosa il giovane avrebbe voluto sapere da lei, ma non lo accontentò. Quando Goku si accorse di essere diventato invisibile per entrambi, si ricordò di essersi involontariamente dimenticato di Chichi e dell’importante compito che le aveva chiesto di portare a termine.
 
«Ne riparleremo, ragazzi, devo proprio andare ora»
 
Anche Pan cercò di andarsene subito dopo il nonno, ma Trunks la bloccò afferrandole dolcemente una mano. Fu costretta a voltarsi nuovamente verso di lui senza fare alcuna resistenza.
 
«Pan, ti sei innamorata di me? Quello che Goku ha detto è vero? Ora siamo soli, non hai motivo di mentire»
 
Lo fissava negli occhi azzurri con la paura che lui potesse cogliere i suoi sentimenti, ma allo stesso tempo non riuscì a distogliere lo sguardo da quel viso. L’emozione che Pan provava le fece aumentare la stretta sulla mano del ragazzo e con essa anche la sua potenza venne incrementata. Trunks avvertì chiaramente la mano intrecciata alla sua fremere, era un segno dei sentimenti che provava per lui, non aveva bisogno di sentire da parte sua un’esplicita risposta.
 
«Pan, era sincero il bacio che ti ho dato, ero veramente sincero, ma …»
 
«Mio padre ti ammazza, Trunks»
 
Non usò mezzi termini, fu piuttosto diretta e drammaticamente onesta.
 
«Lo so e il fatto che io sia il migliore amico di suo fratello non credo risolva qualcosa»
 
Fece quella constatazione sorridendo, anche se c’era ben poco di cui essere allegri.
 
«Lo penso anche io»
 
Anche Pan sembrava essere rassegnata, non voleva illudersi, lei non intravedeva alcun futuro per loro.
 
«Trunks, solo una cosa. Non avevo mai baciato nessuno»
 
«Mi dispiace, sono mortificato, io …»
 
«No, non hai capito, sono contenta di aver dato a te il mio primo bacio. Non avrei potuto pensare ad un ragazzo migliore, indipendentemente dall'opinione che possa avere mio padre su di noi»
 
Le stava venendo da piangere e trovò opportuno chiudere quella conversazione, andandosene. Trunks le permise di far scivolare la mano dalla sua e le lasciò fare qualche passo prima di richiamarla.
 
«Pan. Lo trovo profondamente ingiusto»
 
«Che cosa?»
 
Non sapeva come ammetterlo, gli sembrava troppo sbagliato, eppure il suo cuore aveva un’altra opinione.
 
«C-che tu non possa combattere liberamente, insomma, sei molto forte»
 
«Davvero credi che io sia forte?»
 
«Lo penso davvero. Certo, ti serve ancora molto allenamento per poter controllare la tua potenza, però sei sulla buona strada»
 
«Ti ringrazio, Trunks, la tua opinione conta tanto per me»
 
Se ne stava andando nuovamente, ma Trunks non aveva ancora terminato. Era più forte di lui quello che provava, non riusciva a dire in un unico colpo tutto ciò che avrebbe voluto. Era assurdo, era più grande di lei, più esperto, eppure lo rendeva insicuro.
 
«Pan, aspetta un attimo, ti prego»
 
Aveva capito da sola quanto fremesse dall’affrontare l’argomento.
 
«Non è facile»
 
«Provaci, ti ascolto»
 
Non si sarebbe sottratta, gli avrebbe lasciato la parola, ma temeva di avvicinarsi troppo a lui, aveva capito negli ultimi tempi le innumerevoli tentazioni che quel ragazzo le suscitava e lei necessitava di riflettere razionalmente su di loro e sulla minaccia che incombeva sulla Terra.
 
«È assurdo, ti ho praticamente vista nascere. Sei troppo giovane per me, tuo padre avrebbe ragione a volermi tenere lontano. Meriti qualcuno della tua età, non sembra ma otto anni cambiano tante cose. Magari dovresti conoscere qualcuno che come te abbia poca esperienza»
 
«P-pensavo fossimo già d’accordo su questo»
 
Gli fece male invitarla a dimenticarlo e ad affrontare il suo futuro senza di lui e lo faceva soffrire ancora di più sapere che lei aveva accettato di buon grado quell'invito.
 
«Già. Però volevo anche dirti che questo non cambia ciò che provo per te. Razionalmente posso capire di non essere la persona giusta per te, ma è più difficile negare ciò che ho nel cuore»
 
«V-vale lo stesso per me»
 
«Bene, cioè volevo dire … siamo nei guai, ma non importa»
 
Riuscì a strapparle un piccolo sorriso, benché la consapevolezza fosse condivisa.
 
«In guai seri, Trunks»
 
La loro conversazione venne interrotta bruscamente da un forte boato proveniente dalla zona Nord del pianeta.
 
«Più grandi di quanto immaginassimo»
 
«Che cos'è successo?»
 
«Pan, tuo nonno ci aveva trasferito su questo pianeta per essere al sicuro»
 
«Lord …»
 
Non fece in tempo a nominarlo, il Dio della Distruzione era stato svegliato da quel frastuono ed era già uscito dai suoi appartamenti in cerca del responsabile.
 
«Ma si può sapere chi osa fare tutta questa confusione sul mio pianeta?»
 
Era ancora assonnato, ma determinato a scontrarsi con colui che si era permesso di disturbare il suo riposo.

 

 


Ciao ragazzi!

 
Aggiorno come sempre tardissimo, perdonatemi, è un periodo impegnativo ☹

La primavera fatica a decollare anche in questa storia, Pan e Trunks non si sentono pronti ad ascoltare i loro sentimenti. Per quanto riguarda Radish invece e il suo amore tormentato ci sarà anche per lui una piccola gioia ;)

Grazie davvero per continuare a seguire questa storia nonostante gli aggiornamenti siano tutto tranne che regolari <3
 
Alla prossima!
Baci
-Vale

   
 
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