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Autore: Justice Gundam    24/05/2019    3 recensioni
Versione rivista e corretta della mia precedente fanfiction. Nella dimensione dove hanno origine tutti i sogni dell'umanità, un essere malvagio sta accumulando un potere immenso, allo scopo di oltrepassare la barriera che divide il sogno e la realtà, e invadere il nostro mondo. Solo Sonic e i suoi compagni potranno fermarlo, con l'aiuto di qualche nuovo compagno...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Thorndyke, Knuckles the Echidna, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Sonic X: Gate of your Dreams Director’s Cut

Una fanfiction crossover (Sonic X / NiGHTS into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

**********

Capitolo 2- Sogni premonitori

 

Anche di notte, la città di Station Square, una grande e popolosa metropoli, era attiva e vitale. Le strade erano trafficate come al solito, e illuminate dalle mille luci delle insegne, dei lampioni, e di quant’altro. Gente che andava avanti con la propria vita, come ogni giorno.

In piedi sul tetto della villa appartenente alla famiglia Thorndyke, qualcuno stava guardando il paesaggio della città trafficata, con aria leggermente malinconica. Sonic, il porcospino blu che era arrivato sulla Terra diverso tempo prima a causa di un incidente con il Chaos Control, non poteva fare a meno di ammirare come tutti stessero cercando di superare i difficili momenti che la città… anzi, la Terra intera… aveva vissuto di recente, con i danni provocati dall’ira di Perfect Chaos e la terribile colonia spaziale ARK, che aveva minacciato di distruggere il mondo. 

Sonic sospirò tristemente ripensando agli eventi di una settimana prima: il suo arcinemico, il Dr. Ivo “Eggman” Robotnik, aveva scoperto l’esistenza di una stazione orbitante chiamata ARK, creazione di suo nonno Gerald e sede della potentissima arma conosciuta come Eclypse Cannon, che il malefico scienziato sperava di usare per costringere la Terra a sottomettersi a lui. Inoltre, all’interno dell'isola-penintenziario di Prison Island, Eggman aveva trovato un misterioso porcospino nero: Shadow, la cosiddetta 'creatura perfetta', e l'unico a conoscenza dei segreti di ARK, era stato risvegliato da Eggman dal suo stato di animazione sospesa, e convinto in seguito a lavorare per lui: a causa del suo 'imitatore' nero, Sonic si era improvvisamente ritrovato nei guai con le autorità, e costretto ad una fuga rocambolesca. La caotica situazione era culminata nel rapimento di Chris da parte di Shadow, e in un disperato attacco alla colonia ARK nel tentativo di fermare lo Eclypse Cannon. Era stato allora che il vero, agghiacciante scopo della stazione spaziale, e dell'esistenza di Shadow, si era rivelato.

La colonia ARK non era altro che lo strumento dell'atroce vendetta del professor Gerald Robotnik, il nonno di Eggman, sull'umanità intera. Cinquant'anni prima, un raid condotto dall'esercito regolare sulla colonia dove lo scienziato stava conducendo le sue ricerche era risultato nella morte accidentale di Maria, la nipote dell'anziano Gerald e la cugina di Eggman. Il governo aveva cercato di insabbiare l'incidente (e solo ora, grazie al coraggio di Sonic e dei suoi amici, la verità era venuta a galla e le mele marce consegnate alla giustizia...), ma il professor Gerald, reso folle dal dolore per la perdita della nipote, aveva giurato a sè stesso di punire l'umanità per la sua ingratitudine... distruggendola completamente! Shadow era stato quindi programmato per portare tutti e sette gli Smeraldi del Caos, le sette potentissime gemme che permettevano di manipolare il potere stesso del caos, alla colonia, dando così il via alla sua discesa verso la Terra. L'impatto sarebbe stato tale che ogni forma di vita sul pianeta sarebbe stata distrutta nel giro di poche ore.

Sfruttando a suo favore la sete di potere di Eggman, Shadow era riuscito nella sua missione, e il conto alla rovescia che avrebbe sancito la fine del mondo era iniziato. Ma Sonic si era rifiutato di arrendersi: lui e i suoi amici si erano fatti strada fino al cuore della colonia, dove li attendeva l'ultima delle creazioni di Gerald, un potentissimo drago cibernetico di nome BioLizard. Il combattimento fu terribile, ma ad aiutarli intervenne inaspettatamente Shadow stesso, convinto dal piccolo Chris che l'umanità meritasse un'altra possibilità. Poi, proprio quando sembrava tutto finito, BioLizard si era fuso con la colonia, spingendola lui stesso verso la Terra! Sfruttando i poteri degli Smeraldi del Caos, Sonic e Shadow erano riusciti ad affrontare l'orribile creatura e ad ucciderla, riportando la colonia nella giusta orbita ed evitando il disastro. Sfortunatamente, questa vittoria era costata la vita di Shadow: esaurite tutte le sue forze nell'esecuzione del Chaos Control, il porcospino nero era precipitato verso l'atmosfera, mormorando un ultimo addio a Maria prima di scomparire per sempre.

Ormai era passata una settimana dalla fine di quell'incubo, e la vita stava tornando normale per tutti. Ma ognuno degli amici di Sonic, nel proprio cuore, avrebbe sempre serbato il ricordo del nobile sacrificio di Shadow. Ora, la vita doveva andare avanti per tutti loro. Passeggiando serenamente lungo il bordo del tetto di casa Thorndyke, il porcospino blu sorrise leggermente pensando a cosa avrebbero fatto i suoi amici il giorno successivo: Chris sarebbe andato a scuola, come il suo solito, Tails avrebbe lavorato al Tornado X, Amy sarebbe stata impegnata a trovare un modo per conquistare il cuore del suo eroe blu, la piccola Cream avrebbe dato una mano alla governante Ella con le faccende domestiche... piccole cose di ogni giorno, che i recenti tempi difficili avevano però reso preziose.

Sonic sghignazzò leggermente pensando a Knuckles e a Rouge... chissà cosa stavano facendo quei due in quel momento! Sicuramente, Knuckles si stava dedicando nuovamente al suo compito di guardiano degli Smeraldi del Caos e Rouge... beh, chi è che poteva dire con sicurezza cosa avrebbe fatto l'esuberante ladra-acrobata? Certo, adesso lavorava come agente del governo... ma era una che sapeva giocare le sue carte e portare avanti i suoi obiettivi personali, tipo impadronirsi degli Smeraldi del Caos, con grande astuzia e pazienza.      

Sospirando, Sonic rivolse lo sguardo al cielo notturno. Persino la Luna non era più la stessa, dopo che Eggman aveva provato lo Eclypse Cannon su di essa, distruggendone una metà... e non c'erano tutte le stelle che era abituato a vedere su Mobius, il suo pianeta natale... ma il porcospino blu fu sicuro di averne vista una brillare più di tutte. Con un sorriso, Sonic mormorò un saluto ad un amico tardivamente trovato.

"Shadow, amico mio... questa è la vita che tu ci hai ridato, e mi dispiace che tu non possa essere con noi a goderla. Spero che ora tu sia felice, accanto alla tua amica Maria. Grazie di tutto, Shadow!"

 

**********

 

In una camera da letto della lussuosa villa di proprietà della famiglia Thorndyke, qualcun altro stava facendo i conti con i propri sogni. Il piccolo Christopher Thorndyke, Chris per gli amici, il ragazzino dodicenne che aveva ospitato Sonic fin dal suo arrivo sulla Terra, stava apparentemente dormendo un sonno tranquillo, avvolto nelle coperte del suo letto. Il suo respiro era lento e ritmato, e la sua testa dagli scompigliati capelli castano chiaro era appoggiata su un morbido cuscino. Tuttavia, mentre il suo corpo era lì, la sua mente stava vagando ad un numero inimmaginabile di miglia di distanza, in un luogo che nessun essere umano aveva mai visto prima se non nei suoi sogni... 

"Ma... dove mi trovo? Che posto è questo?"

Chris non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a finire nel luogo dove si trovava in quel momento: era in piedi in mezzo ad una sterminata pianura coperta di verde e di fiori colorati e alberi che sembravano crescere a vista d'occhio. Un tiepido vento primaverile soffiava sul paesaggio, portando tutti i profumi della campagna alle narici di Chris, e all'orizzonte si vedevano alte montagne dalle rocce aguzze come coltelli, le cui vette erano imbiancate dalla neve. Ma la cosa più strana erano le isole galleggianti che punteggiavano il terso cielo azzurro, sulle quali qualcuno aveva, chissà in che modo, costruito dei mulini a vento. Era un paesaggio stupendo, e la sensazione di vita e di colore che pervadeva l'atmosfera non faceva che renderlo ancora più bello.

Stupito, Chris mosse qualche passo in avanti, divorando con gli occhi la spettacolare vallata primaverile. Fu allora che si accorse di non essere vestito del suo pigiama azzurro come si era aspettato, ma di avere addosso i suoi vestiti di tutti i giorni: la sua maglietta rossa bianca, i suoi jeans, le sue scarpe... Strano. Quand'è che si era cambiato? Cosa stava succedendo in quello strano posto? Chris, con tutta la buona volontà, non riusciva a ricordare come c'era arrivato.

"Benvenuto, piccolo Chris. Vedo che questo mondo è di tuo gradimento."

Una voce calma e gentile, proveniente dai cieli sopra di lui, fece improvvisamente sobbalzare il ragazzino. Alzando lo sguardo, Chris vide qualcuno fluttuare in aria e scendere lentamente verso di lui. Era una creatura dall'aspetto bizzarro... anche per i parametri di giudizio di Chris, che pure era abituato a vedere porcospini blu e rosa, volpi a due code con il pallino della meccanica, e robot di ogni genere e dimensione. Alta un pò più di lui, la creatura aveva un aspetto umanoide, e indossava un vestito intero abbastanza simile a quello di un clown, colorato di viola sull'addome, le gambe e le punte dei piedi, di rosso fucsia, contornato da una striscia gialla, sulle caviglie, e di bianco sul resto del corpo e sulle braccia. Aveva una gemma rossa di forma romboidale incastonata nel petto, i cui lati erano decorati da dei motivetti rosso fucsia e gialli, e le maniche del vestito terminavano in un grecale giallo e violetto. Il collo era nascosto da una sorta di collare, anch'esso di colore viola, ma era la testa della creatura la caratteristica più peculiare: i suoi grandi occhi erano azzurri e limpidi come il cielo nel quale si librava, e indossava un copricapo viola a due punte, che salivano per un breve tratto e poi scendevano giù dietro la creatura, arrivando quasi alle sue spalle.

Con un sorriso benevolo, il misterioso essere scese fino al livello dello sbalordito Chris, che continuava a guardarlo meravigliato.

"C... Ciao! Io... m-mi chiamo Chris... Christopher Thorndyke… P-piacere di conoscerti... Chi... chi sei tu?" mormorò il ragazzino, inchinandosi timidamente. La creatura non sembrò curarsi del saluto e della domanda, e tese una mano verso Chris, appoggiandogli le punte dell'indice e del medio sulla fronte. Chris sbattè gli occhi, chiedendosi cosa stesse facendo il misterioso folletto, che continuava a sorridere.

"Chi sono io?" rispose la strana creatura con la sua voce melodiosa. "E' quello che devi decidere tu... uno spirito... un ricordo... un eco di un tempo passato... io sono tutto questo e niente di tutto questo allo stesso tempo..."

Chris sgranò ulteriormente gli occhi, confuso. Cosa voleva dire quella strana creatura? Prima che potesse nuovamente aprire bocca, il ragazzino sentì uno strano calore pervadere il suo corpo, e una sfera di luce innaturale, eppure in qualche modo rassicurante, materializzarsi sul suo petto, per poi scindersi in altre tre sfere colorate, ognuna di esse grande come il suo pugno chiuso: una bianca, una gialla, e infine una verde. Sotto i suoi occhi stupiti, le tre sfere cominciarono ad orbitare attorno al suo corpo, irradiando i loro colori sgargianti tutt'attorno.

La misteriosa creatura guardò il ragazzino e le cinque sfere di luce con aria soddisfatta, prima di staccare la mano dalla fronte di Chris e cominciare a librarsi di nuovo in aria. "Ah... proprio come immaginavo... la tua Ideya ha assunto tre colori... niente male davvero... sono rare le persone che le hanno tutte e cinque, ma questo non fa certo di te una persona immeritevole."

Ormai, Chris stava rinunciando a capirci qualcosa. Che razza di parole stava usando quello strano folletto? Ideya? I cinque colori? Che volevano dire? Mille domande si erano improvvisamente affollate nella mente del ragazzino... e nessuna aveva ricevuto risposta. Provò a fare una domanda, ma scoprì di non sapere neanche che COSA avrebbe fatto meglio a chiedere... era una situazione che lo aveva lasciato completamente spiazzato. Esterrefatto, Chris non riuscì neanche a spiccicare parola quando la creatura si innalzò ulteriormente in aria e iniziò ad allontanarsi in volo.

"Per ora ti devo lasciare, piccolo Chris..." disse il folletto. "Il tuo sogno non durerà ancora a lungo... ma ti posso dire che ci rivedremo ancora! Sii saldo, e non perdere mai quelle buone qualità che ho visto in te!"

Un sogno! Ma certo, che altra spiegazione poteva esserci? Lui stava sognando, e tutto questo era frutto della sua fantasia! Chris ridacchiò nervosamente, passandosi una mano dietro la nuca e pensando a quanto fervida sapesse essere la sua immaginazione, mentre la creatura misteriosa spiccava il volo e cominciava ad allontanarsi con una velocità che non sarebbe sfigurata in confronto a quella del suo amico Sonic... il folletto stava volando con eleganza e sicurezza, tracciando in aria delle ampie parabole ed esibendosi in spericolate acrobazie che il ragazzino trovava terribilmente affascinanti, per quanto un pò spaventose. Non poteva negare che anche lui, a volte, aveva sognato di poter volare e fare gli stessi numeri...

"Aspetta!" esclamò Chris, alzando una mano verso il folletto volante. "Ti prego, aspetta un momento! Non mi hai neanche detto il tuo nome!"

La strana creatura vestita da pagliaccio si fermò a mezz'aria, con l'aria di chi si è appena reso conto di aver tralasciato qualcosa di importante. Rapidamente come era venuto e se ne era andato, ritornò a razzo davanti a Chris, lasciandolo ancora una volta stupefatto con la sua agilità, e si mise a sua volta una mano dietro la nuca con fare apologetico.

"Il nome... Ah, già, che sbadato! Mi dimentico sempre di questi strani concetti in voga tra voi abitanti della Terra! Ha, ha, ha, ha, haaa!" rispose il folletto, ridendo allegramente. Chris, trovando buffa la situazione, non potè fare a meno di mettersi una mano davanti alla bocca e ridacchiare a sua volta.

Smettendo bruscamente di ridere, ma mantenendo il suo sorriso caldo e confortante, la buffa creatura fece un elegante inchino, piegandosi quasi ad angolo retto. "Beh, non posso dire di avere un nome vero e proprio... ma sei vuoi chiamarmi, chiamami Nights! Piacere di averti incontrato, piccolo Chris... e arrivederci!"

Detto ciò, la strana creatura di nome Nights si alzò di quota e volò via, lo sguardo affascinato di Chris ancora fisso su di lui, e scomparve rapidamente nel cielo limpido con un'altra serie di vertiginose acrobazie. Prima che Chris avesse il tempo di fare qualsiasi cosa, il paesaggio attorno a lui perse consistenza, e un'abbagliante luce bianca inghiottì ogni cosa...

"Huh? Ma... cosa..."

Chris si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi per la sorpresa. Per un breve attimo, alla sua vista non si presentò altro che nero, con qualche guizzo di colori cupi che ondeggiavano nel vuoto mentre i suoi occhi si riabituavano alla visibilità normale. Poi, alla flebile luce delle stelle, Chris distinse gli spigoli del suo comodino, le coperte del suo letto, il suo pigiama azzurro... tutto ciò che era abituato a vedere nella sua camera. Rendersi conto di non essersi mai mosso di lì gli fece tirare un involontario sospiro di sollievo. Certo, non poteva dire di essere spaventato, però quanto aveva appena visto e sentito lo aveva confuso non poco. Scosse la testa, ridacchiando tra sè, e si appoggiò di nuovo al cuscino.

"Che sogno assurdo..." 

 

 **********

 

 A giudicare dalla mattinata, quella giornata non si preannunciava molto diversa dalle altre: dopo aver fatto colazione e aver sbrigato tutte le faccende necessarie, Chris aveva preso la sua cartella e si era avviato alla fermata dello scuolabus che lo avrebbe portato alla Station Square Middle School, la scuola che lui frequentava. Il maggiordomo Tanaka si era offerto di accompagnarlo usando la macchina di famiglia, ma Chris aveva gentilente declinato, non volendo apparire come un privilegiato agli occhi dei suoi compagni. Non aveva parlato a nessuno del sogno che aveva fatto quella notte, ma Sonic si era reso conto che il suo amico umano sembrava un pò distratto. Aveva parlato meno del solito, e di tanto in tanto assumeva un'aria pensosa. Comunque, il velocissimo porcospino blu aveva pensato che la cosa fosse da attribuire ai ricordi della grande battaglia contro Eggman conclusasi una settimana prima, e decise di non darci troppo peso... e soprattutto di non parlarne troppo, per non riportare alla mente tristi ricordi. Si limitò a parlargli di sfuggita mentre il ragazzino usciva di casa.

"Hey, Chris... c'è qualcosa che ti turba?" aveva chiesto Sonic, prima che il suo amico umano aprisse la porta di casa. Un pò sorpreso dalla domanda, Chris si volse verso il porcospino azzurro con un'espressione leggermente allarmata.

"Ehm... no, Sonic... perchè, ti sembra così?" rispose, con tutta calma. Sonic alzò le spalle. "Niente... è che stamattina mi sei sembrato un pò... come dire, svagato. Se c'è qualche problema, sai che puoi parlarne a me o ai miei amici."

Chris sorrise confortato. "Ti ringrazio, Sonic, ma non c'è niente che non va. Ho solo fatto un sogno un pò strano stanotte... ma ti racconterò più tardi, ora devo proprio andare, sennò perdo lo scuolabus. Ci vediamo oggi pomeriggio!"

"Okay! Buona giornata, Chris!" salutò Sonic, alzando una mano e agitandola. Chris ricambiò il saluto, prima di oltrepassare la soglia e dirigersi verso i cancelli di casa Thorndyke, attraversando il giardino, sotto gli occhi dei suoi amici.

"Il signorino Chris..." commentò Tanaka, guardando con soddisfazione il ragazzino che raggiungeva la fermata e faceva cenno ad uno scuolabus di fermarsi. "...è davvero un ragazzino in gamba. Sono convinto che, qualunque problema possa avere, saprà come risolverlo."

"Già, hai ragione..." rispose Sonic. "Spero solo che non dimentichi che quando vuole una mano, noi siamo qui per lui!"

Ella, la governante grassoccia e dalla pelle scura, annuì in accordo con il riccio azzurro, guardando Chris che saliva sullo scuolabus e scompariva dietro le porte scorrevoli. Rimasero tutti a guardare il mezzo che si allontanava, diretto verso il centro di Station Square, prima che Ella parlasse di nuovo.

"Bene! Oggi mi sento proprio in vena di cucinare qualche squisitezza!" esordì l'allegra governante, sfregandosi le mani e andando a prendere un grembiule. "Allora, c'è qualcuno che se la sente di darmi una mano?"

"Io, signora Ella!" esclamò Cream, la dolce e formale coniglietta che ormai da un pò si era unita al team di Sonic. Cheese, il piccolo Chao che la accompagnava si fece avanti a sua volta, alzando le zampette in aria e cinguettando allegramente. "Chao! Chao!"

"Disturbo se mi unisco anch'io?" Sorprendentemente, si fece avanti Amy, la porcospina rosa follemente innamorata di Sonic. "Anche a me piacerebbe imparare qualche segreto della tua cucina, Ella!"

La governante rise bonariamente, immaginando già il motivo che avrebbe potuto spingere Amy a voler imparare a cucinare...  E questa impressione fu confermata, un secondo dopo, da Sonic che alzava leggermente gli occhi al cielo! Tails, il volpino a due code con il pallino della tecnologia, si mise una mano davanti alla bocca, soffocando una risatina.

"Molto bene, ragazze! Allora, al lavoro!" esclamò Ella, tirandosi su le maniche e alzando un pugno in aria come un generale che guida le truppe! Cream e Amy risposero alzando un braccio a loro volta e seguendo la governante in cucina. Sonic, Tails e Tanaka le stavano guardando, divertiti dalla loro comica messinscena.

"Mettono sempre molto entusiasmo, in tutto ciò che fanno..." commentò il maggiordomo, aggiustandosi gli occhiali.

Sonic ridacchiò, passandosi una mano dietro la nuca. "Già... spero solo che Amy non abbia voglia di fare qualche strano esperimento in cucina... Hey, Tails, a proposito, quali sono i tuoi programmi per la giornata?"

La volpe a due code indicò con un cenno della testa l'hangar nel quale si trovava il Tornado X, l'aereo trasformabile da lui creato. "Beh, oggi avrò un pò da fare in officina... il signor Chuck mi ha chiesto se potevo fare dei controlli su dei contatti elettronici con lui, stamattina...". Chuck Thorndyke era il nonno di Chris, un allegro signore sulla sessantina, esperto di meccanica e inventore a tempo perso. Aveva fornito degli aiuti fondamentali per realizzare vari miglioramenti del Tornado X, e Tails lo considerava un pò un maestro.

"D'accordo, gente..." rispose Sonic, incamminandosi a sua volta lungo il sentiero che portava al cancello. "Allora, io andrò a vedere in giro cosa c'è di nuovo. E poi, stamattina ho una gara con Sam Speed... l'altro giorno mi ha sfidato dicendo che non sarei mai riuscito a superare il suo 'bolide' ora che ci ha apportato delle modifiche... Mah, ho i miei dubbi!"

Tails rise leggermente. Sam 'Speed' Thorndyke, lo zio di Chris, era il leader di uno squadrone d'elite di mantenimento dell'ordine, e si vantava spesso delle prestazioni della sua ipertecnologica macchina di ultima generazione. Ora, sembrava che il suo scopo fosse battere in velocità Sonic e dimostrare la sua superiorità...

"Va bene, signorino Sonic. Si ricordi che la cena è alle sette." rispose Tanaka con il suo solito tono formale. Sonic rispose facendo il segno dell'ok, poi prese velocità e infilò il cancello sollevando una nuvoletta di polvere dietro di sè. In breve tempo, stava già correndo come un missile verso Station Square, pronto a cercare nuove avventure...

Certo nessuno di loro immaginava che grande avventura li aspettava di lì a poco... un'avventura direttamente collegata ai sogni di Chris!

 

**********

 

"Hey, Chris, appena in tempo!" esclamò uno dei compagni di classe di Chris, un vivace ragazzino di colore di nome Danny, non appena Chris ebbe frettolosamente varcato la soglia della sua aula. Stavano per scoccare le otto e mezza, che avrebbero significato l'inizio delle lezioni, e Chris era riuscito ad arrivare a scuola appena in tempo. Dopo aver raggiunto il suo banco, salutando i suoi amici mentre si avvicinava, ed essersi tolto la cartella dalle spalle, il ragazzino si sedette al suo posto, tirando un profondo sospiro di sollievo.

"Phew... scusate per il ritardo, ragazzi... oggi lo scuolabus ha trovato un pò di traffico..." mormorò, riprendendo fiato per parlare. "Ho fatto una corsa per arrivare in tempo... Allora, ragazzi, come va stamattina?"

"A meraviglia, Chris!" rispose il terzo membro del gruppo di amici di Chris, una ragazzina dagli scompigliati capelli rossi e dal viso spruzzato di lentiggini, di nome Francine. "Ho sentito dire che per la fine della prossima settimana è stata organizzata una gita, anche se non sappiamo dove..."

Chris sorrise, entusiasta della notizia che aveva appena ricevuto. "Davvero? Una gita? Sarebbe stupendo, è da parecchio tempo che non ne facevamo, con la scuola..."

"E' vero..." proseguì l'ultimo membro del gruppetto di Chris: si trattava di Helen, una graziosa ragazzina dai lunghi capelli biondi, costretta su una sedia a rotelle da una paralisi agli arti inferiori, ma nonostante ciò sempre allegra e ottimista. Dopo aver dato un paio di spinte alla sua carrozzella per raggiungere i suoi compagni, Helen continuò a parlare. "Sono molto curiosa di sapere dove ci porteranno... se ci porteranno da qualche parte. Ho sempre amato vedere nuovi posti."

"Ancora non so per certo se sia così..." rispose Francine, passandosi un indice tra il naso e il labbro superiore. "Ma vi confesso che anche a me piacerebbe molto... spero che non fossero soltanto voci!"

Lo squillo della campanella, che avvertiva dell'inizio delle lezioni, riscosse i quattro amici dalla loro discussione.

"Beh, dovremo aspettare l'intervallo per riprendere la discussione..." sospirò Danny, ritornando al suo banco. "Per ora, abbiamo le nostre quotidiane lezioni... Buon lavoro, ragazzi, e a dopo!"

"A dopo, Danny!" risposero in coro Chris e le due bambine, mentre anche gli altri studenti riprendevano posizione nei loro banchi. Anche Francine ed Helen, dopo aver salutato Chris, ritornarono ai loro posti, appena in tempo prima che la porta dell'aula si spalancasse per far entrare il loro professore.

"Buongiorno, ragazzi!" esordì con tono cordiale il professor Stewart, un uomo sulla trentina d'anni, piuttosto alto, con corti capelli biondi, piccoli occhiali da vista, e un'espressione sveglia ma benevola che gli rischiarava il viso. Gli alunni ricambiarono il saluto con un cenno collettivo della testa, e un coro di "Buongiorno" che strapparono un sorriso al gioviale insegnante. Era bello, dopo i catastrofici eventi degli ultimi tempi, ritornare alla vita normale e riprendere a fare le cose di tutti i giorni. Il professor Stewart, infatti, come agente governativo inviato per tenere d'occhio Sonic e Chris dal giorno dell'arrivo sulla Terra del riccio blu, aveva partecipato attivamente alle investigazioni compiute in occasione dell'incidente di Shadow, e aveva messo in pericolo la propria vita per scoprire la verità su quanto era accaduto tanto tempo prima. Ora, era semplicemente contento di poter riprendere il suo lavoro di copertura... e dal momento che Sonic era stato riconosciuto come un eroe nazionale, probabilmente non avrebbe più dovuto abbandonarlo, emergenze inaspettate permettendo...

 

"Allora, ragazzi..." iniziò a parlare Stewart, appoggiando sulla cattedra i libri e il registro. "Prima di iniziare la lezione, ho il piacere di comunicarvi che per la fine della prossima settimana è prevista una gita di classe. Sarete contenti, immagino!"

Il coro di grida festanti che si levò dagli alunni fu la risposta che il giovane insegnante si aspettava di sentire. Molti dei ragazzi alzarono le braccia stringendo i pugni, entusiasti della notizia.

"Hey, Francine! Davvero efficiente come servizio informazioni!" esclamò entusiasta Chris, guardando la sua amica che alzava un pollice e gli strizzava l'occhio.

"Mi scusi, professor Stewart... esattamente, dove si svolgerà questa gita?" chiese un altro ragazzino della calsse, alzando una mano per farsi notare fra il trambusto generale.

Il professore si schiarì la gola. "Beh, ho sentito dire che la destinazione sarà una città di nome Twin Seeds, a circa un centinaio di chilometri da qui... pare che la torre, edificata più di un secolo fa, sia un'attrazione molto interessante... il programma prevede di andarla a visitare."

"Professore..." chiese Chris alzando la mano a sua volta. "Crede che ci sarebbero problemi se portassi qualcuno con me in questa gita?"

Il giovane professore rise tra sè, capendo a cosa si riferiva il ragazzino. "Vuoi dire... Sonic e i suoi amici? Non credo ci saranno problemi! Anzi, immagino che saranno felici di vedere un posto nuovo!"

"Grazie, signor Stewart!" rispose Chris, con un largo sorriso sulle labbra. Il professore pescò alcuni fogli dal suo registro e passò di banco in banco a distribuirli. "Ecco, questi sono i permessi da far firmare alle vostre famiglie. Mi raccomando, non dimenticate di riportarli, se volete partecipare!"

"Ci conti, professore!" esclamò Danny, sventolando con orgoglio il permesso che gli era stato appena consegnato. "Non mi lascerei sfuggire questa gita per niente al mondo!"

 

**********

 

I ragazzi non potevano certo sospettare che appena fuori dalla finestra della scuola, qualcosa di sinistro stesse assistendo con occhi spalancati e orecchie attente a tutta la scena. La creatura, al sicuro sopra il ramo di un grosso albero, sogghignò con aria soddisfatta, non mancando di notare come tutte le persone che passeggiavano per la strada tirassero avanti senza neanche guardarlo. Del resto, anche se si fossero voltate verso di lui, non avrebbero visto nulla...

"Heh... Non riescono a vedere noi creature della Dimensione della Notte quando ci manifestiamo nel Mondo Reale! Quanto sono miopi questi esseri umani, non si rendono conto delle cose che gli stanno ad un palmo dal naso! Beh, non importa... il piano sta procedendo come da programma, e ben presto entrambi i mondi diventeranno una cosa sola! E allora questi sciocchi umani vedranno chi è che comanda!"

 

La creatura invisibile fece una breve, stridula risatina, consapevole di non poter essere neanche sentita, e fluttuò in aria, librandosi agilmente sopra i rami su cui si era posata. Un sorriso maligno quasi gli tagliava il volto in due, e i palmi delle sue mani guantate si sfregavano l'uno sull'altro, anticipando la vittoria che riteneva ormai certa.

"Fra poco... fra molto poco... la vendetta del mio signore sarà completa! Hihihihiiii!"

 

 

CONTINUA...

 

  
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